giovedì 17 marzo 2022

L'ANGOLO VINTAGE 2.0 - MARZO 2022



Cari lettori,

bentornati all’appuntamento di marzo con “L’angolo vintage”!

Sono ormai circa tre anni che partecipo a questa rubrica, ma davvero non finirò mai di ringraziare le colleghe blogger che mi hanno invitato e che hanno avuto l’utilissima idea di dedicare uno spazio mensile alle letture che abbiamo lasciato troppo a lungo a prendere polvere, oppure (come spesso faccio io) ai libri di autori di cui vi ho già parlato tante volte, ma che mi mancavano.


Se in febbraio, mese dell’amore, ci siamo dedicati al romance made in Italy (e trovate le mie scelte in questo post), oggi, pur restando in Italia, torniamo al giallo, genere che sapete essere piuttosto presente su questi schermi.


Il primo dei due romanzi è l’esordio di Ilaria Tuti, Fiori sopra l’Inferno; di quest’autrice avevo già letto Luce della notte, di cui vi avevo parlato qui. Il secondo, Tre passi per un delitto, è un romanzo scritto a sei mani: Giancarlo De Cataldo e Maurizio De Giovanni sono autori che, se seguite il mio blog, conoscerete sicuramente almeno un po’, mentre Cristina Cassar Scalia è stata una sorpresa anche per me.


Senza ulteriori chiacchiere, vi lascio alle recensioni!



Fiori sopra l’Inferno, di Ilaria Tuti


Siamo nel Nord Est dell’Italia, in una zona di montagna dove, soprattutto in inverno, neve ed acqua gelida sono i padroni della natura. Lo scenario è al tempo stesso splendido ed inquietante, specie quando i toni tra il bianco ed il nero che dominano il paesaggio si tingono di rosso.


Un uomo, un padre di famiglia senza particolari precedenti, viene trovato morto in un orrido crepaccio. I dettagli del delitto sono raccapriccianti: l’uomo è stato ferito a morte, privato degli occhi e lasciato morire lentamente.


Il commissario Teresa Battaglia giunge sul luogo del delitto insieme al nuovo arrivato, l’ispettore Marini, della quale ella non sa ancora se fidarsi. Lo spirito pratico del giovane poliziotto, però, completa bene il profilo professionale del commissario, che si occupa principalmente di profiling e lavoro di analisi. La mente è sempre stata la più grande risorsa di Teresa Battaglia, ma da qualche tempo ella sta iniziando a sospettare di soffrire di Alzheimer precoce, o comunque di una qualche forma di demenza senile anticipata. I sintomi, purtroppo, sono inequivocabili, ma Teresa non è ancora pronta a condividere questo suo segreto e, oltre alle indagini che deve affrontare per lavoro, ne sta conducendo una di nascosto su se stessa.


Il caso dell’uomo senza occhi la inquieta, perché tutti gli indizi, in primis la ritualità, lasciano supporre che si tratti di un serial killer. In effetti non passano che pochi giorni ed egli torna a colpire: qualcuno perde la vita, altri vengono aggrediti e feriti seriamente, altri ancora spaventati a morte con animali morti e sangue vicino alla loro casa.


Tutti i bersagli dell’aggressore, però, sembrano avere a che fare con le famiglie degli appartenenti ad una classe della scuola elementare del paese. L’ipotesi che il serial killer abbia a cuore, anche se in modo perverso, il benessere dei bambini prende sempre più piede nel momento in cui il commissario e la sua squadra si trovano a sfogliare le carte dell’archivio di un vecchio orfanatrofio.



Di Ilaria Tuti, come già detto, ho letto Luce della notte, un romanzo più breve, nato soprattutto dall’esigenza dell’autrice di elaborare un lutto doloroso. Il libro mi era piaciuto, ma devo dire che Fiori sopra l’Inferno è più articolato, complesso e ad alta tensione. La sensazione che il misterioso serial killer sia di natura sovrumana è quasi tangibile, ma, come sempre, la creatura più spaventosa si rivela essere sempre l’uomo, che crea da solo i propri mostri.


Più che un giallo, il romanzo è un vero e proprio thriller, che parte un pochino più lentamente, come spesso accade nei libri del genere, ma che spinge il lettore a leggere sempre più velocemente man mano che si dipana la storia.


Al momento non ho letto altro di Ilaria Tuti, ma ho visto che ha scritto almeno altri due romanzi e di sicuro sono in wishlist. Questo è un romanzo che consiglio di cuore, e non solo agli amanti del genere!



Tre passi per un delitto, 

di Cristina Cassar Scalia, Giancarlo De Cataldo e Maurizio De Giovanni


L’ambiente della Roma bene viene improvvisamente sconvolto da un delitto. Giada, una ragazza di ventotto anni che, dopo la Laurea in Storia dell’Arte, lavorava come gallerista, viene trovata morta nel suo ricco appartamento, pieno di opere che una semplice dipendente laureata da poco non si sarebbe potuta permettere.


Davide Brandi, il commissario responsabile delle indagini, un uomo dal carattere ombroso ma molto determinato, scopre quasi subito che la ragazza faceva uso di cocaina e che aveva intrecciato relazioni con diversi uomini, tra i quali un artista che le aveva fatto dono di quadri che sembravano ritrarla, in modo quasi beffardo.


Il principale indiziato è Marco Valerio Guerra, amante di lungo corso della vittima (nonostante i ripetuti tradimenti): un uomo di settant’anni, un imprenditore ricchissimo ed ambizioso, temuto ed odiato da molte persone.


L’uomo è mal tollerato anche dalla moglie, Anna Carla Santucci, figlia di un borghese che si è arricchito con il commercio di sanitari, e dal figlio Lorenzo, un quarantenne che vive di viaggi, fotografie e cause ambientali. Marco Valerio finisce per autoaccusarsi del delitto, ma gli inquirenti sono tutt’altro che convinti. Dove sta la verità?



Tre passi per un delitto non è uno dei gialli più sorprendenti che ho letto: qualche cliché c’è, anche se senza esagerare, e l’intreccio è abbastanza semplice. Ciò che mi è davvero piaciuto di questo romanzo è la commistione di tre stili diversi, che danno vita a tre personaggi quasi tridimensionali.


Neanche a dirlo, le mie sezioni preferite sono quelle scritte da Maurizio De Giovanni: egli dà voce a Marco Valerio Guerra, l’uomo che fin da subito viene ritenuto da tutti il cattivo della storia. Egli si racconta agli inquirenti, partendo dagli inizi, e quello che emerge è il ritratto di un ragazzino affamato che, a poco a poco, è diventato uno squalo. Ai lettori fan di Maurizio De Giovanni sembrerà di ritrovare le confessioni che i colpevoli fanno al commissario Ricciardi, oppure i racconti che qualche disperato condivide con i Bastardi di Pizzofalcone.


Cristina Cassar Scalia è stata una scoperta interessante: la sua scrittura scorrevole ed appassionante dà vita ad Anna Carla Santucci, una donna matura e colta, che passa il suo tempo tra eventi mondani e weekend alla Spa con amiche ricche, ma sia a casa che nell’impresa di famiglia è molto più influente di quello che potrebbe sembrare.


L’unico che mi ha un po’ deluso, stavolta, è stato il punto di vista di Giancarlo De Cataldo. Innanzitutto, il commissario Davide Brandi non ha particolari guizzi di originalità: è il solito personaggio burbero, che, per non farsi mancare niente, ha anche la classica relazione segreta con una collega, che ovviamente non è nemmeno esclusiva. Lo stile, poi, è molto asciutto, quasi un ritorno alle origini ed ai suoi primi romanzi, quando era ancora più vicino al mondo dei tribunali che a quello della narrativa. L’ho trovato molto lontano dal De Cataldo che ha creato l’instabile poliziotta Alba Doria e il pm melomane Manrico Spinori.


Comunque, nel complesso, questo esperimento narrativo mi è piaciuto!




Ecco le mie scelte per “L’angolo vintage” di questo mese!

Che ne pensate? Avete letto questi romanzi? Vi sono piaciuti?

Conoscete questi autori?

Come sempre, vi ricordo di dare un’occhiata anche ai post delle blogger che partecipano alla rubrica questo mese!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


8 commenti :

  1. La Battaglia è nel mio cuore e ti consiglio di proseguire perché secondo me migliora anche!
    Il secondo non l’ancora letto ma ce l’ho lì a guardarmi e forse non è ancora il momento da quel che dici, anche se di solito De Cataldo e De Giovanni li adoro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Emanuela! Ho preso in biblioteca, proprio in questi giorni, "Ninfa dormiente"... vedremo com'è! A me nel complesso Tre passi per un delitto è piaciuto, solo lo stile di De Cataldo stavolta è stato un po' deludente per me!

      Elimina
  2. Il libro della tuti ce l ho ma ancora non lo leggo; sono curiosa perché ne sento parlare bene.
    Di De Cataldo e De Giovanni ho letto qualcosina in passato e mi erano piaciuti.
    Interessanti entrambe le pubblicazioni 😉
    Ciao Silvia!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Angela! Spero che Ilaria Tuti ti piacerà, se riuscirai a leggere qualcosa di suo :-) Gli altri per me sono più una certezza, questo libro è un esperimento, ma nel complesso è riuscito!

      Elimina
  3. Fiori sopra l'inferno per me è bellissimo, ho amato anche il secondo della serie però poi non ho continuato. Il secondo romanzo di cui parli non lo conosco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Manuela! Io tra non molto leggerò anche "Ninfa dormiente", poi ti dirò com'è!

      Elimina
  4. Conosco il primo romanzo anche se non l'ho letto, il genere non è tra i miei preferiti, mentre del secondo libro conosco la scrittura della Scalia e mi piace tantissimo.

    RispondiElimina
  5. La Tuti mi piace un sacco! Gli altri tre non li ho ancora letti

    RispondiElimina