Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori,
come state? Come vanno questi giorni post natalizi?
Stento a crederci anche io, ma siamo al penultimo giorno di questo 2024, il che significa non solo che oggi parliamo insieme dei “Preferiti del mese” e di questo dicembre, ma anche che l’anno solare – e di blogging – si conclude!
Questo è ogni anno un periodo di passaggio, tra una festa e un’altra, e forse si prende piena coscienza del nuovo capitolo una volta passati i vari festeggiamenti. Ma nel frattempo riepiloghiamo insieme il dicembre che si è appena concluso, dai libri ai film, dalla musica alla poesia alle foto delle vacanze!
Il libro del mese
Pedra Delicado e Firmìn Garzòn sono una coppia inossidabile – per quanto litigiosa – della polizia di Barcellona. Lei ha un carattere difficile e riservato, ma sa anche essere aperta mentalmente, acuta e sensibile. Lui è più affabile e di compagnia, ma anche tradizionalista e poco disponibile ad accogliere il nuovo. I due sono così complementari che nessuno prova nemmeno a separarli, anche se gli scontri – dal più banale punzecchiamento alla vera e propria discussione – sono all’ordine del giorno.
Essi hanno affrontato già alcuni casi piuttosto spinosi, ma ancora non sanno che quello che li attende si rivelerà un banco di prova.
Un po’ loro malgrado – soprattutto Firmìn – si ritrovano nel mondo dei food truck, ovvero di quelle persone che si guadagnano da vivere con un ristorante itinerante, composto da un camioncino e qualche tavolo e panca da montare di volta in volta in un luogo diverso, quasi sempre a tema.
Bob Castillo è uno di loro: dopo alcuni anni poco soddisfacenti dal punto di vista professionale, egli ha trovato un socio che desiderava reinventarsi tanto quanto lui, fuggito dalla Francia, ed insieme essi hanno messo su un’attività che coniugasse la tradizione spagnola a quella francese. Purtroppo, però, il suo socio è stato assassinato in circostanze davvero misteriose: è stato accoltellato mentre dormiva proprio dentro il food truck. È vero che la porta era aperta, ma non c’era niente di valore, se non il furgone stesso – a cui la vittima stava facendo la guardia -, ed il furto di un vecchio mezzo non avrebbe giustificato un tale assassinio a sangue freddo.
Escludendo la pista della criminalità ordinaria, non resta che scavare nel passato dell’uomo, il che si rivela piuttosto complicato. La vittima, infatti, era fuggita in Spagna per cambiare vita dopo anni burrascosi trascorsi in brutti giri di droga.
Indagando tra gli altri proprietari di food truck, Pedra e Firmìn scoprono che una donna si era presentata sulla piazza più volte e che tanti l’avevano scambiata per una vecchia fiamma della vittima. Da colleghi di altri dipartimenti Pedra scopre invece che la donna, Martine, è una boss francese dello spaccio, cercata da tutte le squadre narcotici d’Europa.
A questo punto, gli inquirenti iniziano a sospettare anche di Bob, che si è sempre professato innocente ed è caduto dal pero nello scoprire il passato del suo socio, ma forse non è così ignaro come sembra. I nostri protagonisti scoprono che anche alcuni negozi e bar della zona sono coinvolti in traffici poco leciti… con buona pace di Firmìn, che avrebbe condannato in blocco tutti i proprietari di food truck, da lui ritenuti troppo stravaganti rispetto agli “onesti commercianti” che possiedono delle mura entro le quali esercitare le loro attività.
Se Firmìn deve rivedere le sue convinzioni sul lavoro, Pedra si vede pian piano sempre più alienata dalla sua famiglia. Dopo due divorzi – uno piuttosto burrascoso da un avvocato importante ed un secondo da un uomo più giovane, finito “in amicizia” - ella sembrava aver trovato la pace con il suo terzo marito, Marcos, un architetto che a sua volta si porta dietro un passato ingombrante: due adolescenti avuti dalla prima moglie ed una bambina molto matura avuta dalla seconda.
A dispetto delle esperienze e degli errori che già si conoscono e si cerca di non ripetere, si crea lo stesso una crepa tra Pedra e Marcos: il desiderio di lui di lasciare Barcellona e di trasferirsi in campagna è incompatibile con l’amore per la vita metropolitana di lei. Una questione forse più grave del previsto…
Non è la prima volta che incontro Pedra Delicado. L’ho conosciuta con i vari racconti inclusi nelle raccolte Sellerio (in questo periodo, per esempio, potreste leggere Natale in giallo, Capodanno in giallo, etc) e poi ho letto Nido vuoto (trovate la recensione qui), che è proprio il romanzo che racconta l’incontro inusuale – seguito da matrimonio lampo – tra Pedra e Marcos.
Quello che mi ha colpito di più di questo romanzo è il fatto che l’indagine sembri abbastanza ordinaria, ma, come una matrioska, ogni mistero ne contiene un altro. La soluzione sfugge, esattamente come la donna che i nostri protagonisti inseguono per circa metà libro.
Pedra è una protagonista originalissima, dolce e dura al tempo stesso, moderna e femminista ma “a modo suo”, solitaria e desiderosa comunque di compagnia. Proprio quella persona che potrebbe essere definita una “cattiva madre di famiglia” da qualche ottuso e invece, pensate un po’, è pure un’ottima matrigna, in barba alle favole. È stata interpretata benissimo sul piccolo schermo da Paola Cortellesi, in una fiction che ha proposto una versione italiana della storia, ambientata a Genova anziché a Barcellona. Nella fiction, Firmìn Garzòn diventa Antonio Monte, interpretato dal bravo Andrea Pennacchi, che è riuscito a rendere sia la bonarietà che la fragilità di questo personaggio.
La donna che fugge è uno di quei romanzi ambientati nel post-pandemia, circostanza che mi lascia sempre stupefatta, poiché, quando ripenso a quattro Natali fa, ancora non mi sembra vero che ce lo siamo lasciato alle spalle. Eppure le occasioni sociali sono tornate in auge, nella vita come nel romanzo, che racconta l’ambiente delle fiere e dello street food.
Leggere per saperne di più…
Il film del mese
Italia, 1959. Al largo delle Cinque Terre c’è la temutissima “Isola dei mostri”, che tutti i pescatori evitano come la peste.
I mostri marini… esistono, ma non sono come gli umani se li immaginano: sono molto simili alle persone comuni, fanno lavori semplici (e sottomarini) e si organizzano in famiglie. Luca Paguro, ad esempio, è un preadolescente timido e gentile, che fa il “pastore” di pesci, portando al pascolo per il mare pesciolini chiamati Monna Lisa o Giuseppe, ed alla fine della giornata torna dai suoi genitori e da sua nonna. Se sua madre e suo padre non fanno che avvertirlo dei pericoli che si celano nel mondo di superficie, la nonna, ogni tanto, accenna alla possibilità che salire tra gli umani non sia poi tanto male.
Un giorno, per caso, mentre cerca di collezionare reperti umani caduti in mare, Luca incontra Alberto Scorfano, un altro mostriciattolo della sua età che vive sull’Isola dei Mostri… e per risalire in superficie assume una forma umana. Con sua grande sorpresa, anche Luca scopre di potersi trasformare non appena esce dall’acqua, e di poter camminare e giocare insieme al suo nuovo amico.
Alberto, nella sua casa in una torre abbandonata, sta provando a costruire con mezzi propri una Vespa. Luca se ne innamora e prova ad aiutare l’amico, ma ogni sforzo è vano. Ci sarebbe una possibilità: trovare una Vespa nella città di fronte, che però è ovviamente abitata da tanti pericolosissimi umani.
Luca tentenna, ma alla fine accetta di seguire Alberto. Appena arrivati in città, i due mostri scoprono un mondo nuovo e fanno amicizia con Giulia Marcovaldo, una bimba del luogo, ma si scontrano anche con il bulletto locale, che ovviamente ha una Vespa. Batterlo in una gara di Triathlon che si terrà da lì a poco potrebbe voler dire potersi comprare il mezzo dei propri sogni…
Luca e Alberto decidono di formare una squadra con Giulia, ed il padre della bambina li ospita mentre essi si preparano alla gara. Luca, però, ogni giorno che passa si sente sempre meno mostro e sempre più umano…
Quando ho visto sul catalogo di Disney Plus una pellicola ambientata in Liguria, che è la mia terra del cuore e la mia seconda casa, non ho potuto fare a meno di incuriosirmi, e devo dirvi che questo gioiellino d’animazione mi è piaciuto davvero tanto.
La Liguria anni ‘50 è omaggiata pienamente, tra musiche della tradizione italiana, poster di film neorealisti, un’atmosfera forse non proprio fiabesca ma comunque appartenenti ad un’Italia che ormai non c’è più, ed ovviamente le immancabili trenette al pesto.
La storia inizialmente ricorda una Sirenetta al maschile, considerato che stiamo parlando di una creatura marina che colleziona reperti umani e vorrebbe andare in superficie anche se la famiglia non è d’accordo. Poi, però, l’incontro con Alberto Scorfano ci trasporta in tutt’altra vicenda.
È una storia di amicizia e di coraggio, sulla capacità di cambiare affrontando le proprie paure e, allo stesso tempo, di accettare tutte le parti di sé, anche quelle che piacciono meno.
Inaspettatamente mi sono emozionata tanto, ed in alcuni momenti ho proprio riso. Consigliato per le feste e per tutta la famiglia!
La musica del mese
Concludiamo anche il percorso del 2024 dedicato alle musiche che abbiamo utilizzato a scuola di danza per i nostri spettacoli!
Dicembre è un mese piuttosto variabile: per molti anni lo abbiamo utilizzato per proseguire il lavoro di studio e perfezionamento fatto in autunno, per poi iniziare ufficialmente con le coreografie dello spettacolo a gennaio. Ma da quando c’è stato il Covid e la scuola si è rimpicciolita, abbiamo bisogno di un po’ più tempo per fare coreografie e riempire la serata come vorremmo. E quindi già ai primi di dicembre abbiamo iniziato a fare qualcosa… ma niente spoiler, per ora!
Non ho musiche dicembrine o natalizie da proporvi perché, a parte qualche occasione isolata in cui ci siamo unite a manifestazioni/concorsi (e comunque con pezzi che poi avremmo portato al saggio), i nostri spettacoli sono stati sempre in giugno. Non esattamente il momento migliore per sfoderare Jingle Bells o dintorni… però, spulciando qua e là, ho visto che due miei vecchi costumi sono effettivamente un po’ natalizi.
Per chi ama la tradizione del Natale, con il rosso e i fiocchi: dieci anni fa, nel 2014, io e una mia compagna abbiamo scelto questo look per un duetto dal titolo Just a beat. Purtroppo non conosciamo il “vero” titolo di questa canzone, che era registrata su un vecchio cd della mia insegnante, e non riesco a lasciarvi il link. Per darvi un’idea, è una base strumentale per danza contemporanea.
Per chi invece pensa ormai al Capodanno, tra oro e lustrini: questo è un abito che abbiamo realizzato nel 2016 per una coreografia sulle note della canzone Black and gold (che potete ascoltare qui), e ci è sembrata una buona idea abbinare le scarpe da ballo con il tacchetto.
Nel 2018, in occasione dei 40 anni della nostra scuola, abbiamo tirato fuori nuovamente questo abito per creare un medley tra Black and gold e altre due nostre coreografie: Sing sing sing (qui) e New York New York (a questo link).
Un bel mix dall’atmosfera Broadway che secondo me si intona anche con il Capodanno!
La poesia del mese
L’anno è terminato, ma ci sono ancora tante pagine da scrivere. Ho pensato di lasciarvi un po’ di ottimismo e coraggio con questa poesia di Mariangela Gualtieri tratta dalla sua raccolta di quest’anno Ruvido umano.
Prendevo il mondo
dentro me. Lo pettinavo.
Gli dicevo pianino
stai buono. Sii paziente
con noi. Miglioreremo
siamo qui da poco.
Ancora non capiamo
e ci agitiamo troppo.
Ancora guerreggiamo.
Le foto del mese
Il mese di dicembre è iniziato con un weekend a cavallo tra i due mesi, e un po’ last minute sono riuscita a trascorrerlo al mio mare, a Varazze (non troppo distante dai luoghi di Luca, per l’appunto), con la mia famiglia. Ci sono state giornate spettacolari che, più che all’arrivo dell’autunno, ci hanno fatto pensare alla primavera!
L’accensione ufficiale degli addobbi era prevista per il weekend successivo, quello dell’Immacolata, però, quando è calato il buio, abbiamo comunque potuto vedere qualche installazione luminosa!
Non solo Varazze: visto che il tempo era piacevole, abbiamo visitato anche Genova! Abbiamo girato tra i vicoli, mangiato in un ristorante che ci è molto piaciuto e visto la mostra di Berthe Morisot a Palazzo Ducale… ve ne parlerò in gennaio!
Domenica 15 mi sono unita al gruppo della mia scuola di danza per una pomeridiana dello Schiaccianoci. È stato bellissimo vedere questo balletto prenatalizio tutte insieme, nel nostro “solito” teatro! Ve ne parlo meglio a questo link. Questa è una foto del mio look, sui toni del rosa e del rosso, con un tocco di glitter.
Per motivi logistici degli invitati, quest'anno i festeggiamenti della Vigilia si sono spostati sulla sera del 23. Da bravi lombardi, non sentendoci troppo sicuri sul tradizionale menù di pesce, siamo rimasti nella comfort zone con un piatto del cuore: brasato e polenta, e poi panettone all'albicocca. Però siamo stati tutti soddisfatti, abbiamo riso tanto e tirato anche piuttosto tardi...
Anche il giorno di Natale siamo rimasti sul classico con una lunga serie di antipasti (in foto), il cotechino con lenticchie come piatto principale e due ottimi dolci: un panettone con marrons glacés, noci e cioccolato, e poi fichi e datteri ripieni di mascarpone e frutta secca.
E così si conclude anche il 2024! Un anno bello intenso, ma vi racconterò meglio giovedì quando vedremo insieme i buoni propositi per l'anno nuovo.
Ho programmato questo post un paio di giorni fa, e se tutto è andato come spero vi sto salutando da Varazze, dove sono tornata per passare i giorni di Capodanno.
Vi auguro un 2025 ricco e sereno... e migliore del 2024, se quest'anno non tutto è andato come sognavate.
Grazie per la lettura... ci rileggiamo l'anno prossimo! :-)
Ciao Silvia, "Luca" mi incuriosisce molto, so che lo hanno dato in tv qualche giorno fa, ma me lo sono perso... conto comunque di recuperarlo ;-) Buone vacanze e buon anno :-)
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