"Storie di ordinaria e straordinaria dislessia" in scena al Teatro Carcano
...mancano 13 giorni a Natale!
Cari
lettori,
il
post di oggi fa parte del nostro “Christmas countdown” del 2019,
ma è anche parte della rubrica “Consigli per gli amanti della
danza”.
Negli
ultimi anni, osservando i cartelloni dei teatri di Milano e della
provincia, mi sono resa conto che la scelta più gettonata per Natale
(e soprattutto per Capodanno) è il balletto. Per questo motivo ho
deciso di scrivere un post a tema danza proprio all’interno del
Christmas Countdown, e sono molto felice di potervi presentare uno
spettacolo davvero ideale per le famiglie e per le scuole: La mia
vita d’artista – Storie di ordinaria e straordinaria dislessia.
La
storia di Sabrina Brazzo
La
protagonista ed autrice di questo originalissimo balletto è Sabrina
Brazzo, prima ballerina della Scala ed étoile internazionale. Ella,
insieme al suo partner sul palcoscenico e nella vita Andrea
Volpintesta, ha fondato la compagnia Jas Art Ballet, alle cui
rappresentazioni ho già potuto assistere circa sei mesi fa (ve ne ho
parlato qui).
La
mia vita d’artista è uno
spettacolo realizzato in collaborazione con l’A.I.D. (Associazione
Italiana Dislessia), di cui Sabrina Brazzo è ambasciatrice. Con
grande coraggio ed onestà, ella racconta al pubblico non tanto il
suo passato più recente, quanto la sua infanzia ed adolescenza, e
quella che è stata la più grande difficoltà della sua vita:
imparare a leggere, a scrivere, a parlare.
Ella ha frequentato la
scuola in anni in cui le parole dislessia, discaculia,
disortografia, bisogni educativi speciali non
esistevano nemmeno. Chi oggi è considerato dislessico e seguito da
specialisti, una volta era semplicemente “asino” e veniva preso
in giro dai compagni, trascurato dagli insegnanti, talvolta persino
sminuito in famiglia.
Lo
spettacolo alterna esibizioni ballate (di Sabrina, di Andrea
Volpintesta, dei loro allievi) a video proiettati su un maxischermo
sul fondo del palcoscenico: piccoli intermezzi recitati nei quali
l’étoile rievoca i suoi pensieri, le sue paure, le reazioni delle
persone che le erano vicine… e poi i successi ottenuti grazie alla
danza.
La
base classica e la ricerca di nuovi stili
I
primi balletti che vengono presentati allo spettatore sono
appartenenti al mondo della danza classica: un iniziale passo a due,
che fa comprendere a Sabrina che il balletto è il suo mondo, e le
prime lezioni all’Accademia della Scala, che la aiutano non poco
nel superare il suo problema.
Ella,
infatti, si rende conto che, anche se non sempre comprende le
indicazioni che le vengono rivolte, può comunque imparare imitando
quello che vede.
Dopo
il diploma ed il grande successo a Milano, consapevole di aver ormai
imparato a padroneggiare il linguaggio della danza classica, ella
accetta una nuova sfida: imparare degli altri stili.
Lo
spettacolo, dunque, dopo un inizio prettamente classico, si rivela
più che mai vario: dal musical di Broadway al tip tap, dalla danza
contemporanea a quella acrobatica passando per il tango, non c’è
genere che Sabrina Brazzo non si cimenti ad interpretare. La scelta
di musiche, coreografie, costumi è ricchissima e rende ogni
esibizione davvero coinvolgente.
La
danza come linguaggio
La
sua vita d’artista come étoile internazionale ed il suo
impegno come ambasciatrice dell’A.I.D. sono i motivi che hanno
portato Sabrina Brazzo dal Presidente della Repubblica per essere
insignita del titolo di Cavaliere.
La
protagonista racconta con grande ironia questo episodio,
interpretando, con alcuni suoi allievi, una versione ballata
dell’Inno d’Italia.
Subito
dopo, un giornalista le chiede un’intervista, ed ella decide di
rispondere alle sue tante domande nel modo che le è più congeniale:
danzando.
Questa
scena è, a mio parere, una delle più belle dello spettacolo, perché
dimostra, con grande semplicità, che la danza è davvero la
parola dell’anima, e che educando il proprio corpo ad
esprimersi in libertà si può realmente creare un linguaggio
alternativo.
Sono
sicura che le appassionate di danza come me si emozioneranno molto
osservando le risposte di Sabrina all’intervista!
Il
rispetto per la diversità
Non
solo ballerina: Sabrina Brazzo è anche insegnante, e l’ultima
parte dello spettacolo è dedicata proprio a chi, per mestiere o per
passione, ha scelto di trasmettere le proprie conoscenze a qualcun
altro.
Ella
invita alla prudenza gli insegnanti di ogni genere e categoria: un
approccio severo è piuttosto sconsigliabile con chi ha un Disturbo
Specifico dell’Apprendimento, o anche soltanto con chi si impegna
molto ma non può fare a meno di avere oggettive difficoltà. Soprattutto
nel caso di bambini ed adolescenti, è molto facile che la persona in
questione finisca per sentirsi in qualche modo diversa, inferiore
agli altri, persino incapace.
Un
modo d’apprendimento alternativo c’è sempre, ed i vari programmi
scolastici diversificati degli ultimi anni ne sono la dimostrazione.
Per quanto riguarda la danza, non posso che essere d’accordo con il
messaggio veicolato dallo spettacolo: l’osservazione e l’imitazione
sono importantissime, molto più del nome esatto dei passi. E l’unica
qualità alla quale non si può davvero rinunciare è la passione.
Il
balletto è rimasto al Teatro Carcano solo per due serate a fine
novembre!
Tuttavia
sono sicura che esso sarà riproposto, magari anche in altri teatri.
La tematica presentata è davvero importante ed il balletto è più
che godibile non solo per gli appassionati di danza, ma anche per le
scuole e per le famiglie.
Spero
di avervi incuriosito!
Avete
mai sentito parlare del Jas Art Ballet o di questo spettacolo? Vi
potrebbe interessare?
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Dieci anni fa davo ripetizioni pomeridiane agli studenti e avevo un ragazzino dislessico che lottava per ottenere la licenza media.
RispondiEliminaNon fu facile, lo ammetto, ma ce la fece e decise di iscriversi alla scuola alberghiera.
Io, però, cambiai mestiere e non saprei se, poi, si diplomò.
Comunque la dislessia è un problema ancora troppo sottovalutato.
Bene che se ne parli anche a teatro!
Ciao Claudia! Capisco le tue difficoltà, anche io durante le mie supplenze ho trovato alunni con queste problematiche. Ultimamente secondo me c'è stata più attenzione: ormai i vari disturbi dell'apprendimento sono classificati e ci sono specialisti appositi… Sono contenta anche io che se ne parli a teatro, comunque!
EliminaChe belle e interessanti informazioni che ci hai regalato. Grazie Silvia. Saluti belli.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Sempre contenta di esservi utile, buona giornata :-)
Elimina