giovedì 30 gennaio 2025

I PREFERITI DI GENNAIO 2025

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

eccoci arrivati alla fine di gennaio ed al primissimo appuntamento con i “Preferiti del mese”! Sapete che è già l’ottavo anno che faccio questa rubrica? Il tempo vola davvero moltissimo, ed in aprile, in men che non si dica, ci ritroveremo a festeggiare… dieci anni di blog!

Ma andiamo per ordine.


Il 2025 per me è stato un anno davvero iniziato “con il botto”: dopo una prima settimana di vacanza, c’è stato subito molto da fare. Comunque, fortunatamente, sono tutte cose impegnative ma belle o ordinarie, e, incrociando le dita, l’anno è iniziato bene.


Come al solito, vediamo insieme che cosa mi è piaciuto di più in questo lungo e gelido mese… dai libri ai film, dalla musica alla poesia alle foto del periodo!



Il libro del mese


Come fiori che rompono l’asfalto – Venti storie di coraggio di Riccardo Gazzaniga è un libro che ancora non avevo letto e già aveva una sua storia.


In un weekend di metà ottobre la mia città, Cernusco sul Naviglio, ha ospitato il Festival letterario “Un Naviglio di libri”: sono stati tre giorni molto piacevoli ed istruttivi, tra ospiti provenienti da case editrici importanti e scrittori noti che sono venuti in paese a fare interventi e firmacopie.


Uno degli incontri più belli è stato proprio quello con Gazzaniga, che è venuto a presentare una sua nuova raccolta di racconti (dedicata a storie che hanno per protagonisti gli animali), ma ha gentilmente firmato anche altri suoi romanzi, o portati da casa dagli altri partecipanti all’incontro, o comprati alla bancarella fuori dall’Auditorium. Personalmente ho scelto questa raccolta, perché i temi trattati mi incuriosivano, ed ho portato a casa la copia con dedica.


Si tratta di una raccolta di venti racconti, corredata dalle delicate illustrazioni di Piero Macola. Venti persone (o gruppi) che si sono contraddistinti per essere “fiori che rompono l’asfalto”: piccoli e grandi eroi che hanno avuto il coraggio di andare contro alle ingiustizie, alle dittature, ad un sistema soffocante, con la forza e la tenacia di un bellissimo fiore.


Ci sono storie che sicuramente molti di voi conosceranno: i ragazzi della Rosa Bianca, che ebbero il coraggio di andare contro Hitler e pagarono con la vita; Guido Rossa, un sindacalista italiano ucciso dalle Brigate Rosse perché, pur essendo d’accordo con la causa degli operai (ed operaio egli stesso), si era apertamente dichiarato contrario al terrorismo; la giornalista Anna Politkovskaja, che è stata uccisa dopo aver raccontato tante scomode verità della sua Russia; Cui Jian, protagonista delle rivolte che sconvolsero la Corea del Sud negli anni ‘80; Franca Viola, donna siciliana il cui coraggio pose fine all’ingiusta legge del matrimonio riparatore dopo una violenza.


Ed ancora tre ragazzi tedeschi che costruirono un tunnel tra la Berlino Est e la Berlino Ovest ai tempi del Muro; Dimitar Pesev, il vicepresidente bulgaro che si rifiutò di seguire Hitler quando quest’ultimo promulgò le leggi razziali; Sandro Pertini e la sua storia, da partigiano a Presidente della Repubblica; Marielle Franco, parlamentare brasiliana brutalmente uccisa pochi anni fa.



L’altra metà dei racconti, però, narra delle storie vere (sempre del XX secolo) di cui io non sapevo proprio niente, e, credetemi, leggendole mi sono davvero commossa. Mi sono resa conto che la storia del Novecento è così ampia che qualche storia, anche se si studia/lavora in campo umanistico, o ci si informa tanto e regolarmente, comunque rischia di sfuggire. Come quella di un giocatore di basket che boicottò le Olimpiadi per motivi di discriminazione razziale, o di un calciatore cileno che per tutta la durata della sua carriera fu fieramente avverso a Pinochet.


O ancora Eddie Mabo, simbolo di tutti gli aborigeni ai quali, decenni fa, portarono via le terre con una legge ingiusta; Hyeonseo Lee, una delle poche persone a sfuggire dall’incubo della Corea del Nord; il premier del Burkina Faso e un importante politico nigeriano, entrambi disposti a dare la vita perché le loro nazioni potessero avere un domani migliore (ed in queste storie ci sono aziende occidentali che fanno una ben magra figura); Mother Jones, una donna irlandese che promosse moltissimi dei primi scioperi, all’inizio del XX secolo; Ruby Bridges, una bambina che diede scandalo nella conservatrice New Orleans perché era l’unica nera in una scuola di bianchi; l’ambasciatore italiano in Ruanda, che nel ‘94 si comportò da vero eroe; una giornalista iraniana che è simbolo della lotta al regime che sta ancora avendo luogo.


C’è spazio anche per la storia del nonno dell’autore, che fu parte degli IMI, gli Internati Militari Italiani, una pagina non proprio conosciuta della nostra storia.



Imparerete molto da questo libro, e vi emozionerete ancor di più. Non avrei potuto iniziare meglio questo anno di “Preferiti”!



Il film del mese


Pietro Rinaldi è stato uno scrittore di successo. Poi l’età è avanzata, la moglie è morta, i rapporti con figlia e genero si sono raffreddati – anche se essi continuano ad essere cordiali ed a riempirlo di inviti – ed i suoi romanzi sono finiti negli autogrill al costo di un euro o due.


Deciso a farla finita, Pietro, il giorno del suo compleanno, risponde svogliatamente ad una telefonata dei suoi familiari (che gli hanno fatto una torta e lo aspettano per festeggiare) e poi ingurgita moltissime pillole. Quando sta per iniziare a sentirsi male, però, qualcuno suona alla porta. Sono le forze dell’ordine, che gli danno una notizia che nessuno vorrebbe mai sentire: la figlia ed il genero si sono schiantati con l’auto, e non c’è più niente da fare.


Lo shock procura a Pietro un conato di vomito che lo salva dal suicidio, ma lo restituisce, vivo ed allucinato, ad una terribile realtà. Non solo altre due persone a lui carissime – per quanto egli fingesse indifferenza – se ne sono andate per sempre, ma egli è rimasto l’unico punto di riferimento per Mattia, suo nipote.


Mattia ha sempre visto poco il nonno, lo chiama “Pietro”, non lo conosce bene. Al dolore immenso per la perdita dei suoi genitori si aggiunge una grande rabbia, perché egli vorrebbe restare solo, e non dover convivere con questo pseudo-nonno di cui non sa nulla. Purtroppo per lui, però, egli è ancora minorenne.


Mentre Pietro e Mattia sono ancora in fase di scontro, arriva una telefonata inattesa. Si tratta del fratello del genero di Pietro, con il quale i rapporti si erano rotti da tempo. L’uomo è benestante, ha una famiglia ed una barca con cui sta per salpare, e gli piacerebbe portare con sé Mattia in vacanza, in modo da conoscerlo meglio e considerare un eventuale affidamento.


Pietro e Mattia, insieme al cane del ragazzo, partono alla volta del mare – e dell’attracco della barca - su un’auto che potrebbe essere considerata d’epoca a voler essere generosi (o un vecchio scassone, più prosaicamente). Ma il viaggio cambierà intenzioni, pensieri e sentimenti di entrambi.



L’ultima settimana di settembre è uno di quei film che non sapresti se definire “commedia” o “drammatici”. Certo la storia raccontata è tutt’altro che allegra, ma tanti momenti consentono comunque di sorridere o anche di ridere.


Potremmo considerarla una storia di formazione, e sinceramente colui che si deve formare di più, tra i due protagonisti, non è il 17enne. Pietro è un uomo che voleva fare la “grande uscita di scena”, decidere della sua vita perché pensava di non avere più nulla da dare, ed invece aveva ancora moltissimo: una famiglia che si ostinava a non considerare per partito preso. Nel momento in cui ne perde una buona parte, egli si trova a fare il contrario di quel che avrebbe voluto: è la vita a decidere per lui.


Ho letto che è un film tratto da un romanzo, che però non conosco. Personalmente ho già consigliato ad altre persone questa pellicola ed è piaciuta, quindi la segnalo anche a voi!



La musica del mese


Nuovo anno, nuovo tema! Abbiamo dedicato un anno a Taylor Swift, un altro anno alla mia scuola di danza.


Negli ultimi mesi, però, mi sono resa conto che ho sentito tanta musica soprattutto… in macchina. Ammetto che, da brava millennial un po’ nostalgica, qualche tempo fa mi sono stufata delle radio, sia per la troppa pubblicità – che non mi faceva ascoltare niente se il tragitto era breve – che per la musica stessa, non sempre di mio gusto.


Così ho rispolverato un po’ di vecchi cd che in casa, per via dell’inevitabile cambio tecnologico, non ascoltavo più da tempo. Per la serie “canta che ti passa”, mi piace affrontare una fredda mattina d’inverno o un blocco in mezzo al traffico con un po’ di musica alla guida.


Quest’anno, ogni mese, vi proporrò una canzone che mi piace cantare in macchina. Vi avviso che saranno quasi tutte piuttosto “vintage”, perdonatemi!


Per iniziare bene l’anno ho pensato ad una delle mie canzoni preferite degli 883, che ultimamente sono tornate di gran moda (mi sa che non sono l’unica nostalgica, quindi…): Un giorno così. Per partire con ottimismo! Potete ascoltarla a questo link.


Scorre piano piano la Statale 526

passa posti che io mai e poi mai

avrei pensato fossero così

ancora come quando qui

il cinquantino mi portava via dai guai

invece di svoltare a scuola

andava giù alla ferrovia

due minuti di paura

poi pronti, via!


...Basta un giorno così

a cancellare 120 giorni stronzi e

basta un giorno così

a cacciarmi via tutti gli sbattimenti che

ogni giorno sembran sempre di più

ogni giorno fan paura di più

ogni giorno, però non adesso, adesso, adesso

che c’è un giorno così!



La poesia del mese



Oggi vi propongo una poesia per tutta la famiglia che rappresenta appieno lo spirito della stagione: L’inverno di Roberto Piumini.


Quando la terra

è fredda e dura,

sembra un guerriero

con l’armatura,

quando si chiude

nel ghiaccio e nel gelo,

quando son nude

le piante in cielo

e le cornacchie

sopra la neve

sembrano macchie

sul tuo quaderno:

questo è l’inverno!



Le foto del mese


L’anno nuovo è iniziato a Varazze con la mia famiglia… e con un vassoio di pasticcini! Notare i cavolini alla panna, che sono una specie di nostra tradizione…



La sera del 1 gennaio c’è stato uno spettacolo di fuochi artificiali: faceva freddissimo, ma ne è valsa la pena!



Sono stata al mare dal 29 dicembre al 4 gennaio, ed il 3 è stata una delle giornate più belle: il mare era alto, ma il sole era caldissimo. Ho fotografato dei paesaggi che… insomma… giudicate voi! A me piange un po’ il cuore a rivederli…



Dopo essere tornata dal mare ed aver festeggiato l’Epifania, il resto del mese è stato più ordinario. Ho passato i weekend soprattutto in tranquillità, con lunghi pranzi in famiglia (e tante cose dolci e salate dei pacchi natalizi da smaltire…)



Un pomeriggio però sono riuscita ad andare alla mostra Wildlife Photographer a Milano! È un po’ un mio classico del periodo autunnale/invernale… se tutto va come spero, settimana prossima ve ne parlerò!




Ecco il mio gennaio in breve!

Raccontatemi il vostro, se vi va… Come sono andate le vacanze di Natale? Come avete affrontato questo lungo e gelido mese? Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in febbraio :-)


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