giovedì 24 ottobre 2019

CANZONI PER IL COMMISSARIO RICCIARDI

Una lettura cantata della serie di Maurizio De Giovanni al Teatro Carcano




Cari lettori,
nuovo appuntamento con i nostri “Consigli teatrali”, che, questa volta, sono anche un po’ libreschi!

Lo scorso autunno, se ricordate, vi avevo parlato con entusiasmo della serie di Maurizio De Giovanni ambientata negli anni ‘30 di Napoli, che ha per protagonista il commissario Ricciardi.

In questo post vi avevo presentato la prima parte della serie, in questo la seconda. Inoltre, quest’estate, ho inserito nei preferiti di agosto il capitolo conclusivo di questa bellissima storia.


Potete immaginare quanto sia stata contenta, poche sere fa, di assistere allo spettacolo Canzoni per il commissario Ricciardi, di e con Maurizio De Giovanni, davvero imperdibile per chi, come me, ha amato leggere i romanzi. 
Vediamo insieme in che cosa consiste!



La cornice canora e musicale



Più che di uno spettacolo teatrale vero e proprio, si tratta di una lettura recitata e cantata di alcune pagine dei romanzi della serie.

Maurizio De Giovanni, creatore di Ricciardi, qui nella veste (per lui tutt’altro che insolita) di cantastorie, legge ad alta voce, accompagnato da Marianita Carfora, la quale intervalla la lettura con le canzoni più belle della tradizione napoletana, alcune delle quali sono citate all’interno dei romanzi stessi.

L’accompagnamento musicale di Giacinto Piracci, Zac Alderman e Marco Zurzolo (chitarra, fisarmonica, sax) contribuisce a creare una bellissima atmosfera che non può non rimanere impressa nel cuore dello spettatore.


Oltre alla cornice musicale propriamente detta, ve n’è un’altra narrativa, sempre e comunque a tema musica. Maurizio De Giovanni, insieme ad Annamaria Russo, che ha curato la scrittura scenica, immagina che a raccontare le storie siano due suonatori: il giovane apprendista ed il vecchio insegnante che il lettore ha conosciuto leggendo Serenata senza nome e Rondini d’inverno

Il suonatore più anziano imbraccia lo strumento, che al lettore sembra una chitarra ma poi si rivela essere il mandolino, uno degli oggetti chiave della tradizione partenopea, ed il ragazzo si chiede che cosa quell’uomo, ormai diventato leggenda, possa ancora suonare, dal momento che le sue mani sono tutte deformate dall’artrosi. Il vecchio insegnante, che ha intuito i pensieri del suo apprendista, gli fa notare che non si suona solo con le mani, ma anche e soprattutto con il cuore, e gli insegna alcune storie, che poi si trasformano in canzoni.



Le storie raccontate



La serie del commissario Ricciardi è fatta di personaggi che il lettore ha ormai imparato a conoscere ed amare: il protagonista, tanto giusto e determinato quanto malinconico; il brigadiere Maione, devoto alla famiglia ed agli amici; lo scanzonato e ribelle dottor Modo; la materna tata Rosa; la timida vicina di casa Enrica; l’affascinante cantante d’opera Livia; il misterioso Falco, poliziotto fascista… e tanti altri ancora.

I personaggi principali dei romanzi saranno sicuramente protagonisti della fiction che è in lavorazione e che credo uscirà nei primi mesi del 2020, ma non sono al centro delle storie raccontate in questo spettacolo teatrale.


Oltre a Ricciardi ed ai suoi, infatti, c’è una moltitudine di personaggi secondari che popola questi bellissimi romanzi: si tratta degli abitanti della Napoli anni ‘30, che, tra un capitolo e l’altro delle (dis)avventure di Ricciardi, si raccontano al lettore.

Maurizio De Giovanni ha scelto queste storie ed ha fatto sì che questi personaggi in secondo piano diventino protagonisti per una sera. 


Le pagine lette ad alta voce sono tratte principalmente dai romanzi relativamente più recenti di Ricciardi (In fondo al tuo cuore, Serenata senza nome, Rondini d’inverno, Il Purgatorio dell’angelo). Le scelte dell’autore mi sono piaciute molto; credo che anche i primi romanzi, quelli dedicati alle stagioni ed alle festività, ci avrebbero dato delle soddisfazioni, ma forse, chissà, saranno protagonisti di un prossimo spettacolo!



La felicità e la miseria dell’uomo



I personaggi secondari dei romanzi di Ricciardi contribuiscono a far comprendere al lettore quanto possa essere difficile, per il commissario, vivere nella Napoli degli anni ‘30, una città brulicante di passioni, di contrasti sociali, di difficoltà quotidiane, e non avere altra scelta che vedere e sentire tutto, compresa l’ultima frase di chi è appena andato incontro ad una morte violenta.


I protagonisti che Maurizio De Giovanni porta sul palcoscenico non potrebbero essere più diversi dal punto di vista sociale: un importante medico e professore, il malvivente che controlla un rione, un attore famoso, una portinaia, un maestro di musica in pensione, un ex pugile, una poverissima venditrice di fiori…

Tutti, però, sono accomunati da due importanti caratteristiche. 

La prima è la costante ricerca della felicità, che spesso corrisponde all’amore vero e che dona all’uomo attimi di pura beatitudine, prima di sparire, forse per sempre. 

La seconda è la miseria che invade i cuori degli uomini quando la felicità è stata crudelmente sottratta, oppure quando sembra troppo difficile da raggiungere. È quella sensazione di disperazione che spinge le persone a vendicarsi, a far involontariamente del male a chi amano, a litigare per poche monete, ad illudersi che chi non c’è più sia ancora con noi… ed a commettere quei delitti che il commissario, tormentato dal “Fatto” (la visione dei morti), non può non risolvere.


Quelle che vengono lette sul palcoscenico sono pagine che al lettore di Ricciardi sono note da tempo, e sono persino attese, perché sono una vera rarità, se non un unicum, nel panorama dei gialli italiani. Per ogni romanzo di questa serie c’è un tema da rispettare: una stagione dell’anno, una importante Festività, il cuore (sia nel senso di passione che di ex voto), la confessione (non solo religiosa), l’alba, le falene, persino la musica ed il palcoscenico. A dispetto di questa straordinaria varietà di tematiche, che la penna di De Giovanni esprime con incredibile emozione, l’essere umano resta sempre uguale, in bilico tra gioia e disperazione, e, nel caso di questi romanzi, costretto anche a vivere un momento storico particolarmente delicato.


Per Maurizio De Giovanni, dopo le tante presentazioni de Il pianto dell’alba, la lettura recitata non è più una novità: tuttavia, la bravura della cantante e dei musicisti e la straordinaria bellezza delle canzoni partenopee proposte trasformano la lettura in un vero e proprio spettacolo teatrale che pone al centro il potere evocativo della parola e della musica.




Lo spettacolo è stato in scena il 21 ottobre al Teatro Carcano di Milano, poi ha proseguito in direzione di Bologna e di altre città d’Italia. So che Maurizio De Giovanni è spesso in “tour”, tra questo spettacolo, presentazioni e letture accompagnate dalla musica, quindi vi consiglio, se siete interessati, di seguire i suoi social per avere qualche news in più.

Voi avete visto questo spettacolo? So che è già stato messo in scena a Napoli, a “casa” del commissario, ed in altre città d’Italia!
Che ne pensate dei romanzi? Vi sto convincendo ad iniziare la serie? :-)
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

4 commenti :

  1. Cara Silvia, a me non resta che augurarti una buona lettura!!!
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, grazie mille! Questi romanzi sono bellissimi, vale sempre la pena di rileggerli! :-)

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  2. Io ho scritto un post dedicato alla serie Tv del Commissario Ricciardi che andrà in onda nel 2020, ecco il link ➡ http://gattaracinefila.blogspot.com/2019/10/tre-investigatori-fuori-dal-comune-il.html
    Lo spettacolo non l'ho visto ma sembra molto interessante! :)

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    1. Ciao Vanessa! Vado a leggere il tuo articolo :-) Lo spettacolo a me è piaciuto molto!

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