Due romanzi di Cristina Caboni e Roberto Perrone
Cari lettori,
oggi, per la nostra rubrica “Letture… a tema”, forse – e dico forse, ahah – finisco di raccontarvi le mie letture di quest’estate, che, come avrete intuito, è stata piuttosto ricca.
Oggi restiamo, più o meno, in zona romance, con due letture piuttosto differenti tra loro. Il primo è il romanzo di un’autrice italiana molto conosciuta, una storia al femminile sospesa tra passato e presente che pone al centro della scena l’amore per i libri. Il secondo è una specie di sport romance scritto da un giornalista sportivo che purtroppo non c’è più.
Queste due letture hanno reso ancora più bello il mio soggiorno sotto l’ombrellone… e spero che piaceranno anche a voi!
La rilegatrice di storie perdute, di Cristina Caboni
Sofia ha trent’anni, vive a Roma e ultimamente ha perso la sua strada. Dopo tanti anni come studiosa di Storia dell’Arte ed una specializzazione in rilegatura, per troppo tempo si è rinchiusa in un matrimonio infelice. Ora Alberto, che si è rivelato un uomo inaffidabile e manipolatore, se n’è andato accusando Sofia di essere debole e dipendente da psicofarmaci.
Stanca di tutto, Sofia decide di ricominciare da se stessa: riprende a frequentare eventi culturali, torna a contatto con i suoi amati libri, scova una libreria antica gestita da un signore molto colto ma ormai un po’ troppo anziano per far fronte a tutte le incombenze. Proprio vedendo il proprietario in difficoltà, Sofia si propone come collaboratrice della libreria, e ben presto le viene affidata la rilegatura di un volume del noto autore tedesco Christian Fohr. L’uomo, considerato uno dei padri del Romanticismo, ha scritto un’importante trilogia, Discorso sulla natura, sull’uomo e sul suo pensiero, e quello affidato a Sofia è il primo volume.
La nostra protagonista è impaziente di cominciare e tira subito fuori tutta l’attrezzatura per rilegare, ma quando inizia a lavorare ha una grossa sorpresa: tra la copertina e l’intelaiatura del libro sono state cucite delle lettere in tedesco.
Si tratta della storia di Clarice Marianne Von Hammel, una ragazza nata tra ‘700 e ‘800 a Vienna e poi arrivata in Germania dopo aver perduto i suoi genitori ed essere stata affidata a dei parenti. Clarice sembra un alter ego di Sofia, anche se è vissuta in un’epoca diversa. Come la nostra protagonista, anche lei è una rilegatrice, ed ha imparato il mestiere in un momento in cui per le donne era vietatissimo praticare questo tipo di attività. Inoltre, proprio come Sofia, Clarice si è ritrovata incastrata in un matrimonio infelice con un uomo manipolatore.
Purtroppo per Sofia e la sua curiosità, il racconto di Clarice si interrompe proprio subito dopo un evento cruciale, e come nota a pie’ di pagina ci sono dei riferimenti agli altri due volumi della trilogia di Christian Fohr. Sofia ed il libraio, che ella ha coinvolto, hanno bisogno di ritrovare quei due preziosi libri, e nella prima edizione, per poter riportare alla luce la storia straordinaria di questa rilegatrice. Per questo motivo essi coinvolgono Tomaso, l’ultimo discendente di una famiglia di veri esperti di libri antichi. Si tratta di un uomo schivo e riservato, ma Sofia l’ha già incontrato in un’altra occasione ed è scattato un feeling immediato. Che sia lui l’uomo in grado di farle dimenticare il suo matrimonio deludente?
Di Cristina Caboni avevo già letto "Il sentiero dei profumi" e "La custode del miele e delle api" e li avevo apprezzati tanto. Mi piace il fatto che quest’autrice vada, di volta in volta, alla scoperta di un “mondo” diverso: l’apicoltura, la creazione dei profumi, le pietre preziose… mi ricorda una mia autrice del cuore, Sveva Casati Modignani.
Questa volta Cristina Caboni ci guida alla scoperta del mio amatissimo universo dei libri, e chi sono io per rifiutare questa offerta?
Ogni capitolo del romanzo inizia con una citazione tratta da qualche classico della letteratura, che funge da ispirazione per gli eventi che accadranno nelle pagine successive. Del tutto inventata è invece la figura di Christian Fohr, che però, a mio parere, incarna perfettamente il Romanticismo tedesco, quello forse più autentico (a mio parere, quello italiano, quello inglese e per certi versi anche francese hanno subito l’influsso di correnti letterarie contemporanee che li hanno un po’ “personalizzati”), passioni e sventure comprese. Anche questa volta l’autrice dimostra di essersi documentata bene su quello che poi andrà a raccontare, e se le altre due volte per me è stato istruttivo perché si trattava di qualcosa di nuovo, stavolta è stato in qualche modo rassicurante.
Si tratta di un romance, in parte historical ed in parte contemporary, ma c’è anche qualche tono di mistero, ed alcuni capitoli propriamente storici. Il mix di generi ed il confronto tra personaggio femminile del passato e del presente, per quanto siano tecniche narrative già utilizzate in altri romanzi (compresi altri della Caboni), rendono comunque il romanzo originale e piacevole.
Ho letto questo libro in estate, in un momento in cui sentivo di aver bisogno di leggere storie di donne che ripartivano da se stesse dopo aver dato fin troppo agli altri. L’estate – e la mia “ripartenza” - erano già a buon punto, ma la lettura è stata comunque, in qualche senso, confortante.
Sicuramente leggerò altro di Cristina Caboni!
Averti trovato ora, di Roberto Perrone
Il protagonista di questa storia è Marco De Grandis, un calciatore di Serie A che gioca in una delle due grandi squadre milanesi. Ha ventisette anni, quindi è passato il suo periodo da giovanissimo talento e si sta avvicinando una sorta di maturità professionale e personale.
Come tutti i suoi colleghi, Marco è immerso in una vita piena di lustrini, lussi eccessivi, inutili scandali. Qualche volta anch’egli si lascia trascinare, ma spesso gli capita di sentirsi leggermente diverso dagli altri: rimpiange di non aver studiato di più, colma con la lettura il vuoto che a volte avverte, il suo amico del cuore è uno degli elementi più estrosi ed egli spesso lo riporta alla ragione.
Una delle cose che Marco fa meno volentieri è partecipare agli eventi di beneficenza, perché gli sembra sempre che ci sia qualcosa di falso e di forzato e che lui debba recitare una parte. Inoltre, la sua introversione fa sempre capolino nel momento in cui gli chiedono di salire su qualche palcoscenico e fare un discorso. Il suo manager, però, insiste dicendo che si tratta di opportunità importanti per l’immagine pubblica, e così Marco si ritrova in un oratorio al di fuori del centro, per un evento effettivamente più informale di quelli a cui partecipa di solito.
È lì che conosce Anna, l’organizzatrice del pomeriggio. Quarantadue anni, sposata con figli, è una professoressa di Storia dell’Arte all’Università che nel tempo libero aiuta in oratorio. Marco intuisce subito che con Anna è scattato un feeling che ha poco a che vedere con l’amicizia, ma sa anche che la donna è sposata e che quelli come lui hanno fama di essere molto poco affidabili.
Sta per iniziare giugno, il mese di ferie dei calciatori, e tutti i colleghi di Marco hanno già prenotato viaggi da sogno. Il suo migliore amico, detto “L’inglese”, cerca da settimane di convincerlo ad andare con lui nelle Baleari per un mese di divertimento, ma Marco sa che non si divertirebbe affatto e tentenna. Per pura combinazione, il marito di Anna sta per partire per l’America per un viaggio di lavoro, ed anche i figli non ci saranno.
Il mese di giugno si rivela, per Marco ed Anna, l’inizio di un amore in cui nessuno avrebbe mai creduto, nemmeno loro. Tanto insolito quanto vero.
So che Roberto Perrone è stato un giornalista sportivo e quindi ho un po’ esitato ad accostarmi a questo romanzo, perché temevo di trovarmi di fronte a tanti tecnicismi sul calcio, che per me era e resta un mondo alieno. Se c’è qualcun altro come me, posso rassicurarvi: l’ambiente calcistico è raccontato con realismo – si vede che l’autore lo conosce bene – ma anche con semplicità, tra una riga e l’altra. Questo romanzo si conferma quel che avevo pensato: uno sport romance un po’ inusuale, scritto da qualcuno al di fuori dell’ambiente “rosa”, ma proprio per questo originale ed interessante.
È una storia scritta davvero bene: ho fotografato diverse citazioni. Ve ne lascio un paio che mi hanno davvero colpito:
“Fu inevitabile. Fu come se tutto quello che lei non voleva succedesse e che io non immaginavo neanche cosa fosse, si manifestasse al di là di quello che eravamo, di quello che volevamo, di quello che cercavamo.”
“Accadde ciò che non avrei mai immaginato di vivere, qualcosa che andava ben oltre la mia soglia di comprensione. Un’esistenza nell’attesa, di un’altra persona. Mai, fino ad allora, mi ero sentito così dipendente da un essere umano, uomo, donna che fosse. […] Invece ora, ogni momento della giornata aveva senso solo perché pensavo a lei. Quanto si può pensare a una persona? Ogni secondo, ogni minuto? A me pareva che non ci fosse spazio per nient’altro. Mi sentivo annichilito.”
Oltre alle belle parole d’amore, mi è piaciuto anche il fatto che questa sia sostanzialmente la storia di un ragazzo che si è “adagiato” sugli allori di una vita da calciatore ricco e famoso ma non si è mai sentito davvero a suo agio… e che, grazie ad una persona imperfetta come lui, inizia a dare spazio a quel che conta davvero.
Consigliato!
Cosa ne pensate? Conoscete questi autori?
Avete letto questi libri? Vi sono piaciuti?
Fatemi sapere che ne pensate!
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