Due romanzi di Lucinda Riley e Amalia Frontali
oggi, per la nostra rubrica “Letture...a tema”, vi parlo di uno dei miei generi preferiti: l’historical romance. I due romanzi protagonisti di questo post sono infatti La sorella perduta di Lucinda Riley, penultimo capitolo della saga de Le sette sorelle, che, come gli altri libri della serie, mescola il contemporary romance con una o più parti storiche, e La gemma di Ceylon di Amalia Frontali, una storia ambientata tra l’Inghilterra e lo Sri Lanka del XIX secolo.
Sono state due letture splendide ed emozionanti, che mi hanno catturato pagina dopo pagina e che mi hanno fatto vivere le difficoltà di epoche lontane e perdute, ma anche la magia di alcune atmosfere d’altri tempi.
Vi lascio alle recensioni per maggiori dettagli!
La sorella perduta, di Lucinda Riley
Avevamo lasciato le sorelle D’Aplièse a festeggiare il successo di Electra, la minore e forse la più spaesata e confusa di loro, che però, al termine de La ragazza del Sole, era riuscita a trovare la sua strada.
L’atmosfera festosa, però, dura poco: ad Atlantis, nella villa del defunto Pa’ Salt, si presenta all’improvviso Georg Hoffman, il legale del magnate, che porta con sé un’incredibile notizia: la “sorella perduta”, la settima ed ultima componente della famiglia che nessuno è mai riuscito ad individuare, è stata finalmente rintracciata.
Le indicazioni sono come al solito confuse: sulla sfera armillare che ormai fa bella mostra di sé nel giardino di Atlantis, da un giorno all’altro, forse di notte e come per magia, sono comparse le coordinate di un vigneto in Nuova Zelanda, una terra che nessuna di loro ha mai visitato. Inoltre, l’avvocato è sulle tracce di un prezioso anello di smeraldi, che sembra essere un importante segno di riconoscimento per trovare la sorella perduta.
In villa, oltre alla madre-governante Marina, alla cuoca Claudia ed allo skipper Christian, sono rimaste solo le prime due sorelle D’Aplièse: Maia, che ha lasciato solo momentaneamente il Brasile e sembra avere un problema di salute, ed Ally, che, stanca del clima rigido della Norvegia in inverno, ha deciso di stare per un po' in riva al lago.
Le altre sorelle sono sparse per il globo: Star è in una tenuta di campagna inglese, ad occuparsi di libri e ristrutturazioni con l’uomo di cui si è innamorata; CeCe in Australia ad inseguire la sua ispirazione; Tiggy in Scozia a fare la naturalista; Electra negli Stati Uniti con la sua nuova carriera.
Maia ed Ally chiedono a CeCe di raggiungere il vigneto, perché dall’Australia è la più vicina, anche se relativamente. CeCe parte, ma una volta arrivata a destinazione si ritrova piuttosto confusa: la famiglia che gestisce il vigneto è composta dal padre, venuto a mancare qualche mese prima, dalla madre Merry, di origini irlandesi, dal figlio maschio Jack, attualmente in Francia, e dalla giovane figlia Mary-Kate, che racconta di essere stata adottata ma di non sapere molto sulle sue origini; ella, comunque, afferma di avere l’impressione che l’anello di smeraldi possa far parte della collezione di sua madre.
CeCe cerca in ogni modo di raggiungere Merry, la quale, a quanto detto da Mary – Kate, sta facendo una sorta di “Grand Tour” in giro per il mondo con una sua amica, ma la donna anticipa la partenza e sembra quasi fuggirle sotto il naso.
L’atteggiamento sfuggente della donna, che sembra avere moltissima paura di qualcosa (o qualcuno?) e non si fa trovare, conferma alle sorelle di essere sulla pista giusta. Esse cercano in tutti i modi di avere informazioni: Electra cerca di incontrare Merry a New York, Star a Londra, Ally raggiunge il fratello Jack in Provenza… ogni componente della famiglia D’Aplièse fa la sua parte per arrivare alla verità.
Nel frattempo Merry, trasformato il suo Grand Tour in una fuga, sola e spaventata, viene contattata, dopo decenni, da persone che credeva appartenessero ad un passato ormai dimenticato. Insieme al lettore, ella ripercorre la sua vita precedente al suo arrivo in Nuova Zelanda: il diario di Nuala, nonna di un suo amico d’infanzia e patriota per la libertà irlandese; la sua infanzia ed adolescenza nel secondo dopoguerra, quando l’Irlanda, rispetto ad altri paesi europei, era ben lontana dal boom e dal benessere; il coinvolgimento della sua famiglia e dei suoi compaesani nella lotta portata avanti da Michael Collins; la paura degli estremisti dell’IRA e la sua decisione di cambiare vita. Una storia che si rivela una vera e propria altalena di emozioni, tra colpi di scena romantici e fatti molto drammatici.
A dispetto di quello che si potrebbe pensare (ed io lo pensavo, ahimé), La sorella perduta NON è l’ultimo romanzo della serie de Le sette sorelle. Il vero epilogo della saga, Atlas, verrà pubblicato postumo nella seconda metà del 2022 e sarà ultimato da uno dei figli di Lucinda, che revisionerà il canovaccio che lei ha lasciato. Questa lettura è stata piena di commozione per me: avevo iniziato a leggere il romanzo da pochi giorni quando ho ricevuto la notizia scioccante ed inaspettata della morte di Lucinda, che da anni combatteva contro un cancro, anche se non ne aveva mai parlato pubblicamente.
È stato splendido ritrovare tutte le sorelle D’Aplièse unite per trovare la persona mancante della loro famiglia. Sono stata felice di vedere Ally ed Electra in buona salute fisica e mentale, perché secondo me sono le due che hanno dovuto affrontare le prove più difficili, ma mi è dispiaciuto vedere Star, la mia preferita, in preda a qualche dubbio ed un po’ di tristezza.
Meravigliosa l’idea di ambientare la storia nel passato in Irlanda, terra natale di Lucinda, che da anni viveva in UK ma si dichiarava sempre orgogliosa delle sue origini, e, come suo solito, aveva fatto accurate ricerche prima di narrare nel romanzo la difficile storia di indipendenza dall’Inghilterra. Se penso che come ultimo romanzo pubblicato in vita ha lasciato la storia del suo Paese, come un testamento spirituale, mi viene un po’ da piangere, in verità.
E le lacrime diventano una vera e propria fontana quando si arriva al finale: alcuni indizi fondamentali erano proprio lì, sotto i nostri occhi, ma finché non si arriva all’ultima pagina… credetemi: se, come me, avete amato questa saga, non resterete delusi. Ed ora aspettiamo Atlas!
Vi lascio un po’ di link che spero possano esservi utili:
- Recensione "Le sette sorelle - La storia di Maia"
- Recensione "Ally nella tempesta" e "La ragazza nell'ombra"
- Recensione "La ragazza delle perle" e "La ragazza della Luna"
- Recensione "La ragazza del Sole"
- Il mio racconto di giugno in omaggio a Lucinda Riley
La gemma di Ceylon, di Amalia Frontali
La protagonista di questo historical romance, Dido Monica Monkford, è una ragazza che vive in Inghilterra nel 1817 e si sente molto poco amata dalla famiglia: la madre è morta dandola alla luce, il padre e la matrigna la trattano con indifferenza e la giovanissima sorellastra è già molto più bella ed ammirata di lei.
Dopo aver trascorso sei estati tra i divertimenti londinesi e gli eventi del “ton” per cercare marito, ed averne ricevuto soltanto umiliazioni, soprattutto l’ultimo anno per via del paragone con la sorellastra, ella si sente più che mai sola e disperata, e teme che nessuno la vorrà mai in moglie e che sarà costretta a vivere dell’elemosina dei parenti o a lavorare come governante da qualche parte.
Alla fine dell’estate, però, Dido riceve un’inaspettata proposta di matrimonio da parte del figlio di un uomo con il quale il padre è in affari. C’è un solo problema: non solo ella non conosce la sua futura famiglia, ma per raggiungerla dovrà trasferirsi in Ceylon (l’attuale Sri Lanka), colonia inglese piuttosto fiorente, ma pur sempre un mondo sconosciuto.
Dido, anche se con le giuste remore del caso, accetta di partire, ma una volta arrivata a Ceylon ha un’amara sorpresa: Eliza, la donna che avrebbe dovuto essere sua cognata, la accoglie con un abito da lutto e la informa che Lord Henry Havisham, il suo promesso sposo, è morto di febbri maligne mentre lei affrontava la lunga traversata in nave. Eliza e Lord Havisham senior, nonostante le rudi maniere di quest’ultimo, la rassicurano e le ripetono di non preoccuparsi: potrà trascorrere il periodo di lutto a Ceylon, come ospite. Fatto sta, tuttavia, che Dido si trova nuovamente a dover cercare marito, in una terra sconosciuta che non può fare a meno di immaginare come pericolosa. Inoltre, ella va molto d’accordo con la “quasi cognata”, ma si rende conto, con orrore crescente, che il marito Richard la maltratta, la umilia e forse, in privato, le fa anche di peggio.
Per questo motivo, quando Eliza resta incinta, le due donne chiedono ed ottengono di cambiare residenza, lontano dalla presenza disturbante di Richard: esse lasciano la città portuale che aveva accolto Dido e, dopo una notte in carrozza in cui incontrano un elefante bianco (simbolo di buona fortuna), raggiungono Lord Havisham senior in un centro abitato immerso nella giungla.
Lì Dido, che ama la natura ed ha la passione del tiro con l’arco, inizia a fare delle lunghe passeggiate mattutine, ed un giorno finisce dove non dovrebbe e rischia di essere morsa da un serpente. Viene salvata da Asiri, un giovane uomo cingalese, che però mostra un certo livello di educazione e cultura ed un umorismo tutto inglese.
Asiri diventa ben presto il compagno delle sue scampagnate mattutine. Tramite lui, Dido apprende che la popolazione di Ceylon è divisa in due: da una parte ci sono i Tamil, che si sono adeguati all’invasore ed hanno accettato di lavorare per lui come contadini o domestici, e dall’altra i Singalesi, ribelli che portano avanti la lotta per l’indipendenza. Per questo motivo l’isola di Ceylon è fiaccata dalla guerra civile e devastata dalle rappresaglie inglesi. Dido è sempre stata orgogliosa della sua patria, ma, ascoltando Asiri, ella inizia a pensare che il governo inglese si stia davvero comportando da oppressore nei confronti di un popolo che ogni giorno vede schiacciati i suoi diritti.
Nel frattempo, il periodo di lutto è finito e Dido inizia una frequentazione con un ufficiale dell’esercito, che ovviamente ha idee molto diverse da lei in proposito alla questione indipendenza. Dido ha sempre rispettato le regole della società inglese, ma ogni giorno che passa si sente sempre più confusa…
Di Amalia Frontali avevo letto e adorato La chioma di Berenice, storia romanzata dell’egittologo egiziano Giovanni Belzoni e della moglie Sarah (di cui vi ho parlato qui), ed anche Mia cara Jane…, ricostruzione immaginaria del carteggio tra Jane Austen e l’unico uomo che ha amato (trovate la recensione qui) mi aveva emozionato. La gemma di Ceylon era rimasta nel mio Kindle per un bel po’, dal momento che avevo scaricato gratuitamente tutti e tre i romanzi dell’autrice un anno e mezzo fa nel periodo dell’iniziativa #Ioleggodacasa… però quest’estate sono finalmente riuscita a recuperarlo.
Al terzo romanzo posso dirlo: Amalia Frontali è una garanzia, un’autrice che meriterebbe molti più lettori e tanto riconoscimento in più. Nei suoi historical romance la parte romantica è sempre ben bilanciata con quella storica, che è d’ispirazione regency ma spesso e volentieri si rivela avventurosa. Se Giovanni Belzoni era un Indiana Jones ante litteram, Asiri è un patriota che non si lascia prendere dalla rabbia e dalla vendetta, nonostante tutto quello che è successo al suo popolo, ma che cerca la giustizia e la mediazione ed affronta il nemico solo in campo aperto e se necessario.
Dido, come Sarah, è un’eroina intelligente e sensibile, che è cresciuta in un ambiente protettivo, costretta a sottostare a rigide regole che l’hanno fatta sempre sentire diversa ed esclusa. La scrittura di Amalia Frontali è profondamente femminista: le sue protagoniste, grazie ad un viaggio e/o ad una passione come la scrittura o lo sport, imparano a poco a poco ad affrancarsi dalla mediocrità e dall’ignoranza dalla quale è pervasa l’alta società inglese di epoca regency, che è stata idealizzata da molti libri e film, ma che in realtà era un ambiente più che tossico, specie per le giovani donne. Dido sboccia, scopre se stessa, impara ad esprimersi e ad inseguire la “buona stella” che le ha indicato l’elefante bianco.
Una lettura speciale, non solo per gli amanti del genere!
Ok, stavolta mi è piaciuto “vincere facile” e vi ho proposto due romanzi di autrici che mi piacciono moltissimo, sicuramente tra le mie preferite del panorama romance. Sapete, poi, che l’historical è il sottogenere del rosa che amo di più, quindi immaginerete che, quando ho iniziato questi libri, ero sicura che li avrei adorati.
Tra l’altro mi sono resa conto che ho iniziato questo post pensando che il tema principale sarebbe stato il romanticismo ed invece ho parlato quasi sempre di guerre d’indipendenza. Amore e libertà vanno di pari passo…!
Vorrei però conoscere il vostro parere!
Conoscete queste autrici? Avete letto qualcosa di loro?
Quali romanzi vi sono piaciuti di più tra quelli che hanno scritto? Che ne pensate?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Ciao Silvia, come sai anch'io adoro la saga delle sette sorelle, mi è dispiaciuto molto apprendere della morte dell'autrice e sono curiosa di leggere il volume conclusivo dell'intera storia. Concordo con te su Star, anch'io l'ho trovata un po' malinconica e spero possa essere più felice nel nuovo capitolo della saga, mentre sono stata molto contenta per Ally! Di Amalia Frontali non ho mai letto nulla ma il tuo entusiasmo mi incurisisce molto... peccato pubblichi solo in ebook!
RispondiEliminaCiao Fra! Eh sì, so che anche tu sei fan di Lucinda :-)
EliminaSo di alcune autrici self, soprattutto quelle di romance, che fanno anche cartacei da ordinare su Amazon. Non so se questo è il caso di Amalia Frontali, ma magari sulle sue pagine Facebook e Instagram c'è qualche info!
come sai, amo lucinda!! mi hai messo una gran voglia di proseguire con la saga delle sorelle!!
RispondiEliminaanche l'altro romanzo mi sembra meritevole, il contesto storico è sicuramente accattivante!!
Ciao Angela! Credo proprio che ti piacerebbero entrambi i romanzi :-)
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