Spazio Scrittura Creativa: gennaio 2025
Cari lettori,
benvenuti al primo appuntamento del 2025 con lo “Spazio Scrittura Creativa”!
Come vi avevo accennato, oggi proseguiamo con la nostra serie di sette racconti/fanfiction appartenenti all’universo di Harry Potter ed a tema “peccati capitali”.
In ottobre vi ho proposto il primo dei sette racconti: ci siamo immersi nelle atmosfere autunnali ed abbiamo parlato di Invidia insieme a Ninfadora Tonks (trovate il racconto a questo link).
Oggi invece parliamo di accidia, sia intesa come pigrizia che come rimpianto. Vedremo insieme la neve cadere in un gelido giorno d’inverno ed ascolteremo il racconto di un personaggio che forse non è tra i più amati, ma di sicuro ha delle potenzialità interessanti.
Vi lascio alla lettura!
Sentiva la neve cadere
(Capitolo dell’Accidia
Voce narrante: Horace Lumacorno)
“La sua anima si assopiva lentamente mentre sentiva la neve
cadere pallidamente nell’universo e cadere pallidamente,
come la discesa della loro ultima fine,
sopra tutti i viventi ed i morti.”
(James Joyce, The dead)
La neve scende a larghe falde, imbiancando i balconi, le guglie del castello, il prato e la foresta. È sera tardi e ben poche luci sono ancora accese nelle due torri più alte. Probabilmente gli studenti sono andati a letto.
Dalla mia sfarzosa ma cupa camera dei sotterranei guardo con occhio vigile lo spettacolo che mi si presenta davanti. Non c’è più nessuno che passi accanto al Lago Nero, che di solito, a quest’ora, diventa sinistro e spettrale. Non per niente la mia Casa è alloggiata lì accanto: questi paesaggio è perfetto per noi Serpeverde.
* * *
Così ci hanno sempre definiti: freddi, calcolatori, ambiziosi. Per me, però, si sono davvero impegnati: mi hanno definito, a più riprese, una sorta di ambiguo mecenate, pronto a “collezionare” tra le mie file studenti celebri, parenti di maghi famosi o anche semplicemente molto dotati.
Dicono anche che mi piace il lusso e la vita sedentaria, e più osservo questa stanza e più non posso che confermare: i soldi mi scivolano dalle mani, li spendo quasi tutti per liquori pregiati, vestaglie da camera in seta e ananas candito, il mio dolce preferito. La mia camera ed il mio studio sono un tripudio di tende, poltrone, cuscini, ed io amo restare per ore seduto nel mio piccolo regno, senza fare nulla.
Nulla, bah! Se si trova una persona seduta a pensare, si tende a credere che non stia “facendo niente”. Che convinzione errata, frutto di questi tempi caotici e frettolosi! Pensare è il lavoro più importante: ho perso il conto di quante volte l’ho detto ai miei studenti. Il mio pensiero, tuttavia, forse si potrebbe definire meglio come un viaggio nel passato.
Spesso e volentieri ritorno con la mente a quando ero più giovane, a quando non era ancora scoppiata la Prima Guerra Magica e non c’era quell’ombra di paura che ultimamente aleggia su tutti noi.
È il mio primo inverno da quando sono tornato a Hogwarts dopo tanti anni, e stasera un ricordo ben preciso sta continuando ad insinuarsi nella mente.
* * *
“Buonasera, professore, la disturbo?”
Alzo gli occhi da una serie di compiti di Pozioni. Ma non è necessario, so benissimo chi ha parlato. E, come previsto, mi trovo davanti una cravatta rosso-oro, una cascata di capelli rossi e due penetranti occhi verdi.
“No, Lily, certo che no…non disturbi mai! Come mai qua?”
“Devo dirle che mi dispiace molto ma non posso presenziare alla sua festa di Natale, la sera prima della partenza.”
Me lo aspettavo. Gli altri miei protetti cercano di tenersi stretti i miei favori: non mancano mai alle cenette che organizzo con tanta cura, mi portano dolcetti e regali.
Lei no, non l’ha mai fatto. È stata scelta subito da me perché è una giovane donna piena di classe, talento e buon gusto, ed ogni volta che mi parla lo dimostra. Immaginavo che avrei ricevuto un altro rifiuto, ma sono dispiaciuto lo stesso: non avere con me il mio fiore all’occhiello proprio alla festa di Natale!
“Davvero, Lily? E come mai?”
“Io e James abbiamo deciso di anticipare la partenza di mezza giornata per raggiungere i suoi genitori in tempo per la Vigilia. Sa, passiamo le feste insieme.”
Già, James Potter. Lei e quel simpatico giovanotto fanno coppia fissa da un po’ ormai… e dire che fino all’anno precedente lei affermava di odiarlo! Misteri dell’amore.
Vorrei dichiararmi un esperto di sentimenti e turbamenti giovanili, ma temo che questi anni mi abbiano insegnato molto di più sui moti oscuri dell’animo degli adolescenti. Sulla paura che ti strizza lo stomaco nel momento in cui il tuo alunno più promettente ti chiede delle informazioni su come corrompere la sua anima con l’omicidio e dividerla in più pezzi. La ragazza davanti a me non lo sa, ma leggere nei suoi occhi il suo amore giovane, puro e allegro per il suo James sta guarendo il mio cuore malandato. So che questa volta ho scelto la pupilla giusta.
“Capisco, Lily…non ti preoccupare! Vorrà dire che a tutte le mie cenette del secondo semestre sarai invitata insieme a James!”
“Grazie, professore. Lei allora resta qua? Non raggiunge la sua famiglia?”
La famiglia… per me è come se non ci fosse mai stata. Sono figlio unico, ho perso i miei genitori da un po’ ormai, e non mi sono mai sposato. I miei studenti sono la mia famiglia, e lei più di tutti. Ma forse è troppo giovane per capirlo.
“No, Lily, resto.”
“Immaginavo! Le piace restarsene al castello al calduccio a guardare la neve cadere? Scommetto che la sua serata di festa ideale è sulla sua poltrona preferita con il suo liquore! La conosco bene ormai! E un po’ la capisco. Anche io preferirei questo programma, piuttosto che tornare da mia sorella e litigare tutto il tempo. Sono così felice che James mi abbia invitato! Allora passi delle piacevoli settimane qui al castello, e buon Natale!”
“Buon Natale, Lily!”
...il tempo di dirlo e lei è già uscita, veloce e leggera com’è entrata.
* * *
Sono passati quasi vent’anni da quel giorno lontano, i miei capelli sono diventati grigi, ma per me non è cambiato quasi nulla. Stessa poltrona, stesso ananas candito, stesso gruppetto di studenti favoriti.
Tu, invece, Lily…tu che eri così piena di energia e voglia di vivere…sei morta a ventun anni per salvare tuo figlio. Quello stesso figlio che ora è davanti a me ogni giorno, con i suoi 16 anni e quello sguardo che assomiglia tanto dolorosamente al tuo. Il tuo amore, il tuo sacrificio, la tua scelta estrema l’hanno salvato da Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Da quello che un tempo era il mio alunno più promettente. Dal maledetto che a diciassette anni mi ha chiesto informazioni su come spezzare la sua anima, ed io, più maledetto di lui, illudendomi che fosse “tutta accademia” e pura curiosità da ambizioso Serpeverde, gli ho detto che non c’era altra via che l’omicidio.
Non sono così ipocrita da dire che al tuo posto mi sarei sacrificato anch’io, che non c’è una parte di me che pensa che tu non avresti dovuto farlo: eri tu la Grifondoro, non io, e so riconoscere bene i miei limiti. E sono orgoglioso di te, Lily, come quel padre che non sono mai stato per nessuno, tranne che per i miei alunni.
Anche se sono il più colpevole dei padri, anche se il tuo assassino è stato il primo alunno a cui ho voluto bene come un figlio, anche se quando egli è diventato un mostro sono rimasto a guardare per paura. Ho provato a corrompere quei ricordi con la magia, ma non c’è stregoneria che tenga quando ti porti nel cuore una colpa insanabile.
E mi si stringe il cuore al pensiero che avrei tanto voluto parlare con te di persona del figlio che tanto hai amato, invece che ritrovarmi per l’ennesima volta immobile, a cercare un riflesso dei tuoi occhi verdi nella neve che turbina vorticosa.
FINE
...forse l’altra volta sono stata un po’ più allegra, eh?
I primi due racconti di questa raccolta (che, come dicevo nello scorso post, è un vecchio lavoro pre-blog che sto rieditando) sono per me, in un certo senso, complementari. Ninfadora Tonks nel sesto libro è considerata “più triste di Mirtilla Malinconica” e solo alla fine si scoprono la sua gioia e la sua forza segreta: quella di un amore che lotta nonostante tante avversità. Al contrario, Horace Lumacorno nel sesto libro è un personaggio dai toni quasi comici: è un godereccio che continua a fare festa “mentre fuori c’è la morte” (per dirlo con parole non mie). Solo Silente chiede ad Harry di entrare più in confidenza con Lumacorno per avere la conferma di quello che era solo un sospetto: il professore si porta dietro la colpa enorme di non aver voluto vedere chi era davvero Voldemort.
Come vi anticipavo nello scorso post, questi sette racconti sono stati ispirati in parte da canzoni ed in parte da citazioni letterarie. Il racconto The dead di James Joyce si conclude proprio con l’immagine della neve che stende un velo pietoso sui vivi e sui morti: un freddo abbraccio che sembra consolare il protagonista dal rimpianto, dal lutto e da un senso di fallimento. Al tempo era stato relativamente facile collegare questa immagine al personaggio di Lumacorno, che resta immobile senza trovare il coraggio di agire.
Sapete però che la nostra tradizione, fin da quando ho iniziato a proporvi racconti sul blog, è abbinare una canzone ad ogni post creativo (sulle mie storie Instagram trovate un riepilogo), e per questo racconto ho pensato a Pieces of a dream di Anastacia che trovate a questo link :
Penso di averti visto tardi, la scorsa notte
ma era solo un lampo di luce, un angelo che passava
ma mi ricordo ieri, la vita prima che tu te ne andassi
e noi stavamo ridendo
Avevamo una speranza, e ora si è infranta
Ed io potevo vederla chiaramente, un tempo,
quando tu eri qui con me
ed ora, non so come, tutto quello che è rimasto
sono pezzi di un sogno
Purtroppo il grande sogno di Horace Lumacorno era diventare il Mecenate del mondo magico – e considerando che uno dei miei romanzi preferiti parla proprio delle fragilità del Mecenate originale, non posso non capirlo – ed è andata a finire che l’alunna che considerava come una figlioccia è stata uccisa per colpa del suo ex alunno prediletto, diventato un dittatore pluriomicida. Facile pensare che, in seguito a vicende così tragiche, il “peccato capitale” di un personaggio così sfortunato diventi l’accidia, il rifugiarsi in un mondo confortevole, non fare più niente per paura di sbagliare ancora.
Come al solito ho parlato troppo, quindi tocca a voi!
Fatemi sapere il vostro parere…
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Nessun commento :
Posta un commento