Cari lettori,
eccoci di nuovo all’appuntamento del 17 del mese con “L’angolo vintage”!
Oggi ho pensato di presentarvi due romanzi della Sellerio di un’autrice che, fino a poco tempo fa, avevo conosciuto solo tramite racconti: Alicia Giménez-Bartlett.
Visto che i brevi racconti sulla burbera ispettrice Petra Delicado, contenuti nelle raccolte della Sellerio, mi erano piaciuti, tra gennaio e febbraio ho provato a cimentarmi nella lettura di due suoi romanzi, e il bilancio è stato davvero positivo. Lo stile dell’autrice è ironico e scorrevole: ella riesce a toccare tematiche difficili e profonde con una sorprendente leggerezza.
Dei due romanzi di cui vi parlo oggi, uno è proprio appartenente alla serie di Petra, mentre l’altro è un’insolita tragicommedia dell’assurdo. Vediamoli meglio insieme!
Exit
“Exit”, la vera protagonista di questo incredibile romanzo, è una lussuosa villa immersa nella splendida campagna di una nazione non meglio definita. È l’inizio dell’estate ed i suoi occupanti fissi, due medici e l’infermiera-psicologa Matea, sono pronti ad accogliere i loro sei nuovi ospiti: Pamela, una donna bruna e bella, ma dai modi bruschi; la bionda, eterea e fragile Clarissa, sua inseparabile amica; Léonard, un sedicente letterato e poeta fallito con l’atteggiamento del provocatore; il finanziere Finn, che dietro la sua maschera di discrezione e raffinatezza sembra nascondere qualche guaio, forse lavorativo; il signor Ottosillabo, un ferroviere in pensione; la vedova Tevener, una donna dall’atteggiamento allegro e materno.
I sei ospiti si presentano nella villa con leggerezza e buonumore, come se stessero per iniziare una vacanza, e socializzano subito, sia tra di loro che con il personale. L’infermiera Matea prepara pietanze raffinate ed organizza splendide feste, la giornata è scandita da mille passatempi e divertimenti, la chiacchiera frivola non manca mai.
Tutto questo, però, è come minimo assurdo, dal momento che Exit non è un agriturismo per ricchi dove passare i mesi estivi… e, a dispetto di quello che potrebbe inizialmente sospettare il lettore, non è nemmeno una clinica per disintossicarsi da droga e alcool, o un luogo di rifugio per chi ha conti in sospeso con la vita.
Exit è, come dice l’etimologia stessa della parola, una via d’uscita dalla vita: un luogo dove chi ha deciso di morire viene aiutato a farlo, e, nel frattempo, può godersi al meglio le ultime settimane di esistenza. Si tratta, in definitiva, di un luogo dove si pratica eutanasia, con la differenza che gli ospiti della villa sembrano godere di perfetta salute… a parte i mali dell’animo.
Alcuni di loro hanno in mente un modo in cui vogliono morire: come un antico Romano, imitando Emma Bovary, omaggiando gli Egizi. Altri, invece, lo capiranno in corso d’opera. Intanto la singolare “vacanza” procede…
Exit è una storia che potrebbe essere definita in tanti modi, ma credo che il termine più adatto sia “surreale”. Su altri blog questo romanzo è stato paragonato ai film di Luis Buñuel, e credo che il riferimento sia azzeccato. Più si procede con la lettura, infatti, più si ha l’impressione di non credere a quello che si sta leggendo. Come è possibile che delle persone così emotivamente ricche, che sembrano aver ancora così tanto da dire e da fare, covino invece un irresistibile desiderio di morte? Come può non nascere un pentimento, un’improvvisa voglia di vivere ancora, tra una festa ed un banchetto, una passeggiata in mezzo alla natura e la nascita di un nuovo sentimento?
Queste ed altre sono le domande che mi sono fatta e che credo accomunino tutti i lettori di questo romanzo.
Non posso anticiparvi più di questo, perché spesso e volentieri il bello di questo libro è anche l’effetto sorpresa, ma posso dirvi che, dopo un inizio abbastanza quieto, la narrazione si fa sempre più concitata, tumultuosa e, a mio parere, davvero appassionante. Sono interessanti anche i tanti riferimenti culturali, che gli ospiti della villa (quasi tutti dei ricchi intellettuali) conoscono bene, e che verranno interpretati nel più originale dei modi.
Exit è indubbiamente una stravagante tragicommedia dell’assurdo, e credo proprio che sia uno di quei romanzi che o si amano o si odiano. Io ve lo consiglio!
Nido vuoto
Barcellona, primi anni 2000. L’ispettore Petra Delicado, quarantenne entrata in polizia dopo un’esperienza giovanile come avvocato, e passata alla squadra omicidi a seguito di un po’ di anni in archivio, è convinta di aver ormai accumulato una certa esperienza in materia di indagini. Non ha fatto i conti, però, con l’imprevisto: un pomeriggio, mentre è alla toilette del centro commerciale (luogo che ella detesta cordialmente), una bambina le sottrae la pistola d’ordinanza dalla borsa e poi scompare alla velocità della luce.
Petra, fuori di sé per la rabbia e la sorpresa, riesce ad identificare la piccola ladra solo grazie all’aiuto di Marina, un’altra bambina che era al centro commerciale, molto sveglia e pratica, ed alla collaborazione del padre di lei, Marcos, un uomo che si rivela fin da subito affabile e paziente (a differenza della madre).
La bimba fuggitiva, Delia, risulta essere un’orfanella transitata per un breve periodo al centro d’accoglienza per l’infanzia El Roure e da lì fuggita. Petra sta per rassegnarsi ad essere presa in giro dai colleghi per l’assurdo furto ed a voltare pagina, quando viene commesso un delitto proprio con la sua pistola. L’uomo ucciso è straniero e nessuno conosce il suo nome. Pochi giorni dopo, Petra e l’inseparabile vice ispettore Garzòn trovano il cadavere di una donna sulla quale stavano indagando, morta anche lei per un colpo di arma da fuoco, in casa sua. Il sospetto che dietro ai due omicidi ci sia un’orribile storia di sfruttamento dei minori diventa a poco a poco certezza. Petra non si sente di escludere che a sparare sia stata la piccola Delia, che probabilmente in vita sua non ha conosciuto altro che solitudine e violenza, ma il suo vice, di idee conservatrici ed ottimista a oltranza, si rifiuta di crederci.
Il peso psicologico di sostenere un’indagine che ha a che fare con l’abuso di bambini si ripercuote sulla vita privata di tutto il commissariato: la giovane agente Yolanda è in crisi con il compagno Ricard, vecchio flirt di Petra, uno psichiatra maturo e pedante, e chiede consiglio proprio all’ispettrice; Firmìn Garzòn sta meditando di sposare la compagna Beatriz, ma è vedovo da troppo tempo e teme di non avere le energie per un nuovo matrimonio; la stessa Petra, nota a tutti i colleghi per essere una donna dura e dal carattere difficile, inizia a soffrire un po’ di solitudine. Dopo due divorzi, ella ha sentito la necessità di stare da sola, ma, quando torna a casa dopo una difficile giornata di lavoro, non può fare a meno di considerarla un nido vuoto. Forse, però, un cambiamento nella sua vita sta già arrivando.
Nido vuoto è il primo romanzo che leggo tra quelli che hanno per protagonista Petra Delicado, poliziotta burbera e sbrigativa, ma anche sensibile ed acuta. Nei racconti mi era piaciuta, ma in questo libro la sua personalità viene delineata molto meglio, così come quella degli altri personaggi della serie. Lo stile dell’autrice mi ha fatto apprezzare particolarmente i rapidi passaggi di trama, che sorprendono il lettore e lo obbligano a seguire l’indagine con attenzione, ed i serratissimi dialoghi, specie quelli tra Petra e Garzòn, due “opposti che si attraggono” che però funzionano benissimo insieme, sia nel lavoro che nella più improbabile delle amicizie.
Inoltre, questo romanzo narra un importante punto di svolta sia per Petra che per altri co-protagonisti: sembra quasi che, svolgendo le indagini per questo caso, l’orrore del loro lavoro sia diventato troppo per tutti e li abbia costretti a guardare con occhi diversi ciò che c’è di bello nelle loro vite.
Sicuramente leggerò altre storie appartenenti a questa serie!
Ora tocca a voi!
Conoscete l’autrice? Avete letto dei suoi romanzi? Vi sono piaciuti?
Come sempre, vi invito a leggere anche i post delle altre autrici che partecipano alla rubrica questo mese, i cui nomi sono nel solito banner in alto.
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Non conosco questi titoli, né questa autrice
RispondiEliminaCiao Manuela! Spero di averti interessata, allora :-)
EliminaMi ha colpito la trama di "Exit" che, per certi versi, mi ricorda quella di "Veronika decide di morire", uno dei miei libri preferiti che ho recensito qualche mese fa.
RispondiEliminaNon ricordo se lo hai letto.
Ciao Claudia! Purtroppo no, questo romanzo mi manca :-( Grazie per il suggerimento!
EliminaDella serie di Petra ho visto la serie tv (con Paola Cortellesi) è pur essendomi ripromessa di leggerlo, ancora non sono riuscita a farlo.
RispondiEliminaAnni fa lessi un libro di Marcela Serrano in cui delle donne andavano in un albergo per risanare lo spirito. Meraviglioso. Questo Exit mi ha fatto pensare a quello, anche se con “vie di fuga” agli opposti!
Ciao Ludovuca! Io per ora ho visto 2 dei 4 episodi della serie, ma mi sta piacendo! Il libro di Marcela Serrano potrebbe piacermi, anche se non conosco l'autrice!
EliminaTe lo dico sempre, tu proponi titoli interessanti che non conosco
RispondiEliminaCiao! Spero di averti interessata, allora!
EliminaCara Silvia, sempre interessante seguirti.
RispondiEliminaCiao con un forte abbraccio.
Tomaso
Ciao Tomaso! È un piacere risentirti! Ricambio l'abbraccio 🤗
Eliminadi questa autrice hop letto solo alcuni racconti nella raccolte della sellerio, però mi ispira e vorrei recuperarla!
RispondiEliminaCiao! I racconti sono molto carini, ma anche i romanzi sono davvero apprezzabili :-)
EliminaHo letto tempo fa i primi tre libri di questa serie e ricordo che mi erano piaciuti, soprattutto i personaggi, dovrei leggerne ancora
RispondiEliminaCiao Chiara! Sono contenta che anche a te siano piaciuti questi libri :-)
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