Un romanzo epistolare regency ed una graphic novel tutti al femminile
Cari lettori,
e soprattutto care lettrici… buon 8 marzo a tutti voi!
Quest’anno la ricorrenza cade di lunedì, uno degli usuali giorni di pubblicazione per il blog, così ho pensato di preparare un post per le nostre “Letture… a tema”.
Vi consiglio, infatti, due vere e proprie chicche che ho trovato sul Kindle. Entrambe erano in promozione gratuita la scorsa primavera, per via della bella iniziativa #Ioleggodacasa, ma per un motivo o per l’altro le ho lasciate nella mia “biblioteca” per mesi e le ho lette solamente in tempi recenti.
Il primo di questi due libri è Mia cara Jane: le lettere mai scritte, un romanzo epistolare regency dell’autrice self Amalia Frontali, della quale, la scorsa estate, avevo letto (e adorato!) La chioma di Berenice, di cui vi ho parlato meglio in questo post. Il secondo è E noi dove eravamo?, una graphic novel della fumettista italiana Silvia Ziche, che da anni lavora per Topolino… ma non solo.
Trovo che queste due letture siano davvero ideali per la giornata di oggi e spero tanto che piaceranno anche a voi. Vi lascio alle recensioni!
Mia cara Jane: le lettere mai scritte, di Amalia Frontali
La celeberrima scrittrice Jane Austen, autrice di romanzi molto amati dal pubblico femminile (e non solo) come Orgoglio e pregiudizio, Emma, Ragione e sentimento ed altri ancora, condusse vita ritirata, restò in famiglia e non si sposò mai… o, almeno, questa è la versione ufficiale della storia.
In realtà, si sa che ella conobbe, nel gennaio 1796, Sir Thomas Langlois Lefroy, un nobiluomo di origini irlandesi, ed i due giovani, animati dai medesimi ideali, si piacquero molto fin da subito. Le rispettive famiglie, però, intuita la simpatia, decisero subito di dividere i due. Jane proveniva da una famiglia di rango inferiore dal punto di vista sociale ed economico e Thomas era tenuto sotto controllo da uno zio molto severo, che stava tentando di insegnargli la professione di avvocato.
Sir Thomas fu obbligato a tornare a studiare a Londra, facendo solo brevi puntate a Limerick per visitare i suoi genitori, mentre Jane rimase con i suoi numerosi parenti in periferia, nell’Hampshire. Tutto quel che storicamente si sa è che tra i due ci fu un carteggio durato mesi e mesi, e che tutte le lettere vennero bruciate dalla sorella di lei Cassandra, dopo la sua morte.
Questo romanzo epistolare, con un grande (ma documentato) volo di fantasia, ricostruisce questo carteggio perduto, e racconta la breve e sofferta storia d’amore tra i due protagonisti. A scrivere è Sir Thomas, che, inanellando un “Cara Jane...” dopo l’altro, fa scoprire al lettore un lato inedito della celeberrima scrittrice.
Nelle tante lettere che i due si scambiano, essi confrontano le rispettive situazioni familiari; discutono le loro aspirazioni lavorative ed i loro progetti personali; commentano tante piccole situazioni della loro quotidianità, traendone persino ispirazione per le future creazioni di Jane.
Mia cara Jane: le lettere mai scritte è un piccolo tesoro per tutti i cultori di Jane Austen. Come molti di noi fan sanno, l’autrice fu sfortunata in amore: la differenza di ceto, il matrimonio avventato del fratello di Thomas, il desiderio dei genitori e dello zio di lui di legarsi ad una famiglia importante e dotata di una imponente rendita furono tutti fattori che finirono per mettere in secondo piano quello che a tutti gli effetti fu un sentimento sincero.
Se Sir Thomas Lefroy, per quanto avesse provato ad opporsi al volere altrui, finì per cedere alle tante pressioni della famiglia ed a mettere in primo piano la solidità economica e la rispettabilità sociale, la giovane Jane, invece di accontentarsi di un matrimonio di convenienza, non si perse d’animo e proseguì con le sue aspirazioni da scrittrice. Anzi, proprio perché sapeva che cosa voleva dire soffrire, decise di regalare un lieto fine a tutte le sue eroine, anche dopo grandi tribolazioni.
Chi ha letto le opere più famose di Jane Austen sarà felice di scoprire che Amalia Frontali, sempre accurata e precisa nel documentarsi, attraverso le parole di Thomas ha provato a dare risposta ad alcune curiosità sulla loro genesi, come, per esempio, l’invenzione del personaggio del pastore protestante che cerca di infiltrarsi nelle questioni del mondo con pessimi risultati (sia in Orgoglio e pregiudizio che in Emma), la creazione delle sorelle Bennet e dei loro caratteri, le persone che hanno fornito a Jane l’ispirazione per i due fratelli Ferrars di Ragione e sentimento ed altro ancora.
Per quanto la voce narrante sia Sir Thomas, il lettore non può non avere l’impressione che la vera protagonista del romanzo sia Jane Austen, che verrà sempre ricordata non solo come scrittrice, ma anche perché fu una donna che, con l’intelligenza, l’ironia e la quieta determinazione che la contraddistinguevano, tentò di inseguire la sua personale felicità al di là delle convenzioni sociali.
E noi dove eravamo?, di Silvia Ziche
Questa graphic novel fatta di tavole illustrate ha per protagonista Lucrezia, la celebre eroina contemporanea nata dalla penna della fumettista. All’inizio della storia, ella torna a casa dopo una giornata che è stata troppo pesante per i suoi gusti, lamentandosi dei problemi che ha avuto sul lavoro, delle varie difficoltà ed incombenze della vita adulta, dei guai nella vita privata. Per un attimo, Lucrezia ripensa con una certa invidia alle sue nonne e bisnonne, che potevano “stare a casa tutto il giorno” ed avere un ritmo di vita più rilassato, senza dover dimostrare niente a nessuno.
In quel momento, come per magia, appare nella stanza una donna che afferma di essere una sua antenata e che la “sgrida” bonariamente, ricordandole che, all’inizio del XX secolo, la vita da casalinga non era una scelta né tantomeno un privilegio per le donne, ma, di fatto, era un obbligo. La signora misteriosa ricorda a Lucrezia che sì, la vita negli anni Duemila può essere molto frenetica, il lavoro è impegnativo (alcuni giorni pure troppo), la quotidianità di una donna può essere scandita da moltissimi impegni, ma tutto questo è frutto delle sudate conquiste delle generazioni femminili passate.
Per ogni dubbio o curiosità di Lucrezia, la sua antenata ha una risposta, che quasi sempre è la storia di altre donne della loro famiglia, che hanno vissuto in altre epoche: due gemelle vissute nel Medioevo che hanno dovuto farsi suore per fuggire da matrimoni con uomini di cui avevano paura e per poter studiare in pace; la prima donna medico della storia, considerata da tutti “infermiera”; le prime giovani mamme che hanno ottenuto l’epidurale, vincendo l’assurdo precetto di origine religiosa delle “figlie di Eva che dovevano soffrire”; una bambina vissuta al tempo dell’Illuminismo, che consultava l’Enciclopedia di nascosto; una contadina catturata dall’Inquisizione e processata per stregoneria… e tante altre ancora.
E noi dove eravamo? è una storia a fumetti che si legge agevolmente in una mattinata libera, ma è tutt’altro che leggera o per bambini, anzi, tanti passaggi sono un vero e proprio pugno allo stomaco. La questione femminile viene trattata dal punto di vista sociale ed economico, ma anche da quello culturale: dove sono finite le opere di scrittrici, musiciste, pittrici che sono state messe in secondo piano rispetto ai colleghi uomini? In che modo religione, filosofia, politica hanno relegato le donne in un angolo? Nei momenti storici più importanti, c’erano solo “consorti premurose” che sostenevano i personaggi che noi tutti studiamo, oppure c’erano anche importanti figure femminili che lavoravano nell’ombra?
Inutile riportare il senso di rabbia e impotenza che si prova leggendo tante pagine di questa graphic novel. Forse la lezione più importante che noi donne possiamo apprendere se provocati una simile lettura è l’assoluta necessità di respingere la misoginia interiorizzata che purtroppo ci è stata insegnata dalla società. Alcuni buoni punti di partenza potrebbero essere: smettere di criticare le altre donne per l’aspetto fisico o le scelte di vita, evitare di difendere a priori i loro mariti se è evidente che c’è un problema di coppia, finirla di compiacere in ogni modo gli uomini che ci interessano per attirare la loro attenzione, abbandonare gli atteggiamenti da “crocerossina” e la vocazione all’accudimento che spesso ci è stata cucita addosso, rimetterci al primo posto senza preoccuparci di chi ci definirà egoiste… ed altri ancora sui quali sicuramente questa lettura vi farà riflettere.
Questi sono i miei personali consigli di lettura per questa Festa delle Donne 2021!
Conoscete questi libri? Che ne pensate?
Ne avete altri da segnalarmi per questa ricorrenza?
Aspetto i vostri pareri in proposito!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Ottimi consigli!
RispondiEliminaBuon 8 marzo.
Ciao! Grazie mille per gli auguri :-)
EliminaNon ho letto questi libri, ma mi sembrano perfetti per l'occasione.
RispondiEliminaSe penso alla donna, mi vengono in mente le poesie di Alda Merini, che non mi stancherei mai di leggere.
Buon otto marzo anche a te.
A presto.
Ciao Claudia! Purtroppo conosco poche poesie di Alda Merini, dovrei proprio approfondire! Ricambio gli auguri :-)
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