Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori,
siamo arrivati all’ultimo giorno di luglio, e, come al solito, riepiloghiamo i preferiti del mese!
Devo dire che questi preferiti lo sono… un po’ più di altri. Altre volte mi è capitato di essere indecisa tra i libri, i film, le musiche da proporvi, perché magari c’erano due o tre scelte che mi erano piaciute allo stesso modo, ed alla fine avevo pensato di inserire nel post ciò che era più rappresentativo del periodo, o un unicum rispetto a serie che avrei potuto approfondire in altra sede. Questa volta, invece, ero proprio convinta di quello che avrei inserito in questo post.
Vediamo meglio il tutto insieme!
Il libro del mese
Credo che molti di voi conoscano la saga delle Sette Sorelle di Lucinda Riley, e sappiano quanto mi piace. Grazie ai sette (mastodontici) volumi che la componevano finora, abbiamo conosciuto le sorelle D’Aplièse, ragazze adottate dal ricco e misterioso magnate Pa’ Salt. Alla morte dell’uomo, avvenuta in circostanze mai chiarite al largo delle coste greche, tutte le sorelle hanno ricevuto da lui una lettera e delle indicazioni piuttosto nebulose per scoprire la loro origine.
Così abbiamo visitato il Brasile e scoperto il segreto del Cristo di Rio insieme a Maia, abbiamo scoperto storie musicali del Nord Europa con Ally, abbiamo gestito una tenuta di campagna ed una libreria in Inghilterra con Star, abbiamo attraversato Thailandia ed Australia alla ricerca dell’ispirazione artistica con CeCe, ci siamo occupati della natura in Scozia e della danza in Andalusia con Tiggy, ci siamo mobilitate per i diritti umani tra Africa e Stati Uniti con Electra ed infine, in Irlanda, terra natale di Lucinda, abbiamo trovato Merope/Merry, la Sorella Perduta, nonché unica figlia naturale di Pa’ Salt.
Atlas – La storia di Pa’ Salt, ottavo, ultimo ed attesissimo capitolo della saga, ha inizio nel giugno del 2008, a bordo del Titan, lussuosissimo yacht di famiglia. È il primo anniversario della morte di Pa’ Salt e, come richiesto, il numeroso equipaggio sta per prendere parte ad una commemorazione non lontano dall’isola di Delo. Le sorelle D’Aplièse hanno portato con loro le persone speciali che hanno trovato nel corso delle loro avventure (nuovi compagni/e, futuri mariti, figli acquisiti o avuti da precedenti relazioni), ed a bordo, oltre allo staff della barca, ci sono anche Marina detta Ma’, la governante che per le ragazze è come una madre, e Georg Hoffmann, l’avvocato di famiglia.
Merry, l’ultima arrivata, che le sorelle devono ancora conoscere, ha portato con sé un diario, quello che Georg le ha lasciato insieme all’ultima lettera di Pa’ Salt, contenente la rivelazione a proposito della sua nascita.
Non sentendosi a suo agio a leggere il lunghissimo contenuto del diario a tanti sconosciuti (e poi, diciamocelo, non avrebbe più avuto corde vocali, la poveretta…), Merry ha pensato di fare tante copie – per cui gli alberi sicuramente ringrazieranno – in modo che ogni sorella D’Aplièse possa leggere con calma.
Questa è la cornice per un racconto fiume che si rivela davvero strabiliante.
Il vero nome di Pa’ Salt è Atlas. Egli è di origine svizzera, ma ha dovuto trascorrere i primissimi anni della sua vita in Russia (per motivi che si scopriranno verso la fine del libro) ed in seguito allo scoppio della Rivoluzione bolscevica è dovuto fuggire, attraversando a piedi molte frontiere d’Europa, fino ad arrivare...a Parigi, nel giardino di Mr Landowski. Chi ha letto tutta la saga lo ricorderà come il mitico scultore della statua del Cristo, un personaggio molto importante del primo libro.
Lucinda Riley ed il figlio Harry Wittaker, che ha terminato la stesura del romanzo dopo la morte dell’autrice, sono tornati sui loro passi. Atlas, prima bambino, poi ragazzo e poi uomo, è costretto da un terribile segreto del suo passato e soprattutto dall’odio di un nemico implacabile – che un tempo considerava fratello – a fuggire continuamente. Così, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, egli attraversa tutti i luoghi d’origine delle sorelle D’Aplièse, venendo in contatto (in modo diretto o indiretto) con le antenate presenti in ogni romanzo, che erano di volta in volta delle alter ego delle protagoniste: l’ereditiera brasiliana Izabela, la cantante d’opera Anna, la naturalista Flora, la pioniera Kitty, la ballerina Lucia, la filantropa Cecily. Insieme a lui, per buona parte dell’opera, c’è una ragazza di nome Elle, abbandonata in orfanatrofio e non voluta da altre famiglie perché ebrea, che sarà sempre il suo grande amore.
Il lettore scoprirà perché Pa’ Salt si è ritrovato ad adottare le ragazze D’Aplièse, com’è entrato in possesso di una immensa fortuna, come mai ha scelto di costruire la sua casa-fortezza, Atlantis, sul lago di Ginevra, e qual è l’origine dei fidati collaboratori di famiglia. Quanto al temibile nemico, egli non è altri che Kreeg Eszu, il magnate il cui corpo è stato rinvenuto non lontano dal Titan esattamente un anno prima.
È proprio questo nome a portare le sorelle all’ultimo mistero, quello che riguarda la morte di Pa’ Salt. Un’ultima, incredibile avventura da affrontare.
Attendevo moltissimo l’uscita di Atlas e sinceramente avrei voluto “gustarmelo” con un pochino più calma, perché il materiale da approfondire è davvero moltissimo e credetemi, se non mi stessi sforzando di praticare il dono della sintesi (che non ho), probabilmente scriverei altre dieci pagine. La verità, però, è che, per gli amanti della serie, la prima lettura del romanzo non può che essere tipica di tutti i page-turner: in breve, non si può non fare notte su questo libro, non si può non ritrovarsi a dire “ma come, 250 pagine in un pomeriggio?” Ciò che rende la storia davvero straordinaria è il fatto che tutti, tutti i dubbi del lettore vengano chiariti. Pian piano, insieme all’autore, si ripercorre la saga intera (emozionandosi particolarmente quando si incontra la parte relativa alla sorella preferita) e si ricostruisce una vita straordinaria. Una vita che nell’immaginazione di un malvagio avrebbe dovuto essere breve, tormentata ed infelice, e che invece è stata ricca, felice, emozionante, piena di gioia e gentilezza.
Non saprei ancora a quale genere attribuire la saga. Sicuramente il genere prevalente è il romance, con una perfetta alternanza di contemporary ed historical; ci sono però anche una forte componente mistery, tanti approfondimenti storici e geografici interessanti, una base mitologica (principalmente la storia delle Pleiadi, figlie del Titano Atlante e rivali di Zeus, ma anche altri miti) e, secondo me, un pizzico di fantasy in alcuni momenti speciali. Forse, però, il genere prevalente è davvero la saga familiare, e questo perché Lucinda, pur essendosi spenta due anni fa, ci ha lasciato un esempio di vita.
Questi romanzi sono un inno all’amore in tutte le sue forme, all’amicizia, all’importanza della famiglia (biologica ed adottiva), alla gentilezza che vince al di sopra di ogni sopruso (anche quando la Storia si mette di mezzo), alla purezza di cuore.
Potrei andare avanti ancora delle ore e davvero non saprei dire quanto mi è piaciuto. Come buon proposito post ferie (non ho portato i volumoni a Varazze…) sicuramente c’è quello di ripercorrere con calma il romanzo e confrontarlo con i precedenti, cercando di cogliere i riferimenti che ogni volta mi hanno fatto dire: Aaah, ecco cos’era!
Credo che noi fan non saremo mai abbastanza grati a Lucinda per aver lasciato al figlio il romanzo da completare. Non la dimenticheremo mai.
Il film del mese
La città di Element City brulica di vita: ci sono gli abitanti fatti di Terra, quelli fatti di Aria e quelli fatti d’Acqua. Una coppia di Fuochesi, arrivata dalla Terra del Fuoco, la attraversa timidamente, fino a raggiungere un quartiere periferico.
Sapendo di non essere ben visti dal resto della popolazione, i due si stabiliscono in un edificio più alto che largo fatto di un metallo resistente al fuoco, accendono la fiamma azzurra che per loro è simbolo della famiglia e decidono di aprire un negozio.
Circa vent’anni dopo, il quartiere è pieno di Fuochesi, la moglie della coppia guadagna come cartomante/veggente ed il negozio della famiglia, che vende un po’ di tutto, da caffè e cibo ai prodotti per la casa, è gestito dal marito e dalla figlia Ember, che però ha un carattere molto fumantino e perde facilmente la pazienza con i clienti.
Un giorno, da una perdita in cantina esce Wade, un ragazzo Acquatico che fa l’Ispettore del Municipio. Tra Ember e Wade nasce un’immediata simpatia, ma egli non può fare a meno di denunciare l’irregolarità nel negozio, che riceve un ordine di chiusura.
Ember è infuriata e decisa a non deludere il padre, che tiene moltissimo al negozio e vorrebbe tanto che lo ereditasse lei. Wade, pentito di essere stato un po’ troppo ligio al dovere, cerca di aiutarla. La simpatia tra i due diventa presto un sentimento profondo di cui essi stessi si stupiscono.
Entrambi hanno bisogno di parlare con qualcuno e di nuove certezze. Wade può contare su una famiglia numerosa, comprensiva e mentalmente aperta, ma dopo la morte del padre si sente perso e continua a cambiare lavoro. Ember, invece, amerebbe lavorare il vetro, che scolpisce e modella con una vena artistica, ma sa che il suo destino è quello di restare in negozio, sia perché il padre è sempre più vecchio e stanco, sia perché la vita degli “immigrati” fuochesi, discriminati da tutti, non è facilitata per tanti versi come quella di Wade.
Ho visto Elemental quasi per caso con un’amica e davvero non mi aspettavo una versione commedia del più classico schema alla Romeo&Giulietta. Ultimamente i film della Disney e della Pixar viravano più su legami familiari, amicizia, realizzazione personale. Forse perché chi ci lavora ha ritenuto un po’ troppo utilizzato il sogno romantico come lieto fine, e giustamente i tempi sono cambiati ed esso non è più l’unico obiettivo di una persona, specie delle bambine/ragazzine, che di sicuro si sentono molto meno “principesse” di quanto non facessimo noi ai loro tempi. Però ben venga il romanticismo, che ultimamente si è visto meno sugli schermi di animazione. Anche perché questa è una storia decisamente al passo con i tempi: si parla di integrazione, di diversi modelli familiari e conseguente educazione, di aspirazioni lavorative.
È un film dalle vedute estremamente aperte, un’ottima storia educativa per i bambini, e mi stupisco che non sia spuntato il solito commentatore reazionario di turno a dire che i bimbi vanno tutelati. Ma non ne sentiamo la mancanza, no?
Consiglio di cuore a tutti, non solo ai piccoli!
La musica del mese
Il brano di Taylor Swift che ho scelto per il mese di luglio è un po’ diverso da quello che avevo inizialmente immaginato. Ho sempre pensato di proporvi dei brani che fossero in linea con le atmosfere mensili e stagionali.
Stavolta, però, posto semplicemente una novità che mi ha colpito molto e che secondo me ha tutti i numeri per diventare una delle sue migliori canzoni.
Come forse qualcuno di voi saprà, Taylor ha fatto 10 album (a parte quello di Natale); dal n°7 al n°10 la proprietà della musica è sua, mentre, per quanto riguarda i primi 6, c’è stato un contenzioso con la sua vecchia casa discografica (che ad essere sinceri non ho capito molto bene… roba da VIPS). Fatto sta che questo problema si è tramutato in un’ottima notizia per noi fan, perché questi sei dischi stanno ri-uscendo in una versione con la sua voce attuale – che è tutta un’altra cosa, in positivo – e degli inediti scartati al tempo. Tempo fa sono uscite le nuove versioni dei dischi 2 e 4, Fearless e Red, che secondo me hanno fatto un bel salto di qualità rispetto alle vecchie (che pure mi piacevano), e il 7 del mese è uscita la nuova versione di Speak Now, album n°3 e mio super preferito. Vi avevo già parlato della mia canzone preferita di Speak Now, Enchanted, a febbraio, e di un’altra che amo, Long Live, a giugno.
Le tracce inedite questa volta sono sei. Qualcuna di esse mi tocca un po’ più da vicino, ma credo che la più bella, soggettivamente ma anche oggettivamente, sia Timeless. È come un mini-libro di poco meno di sei minuti, con tanto di introduzione:
Giù per la via, c’è un negozio di antiquariato
e qualcosa nella mia testa mi ha detto “Fermati”, così sono entrata…
Su un comodino c’era una scatola di cartoline
ed il cartello diceva “Foto: 25 centesimi per una”…
La voce narrante ripensa alla sua relazione ed immagina che, anche se lei ed il suo amore si fossero incontrati in altri luoghi e momenti storici, sarebbero stati comunque felici:
Anche se ci fossimo incontrati
in una strada affollata nel 1944
e tu fossi dovuto partire per combattere in guerra
tu saresti stato ancora mio
saremmo stati eterni
Nel 1500, in una terra straniera,
e fossi stata costretta a sposare un altro uomo,
tu saresti stato ancora mio
saremmo stati eterni
La storia, piccola e grande, colloca tutti gli avvenimenti in un luogo ed un tempo definito. Ma l’emozione, in qualche modo, li rende eterni.
Il tempo spezza la tua mente ed il tuo corpo
non lasciare che tocchi la tua anima
è stato come un classico senza tempo
la prima volta che mi hai visto
la storia è iniziata quando hai detto “Ciao”
Ad essere sincera, ma proprio super sincera… io stavolta ho i miei dubbi sul fatto che questo brano ed un altro dei sei (Castles Crumbling, qui) siano davvero dei recuperoni del 2010. Troppa profondità adulta secondo me… sbaglierò, ma ho esattamente la sua età, ed ho questa impressione. Come minimo c’è stato un bel rimaneggiamento. Comunque sono bellissime canzoni e tanto basta.
Trovate il video a questo link. I protagonisti di quasi tutte le foto sono i nonni di Taylor, lui ufficiale dell’esercito (partito davvero guidando un aereo militare nel ‘44), lei celebre soprano.
La poesia del mese
Per il mese di luglio vi propongo una poesia di Federigo Tozzi dal titolo O luglio, tu sei come un giovinetto.
O luglio, tu sei come un giovinetto
ch’abbia le chiome molli e succolente
come frutta mature; e per diletto
tu porti ai contadini le semente.
Onde le floride aie sono il letto
dove pieghi i ginocchi sorridente
e stanco. Ma il tuo biancheggiante petto
pieno è di sole come sangue ardente.
E pare che la luna sia più gonfia
nel cielo, dove perde tutto il latte;
e gli alberi si toccano le foglie.
Ma, la mattina, il gallo canta e tronfia
se le galline gli si metton chiatte,
per soddisfare tutte le sue voglie.
Le foto del mese
Chi ha seguito i miei preferiti del mese sa che il 30 giugno ho concluso una nuova e super positiva esperienza lavorativa nel mondo della scuola, e che quindi ora sono “in pausa” fino a nuovo ordine. La prima decade del mese è stata casalinga: ho sistemato la mia casetta, ho fatto imbiancare i box (così ora mio fratello ha una fantastica palestra), ed ho festeggiato due compleanni: quello di mio padre e quello della mia amica Mara. Con lei abbiamo fatto una seconda colazione siciliana da leccarsi i baffi: granita al pistacchio per lei, Setteveli palermitana – buonissima – per me!
Entro metà mese mi sono “trasferita” nella casetta di famiglia di Varazze, come faccio ogni estate. Devo dire che il mese di luglio è stato particolarmente ricco di eventi serali organizzati dal Comune, tra concerti, balli in piazza ed animazione con i trampolieri (in foto).
Per ben due volte, il 16 ed il 29, ho partecipato ai “concerti all’alba” sul molo: prima musica legata ai Festival degli anni ‘70, poi voce ed ukulele! L’alba si è fatta un po’ desiderare, ma anche il rosa tra le nuvole ha il suo perché…
Ovviamente non sono mancate le giornate tranquille sulla spiaggia…
...ed il mare mosso, ahimé! Non ho mai visto così tanto vento e mare grosso per tanti giorni di fila… Uno spettacolo divertente ma anche un po’ inquietante!
Per amore di verità, devo confessarvi che qualcosa di storto in questo mese di luglio c’è stato. Mentre al mare imperversavano dei maremoti, a casa, a Cernusco sul Naviglio, c’è stato qualcosa come 5 nubifragi in 48 ore. Le nostre casette non hanno subito danni preoccupanti, ma c’è stato comunque molto da sistemare (per puro caso, i miei avevano fatto una scappata a casa in quei giorni, per altri motivi). Comunque, considerate le foto ed i video che mi hanno fatto piangere, tra alberi divelti e trombe d’aria, mi sento già graziata così. Fatemi sapere se dalle vostre parti ci sono stati fenomeni simili e com’è andata.
Per il resto è stato un ottimo luglio vacanziero e spero che anche agosto porterà buone nuove!
Grazie per la lettura, ci risentiamo ad agosto per i saluti prima della pausa estiva :-)