Un giro alla mostra di Palazzo Ducale
Cari lettori,
ben ritrovati! Dunque, so che non ci va molto, ma dopo aver atteso insieme le vacanze natalizie, festeggiato insieme Natale e Capodanno e trovato due letture ideali per l’Epifania, purtroppo ci tocca tornare alla routine… non solo nella vita vera, ma anche tra questi schermi!
Spero che l’anno nuovo sia iniziato al meglio. Io, come promesso, per i nostri “Consigli artistici”, vorrei partire da una mostra che ho visitato mentre ero nella casetta di famiglia a Varazze. Sapete che la Liguria è la mia seconda casa e che il 2024 che si è appena concluso mi ha dato la possibilità non solo di passare del tempo tra spiaggia e paese, ma anche di visitare un po’ la costa.
In particolare ho fatto ben due gite a Genova, una in primavera (che vi racconto qui) ed una durante il weekend a cavallo tra novembre e dicembre. La mattina abbiamo rivisto nuovamente il centro; il pomeriggio, invece, mentre il sole scendeva presto, siamo andati a Palazzo Ducale per visitare una mostra dedicata a Berthe Morisot, una delle poche note pittrici impressioniste.
Personalmente immagino che quelle non note siano molte di più, ma Morisot è l’unica che nel 1874 ha preso parte ad una collettiva di Parigi insieme a Monet, Renoir, Degas, Sisley, Pissarro e Cézanne. Sicuramente la storia le ha riservato il titolo di prima impressionista donna.
Vi porto con me tra le sale del Palazzo genovese, per saperne di più!
La famiglia e le influenze pittoriche
Berthe Morisot nasce, cresce e vive nella Parigi artistica, tra quelli che poi diventeranno gli elementi di spicco del movimento impressionista.
Fin da giovane ella prende molte lezioni di pittura. La prima sala dell’esposizione presenta le sue opere giovanili, eseguite sotto la guida dei suoi maestri. Si tratta di tele molto diverse da quello che poi sarà lo stile che l’ha resa celebre: sono soprattutto copie di soggetti religiosi, con un realismo ricco di dettagli.
Berthe Morisot sposa Eugène Manet, fratello del celeberrimo Édouard, a sua volta pittore ed in grande amicizia con Degas, che lo ritrae più volte. Una delle tele più note di Morisot è Eugène Manet con sua figlia, che poi è Julie, la figlia della coppia. Curiosità: anni fa (nel ridente 2008) ho usato questo quadro come copertina della mia Tesi di Maturità, “Il rapporto padre-figlia nella letteratura”.
La figlia Julie, insieme ad alcune nipoti, crescendo diventa allieva di Berthe Morisot, che vuole essere d’ispirazione per le donne più giovani della famiglia, affinché anch’esse si realizzino tramite la pittura.
Per quanto le opere realizzate da Julie, dalle nipoti e dalle altre allieve siano gradevoli, però, a mio parere si avverte un po’ troppo il carattere forte di Morisot, che forse ha finito per schiacciare la fantasia delle sue predilette: l’esposizione contiene tele e schizzi artisticamente piacevoli ma purtroppo troppo simili a quelle dell’artista principale.
La mostra presenta anche un modellino del modernissimo studio dell’artista.
Le figure femminili
Ciò che Berthe Morisot ama maggiormente ritrarre è la figura umana, ed in particolare quella femminile. Julie è la sua modella prediletta per tutta l’infanzia e l’adolescenza, e la mostra propone moltissime varianti di lei. In particolare la madre sottolinea il suo rapporto con gli animali, ad esempio con i cigni del laghetto poco distante o con un cagnolino.
Tanti sono però anche i soggetti casuali, come possono essere i figli di una coppia di vicini, oppure le tante donne che gravitavano attorno ai suoi colleghi impressionisti.
Una sala della mostra è dedicata alle incisioni dell’artista: tele piccole e cupe, forse proprio per il bianconero dovuto a questa scelta artistica. Spicca però un autoritratto.
Una fase successiva della ricerca artistica di Morisot, quando ella raggiunge la Riviera (e dunque sia io che lei abbiamo in comune la Liguria come seconda casa…), la porta a ritrarre le sue figure femminili preferite in ambienti bucolici, come possono essere i pineti o gli aranceti.
I paesaggi marittimi
Per quanto la pittrice si dedicasse principalmente alle figure umane, e soprattutto a quelle femminili, non mancano le opere di paesaggistica, anche se è impossibile non notare l’amore per quelli marittimi. Tra i quadri del suo primo anno di impressionismo, per esempio, spiccano delle figure di spalle sullo sfondo della spiaggia di Nizza.
Anche il porto di Nizza – città evidentemente molto cara a Morisot – è ritratto più volte, e non solo dalla protagonista dell’esposizione: anche il marito Eugène Manet e la figlia Julie lo immortalarono con tele e schizzi. Ancora una volta, viene il dubbio che dietro a questa “spinta creativa collettiva” ci fosse Berthe stessa, che era davvero la mente vulcanica di questa famiglia a tre.
Le barche, in particolare quelle a vela, sono un elemento di fascino per Berthe Morisot, tant’è che una sala dell’esposizione comprende un angolo con lo studio di una “vela bianca”.
Una volta salutata la Costa Azzurra e raggiunta la Riviera italiana, Berthe Morisot si dedica a paesaggi tipicamente liguri. Io che conosco un po’ questa terra osservo quadri come quello che ho condiviso qua sopra – con palme, edifici storici, le basse montagne liguri – e ho comunque la sensazione di avvertire il mare. Anche se non è ritratto.
Gli appartamenti del Doge
La mostra si tiene in un bellissimo edificio storico, ed in particolare le stanze che la ospitano sono quelle degli appartamenti del Doge. Devo dire che sono rimasta stupita, perché le tele di Berthe Morisot non sono l’unica bellezza da ammirare! Tra una sala e l’altra dell’esposizione, sopra le porte, ci sono dei bellissimi fregi.
Alcune delle decorazioni sopra la porta sono dipinte a colori vivaci; altre, invece, sono fatte di marmo scolpito.
Alla fine dell’esposizione si può accedere a quella che era la cappella del Doge: un luogo di valore davvero inestimabile!
La cappella è tutta affrescata, compreso il soffitto. Una bella sorpresa che non mi aspettavo come conclusione della mostra!
Potete visitare la mostra fino al 23 febbraio!
So che non tutti voi sono a Genova o hanno la possibilità di andarci, ma se qualcuno è del Nord come me può non essere un’opportunità così remota, e c’è la possibilità di vedere la personale di una delle poche (purtroppo) donne artiste a cui la storia tributò il giusto riconoscimento.
Fatemi sapere se riuscite a fare un giro!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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