lunedì 23 dicembre 2024

LO SCHIACCIANOCI - CHRISTMAS COUNTDOWN 2024 #5

 Un bellissimo spettacolo natalizio con il Centre du Ballet



...mancano due giorni a Natale!



Cari lettori,

siamo arrivati all’ultimo appuntamento con il nostro conteggio prenatalizio, e… potevano forse mancare i “Consigli per gli amanti della danza”?


Chi mi legge abitualmente forse ricorderà che in primavera il cinema teatro Agorà di Cernusco – dove io stessa mi esibisco ogni anno con la mia scuola di danza – ha ospitato la versione della compagnia Centre Du Ballet de Il lago dei cigni. Sono andata a vedere lo spettacolo proprio con le mie compagne e ve ne ho parlato in questo post.


Quando in autunno abbiamo saputo che il Centre Du Ballet sarebbe tornato da noi proprio sotto Natale e per Lo Schiaccianoci, beh… non abbiamo avuto dubbi e ci siamo nuovamente riorganizzate!


Lo Schiaccianoci è ormai più che un classico: con internet e la cultura di massa è ormai diventato a tutti gli effetti un simbolo del periodo natalizio. La storia fiabesca, i personaggi, le atmosfere hanno contribuito a rendere questa storia popolarissima e molto amata.


Penso che ogni amante della danza rivolga un pensiero a quest’opera quando arriva la stagione natalizia. Personalmente l’ho visto circa cinque anni fa al Teatro San Babila di Milano con la mia amica Luana – ve ne avevo parlato qui – e poi ne ho vista una, se non due versioni in tv su Rai 5 quando trasmettono il balletto.


Ogni volta, però, mi ritrovo a vivere le stesse bellissime emozioni…



La storia raccontata



Tutto ha inizio la notte della Vigilia di Natale, in una bella villa di una gelida località europea, mentre fuori l’Albero è innevato ed è già calato il buio.


La famiglia della piccola Clara ospita parenti ed amici per una bella festa natalizia: mentre gli adulti danzano, i bambini giocano. L’ospite d’onore è lo zio di Clara, viaggiatore ed esperto in giochi di magia, che ha portato tante meraviglie che incantano i bambini. Per Clara, la prediletta, c’è in dono uno Schiaccianoci a forma di soldatino, che ella adora all’istante. Purtroppo il fratello minore, geloso delle attenzioni che lo zio riserva alla sorella, finisce per rompere il gioco. Lo zio lo sistema alla bell’e meglio, promettendo a Clara che l’indomani sarà perfettamente riparato. Clara, esausta dopo aver giocato e pianto, si addormenta.


Mentre dorme, una visione spaventosa le appare: tanti topolini, guidati dal terribile Re dei Topi, sono entrati a casa sua per rubare il formaggio. All’improvviso però lo Schiaccianoci, diventato un bellissimo Principe, appare e, insieme alla sua corte di soldatini, scaccia il Re dei Topi, che viene sconfitto definitivamente dal lancio della scarpa di Clara.


Il Principe e Clara, innamorati l’uno dall’altro, fuggono dal castello e si ritrovano persi in una tormenta di neve. Saranno i fiocchi stessi a condurli alla corte della Fata Confetto.


Lì essi conoscono altre coppie provenienti da tutto il mondo, che prima mostrano loro delle danze dei loro paesi d’origine, poi si muovono all’unisono nello splendido valzer dei fiori. Anche la Fata e la nuova coppia si esibiscono.


La favola dura solo una notte: quando Clara si risveglia, il Principe è scomparso! È la mattina di Natale, ed al suo posto c’è solo uno Schiaccianoci riparato…



Scenografie, costumi, passi



La scenografia che fa da sfondo allo Schiaccianoci è tradizionalmente la stessa: o un grande albero di Natale addobbato in salotto con la notte invernale che si vede fuori dalla finestra, o dei grandi vetri a tutta parete con l’albero innevato in esterni. Il Centre Du Ballet sceglie questa seconda soluzione.


Anche i costumi sono quelli della tradizione, dagli ospiti della Vigilia vestiti a festa a Clara che passa dalla sua camicia da notte di bambina al tutù elegante, dai cortigiani della fata in abiti etnici ai topi con le loro maschere un po’ inquietanti.


Ho già visto, come dicevo, uno spettacolo di questa compagnia e sono rimasta molto colpita dalla loro capacità di gestire la coreografia sul palco. Conosco molto bene le dimensioni che si hanno a disposizione, e so quanto lavoro ci sta dietro se – anche solo da amatoriali – si decide di non fare la scelta più (relativamente, eh) semplice, ovvero fare dei passi tecnicamente complicati restando ognuno nel proprio “quadratino” di spazio, ma si decide di onorare il fatto che la danza sia movimento. Diagonali, incroci, cerchi multipli, continui cambi di posizione: quando la larghezza è limitata e la profondità è discreta ma non esagerata, può essere davvero difficile, soprattutto se lo si fa da professionisti e non si può scendere al di sotto di certi standard di precisione.


Penso in particolare alle due danze di gruppo più rappresentative, quella dei fiocchi di neve ed il valzer dei fiori: vi basterà una rapida ricerca su internet per rendervi conto che sono coreografie pensate per un palco quasi quadrato, con quattro o cinque file ben distanziate tra loro. Quando hai la metà di questo spazio e riesci comunque a dare un’impressione di naturalezza e fluidità nei movimenti, il talento è davvero grande…



Il significato dell’opera


La storia è una bellissima fiaba di Natale, ormai, come dicevamo, molto popolare. In questo periodo dell’anno, però, sono certa che, se siete appassionati di danza, qualcuno vi avrà accennato al fatto che questo balletto ha anche un “lato oscuro”.

Ecco, io penso che il lato drammatico di questa storia la renda, in un certo senso, ancora più preziosa. Lo Schiaccianoci è la storia di una famiglia felice, di un’armonia natalizia che attraverso i sogni di una bambina (quasi ragazza) diventa una favola.


Il compositore Tchaikovsky, però, ha perduto presto questo suo tesoro familiare. Terzo figlio di sette tra fratelli e sorelle, ha una prima, grande esperienza di dolore in gioventù: perde presto la madre in seguito ad un’epidemia di colera, e il padre, che si è sentito male al funerale ed ha seriamente rischiato di seguire la moglie, non è più lo stesso, una volta rimasto vedovo. In più, la sua omosessualità gli farà sempre percepire la famiglia come qualcosa di “non destinato a lui”, nonostante il matrimonio di facciata con una donna illuminata che egli stima molto.


Lo Schiaccianoci è di fatto un omaggio all’infanzia della sorella a cui era più legato, la cui salute, al momento della composizione, era irrimediabilmente compromessa. La donna che egli si prepara a lasciare è ritratta nelle vesti spensierate della piccola Clara, e non è difficile immaginare il compositore, tornato bambino, nel ruolo di un fratello dispettoso. Per dirla tutta, non credo nemmeno che sia corretto parlare di “lato oscuro”, lasciando intendere scandali o comunque lati non proprio piacevoli dell’opera. È semplicemente un fatto, per quanto non ci piaccia ammetterlo: l’arte, anche la più bella e gioiosa, può nascere da un grande dolore. Anzi, a volte nasce proprio per salvarci dal dolore.



Si è parlato molto anche delle contaminazioni recenti tra Lo Schiaccianoci e il mondo dei giocattoli (chi di noi fanciulle millennial non ricorda “Barbie Schiaccianoci”?) o quello della Disney (il film Fantasia, la favola del soldato e della ballerina… )


Personalmente, Clara, in un certo senso, mi ha sempre ricordato Wendy, l’eroina di Peter Pan. Non è più una bambina piccola, ma non è nemmeno una ragazza: i suoi sogni iniziano ad essere più grandi di quelli dei suoi fratellini, ma il suo modo di vedere la vita è ancora pieno di gioia e fantasia. La sua avventura insieme al Principe Schiaccianoci è esattamente come la fuga nell’Isola che non c’è insieme a Peter Pan: le consente sia di essere protagonista di una favola che di compiere un percorso di formazione.



Lo Schiaccianoci” per me


Quando sono andata a vedere Il lago dei cigni, ho ripensato a quando io e il mio gruppo ci eravamo esibiti in un medley proprio su queste musiche, nel lontano 2009, ed io avevo interpretato il ruolo del giullare di corte, e poi la danza russa.


Più complicato è definire Lo Schiaccianoci. Ne ho parlato con qualche mia amica in questo periodo: in effetti, in tutti questi anni non c’è mai stata una volta in cui il “tema”, lo speciale che se riusciamo inseriamo alla fine del primo tempo, sia stato proprio questo balletto. Il motivo, in realtà, è piuttosto banale: ci esibiamo solo una volta l’anno – fatta eccezione per qualche occasione sparsa - in giugno. Forse non è la migliore idea allestire un albero di Natale sul palco quando fuori si suda già, no? Aspetto di essere smentita dal mio futuro da ballerina, ma credo che ci siano poche probabilità.


Eppure Lo Schiaccianoci ha questa incredibile peculiarità: riesce ad essere da un lato il più natalizio e stagionale dei balletti, e dall’altro il più trasversale, se si “prendono” le musiche singolarmente. Infatti, per quanto non sia mai stata protagonista di un medley tutto suo, quest’opera è stata presente più volte nei nostri spettacoli.


Penso alla danza dei fiocchi di neve, utilizzata per rappresentare l’inverno in uno speciale sulle quattro stagioni. Penso al valzer dei fiori, che le nostre piccole hanno interpretato con tanto di coroncine.


Penso alle versioni “dance” della variazione della Fata Confetto, una delle quali è stata utilizzata dalle mie compagne di classico un anno e mezzo fa (per chi non lo sa: io frequento il corso di moderno, ma ho l’opportunità di fare periodicamente qualcosa di classica perché noi appartenenti ai due corsi delle adulte ci consideriamo un’unica “grande famiglia” ed ogni anno danziamo insieme almeno per un pezzo).


Penso anche solo semplicemente alla tradizione delle danze “dal mondo”, che ha fatto scuola ovunque. Anche senza utilizzare le musiche tratte dal balletto, io stessa lo scorso giugno ho fatto un duetto con il costume da araba perché era un tipo di variazione, tra quelle canoniche, che non avevo ancora mai fatto. Ciò che è stato creato da Tchaikowsky si è pian piano codificato, è diventato qualcosa da imitare.





Ringrazio ancora tantissimo il Centre Du Ballet per aver portato la danza “a casa nostra” ed averci fatto sentire vicini al Natale con quest’opera così bella!

Fatemi sapere se anche voi avete visto questo balletto, quando e dove, e se vi è piaciuto.


Come dicevamo, con oggi terminiamo il nostro percorso prenatalizio… ma i post a tema non si fermano!

Dopo Natale, se tutto va come penso, avremo, nell’ordine: il recap delle migliori letture del 2024, i preferiti di dicembre (con qualche foto natalizia), i buoni propositi per il 2025 e un paio di letture “dell’Epifania”, per concludere al meglio le feste.


Nel frattempo vi auguro di trascorrere delle giornate speciali con i vostri cari, di essere sereni e di ricaricare le pile.


Buon Natale a tutti voi!



Silvia


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