lunedì 7 marzo 2022

THE FEMINIST BOOK TAG

 Consigli di lettura per l'8 marzo




Cari lettori,

domani sarà l’8 marzo, Festa della Donna (o, come è stata ribattezzata recentemente, Giornata Internazionale della Donna). L’anno scorso vi avevo recensito due romanzi, uno epistolare ed uno in forma di graphic novel, che consideravo ideali per questa importante ricorrenza (li trovate in questo post). Anche quest’anno, in realtà, avrei tra le recensioni arretrate qualche libro al femminile, ma per oggi ho pensato di spaziare un po’ di più e proporvi uno dei miei amati booktag.


L’idea è del blog Eroine Penzel – Lettrice e sognatrice, che trovate qui: ringrazio e saluto l’autrice!


Alcune delle risposte a questo booktag sono state quasi ovvie, altre, invece, mi hanno fatto riflettere di più. In ogni caso, spero di avervi dato buoni consigli, in linea con questa giornata speciale!



La tua autrice preferita


Oggi come nel 2015, quando ho letto la tetralogia L’amica geniale, l’autrice contemporanea più brava per me è Elena Ferrante. Mi rendo conto che questa risposta è un po’ impropria, in quanto il nome è uno pseudonimo e nessuno conosce davvero la sua vera identità, tuttavia io la considero donna per due motivi. Il primo è una questione formale: è giusto riferirsi con pronomi femminili a chi si presenta come donna. Il secondo è una sensazione personale, che però sento essere condivisa da tanti lettori: solo una donna potrebbe scrivere certi temi senza idealizzarli.


I quattro corposi volumi raccontano la storia di due amiche per la pelle (e spesso in qualche modo nemiche) nate nel ‘44 in un rione napoletano povero, arretrato e gestito dalla malvivenza. L’amica geniale, il primo volume, racconta infanzia ed adolescenza delle due protagoniste, negli anni ‘50; Storia del nuovo cognome è ambientato negli anni ‘60 ed accompagna le protagoniste dai 16 ai 25 anni; al centro di Storia di chi fugge e di chi resta ci sono i ‘70 e la giovinezza; gli anni ‘80 e la maturità sono infine il cuore di Storia della bambina perduta.


Elena “Lenù” Greco è la voce narrante, una ragazza diligente e sensibile ma anche insicura Ella riuscirà ad allontanarsi dalla violenza e dall’ignoranza del suo luogo di nascita, studiando fino alla laurea e mettendo su famiglia con persone altolocate, ma non tutto andrà come aveva sognato. L’altra protagonista, Raffaella “Lila” Cerullo, dall’intelligenza straordinaria ma dal carattere difficile, avrà un’esistenza fortemente drammatica, caratterizzata da alti e bassi senza fine.


Il terzo personaggio di questa tetralogia è l’Italia che cambia, dal Dopoguerra fatto di fame e stanchezza al boom economico, dagli anni di piombo alla rivoluzione digitale.


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La tua eroina preferita


Fin da quando ero piccola la mia eroina è Jo di Piccole donne, e credo anche oggi di poter continuare a definirla il mio personaggio femminile del cuore.


Ho sempre amato tutto di lei: la sua passione per la lettura e la scrittura, la sua schiettezza nel parlare, il suo spirito creativo, il suo desiderio d’indipendenza, il suo affetto per la famiglia. Tante volte mi sono ritrovata a pensare che anche oggi è una delle “persone di carta” con cui ho più aspetti in comune.


Col tempo mi sono resa conto anche di come ella abbia avuto coraggio e determinazione nel rifiutare Laurie e nell’attendere qualcuno che la capisse davvero, come il professore. Con buona pace degli shippers Jo/Laurie, io penso che lei sia rivoluzionaria anche in questo, perché ha avuto la forza di chiamare le cose con il loro nome e di non trasformare un’amicizia d’infanzia in qualcosa di forzato, soprattutto in un tempo in cui i matrimoni si facevano soprattutto per dovere e quieto vivere. Credetemi, la frase del film del ‘49 “E poi tu non sopporti che io scriva. Finiremmo per litigare…” mi fa male anche adesso.


In tempi recentissimi, i pensieri di Jo sono stati resi molto bene dalla mia cara Taylor Swift in una canzone intitolata Champagne problems (a questo link), della quale vi lascio un pezzetto di testo. Sì, lei ha inserito qualche riferimento alla contemporaneità come le auto ed i dormitori universitari, ma tra noi fan è un po’ il segreto di Pulcinella che la fonte d’ispirazione della canzone siano stati Jo e Laurie e il momento in cui lei lo rifiuta…


Il tuo tocco di Mida sull’auto Chevy,

il rossore di novembre e la tua cura di flanella,

Questo dormitorio un tempo era un manicomio”,

ed io scherzavo, “è stato fatto per me!”

Un evergreen, il nostro gruppo di amici,

non penso che diremo più quella parola,

e ben presto loro avranno il coraggio

di mettere le decorazioni natalizie

alle porte che un tempo abbiamo attraversato insieme

prima i soldi, poi lo spettacolo,

non sono mai stata pronta, quindi ti lascio andare

a volte non conosci proprio la risposta

finché qualcuno non è in ginocchio e te la chiede

Sarebbe stata una sposa così carina,

che peccato che abbia una testa matta” diranno tutti,

ma tu troverai qualcosa di vero, invece,

lei ricucirà l’arazzo che io ho strappato


E ti terrà la mano danzando, non ti lascerà mai lì

mortificato sul pianerottolo per i suoi sciocchi problemi

L’anello di tua madre in tasca, la sua foto nel tuo portafogli

e tu non ti ricorderai più dei miei sciocchi problemi…


Link al booktag su "Piccole donne"



Un libro con un messaggio femminista


Il morso della vipera di Alice Basso è il primo romanzo della nuova serie dell’autrice, dopo che quella della ghostwriter Vani Sarca (amatissima da me e tanti altri) si è conclusa con successo.


Siamo a Torino, in pieni anni ‘30 e regime fascista. Non è un periodo facile per le donne italiane: sono tenute ad avere un aspetto piacevole ma non appariscente, a truccarsi senza sembrare truccate, a non ridere troppo sguaiatamente in pubblico, a non fare ironia sui simboli del regime e molto altro ancora. La protagonista, Anita Bo, è una ragazza giovane e bella, a cui tutti hanno sempre detto che sarebbe bastato essere piacente per essere felice. Quando però ella si sente un po’ schiacciata dalle pretese del fidanzato Corrado, che vorrebbe trasformarla in una casalinga con sei figli, l’unica soluzione che le viene in mente è quella di lavorare.


Un annuncio di lavoro di una casa editrice che cerca una dattilografa sarà l’occasione per mettere in gioco la sua intelligenza e la sua sensibilità, doti delle quali né la sua amica del cuore né la sua ex professoressa, fervente femminista, avevano mai dubitato.


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Un romanzo con una ragazza sulla copertina


L’Arminuta di Donatella di Pietrantonio è il primo romanzo di una dilogia (almeno per ora, dal momento che qualche mese fa è uscito Borgo Sud) che è stata una vera e propria scoperta di quest’anno.


Protagonista è una ragazza – che nel secondo romanzo è ormai diventata donna – che da bambina è stata per anni con i suoi genitori adottivi, dei lontani parenti della sua vera famiglia, e che poi, a seguito di un problema familiare, è stata restituita ai suoi genitori biologici.


Per la protagonista, che ha solo tredici anni, è uno shock: ella, abituata al benessere di un contesto borghese e ad essere una figlia unica vezzeggiata, si ritrova in una povera fattoria della periferia abruzzese, con due genitori sorretti dalla forza della disperazione e dei fratelli che la ignorano.


La salveranno i rapporti con Vincenzo, l’unico dei fratelli con i quali nasce un legame, e con la sorella Adriana, che sarà un importante personaggio anche in Borgo Sud.


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Un romanzo con un gruppo di ragazze


A Milano, nel casello ferroviario ristrutturato di via Pesto, tra il Giambellino e l’Alzaia del Naviglio Grande, vivono tre personaggi femminili creati dalla penna di Rosa Teruzzi.


Le tre sono in realtà una famiglia. La protagonista, Libera, è un’ex libraia che ha dovuto dichiarare fallimento e, a quarantasei anni, si è reinventata come fioraia. La sua specialità sono i bouquet di nozze, richiestissimi dalle wedding planner della zona.


Iole, mamma di Libera e istruttrice di yoga, è una “ragazza hippy” di sessantotto anni.


Vittoria, figlia di Libera, è invece una giovanissima poliziotta dal carattere rigido, simile a quello del padre, prematuramente scomparso.



La serie delle cosiddette “miss Marple del Giambellino” unisce un intreccio giallo ad alcune vicende sentimentali, con lo sfondo di una Milano molto ben descritta ed amata dall’autrice.


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Un romanzo con un personaggio femminile LGBTQUIAP+


La ragazza delle perle di Lucinda Riley è il quarto dei romanzi della serie de Le sette sorelle. Protagoniste di questi libri sono le sei sorelle D’Aplièse, figlie adottive del ricco magnate Pa’ Salt, che, alla morte del loro unico genitore, lasciano, una per una, la loro villa in Svizzera, per seguire delle indicazioni fornite loro dal padre per lettera, scoprire un angolo di mondo e trovare le loro vere origini.


Qui la protagonista è Caeleno, detta CeCe, che di certo non è la sorella D’Aplièse nella quale mi rivedo di più, ma senz’altro è la più estrosa: artista con grande talento ma affetta da dislessia, ella prova, all’inizio del romanzo, a frequentare un’Accademia d’Arte a Londra, ma ben presto si rende conto che ha bisogno di uno stimolo differente e che quello non è il posto per lei. Sull’onda di una crisi, ella parte per la Thailandia e poi per l’Australia, intenzionata a trovare la sua strada.


CeCe è un personaggio bisessuale e, nel corso del romanzo, ci saranno due persone speciali che entreranno nella sua vita, anche se solo una sarà l’amore vero.


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Un romanzo con un diverso punto di vista femminile


I delitti della Salina di Francesco Abate è un giallo/thriller ambientato in Sardegna all’inizio del XX secolo. Anche se in terza persona, la storia è raccontata dal punto di vista di Clara, una ragazza cresciuta con il nonno nobile ma di origini in parte italiane ed in parte asiatiche.


Clara sogna di essere giornalista e riesce a lavorare per una testata locale, ma con grande fatica e finendo più volte nei guai per il suo coraggio nel raccontare la verità.


Un caso spinoso che sconvolge Cagliari – la morte di alcuni bambini poverissimi in circostanze sospette – si trasformerà per lei in una disavventura che la cambierà e le richiederà tutta la sua forza d’animo.


Clara è davvero un personaggio femminista del quale spero di leggere qualcosa di nuovo al più presto!


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Un libro in cui hai preferito la “spalla” femminile

al personaggio principale maschile


L’amante della Regina vergine di Philippa Gregory è uno dei tanti romanzi storici che la notissima scrittrice e professoressa universitaria ha dedicato alla dinastia dei Tudor, dominata da due personaggi che tutti conosciamo: il sanguinario Enrico VIII, marito di sette mogli, ed Elisabetta I, la cosiddetta “Regina Vergine”.


È proprio quest’ultima uno dei due personaggi cardine del romanzo, in età giovanile, insieme a Sir Robert Dudley, un nobile ambizioso che, diventando il suo amante, intraprende una rapida ascesa sociale. Sarebbe lui il protagonista della storia, ma non mi è piaciuto affatto: l’ho trovato opportunista, calcolatore, falso e senza riguardi nei confronti della moglie, la povera nobilotta di campagna Amy Robsart, da lui ben presto ritenuta indegna.


Preferisco decisamente le pagine che hanno per protagonista Elisabetta I : certo, anche lei è tutto tranne che uno stinco di santo, ma è pur sempre una figura storica affascinante, una sorta di unicum nella storia della monarchia britannica, anche solo per il fatto di essere una donna che ha detenuto per tutta la vita il potere assoluto.


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Un libro scritto da un uomo con una protagonista femminile


Tra i personaggi femminili nati dalla penna di un uomo che mi sono piaciuti di più ultimamente c’è di sicuro Sara, l’agente dei Servizi in pensione creato da Maurizio De Giovanni. È una donna ormai di mezza età, dall’aspetto dimesso, che punta a risultare invisibile, ma sente e vede tutto, e legge persino il labiale. Dopo tutta una vita dedicata al lavoro e la morte del suo capo e compagno Massimiliano, avvenuta a causa di un tumore, ella ha deciso di ritirarsi. L’incontro con Davide Pardo, un poliziotto che si sente insoddisfatto e non apprezzato, e con Viola, la vedova del figlio che ella aveva avuto dal primo marito, cambierà la sua vita e la farà tornare operativa, anche se in veste non proprio ufficiale. Gli ultimi due romanzi della serie, Una lettera per Sara e Gli occhi di Sara, mi sono particolarmente piaciuti.


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Ecco i miei consigli di lettura per la Festa della Donna!

Che ne pensate? Conoscete questi romanzi?

Vi sono piaciuti? Avete qualche altro consiglio a tema libri per questa ricorrenza?

Aspetto i vostri pareri, come sempre!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


2 commenti :

  1. Ciao Silvia, ho letto e, come te, apprezzato la maggior parte dei romanzi che hai citato: tra quelli che non ho ancora letto c'è "L'arminuta", ma prima o poi arriverà anche il suo momento ;-)

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    1. Ciao Fra! Credo proprio che "L'Arminuta" ti potrebbe piacere :-)

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