lunedì 29 novembre 2021

I PREFERITI DI NOVEMBRE 2021

 I preferiti di novembre 2021




Cari lettori,

anche novembre è giunto al termine!

Come ottobre, è stato un mese abbastanza intenso dal punto di vista lavorativo, ma fortunatamente molto ricco anche da quello personale. Per me è stato il mese – finalmente! - del ritorno alle mostre d’arte, delle quali vi ho parlato in questo post, al teatro, che vi ho recensito qui, ed al cinema, del quale vi racconterò oggi.

L’autunno è agli sgoccioli e già una nuova stagione ci sta chiamando… ma nel frattempo vediamo insieme tutto quello che mi è piaciuto questo mese, dai libri ai film, dalla musica alla poesia!



Il libro e film del mese


Forse qualcuno di voi ricorderà che il libro che avevo scelto per i preferiti di agosto di quest’anno era Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio. La storia della protagonista senza nome, professoressa universitaria trasferitasi in Francia ma richiamata in Italia per un’urgenza, e della sorella Adriana, una ragazza madre cresciuta tra il popolo che viveva di espedienti, mi aveva toccato profondamente, così come lo stile dell’autrice mi aveva trascinato.


Già quest’estate sapevo che si trattava della seconda parte di una dilogia, quindi mi ero ripromessa di leggere il primo volume, L’Arminuta, entro l’autunno. Dal punto di vista di chi, come me, si è ritrovata a conoscere prima Borgo Sud, è come scoprire una sorta di “prequel”, un antefatto che spiega i motivi per cui sia la narratrice della storia che Adriana sono arrivate a compiere determinate scelte da adulte.


All’inizio de L’Arminuta, infatti, la protagonista ha quattordici anni, e sta per vivere qualcosa che ad una bambina, o ad una ragazza, non dovrebbe mai succedere: i suoi genitori adottivi, cugini alla lontana del suo vero padre, hanno deciso di fare a meno di lei e, non avendo altre soluzioni, l’hanno “restituita” alla sua famiglia biologica.


La storia è ambientata in Abruzzo nel 1975. La fanciulla ha passato i suoi primi quattordici anni di vita in una famiglia mediamente agiata e benestante - padre ufficiale dei carabinieri, madre casalinga – e non le è mancato nulla: splendidi vestiti, ottima scuola, estati allo stabilimento balneare, divertimenti ed affetto.


All’improvviso, un brutto male capitato alla madre adottiva sconvolge questo delicato equilibrio, e la protagonista viene lasciata con malagrazia in una cascina abitata da due genitori che la accolgono con indifferenza, quattro fratelli di cui uno piccolo e con un ritardo mentale ed una sorella minore, Adriana, che sembra l’unica veramente felice del suo ritorno. L’impatto è terribile per lei: la sua nuova famiglia vive in miseria e sporcizia, i suoi “nuovi” genitori sono costantemente disperati ed arrabbiati, più e più volte ella assiste impotente ad episodi di violenza domestica.


Le sue ancore di salvezza sono Adriana e Vincenzo, l’unico dei fratelli che non le è ostile. Il rapporto con lui assume ben presto tinte ambigue, perché essi sono cresciuti separati e non riescono a vedersi come fratello e sorella, ma, prima che la protagonista possa interrogarsi su questo, una tragedia renderà ancora più difficile la vita familiare.


Nonostante le mille difficoltà quotidiane, ciò che impedisce alla protagonista di arrendersi alla disperazione come il resto della sua famiglia è il fatto che la sua madre adottiva, Adalgisa, che lei non può fare a meno di continuare a considerare la sua vera mamma, continua in qualche modo a vegliare su di lei da lontano, lodando i suoi ottimi voti nella nuova scuola, fornendo aiuti economici e prendendo accordi con i suoi genitori naturali per iscriverla in un buon liceo in città. Questa protezione di Adalgisa crea nella ragazza dei sentimenti contrastanti: sì, ella si sente meno sola, ma la sensazione prevalente è comunque la rabbia causata dall’abbandono, oltre alla preoccupazione per il suo “brutto male” e l’impressione, sempre più vivida, che la donna le stia mentendo e che ci sia dell’altro.



Ho letto questo romanzo a cavallo tra gli ultimi giorni di ottobre ed i primi di novembre e, in modo un po’ inaspettato, già sabato 6 mi sono ritrovata per la prima volta al cinema dopo qualcosa come un anno e nove mesi, per vedere proprio L’Arminuta. Sapevo che un film dedicato al libro fosse in uscita, ma pensavo che la data di arrivo nei cinema fosse più in là… si vede che è tanto che non andavo, eh? Mi sono resa conto di essere, mio malgrado, un po’ arrugginita, e di dover riprendere a consultare con più frequenza le programmazioni di cinema/cineforum. Le buone abitudini vanno consolidate!


Devo dire, però, che è una delle pochissime volte che mi capita di vedere un film subito dopo il libro a cui è ispirato, e che ne sono rimasta davvero soddisfatta.


Promuovo appieno questa trasposizione, che definirei quasi “neorealista”. I dialoghi sono tutti tratti dal libro in modo accurato, con tanto di inflessioni e di modi di dire. Il copione è stato steso con una cura quasi filologica, ricreando in modo efficace parole, sensazioni ed immagini. Mi sono piaciuti tutti gli interpreti, ma probabilmente quella che mi ha colpito di più è stata Vanessa Scalera (nota per essere protagonista della fiction “Imma Tataranni – sostituto procuratore”) nella parte della madre naturale: scarmigliata, struccata, sempre in vestaglia ed affaccendata, con uno sguardo costantemente malinconico e preoccupato, abituata a considerare i suoi tanti figli come un’ulteriore disgrazia nella sua già travagliata vita ma anche capace di uscire dal suo stato di prostrazione con pochi gesti che valgono più di mille parole.


Tanti temi sono quelli già trovati in Borgo Sud: il contrasto tra una città benestante ed acculturata ed una periferia povera e senza speranza, il fortissimo legame che si instaura tra le due sorelle, l’omertà riguardo a piccoli e grandi segreti. Se però Borgo Sud era la narrazione più riflessiva di due donne giovani ma comunque adulte che possono già fare qualche primo bilancio, L’Arminuta contiene uno slancio urgente e disperato: il tormento di una ragazza divisa tra due famiglie, il cui istinto però continua ad essere quello di tutti gli adolescenti di affrancarsi e trovare la propria strada. In entrambi i romanzi, il sostegno ed il conforto verranno da Adriana, una bambina e poi una donna piena di incertezze, ma capace di accettare il prossimo con grande umanità.



La musica del mese


Novembre è il mese del ricordo di chi non c’è più, ed infatti il 2 ho pubblicato un post con alcune poesie dedicate a questo tema (potete trovarlo qui).


Oggi resto sul tema del ricordo e vi consiglio alcune musiche che mi piacciono molto. Per quanto riguarda il mondo delle melodie classiche, davvero parlarvi di requiem o simili mi sembrava troppo triste, quindi vi lascio questo link con uno dei motivi più famosi de Il lago dei cigni. Comunque “la morte del cigno” è molto conosciuta, giusto?



Tra i tanti balletti che ho portato in scena con la scuola di danza, ce n’è uno che sicuramente rientra tra i nostri “cavalli di battaglia” (eseguito per la prima volta nel 2016 e riproposto nel 2018 per i 40 anni della nostra scuola) e per il quale abbiamo scelto una canzone che in qualche modo mi ricorda il tema del lutto e della perdita. Si tratta di Say Something di A Big Great World e Christina Aguilera. Il testo in effetti è semplice ma profondo: potrebbe parlare dell’interruzione di una relazione così come di una vera e propria perdita. In ogni caso mi emoziono ancora quando mi capita di sentirla in radio per caso e, se me lo chiedessero, la riporterei sul palco per la terza volta con grande gioia (e commozione, perché io e le mie compagne abbiamo pure pianto un pochetto su queste note!). Trovate la canzone qui.


E soffocherò il mio orgoglio

tu sei la persona che amo,

e sto dicendo addio


Di’ qualcosa, sto rinunciando a te

e mi dispiace non averti potuto raggiungere

e ti avrei seguito ovunque

di’ qualcosa, sto rinunciando a te



Per concludere questo angolo musicale odierno ho pensato di proporvi una bellissima canzone di Ed Sheeran (al quale avevo dedicato questo post), tratta dal suo ultimo album Equals, uscito il 29 ottobre. Si tratta di Visiting Hours, un brano dedicato ad un suo amico e collaboratore recentemente scomparso, che trovate qui. La terza strofa straccia il cuore…


Vorrei che il Paradiso avesse un orario per le visite

e chiederei loro se posso riportarti a casa

ma so che cosa direbbero, che è meglio così

quindi vivrò nel modo che mi hai insegnato

e ce la farò da solo


Chiuderò la porta, ma aprirò il mio cuore

e tutti quelli che amo sapranno esattamente chi sei

perché questo non è un addio,

è solo un periodo finché non ci incontreremo di nuovo,

sono cambiate così tante cose da quando te ne sei andato



La poesia del mese


Per il mese di novembre ho scelto una poesia di Corrado Alvaro, scrittore e giornalista tra i più importanti del Novecento, autore della raccolta di racconti Gente in Aspromonte, della quale vi avevo parlato in questo post. In versi liberi e con tono colloquiale, egli ci racconta questo mese nella sua Passaggio di Novembre:


Sono scomparsi i bei colori verdi e rosei della

terra. Le montagne, i campi, i piani sembrano

lontani e velati. Solo i torrenti si riempiono di

suoni e il loro grido giunge alle case del paese.

Il sole ha uno splendore freddo e il cielo sembra

allontanarsi e diventare altissimo. Tutte le mattine

la terra si desta come da un sonno faticoso.

I movimenti degli uomini sembrano incerti, come

quelli di chi pensa al suo avvenire.

Da questo mese comincia il lavoro, per il futuro

pane. C’è nell’aria una speranza solenne.

Novembre è il mese in cui ricordiamo i nostri

morti. La terra trasforma, tutti gli anni, nuove

sementi in nuovi frutti. Il pane risorge tutti gli

anni. Giacciono i morti. Ma il nostro cuore deve

essere grato come la terra e deve far rivivere e

moltiplicare il lavoro e gli affetti di quelli che fra

noi non torneranno più.



Le foto del mese



Il mese è iniziato con un bellissimo regalo di compleanno della mia amica Mara, che ho potuto sfruttare durante il ponte di Halloween: un biglietto per andare a vedere insieme Monet a Palazzo Reale!

Come già detto in altre occasioni, tornare a fare tutto quello che mi piace dopo tanti mesi è stato quasi un ritorno a casa per me, e scommetto che è stato così anche per molti di voi. Inoltre, non potevamo fare scelta migliore come nostra prima mostra dopo un periodo così lungo. Ne parlo meglio in questo post. Nella foto mi trovo nel bel mezzo di una riproduzione virtuale del giardino di Giverny.



Il parco di Cernusco e il Naviglio, in novembre, mettono in scena la fine del loro spettacolo autunnale. Ormai le foglie stanno tutte cadendo ed il freddo incombe, ma è sempre piacevole fare quattro passi ed osservare la natura!





Un pomeriggio di inizio novembre ho sperimentato, un po’ seguendo Giallo Zafferano e un po’ a casaccio, questa super torta morbida d’uva profumata al vino. In famiglia è piaciuta tantissimo, quindi vi ripropongo la ricetta qui!


Ingredienti:


- Un grappolo abbastanza grosso di uva bianca

- 3 uova

- 200 gr di farina

- 80 gr di zucchero

- 50 gr di burro

- una ricottina da 100 gr

- una bustina di lievito

- vino a piacere (io avevo solo il Barbera ma mi sa che con un vino da dolce la torta viene ancora più buona!)


Preparazione:


Lavare l’uva, tagliare i chicchi a metà, togliere gli acini più grossi (non impazzite con quelli minuscoli!) e lasciarla “riposare” in una ciotola con vino a piacere.

Prendere una ciotola grande e mescolare i tre tuorli con lo zucchero. Aggiungere gli albumi montati a neve, il burro sciolto a bagnomaria e la ricottina (sostituibile con yogurt o latte). Mescolare bene ed aggiungere farina e lievito.

Quando l’impasto sembra omogeneo, aggiungere il mix di uva e vino e versare tutto in uno stampo rotondo già imburrato ed infarinato.

Io ho cotto a 180° per circa 40 minuti, ma potrebbe volerci di meno se il vostro forno è nuovo e un pochino di più se è proprio vecchiotto.



Siccome mi sembra giusto bilanciare il dolce con il salato, vi propongo anche questa torta salata autunnale con gorgonzola, zucca e salsiccia che io trovo super gustosa.


Ingredienti:


- 500 gr di zucca (meglio la varietà violina). Io ammetto di aver preso quella a pezzi già pulita e pronta, ma magari voi siete più virtuosi di me…

- 120 gr di gorgonzola

- un uovo

- un pezzetto da 10-15 cm di salsiccia (io adoro quella al finocchietto ma la classica va benone)

- un rotolo di pasta sfoglia rotonda


Preparazione:


Far bollire la zucca e passarla nel mixer fino a ridurla ad una sorta di crema omogenea. Versare il contenuto in una ciotola.


Aggiungere il gorgonzola senza crosta e tagliato a pezzetti, l’uovo intero e la salsiccia a pezzettini (se l’avevate congelata, fatela prima bollire in un pentolino e poi eliminate la pelle e tagliatela).


Srotolare la pasta sfoglia in un impasto rotondo e bucherellarla con una forchetta. Versare il ripieno sopra la sfoglia e chiudere i bordi.


Cuocere in forno a 180° per circa 40 minuti. Se vi sembra che l’impasto al centro resti un po’ liquido ma vedete che la sfoglia sta iniziando ad essere troppo cotta, spegnete comunque. N.B.: il giorno dopo gli ingredienti del ripieno si amalgamano ancora meglio.


Variante: se vi piace la zucca ma non vi convincono gli altri ingredienti, io ne preparo talvolta una versione più “delicata” sostituendo il gorgonzola con la ricotta e la salsiccia con 70/80 gr di pancetta o guanciale.




Ecco il mio novembre in breve!

Mi sono resa conto di aver inserito un po’ di cose serie ed impegnative in questo post, ma spero che le abbiate apprezzate. E poi, tanto Novembre può essere un periodo serio dell’anno… tanto Dicembre sarà allegro e festaiolo, o almeno spero!


Per il prossimo mese ho in programma un paio di post delle rubriche ordinarie per la prima settimana… e poi, dal giorno dell’Immacolata, il blog indosserà il suo vestitino natalizio, com’è ormai una mia piccola tradizione, e mi dedicherò a proporvi i post dell’usuale “Christmas Countdown”! Spero che mi farete compagnia anche quest’anno :-)

Nel frattempo grazie per la lettura, ci rileggiamo in dicembre :-)

6 commenti :

  1. Leggere il tuo post mi ha messo fame, complice l'ora 😀
    Il connubio gorgonzola e zucca lo amo 😍
    Voglio recuperare il film L'Arminuta, il libro mi era piaciuto molto!!

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    1. Ciao Angela! Anche io amo zucca e gorgonzola :-) Spero che ti sarai sfamata, allora!
      Se il libro ti è piaciuto, penso che il film non ti deluderà!

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  2. Stavolta il film non ho visto, quindi saluti e a presto ;)

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    1. Ciao Pietro! Grazie comunque di essere passato a salutarmi. Buon Dicembre :-)

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  3. Un novembre all'insegna del bello e del buono. Buon dicembre Silvia. A proposito "quella" foto è molto bella e artistica.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa, buon Dicembre anche a te! Grazie, sono contenta che la mia immersione virtuale a Giverny ti piaccia :-)

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