mercoledì 17 novembre 2021

L'ANGOLO VINTAGE 2.0 - NOVEMBRE 2021

 


Cari lettori,

bentornati all’appuntamento del 17 del mese con “L’angolo vintage”!

Come il mese scorso, ho deciso di puntare sul giallo, ma, invece che raccontarvi i miei recuperi dei romanzi dei miei autori preferiti, ho pensato di presentarvi un’iniziativa di cui ho approfittato quest’estate.

Facendo la spesa alla Conad, ho notato una bella proposta per lettori: ogni volta che sono andata lì ed ho raggiunto un determinato importo, mi sono portata a casa un romanzo giallo. Erano storie “a scatola chiusa”, perché le copertine erano nascoste e contrassegnate da un numero da 1 a 6.


Oggi vi racconto uno di questi “brividi”, Il club dei delitti del giovedì, insieme ad un altro romanzo, I delitti di via Margutta, che mi è stato prestato proprio durante il periodo estivo. Il giallo sotto l’ombrellone è un classico, ma devo dire che questi libri non mi hanno per niente delusa!


Vi lascio alle recensioni :-)



I delitti di via Margutta, di Giancarlo Capaldo


I protagonisti di questo giallo sono due esponenti della “cosiddetta” nobiltà romana, dal momento che i titoli nobiliari non sono più validi in Italia, ma coloro che un tempo erano conti, duchi e marchesi continuano a frequentarsi tra loro in circoli esclusivi della Roma bene.


Il principe Gian Maria Ildebrando Del Monte di Tarquinia ha avuto una giovinezza difficile tra alcool e droghe, ed è stato costretto a fermarsi ed a chiedere aiuto quando un terribile incidente ha causato della morte della ragazza che era in macchina con lui. In clinica ha conosciuto Gloria Palazzoli, una giovane donna che frequentava il luogo per assistere lo zio depresso, una persona che però costituiva tutta la sua famiglia. Il suicidio dell’uomo ha avvicinato i due e in breve tempo quella che sembrava una storia senza impegno per alleggerire un periodo difficile si è trasformata in qualcosa di molto serio.


All’inizio del romanzo i due sono sposati da anni, con buona pace dell’anziana e conservatrice madre di Gian Maria, ed assistiti fedelmente dal maggiordomo Oliver, di origine inglese ma ormai da anni abituato alla vita romana.


La coppia è invitata ad un vernissage di arte contemporanea a casa di un eccentrico pittore che è amico di entrambi, ma proprio nel corso del buffet di benvenuto accade qualcosa di terribile: la loro amica Ludovica Vittoria detta “Luvi”, giovane vedova di un anziano nobile, viene trovata morta e riversa nel sangue in uno dei suoi corridoi.


Gian Maria e Gloria sono tutto tranne che degli investigatori, ma dopo la morte di Luvi sono sconvolti al punto da non riuscire più a dormire, hanno molti soldi a disposizione per pagare qualunque genere di informatore e, vivendo di rendita, non hanno poi troppe occupazioni durante il giorno al di là del golf e della vita mondana.


Muovendosi con cautela, essi scoprono aspetti della vita di Luvi che non avrebbero mai immaginato: il suo coinvolgimento in investimenti finanziari sospetti, la sua amicizia con persone di cui entrambi non avevano mai sentito parlare (alcune delle quali sono morte in circostanze mai chiarite), una sua relazione clandestina del passato…


La Roma dei ricchi e potenti si presenta loro quanto mai corrotta e piena di segreti, ma Gian Maria e Gloria, nonostante la loro dose di errori del passato e scheletri nell’armadio, credono ancora molto nella giustizia e nella ricerca della verità e, coadiuvati dallo scaltro e discreto Oliver, riporteranno alla luce una vicenda che lega passato e presente di Luvi e non solo.



Ho letto I delitti di via Margutta quando ero ancora sotto l’ombrellone (momento nostalgia…) e devo dire che è una lettura che si presta a questa circostanza, ma non per questo è leggera o superficiale. Si tratta del romanzo d’esordio di un magistrato che per decenni si è occupato di inchieste italiane in primissimo piano. Da un autore di questo tipo ci si potrebbe aspettare un thriller di tipo legale; invece questa storia pone al centro la capitale e le moltissime tipologie di corruzione alla quale essa è soggetta.


Leggendo questo romanzo troverete insospettabili contesse che investono in commerci più che pericolosi, indolenti marchesi che considerano giocare al golf club una professione, parenti di defunti che talvolta con orgoglio e talvolta con aggressività difendono i segreti di chi non c’è più, personaggi gioviali che hanno una doppia vita da ricattatori e rancori decennali che si trasformano in sete di vendetta.


Nella quarta di copertina si dice giustamente che “non esistono buoni o cattivi”, ma chiacchierando con i miei a proposito di questa lettura abbiamo concluso che, in questo carrozzone di falsità assortite e delitti nascosti sotto il tappeto, Gian Maria e Gloria fanno parte in qualche modo dei “buoni”, per quanto non siano perfetti. Il loro “braccio” Oliver è impeccabile sia dal punto di vista familiare che per quanto riguarda le indagini.


Consiglio questo romanzo per una circostanza di svago (lo so, l’ombrellone non è più disponibile per ora…) soprattutto perché la storia tiene avvinto il lettore e lo stile è piuttosto scorrevole. Le tematiche trattate, però, tra amore e amicizia, vita privata e pubblica, questioni sociali e implicazioni politiche, sono davvero tante e fanno rientrare di diritto questo libro anche tra le letture di riflessione.



Il club dei delitti del giovedì, di Richard Osman


Nel Kent, in Gran Bretagna, c’è un posto molto particolare: un villaggio immerso nella campagna, a misura di pensionato. Al centro del paese c’è la vera e propria “casa di riposo” per chi non è più autosufficiente ed ha gravi problemi di salute; tutt’intorno ci sono piccole villette abitate da chi semplicemente non vuole trascorrere la vecchiaia in solitudine. Poi ci sono una cappella, un teatro, degli spazi ricreativi per attività comuni, vari ristoranti e bar.


Tra i tanti anziani che vivono in questo inusuale centro abitato, ci sono quattro amici inseparabili: Elizabeth, la leader del gruppetto, una donna che ha avuto una vita avventurosa ed ora cerca di stare il meno possibile a casa perché la convivenza con il marito affetto da demenza senile la logora; Ibrahim, un uomo distinto ed elegante che ha passato la vita in mezzo alle carte ma ha sempre avuto un debole per le avventure ed i misteri; Ron, un ex sindacalista che un tempo era stato famoso per le sue lotte per i diritti dei lavoratori ed è ancora animato da sete di giustizia; Joyce, un’ex infermiera vedova, amante dei viaggi e della cucina, che è la voce narrante della storia ed è subentrata come quarto componente del gruppo dopo che Penny, la più vecchia amica di Elizabeth, una poliziotta in pensione, è stata ricoverata nella casa di riposo del villaggio.


I quattro amici si trovano ogni giovedì per praticare un inusuale hobby: rispolverare vecchi casi di cronaca mai risolti e fare i detective dilettanti, indagando a modo loro e provando almeno ad immaginare una soluzione.


Quello che questo insolito “club del giallo” non sa, però, è che proprio il loro magnifico villaggio per pensionati e le campagne circostanti sono oggetto di loschi affari che susciterebbero la curiosità di qualsiasi giallista. Quando però un personaggio ambiguo, che possedeva alcune quote della proprietà insieme al vero e proprio titolare della casa di riposo, viene ucciso a casa sua, sorpreso alle spalle dal suo assassino perché non ha chiuso la porta, tutti e quattro sono scioccati… per i primi dieci minuti. Poi essi si rendono conto che è giunto il loro momento: quale migliore occasione di un delitto “a km zero” per dimostrare la loro validità come squadra investigativa?


Inoltre, pochi giorni dopo, viene ucciso anche il proprietario del villaggio, nel corso di una manifestazione di protesta che stava avendo luogo presso il cimitero. L’uomo si accascia all’improvviso, stroncato dal veleno che gli è stato iniettato con una siringa durante il tumulto. E sì, potrebbe sembrare strano che dei tranquilli vecchietti abbiano messo in piedi un sit-in di protesta proprio davanti al cimitero… ma non lo è, se si considera che una losca impresa di costruzioni ha interesse a ridurre gli spazi a disposizione del villaggio, partendo proprio dal luogo dove tanti dei residenti hanno sepolto gli affetti più cari. La vittima del delitto aveva autorizzato questa manovra dietro lauto compenso, perciò le persone che avevano un motivo per odiarlo sono tantissime.


Dei due delitti si occupano due ispettori del posto di polizia locale, una ragazza che ha lasciato frettolosamente città ed ex fidanzato ed un uomo maturo estroverso e gioviale che però soffre un po’ di solitudine. I due cercano di condurre l’indagine in modo tradizionale, ma si trovano costantemente tra i piedi i quattro allegri vecchietti, più che mai decisi a dare il loro contributo.



Il club dei delitti del giovedì è stato definito sulla quarta di copertina “Un BarLume in salsa inglese”, ma io credo che il riferimento a Marco Malvaldi sia pertinente solo in parte. Certo ci sono in comune un paesello che sembra un Paradiso ma non sempre lo è, un gruppo di anziani impiccioni e una/due persone giovani che si trovano loro malgrado ad interagire con i vecchietti, ma lo stile e lo spirito sono del tutto diversi.


Invece dello spirito toscano dissacrante che caratterizza le storie del BarLume, qui c’è uno spiccato humour inglese, che spesso e volentieri è anche nero. Più volte, leggendo il romanzo, mi sono chiesta perché all’autore fosse venuto in mente di farci ridere su qualcosa di così triste o grottesco… però poi, in definitiva, ho riso per davvero. I quattro appartenenti al club del giovedì, anche se non vogliono darlo a vedere, soffrono per il tempo che è ormai passato ed esorcizzano la paura della morte per vecchiaia concentrandosi su chi aveva ancora molto da vivere ed invece è stato costretto brutalmente da qualcun altro a terminare i suoi giorni. Un attimo prima ci si diverte di gusto, un attimo dopo c’è tanta amarezza.


Lo stile, comunque, è scorrevole, soprattutto nella seconda parte del romanzo, e l’intreccio giallo è ricco di imprevisti, quindi si tratta di una perfetta lettura mystery, soprattutto per chi è già fan della simpatica e famosissima Miss Marple, o per chi guarda volentieri le repliche dell’Ispettore Barnaby su Giallo (scommetto che le abbiamo viste in tanti).


Infine, la storia avviene tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, e celebra l’arrivo della nuova stagione. Novembre mi sembra un buon momento per accostarsi a questa lettura, prima che si passi ad un altro periodo dell’anno!




Questo è il mio “Angolo vintage” di novembre, decisamente in giallo!

Conoscete questi romanzi? Li avete letti?

Anche voi avete approfittato dell’offerta estiva di gialli della Conad?

Fatemi sapere che cosa ne pensate!

Come sempre vi ricordo di passare a dare un’occhiata anche ai post degli altri blogger che hanno partecipato alla rubrica questo mese.

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


6 commenti :

  1. Ciao Silvia. In effetti il secondo giallo mi ispira parecchio e credo possa essere nelle mie corde, quindi proverò a recuperarlo. Grazie ☺️

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Emanuela e benvenuta in rubrica! :-) Spero che "Il club dei delitti del giovedì" ti piacerà :-)

      Elimina
  2. Risposte
    1. Ciao Chiara! Chissà, magari si riveleranno anche buone letture per le vacanze di Natale :-)

      Elimina
  3. Il secondo libro di cui parlo ce l'ho anche io. FOrse riuscirò a trovare il tempo di leggerlo

    RispondiElimina
  4. Non conosco entrambi i libri anche se il titolo del primo mi suona familiare, come sempre le tue analisi fanno apprezzare anche se il genere non è propriamente nelle mie corde. Però mi sto approcciando piano piano

    RispondiElimina