lunedì 13 gennaio 2025

CINEMA PER TUTTA LA FAMIGLIA

 Due classici d'animazione per i pomeriggi di gennaio




Cari lettori,

bentrovati e buona settimana! Fedele ai miei buoni propositi per il 2025, il post odierno fa parte dei nostri “Consigli cinematografici”.


Ormai le feste sono terminate (ahinoi), però gennaio è un mese in qualche modo dedicato alla famiglia ed al tempo in tranquillità con gli affetti. Ho pensato così di proporvi due classici d’animazione che non avevo ancora visto fino a poco tempo fa, che mi sono molto piaciuti e che credo siano perfetti per un pomeriggio invernale in compagnia.


Credo che tanti di voi li conoscano, ma mi fa comunque piacere raccontarvi che cosa ne penso!



Oceania


In un’isola lontana al largo delle coste australiane vive un popolo aborigeno che conduce una vita semplice e serena. Essi sono guidati dalla famiglia Waialiki, composta dalla coppia di regnanti, dall’anziana e saggia nonna Tala – che qualcuno ritiene la matta del villaggio, ma i più stimano – e dalla piccola Vaiana.


Nonna Tala ama raccontare ai piccoli del villaggio una storia avvenuta decenni prima: quella del cuore di Te Fiti, l’isola madre che un tempo proteggeva Terra ed Oceano e manteneva in salute e ricchezza tutti gli esseri viventi. La leggenda narra che un semidio geloso di nome Maui abbia rubato il cuore di Te Fiti e da allora il demone Te Ka abbia preso il controllo dell’isola madre, rendendo l’Oceano imprevedibile ed inaffidabile. Molti dei piccoli dell’isola si spaventano all’idea del mostro marino… tutti tranne Vaiana, che fin da quando è in fasce si sente attratta dall’Oceano. Il guaio è che il grande mare, che è una creatura senziente, sembra ricambiare l’amore che Vaiana prova per lui, e fin da quando è piccola la attrae a sé con il suo mistero e la sua magia.


Il padre di Vaiana, che ha ordinato al suo popolo anni prima di non superare mai il reef (la barriera corallina) perché l’Oceano non è più amico del popolo, ha molta paura che sia proprio sua figlia a voler andare oltre. Lui e la moglie, nel corso degli anni, tentano ripetutamente di distrarre Vaiana dalla sua ossessione, ma ella continua ad ascoltare la nonna ed a guardare l’Oceano.


Quando diventa adolescente, poi, Vaiana si rende conto che il suo popolo non vive nella prosperità come ella ha sempre pensato: agricoltura ed allevamento vivacchiano e soprattutto non c’è quasi più pesce dentro il reef. È allora che nonna Tala le rivela un grande segreto: un tempo il suo popolo era composto da grandi navigatori, il più abile dei quali era proprio suo padre. A seguito della comparsa del demone Te Ka e di un episodio particolarmente tragico, però, tutte le navi sono state nascoste. Nonna Tala, che ha poteri magici, è fortemente convinta che da anni l’Oceano abbia scelto Vaiana per un’impresa molto pericolosa, ma importante: restituire il cuore a Te Fiti.


Vaiana è piena di dubbi, ma decide di partire, anche se con la morte nel cuore. I suoi genitori hanno ostacolato la sua scelta fino all’ultimo, e nel momento in cui salpa ella vede sotto di sé una manta con gli stessi tatuaggi di nonna Tala, segno che l’anziana donna, da tempo malata, non c’è più.


Il primo passo da fare è trovare Maui, da anni solo ed in esilio su un’isola sperduta. Vaiana riesce ad individuarlo abbastanza in fretta, ma non è proprio amicizia a prima vista: il semidio è altezzoso, la reputa solo una ragazzina, ed il suo unico obiettivo è recuperare il suo bastone magico. Ovviamente si guarda bene dal tornare all’isola madre ed affrontare Te Ka.


Vaiana, con un po’ di pazienza e dopo qualche disavventura, riesce a convincerlo che questa è la volontà dell’Oceano e che la sconfitta di Te Ka gli porterebbe grande gloria. Ma il viaggio promette di essere molto lungo e pieno di insidie…



Ho visto Oceania perché l’ambientazione marittima, come penso saprete, mi attrae sempre molto, e devo dire che i paesaggi esotici sono resi con un’animazione incredibile.


La storia di Vaiana è quella di una ragazza che riporta il coraggio nella famiglia: nonna Tala, custode delle tradizioni, è ormai troppo vecchia per agire; il padre è rimasto sconvolto anni prima dalla perdita in mare di una persona cara ed ora ha paura per il suo popolo e la sua famiglia; lei è l’unica che si lascia convincere dall’attrazione verso l’Oceano e dalla convinzione che i suoi concittadini, restando dentro il reef, soffriranno comunque la fame.


Vaiana e Maui si trovano perché sono complementari: la prima è amata a tal punto da essere troppo protetta, e finisce per essere così allergica alla “campana di vetro” da buttarsi di sua spontanea volontà in una pericolosa avventura; Maui invece è stato abbandonato dai genitori biologici e diventare un eroe è stata per lui l’unica strada per farsi amare da qualcuno.


Al di là dei due protagonisti e della famiglia di Vaiana, c’è un altro personaggio che secondo me insegna molto, ed è quello di Te Fiti. Detto in un cartone animato sembra semplice, eppure non è così banale: se ti portano via il cuore, nessuno più ti riconosce. Noi siamo quel che ci fa battere il cuore.


Tutta la storia (esattamente come l’altra di cui vi parlo oggi) è pervasa dal “realismo magico”: per il popolo di Oceania, la magia è parte integrante della realtà. A differenza dell’altro film, però, c’è chi vive questa dimensione con gioia – come nonna Tala – e chi resta sospettoso e preferisce ciò che è razionale, come il padre di Vaiana.


So che da poco è uscito al cinema il sequel, ma non l’ho visto. Se non riuscirò ad andare al cinema lo vedrò sicuramente in streaming più in là, perché sono curiosa di sapere come va avanti la storia di Vaiana!



Encanto


La storia è ambientata in Colombia, ai primi del Novecento, in un villaggio di campagna che è di fatto governato e protetto dalla famiglia Madrigal e dalla loro casa magica, la Casita, nata in seguito ad un Encanto.


Le origini della fortuna dei Madrigal affondano nel XIX secolo, quando la Colombia era scossa da continue guerre civili e quella che oggi è la Abuela (nonna della famiglia) si era appena sposata con nonno Pedro ed aveva avuto tre gemelli: Pepa, Bruno e Julieta. Durante la fuga, Pedro si era sacrificato per proteggere la sua famiglia da alcuni aggressori, e dal suo sangue, unito alle lacrime di Abuela, era nata una magia: era sorta la Casita e tutta la valle era stata soggetta ad un Encanto.


Nel momento in cui la storia ha inizio, Abuela vive ancora nella Casa incantata con Pepa e Julieta. Entrambe si sono sposate ed hanno avuto tre figli o figlie. Tutti i componenti della famiglia Madrigal hanno un dono magico speciale: controllare il meteo, far nascere fiori, prendere le sembianze di altre persone, il super udito, la forza smisurata… tutti tranne Mirabel, l’ultima figlia di Julieta.


Mirabel è una ragazza solare e molto generosa, sempre pronta ad ascoltare ed aiutare gli altri, ma il resto della sua famiglia le dà poche attenzioni, soprattutto Abuela, che ha sempre paura che ella rovini i momenti importanti della famiglia. Ma è proprio durante una giornata di festa dedicata al suo cuginetto che Mirabel scopre che la Casa ha delle crepe e la fiamma della Candela sacra alla sua famiglia è diventata tremolante. La sua famiglia non le crede perché – almeno in un primo momento – questi fenomeni vanno e vengono, ma Mirabel scopre Abuela intenta a parlare con il ritratto di Pedro e capisce che anche lei è preoccupata.


Giorno dopo giorno, si fa strada in lei un piano che la sua famiglia non approverebbe mai: ella decide di andare in cerca di Bruno, il figlio rinnegato di Abuela, che nessuno nomina mai. Bruno aveva la capacità di predire il futuro, ma – come è capitato a tutti i veggenti, fin dall’epoca classica – non tutte le previsioni erano gradite, così egli è stato accusato di portare sfortuna e se n’è andato.


Visitando quella che un tempo era la camera di Bruno, Mirabel scopre che lo zio non se n’è mai andato dalla famiglia, ma si è costruito un rifugio tra le intercapedini della Casa e vive insieme ai topi. Mirabel capisce che forse i poteri della famiglia Madrigal si stanno affievolendo in seguito a scelte sbagliate dei componenti stessi, come escludere chi in qualche modo non è “adeguato” o caricare troppo di aspettative i “preferiti”. Il primo passo, secondo una visione di Pedro, potrebbe essere un abbraccio tra Mirabel e la sorella Isabela, la prediletta di Abuela. Ma è più complicato del previsto…



Se Oceania è un cartone animato più tradizionale che mescola una storia di formazione per i più piccoli a temi che interessano anche gli adulti, guardando Encanto si ha la sensazione che la storia sia per bambini solo in apparenza. È un ritratto di famiglia spesso piuttosto impietoso: il “vero volto” di chi è considerato un esempio ed una guida da un villaggio intero.


Innanzitutto, non è vero che Mirabel non ha alcun potere. Basta vedere dieci minuti di film per comprendere che ella ha il dono di mediare, cioè, in parole povere, di sopportare tutti gli altri, troppo presi dal peso del loro talento per pensare ad altro.


È piuttosto raro in un film Disney vedere una nonna che dismette i panni di “dolce e un po’ matta vecchina con cui confidarsi” e diventare, in un certo senso, antagonista della nipote. Uno dei più grandi insegnamenti della pellicola è la critica ad un modello troppo rigido di educazione, che non lascia figli e nipoti liberi di esprimersi: se si cresce convinti di avere un unico compito e talento e di non poter né cambiare né fare nient’altro, un minimo vacillare di quella tua speciale qualità ti getterà in una crisi totale. E troppo spesso ci si sofferma sui talenti più “produttivi” o “di successo” minimizzando invece le qualità umane, che tengono unite le famiglie, le coppie, i gruppi di amici. Senza famiglia unita, la Casa perde la sua magia, si riempie di crepe.


Secondo me ci sono anche scene – come il flashback della morte di Pedro o i motivi dell’esclusione di Bruno – che i più piccoli capiranno meglio rivedendolo da grandi, ma dipende: ho potuto notare di persona che i bambini di oggi hanno una sensibilità diversa rispetto alla mia generazione. Però è sicuramente un ottimo film per gli adolescenti e anche per gli adulti.


Anche in Encanto, come in Oceania, è presente il realismo magico, che in tanta letteratura e narrativa del Sudamerica è un elemento importante. Questa volta, però, esso è intrecciato a riflessioni di natura psicologica.


In definitiva, una pellicola sorprendente!




Questi sono i miei due consigli cinematografici per tutta la famiglia!

Fatemi sapere se avete visto questi due film e che cosa ne pensate. Se vi va, scrivetemi anche se siete andati a vedere il sequel di Oceania e se ne vale la pena!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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