La collezione Thannhauser del Guggenheim a Palazzo Reale
Cari
lettori,
per
la nostra rubrica “Consigli artistici”, dopo avervi presentato la
mostra di De Chirico, torno insieme a voi a Palazzo Reale per
raccontarvi un’altra esposizione: quella dedicata ai tesori del
Guggenheim di New York e, in particolare, ad un’importante
collezione privata: quella della ricca famiglia dei Thannauser, ebrei
tedeschi vissuti tra la fine del XIX e la prima parte del XX secolo.
Ecco
perché questi quadri sono stati un dono importante per il museo e
come sono arrivati fino a noi!
La
famiglia Thannhauser
La
collezione artistica inizia all’inizio del ‘900 sotto la
supervisione di Heinrich Thannhauser e diventa notevole, sia dal
punto di vista culturale che da quello economico, grazie all’impegno
ed alla disponibilità del figlio Justin.
Egli
proviene da una ricca famiglia di ebrei tedeschi, ma, allo scoppiare
della Seconda Guerra Mondiale, insieme alla sua prima moglie ed i
suoi due figli, fugge in Svizzera per sfuggire alle persecuzioni
razziali. Durante la guerra, il primo dei due giovani fratelli
Thannhauser, erede del patrimonio, trova la morte in uno scontro
aereo.
La fine della guerra, invece di portare un po’ di serenità
alla famiglia, è l’origine di altre tragedie per Justin: il suo
secondo figlio si suicida, forse perché vittima del “senso di
colpa dei sopravvissuti” nei confronti del fratello, ed anche sua
moglie, disperata per essere rimasta senza figli, ben presto si
lascia morire.
Nel
‘62, Justin Thannhauser si risposa, ma, consapevole della sua età
ormai avanzata e del fatto che non ha altri eredi, si rende conto che
la sua nobile ed antica famiglia, che ha vissuto in Germania per
oltre cinquecento anni, è ormai estinta.
Per questo motivo egli
sceglie, nel ‘63, di donare la sua preziosa collezione alla Solomon
R. Guggenheim Foundation, che da allora la espone in una sezione
permanente del museo di New York.
Una
sala della mostra conserva, in una bacheca, molte foto d’epoca, che ritraggono la dimora dei Thannhauser negli anni ‘50, con tanto di
Renoir sopra il comodino o Picasso in mezzo tra due poltrone. Ci sono
anche foto autografate degli artisti con dedica a Justin ed inviti
esclusivi della famiglia per quei pochi e selezionati ospiti che
avevano il privilegio di frequentare la casa.
Forse,
osservando quelle fotografie, si può comprendere il reale motivo per
cui Justin Thannhauser ha scelto di donare la sua collezione: l’arte
è sempre stata intimamente collegata ad ogni aspetto della sua vita
familiare, una parte d’esistenza che lui ha ormai tragicamente
perduto, e che, con ogni probabilità, è stato ben felice di
affidare a Guggenheim, che per lui era un grande amico.
Impressionisti
e dintorni: un vero tesoro per il museo
Negli
anni ‘60, il Guggenheim possiede moltissime opere del XX secolo,
appartenenti alle più disparate correnti artistiche contemporanee,
ma non ha alcun dipinto della seconda metà del XIX secolo.
In
questo senso, la collezione Thannhauser è un dono preziosissimo per
il museo. Nelle prime sale della mostra, infatti, il visitatore può
ammirare alcune opere dei più famosi impressionisti e di artisti
immediatamente successivi.
Uno
dei protagonisti è Manet, già al centro di una vecchia mostra di
Palazzo Reale (della quale vi ho parlato qui). Due suoi splendidi
ritratti al femminile, uno più composto, un altro più licenzioso,
sono accostati ad una Donna con pappagallino di Renoir e ad
alcuni ritratti di contadini di Seurat.
Altri
tesori della prima sezione della mostra sono una bellissima veduta di
Venezia in colori pastello di Claude Monet, un paesaggio caraibico di
Gauguin, alcune tele di Cézanne, delle nature morte di Braque.
Non
può mancare Van Gogh, che resta uno dei miei pittori preferiti in
assoluto: il piccolo ma curato Strada con sottopasso,
l’incantevole Paesaggio con la neve e Montagne a Saint –
Rémy, dipinto in un momento di crisi.
La
serie di dipinti è completata da alcune piccole statue di Degas, le
quali ritraggono le sue amate ballerine (un soggetto nelle mie corde,
come potrete immaginare).
Il
XX secolo ed il surrealismo: alla ricerca di una varietà di soggetti
La
seconda sezione della mostra, rispetto a quella impressionista, che è
molto più figurativa, tende maggiormente all’astrazione.
Una
piccola stanza della mostra conserva due tele di Henri Rousseau, una
che ritrae dei giocatori di football e l’altra dei soldati
schierati per la guerra, che hanno un aspetto piuttosto fumettistico.
In
una sala successiva, invece, ci sono alcune opere prettamente
surrealiste: un Kandinskij, una piccola tela di Paul Klee, il
coloratissimo La mucca gialla di Franz Marc, l’originale
natura morta Ciliegie di Juan Gris ed altro ancora.
Anche
nelle ultime sale dell’esposizione, non si può fare a meno di
notare l’attenzione e la cura che ha messo Justin K. Thannhauser
nel creare la sua collezione. Egli, infatti, non puntava soltanto
alla varietà dal punto di vista degli artisti coinvolti, ma anche e
soprattutto da quello dei temi.
Sia
nella sezione ottocentesca che in quella novecentesca della mostra,
infatti, sono presenti ritratti, paesaggi sia di mare che di
montagna, animali e tavole imbandite, vedute cittadine ed opere
astratte. Questa sua ricerca di soggetti e temi differenti dona un
valore aggiunto alla collezione.
Pablo
Picasso: il protagonista della collezione
Nonostante
il desiderio di rendere la collezione il più possibile
diversificata, al visitatore appare chiaro che il protagonista della
mostra è Pablo Picasso.
L’artista
spagnolo era un amico personale di Justin K. Thannhauser (come
testimoniano alcune fotografie e dediche) ed una delle sue opere, Il
gatto e l’aragosta, una sorta di omaggio posteriore al suo
“periodo blu”, è stata un suo regalo di nozze per il secondo
matrimonio del collezionista.
Attraversando
le sale dell’esposizione, il visitatore ripercorre diverse tappe
della carriera artistica di Picasso. Il suo periodo figurativo, a
Parigi, nel 1901, con Il quattordici luglio, fotografia della
festa nazionale, e Al caffè, istantanea notturna di un locale
che ricorda lontanamente Renoir; le sue nature morte, alcune più
realistiche, altre più fantasiose; ritratti da toni scuri ispirati
alla corrente artistica dei “fauves”; la splendida Donna dai
capelli gialli, sullo stile delle celeberrime Demoiselles
d’Avignon.
Personalmente,
il quadro che ho preferito tra quelli dell’artista è una piccola
tela che ritrae dei casolari immersi nella natura a Vallauris,
località della Costa Azzurra che ho visitato nel 2013. Come vi ho
raccontato presentandovi la mostra di Picasso dell’anno scorso (a questo link la recensione), il pittore spagnolo era molto legato a
quelle zone, dove si è fermato a lungo per approfondire l’arte
della lavorazione della ceramica.
La
mostra resterà a Palazzo Reale fino al 1 marzo!
Qualcuno
di voi l’ha già visitata? Avete in programma di andarci?
Vi
piacciono gli artisti che ho nominato? Quali preferite?
Aspetto
un vostro commento!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, veramente una mostra molto interessante...
RispondiEliminaCiao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Anche secondo me è davvero interessante...ed è un'occasione unica per poter vedere in Italia una serie di quadri che solitamente sta a New York! Buona settimana anche a te :-)
EliminaCiao Silvia, ho addocchiato anch'io questa mostra, e penso proprio che andrò a visitarla! Interessante la tua analisi :-)
RispondiEliminaCiao! Vedrai, questa mostra ti piacerà… soprattutto, conoscendoti, la parte impressionista!
EliminaÈ da una vita che non assisto ad una mostra di un pittore famoso.
RispondiEliminaPicasso lo ammirai a Barcellona, più di dieci anni fa.
Mi fai quasi venire voglia di cercare una mostra dalle mie parti.
Complimenti per il modo in cui l'hai presentata.
Ciao Claudia! Io invece ho visitato Barcellona come città, ma purtroppo nessun museo con dei Picasso! Grazie per i complimenti, fammi sapere poi se hai visto qualche mostra dalle tue parti :-)
EliminaPoveri Thannhauser, non si può dire che questa famiglia sia stata fortunatissima :/
RispondiEliminaMostra sicuramente interessantissima!! Picasso.. il Top
Ciao Angela! Anche io sono rimasta colpita dal destino di questa famiglia.. Purtroppo il destino di un pilota di un aereo di guerra può essere segnato...ma poi, quei due terribili suicidi!
EliminaCredo che Justin non abbia sopportato di conservare in casa opere che gli ricordavano la famiglia perduta! Per fortuna ha scelto bene a chi affidarle!
Grazie per aver presentato questa mostra, sembra molto interessante! 😊 Anche a me piacciono molto i dipinti di Van Gogh. E Venezia realizzata a pastello da Claude Monet è molto bella!
RispondiEliminaCiao Vanessa! So che a te piace molto Venezia :-) Van Gogh resta uno dei miei artisti preferiti!
EliminaChe storia la storia della famiglia Thannhauser! I quadri sono davvero bellissimi e un’occasione per ammirarli da vicino, grazie Silvia. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa!... Purtroppo è una storia un po' triste :-(
EliminaI quadri appartengono ad artisti molto importanti ed è davvero una bella occasione per ammirarli qui invece che oltreoceano. Buona giornata :-)