giovedì 28 luglio 2022

I PREFERITI DI LUGLIO 2022

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese




Cari lettori,

eccoci arrivati al termine del mese di luglio!

Per me queste settimane sono state caratterizzate dal riposo e dal divertimento. Dopo un maggio ed un giugno super carichi di impegni e di doveri, il mio corpo e soprattutto la mia testa ci hanno messo un po’ a capire che non dovevo più correre da varie parti come una trottola, ma giorno dopo giorno è subentrato il relax. Non mi sembra vero che questo mese mi stia già scivolando tra le dita!

Nel frattempo, come al solito, vediamo insieme tutto quello che mi è piaciuto in queste settimane, dai libri ai film, dalla musica alla poesia fino ad arrivare a qualche foto delle mie vacanze!



Il libro del mese


Questo mese vi propongo un retelling mitologico, un genere che mi piace molto, ma del quale purtroppo non leggo quanto vorrei, perché, se alcune proposte mi sembrano serie ed interessanti, altre, a volte, mi paiono un pochino troppo leggere o libere.


L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre di Marilù Oliva è sicuramente un ottimo esempio di come un grande classico possa essere riproposto fedelmente, in prosa invece che in poesia, e da un altro punto di vista.


L’autrice è nota sia per la sua serie gialla/thriller che ha per protagonista la giovane ispettrice Micol Medici (della quale vi avevo parlato in questo post) che per le sue pagine social, sulle quali sostiene diverse campagne femministe.



La sua versione dell’Odissea non poteva che essere raccontata dal punto di vista di tutte le protagoniste femminili del lungo poema, senza le quali il valoroso eroe Odisseo non sarebbe mai riuscito a ritornare nella sua amatissima Itaca.

Ognuna di esse occupa un capitolo più o meno lungo, come il quadro (grande o piccolo) di una galleria.


La prima a parlare è Calipso, paladina dell’amore non ricambiato, la ninfa immortale che ha salvato Odisseo dalla tempesta che lo ha colto dopo che lui ed i suoi compagni hanno mangiato le vacche sacre al Dio Sole. Quello che per l’eroe è il rifugio per la sua salvezza (l’isola di Ogigia) si trasforma ben presto in una prigione, giacché Calipso si rifiuta di farlo partire ed insiste nell’offrirgli l’immortalità ed una vita a due. Il capitolo che la riguarda pone l’accento sulle sofferenze della dea, che ormai ha capito che non c’è alcun modo di persuadere l’uomo amato a restare, ma anche sull’aiuto effettivo che ella gli dona, prima salvandogli la vita, poi fornendo il necessario per costruire una zattera.


L’intermezzo divino è affidato ad Atena, che sotto le mentite spoglie di Mentore, anziano saggio, va a controllare che la situazione ad Itaca non sia brutta come teme. Purtroppo, trovando il palazzo saccheggiato dai Proci, ella è costretta a spronare Telemaco, unico figlio di Odisseo, ed a convincerlo non solo a prendersi le sue responsabilità di adulto, ma anche a cercare notizie del padre viaggiando per mare.


Dopo aver lasciato Calipso, Odisseo fa naufragio di nuovo e viene trovato dai Feaci ed in particolare dalla principessa Nausicaa, sotto i cui occhi si trasforma: da relitto umano coperto di pesci ed alghe ad uomo bello e valoroso, in grado di far sognare persino una fanciulla reale come lei.


La narrazione delle molteplici peripezie di Odisseo viene affidata a Circe, scaltra maga che odia gli uomini e viene sconfitta soltanto dal furbo eroe, ed alle Sirene, che tentano inutilmente di assalire la nave.


Il ritorno in patria è narrato in un primo tempo da Euriclea, la nutrice che ha cresciuto Odisseo, la quale si meraviglia dell’arrivo a Itaca di un misterioso vecchio mendicante, che però crea turbamento nel fedele porcaro Eumeo, commozione in Telemaco ed un ultimo atto di vitalità al povero cane Argo.


L’ultima parte della storia non poteva che essere raccontata da Penelope, la moglie fedele di Odisseo, astuta quanto lui, che ha resistito con molti stratagemmi per non soccombere alle pretese dei Proci.



Leggendo questo romanzo non ho potuto fare a meno di ripensare a Odyssey di Bob Wilson, lo spettacolo teatrale che è stato oggetto della mia Tesi di Laurea Magistrale (ve ne parlo meglio qui). Wilson aveva fatto, secondo me, delle scelte di casting interessanti per quanto riguarda i personaggi femminili, e mi è sembrato di notare delle assonanze con questo romanzo. Penelope, Calipso e Circe sono state infatti interpretate dalla medesima attrice: tre donne adulte, innamorate di Odisseo anche se in maniere molto diverse, con grandi doti intellettive e una certa sicurezza data dall’età ormai matura (o dall’immortalità…). Nausicaa, invece, è stata interpretata da una giovane attrice, ed è in tutto e per tutto una ragazza che si sta affacciando alla vita, sia nel poema che nello spettacolo che in questo romanzo.

Un’interprete più matura, invece, ha rivestito il duplice ruolo di Euriclea e di Arete, la madre di Nausicaa, che nello spettacolo è molto critica nei confronti di Odisseo, nel romanzo, invece, è più bendisposta.


Per il resto, si tratta di un retelling molto fedele ed accurato, con molti riferimenti agli studi classici dell’autrice. Sicuramente non è il tipo di ri-narrazione mitologica che negli ultimi anni va tanto di moda (del tipo Alternate Universe, chiave contemporanea ecc): mi piacerebbe accostarmi anche a qualcosa del genere, più per curiosità che per altro, ma ammetto che devo ancora trovare qualcosa che mi ispiri davvero.

Il romanzo di Marilù Oliva è invece un retelling dei più classici, un “ritorno a casa” per chi ama la materia mitologica, un’utile lettura per i ragazzi che stanno studiando i poemi omerici a scuola. La scrittura dell’autrice è sempre scorrevole e rende questo romanzo fruibile a varie età.


Consigliato per ripercorrere ancora una volta l’emozionante viaggio di Odisseo!



Il film del mese


Come a giugno, nemmeno questo luglio sono andata al cinema, ed ammetto che l’arrivo delle vacanze e la routine marittima mi hanno tenuto poco anche davanti alla tv (meglio così durante la bella stagione, no?).


Così ho pensato di parlarvi di un film molto strano, ma interessante, che ho trovato una delle prime sere di vacanza sul catalogo di RaiPlay, Charlie Countryman deve morire.


Protagonista di questa storia è un ragazzo tra i venticinque ed i trenta, Charlie (interpretato da Shia LaBeouf) che vive a Chicago e non sa bene che cosa fare della sua vita: il lavoro è passato in secondo piano da quando la madre è malata. La donna è tutta la sua famiglia: il padre non è mai esistito per lui e non è in grande confidenza con il patrigno. Purtroppo la malattia irreversibile della madre porta presto alla sua morte. Proprio mentre Charlie è lì, nel corridoio dell’ospedale, più solo e perso che mai, lo spirito della madre, uguale a com’era quando era in vita, gli viene a fare visita. Ella lo rimprovera di non aver ereditato niente del suo carattere esuberante e gli consiglia di fare un viaggio in Europa e di partire per “un’avventura”, partendo da Bucarest.


Charlie decide di obbedire a quello strano consiglio e parte. Sull’aereo, egli incontra un simpatico uomo di mezza età, romeno, che sta tornando a casa. I due ridono e bevono champagne tutta la sera, ma, all’alba, Charlie si rende conto che il cuore dell’uomo, forse già debole, non ha retto.


Non potendo credere alla sua sfortuna, Charlie sbarca a Bucarest ed incontra la figlia del defunto, Gabi (Evan Rachel Wood), per farle le condoglianze e spiegarle la situazione. Tra i due è amore a prima vista… ma i guai non sono finiti.


Gabi è violoncellista nell’orchestra di Bucarest, è una ragazza raffinata ed intelligente, eppure, inspiegabilmente, è ancora sposata a Nigel (Mads Mikkelsen), un uomo decisamente più vecchio e molto pericoloso, a capo di una banda di delinquenti. Gabi ha da tempo capito il suo errore e vorrebbe divorziare, ma il suo ex marito le dà il tormento ed è geloso di chiunque le giri intorno.


Il povero Charlie entra subito nel mirino di Nigel e dei suoi scagnozzi, ma capisce di essere davvero innamorato di Gabi e di volerla salvare. La chiave per ottenere il divorzio potrebbe risiedere in qualcosa che gli aveva detto il padre sull’aereo a proposito di una videocassetta nascosta…



Ho visto Charlie Countryman deve morire più per la curiosità nei confronti del cast (nel quale figura anche Rupert Grint, conosciuto da tutti come Ron Weasley, in un ruolo davvero tragicomico) che per la trama in sé. Ho visto che la critica non è stata molto generosa, ma mi sento di spezzare una lancia a favore di questo film.


Innanzitutto il mix di generi (un po’ di commedia romantica, un po’ di azione, un po’ di realismo magico) la rende una pellicola davvero originale. Lo si potrebbe considerare una sorta di film “di formazione”, in quanto al centro della storia c’è un giovane protagonista spiantato che, un errore dopo l’altro, trova la sua strada.


Inoltre la pellicola propone, anche se talvolta in modo un po’ semplice, delle tematiche affascinanti: l’amore per l’arte e la musica che salvano la vita, il superamento del lutto, l’incontro tra due anime affini… e devo dire che, in questo senso, ci sono dei colpi di scena niente male.


Americanate? Quante ne volete. Ogni volta che lo sfortunato Charlie viene preso a cazzotti scappa più da ridere che da piangere? Senz’altro. Qualche scena evitabile? Direi.


Però, per quanto si tratti di un film strano, io non lo boccerei affatto, anzi, ve lo lascio qui per sapere che cosa ne pensate!



La musica del mese


Considerato il caldo fuori norma che ha imperversato per praticamente tutto il mese (ahinoi), ho pensato che la parola chiave per la musica del mese potesse essere Sole.



Per quanto riguarda la musica classica, questo luglio puntiamo su Chopin, con il suo studio n°8 tratto dall’opera n°10, intitolato appunto Sunshine. Trovate un’esibizione al pianoforte a questo link.



Parlando di musica leggera, invece, la scelta è quasi obbligata: chi non conosce la celeberrima Canzone del sole di Lucio Battisti? La trovate qui.


Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi

le tue calzette rosse

e l’innocenza sulle gote tue

due arance ancor più rosse

e la cantina buia dove noi

respiravamo piano

e le tue corse, e l’eco dei tuoi no, oh no,

mi stai facendo paura


Dove sei stata, cos’hai fatto mai?

Una donna, donna, dimmi

cosa vuol dir sono una donna ormai…


[…]


Il sole quando sorge sorge piano e poi

la luce si diffonde tutto intorno a noi

le ombre ed i fantasmi della notte

sono alberi e cespugli ancora in fiore

sono gli occhi di una donna ancora pieni d’amore!



La poesia del mese


Dal momento che ho passato un bel po’ di giorni di questo mese sulle rive del mio amato Mar Ligure, per il mese di luglio ho pensato di proporvi un componimento di Camillo Sbarbaro, poeta della zona. La poesia si intitola Afa di luglio. Il canto che non varia:


Afa di luglio. Il canto che non varia

delle cicale; il ciel tutto turchino;

intorno a me, nel gran prato supino,

due fili d’erba immobili nell’aria.


Un sopor dolce, una straordinaria

calma m’allenta i muscoli. Persino

dimentico di vivere. Mi chino

coi labbri ad una bocca immaginaria…


E sento come divenute enormi

le membra. Nel torpore che lo lega,

mi pare che il mio corpo si trasformi.


Forse in macigno. Rido. Poi mi butto

bocconi. Nell’immensa afa s’annega

con me la mia miseria, il mondo, tutto.



Le foto del mese


Ricordate che nel post dei preferiti di giugno avevo condiviso con voi le mie riflessioni sull’anno scolastico che stava per terminare? Dopo aver salutato i bambini (con grandissima emozione), dopo un’ultima riunione ed una bella serata con cena e torta (in foto)… il primo luglio è iniziata la mia estate! Credo che questo 30 giugno sarà una data che non dimenticherò facilmente… la fine di un anno scolastico molto pieno, nel corso del quale sono riuscita anche a tornare sul palcoscenico dopo due anni di stop forzato per tutti ed a riprendere un po’ di attività che la pandemia aveva portato via con sé. Non nego che i primissimi giorni del mese mi sono sentita un pochino stanca e talvolta persa… ma ero (e sono) soddisfatta!



I miei primi giorni d’estate sono trascorsi a casa, tra una visita al mercato (al quale non andavo da una vita), un po’ di commissioni in sospeso e due compleanni: mio padre e la mia amica Mara! Nel frattempo, in giardino sono spuntati i girasoli...



Entro metà mese mi sono trasferita nella casetta al mare di famiglia sulla riviera ligure, della quale vi ho parlato già tante volte. Le prime sere sulla mia spiaggia, con i colori caldi del tardo pomeriggio, sono sempre un’emozione!



Scorcio di Varazze “in notturna”: come un quadro!




Ecco il mio luglio in breve! Fatemi sapere com’è stato il vostro :-)

Questo è l’ultimo post vero e proprio prima della pausa estiva. Pubblicherò ancora lunedì, per fare insieme a voi un recap di questo anno di blogging e per salutarvi tutti quanti, poi il blog andrà “in ferie”!

Nel frattempo grazie per la lettura, aspetto i vostri commenti :-)


lunedì 25 luglio 2022

LA FELICITÀ DEL LUPO

 Challenge "La donna verde": quarta tappa




Cari lettori,

il post di oggi è dedicato alla quarta tappa della challenge “La donna verde”!


Vi siete persi i post precedenti di questa serie? Ecco un breve aggiornamento!


La donna verde” è una challenge di lettura creata da Seli Rowan, Stefania SianoI libri di CristinaAlemagikfantasy (cliccando potete accedere ai loro profili Instagram). È un progetto per appassionati di libri molto semplice e libero: sei volumi da leggere nel corso del 2022, uno ogni due mesi.


Come recita la didascalia ai post di Instagram delle organizzatrici, “La Donna verde è una challenge che ruota intorno alla figura della donna, della magia e della natura. Ogni tappa proporrà un tema legato a questi argomenti, ma saranno sempre versatili, così che possiate interpretarli a modo vostro e scegliere il titolo più adatto ai vostri gusti ed interessi”.



Essendo ormai luglio inoltrato, ho già portato a termine metà della challenge! All’inizio dell’anno avevo deciso di aderire perché ero affascinata dalle tematiche piuttosto differenti dalle mie abituali letture (e molto più fantasiose) e mi rassicuravano le modalità abbastanza free di gestire la challenge.


Per la tappa di gennaio/febbraio, “Il realismo magico”, ho puntato su un classico Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, di Luis Sepúlveda. Mi è piaciuto moltissimo e ve ne parlo meglio qui.


Per marzo/aprile, invece, dovendomi dedicare alle “Creature fantastiche”, ho deciso di iniziare la serie di Percy Jackson. Trovate la mia recensione de Il ladro di fulmini a questo link; qualche settimana fa ho pubblicato anche la mia recensione al secondo e terzo volume della serie, che trovate qui.


Per maggio/giugno ho puntato sulle “Donne coraggiose” e sul commissario Teresa Battaglia, che in Ninfa dormiente deve condurre un’indagine in Val Resia e si ritrova all’interno di una società matriarcale composta da figure femminili molto carismatiche. Anche questo accuratissimo thriller mi ha conquistato: ve ne parlo in questo post.



Oggi, poco prima che il blog si prenda un po’ delle consuete ferie d’agosto, vi racconto la mia versione della quarta tappa di questa challenge. Come avete visto, finora è valsa assolutamente la pena di partecipare a questo percorso… ed anche oggi non mi smentisco!


Il tema di luglio/agosto è “In contatto con la natura” e la mia scelta è stata La felicità del lupo di Paolo Cognetti. Parliamone meglio insieme!



Il tema di luglio e agosto: in contatto con la natura


Pensando alla scelta della lettura per la quarta tappa della challenge, mi sono resa conto che in effetti non sempre leggo storie che comprendano un vero e proprio legame con la natura selvaggia. Mi capita molto più spesso di leggere dei gialli o dei rosa ambientati in luoghi splendidi, ma nella maggior parte dei casi essi rimangono sullo sfondo mentre i protagonisti del romanzo, per un motivo o per un altro, hanno altro di cui occuparsi. Questo a volte è persino un peccato: mi è capitato di leggere di ragazze su bellissime isole greche che però si preoccupavano quasi esclusivamente del loro love affair, di ombrosi commissari in bellissimi posti d’Italia che però a stento guardavano perché troppo presi dagli straordinari o dall’indagine di turno, persino di uomini e donne costretti dalle circostanze a trasferirsi in paradisi terrestri, che però detestavano, provando nostalgia per la città.


Io stessa mi rendo conto di frequentare quasi solo i parchi cittadini e le spiagge (luoghi iper civilizzati ed a volte fin troppo affollati) e di non visitare da troppo dei posti incontaminati, specie in montagna.


È per questo motivo che per la mia lettura ho scelto proprio di salire tra i monti, almeno con la fantasia, scegliendo un autore che mi è stato consigliato proprio dalle creatrici della challenge.



La mia scelta: “La felicità del lupo”


Uno degli autori dei quali mi è stata consigliata tutta la produzione è proprio Paolo Cognetti, esordiente con alcuni racconti proprio a tema natura e montagna anni fa e vincitore del Premio Strega qualche anno fa con Le otto montagne.


La felicità del lupo, sua uscita del 2021, è il resoconto di un anno trascorso a Fontana Fredda, un paesino sulle pendici del Monte Rosa, in Valle D’Aosta.


Lì ha trovato rifugio Fausto, un uomo di quarant’anni che per molti anni ha vissuto piuttosto malvolentieri a Milano, cercando di adattarsi alla vita di città anche se l’amore per la montagna spesso lo spingeva a scappare. Per molto tempo egli ha creduto di vivere una vita più o meno stabile, grazie alla relazione con Veronica ed al suo desiderio di diventare scrittore di romanzi d’amore.


Quando però la sua storia è finita, egli si è reso conto che anche la sua carriera non era mai propriamente decollata ed è tornato tra le sue amate montagne.


Per sbarcare il lunario, egli si mette a lavorare come cuoco al modesto rifugio di una donna che si fa chiamare Babette in onore di un romanzo di Karen Blixen. La proprietaria del locale è una persona sensibile ed intuisce che Fausto ha bisogno di ricominciare.


In effetti Fausto si rivela un ottimo cuoco, e ben presto si lega ad altre due persone che ruotano intorno al mondo di Fontana Fredda.


La prima è Santorso (anche questo è un soprannome), un ex forestale che si è licenziato perché non gli piaceva la trasformazione da custode della natura a parte di un corpo di polizia. Con un passato doloroso che nasconde bene, il vizio del bere dal quale non riesce a liberarsi e l’abitudine di sopravvivere con lavori saltuari (gattista in inverno, boscaiolo in estate), egli non è sicuramente un uomo propenso a fare amicizia, ma con il tempo tra lui e Fausto si instaura un legame importante.


La seconda è Silvia, una ragazza di ventisette anni che lavora come cameriera proprio nel ristorante di Babette. Fausto è riluttante nell’iniziare una nuova relazione, ma Silvia lo conquista con il suo desiderio di scoprire le meraviglie delle montagne. Ella è convinta che salire di altitudine significhi, in un certo senso e con uno spostamento più breve, compiere l’equivalente di un viaggio in latitudine, e che un rifugio sulle cime sia un po’ come il Polo Nord.


Insieme, l’aspirante scrittore e l’esploratrice polare, entrambi in fuga da una vita che stava loro stretta, troveranno un nuovo stile di vita, forse più difficile di quello che hanno lasciato, ma in armonia con la natura che tanto amano.



I personaggi di Fontana Fredda


Un aspetto che sicuramente mi è piaciuto di questo romanzo è il fatto che i personaggi che ruotano intorno al mondo di Fontana Fredda rientrino fino ad un certo punto in qualche cliché, e poi se ne discostino, all’improvviso ed in maniera inaspettata.


Santorso, per esempio, è una sorta di personaggio tragico: non gli viene risparmiato nulla, tra problemi di salute, difficoltà lavorative e traversie personali. Egli, però, lento e costante come un vero custode della montagna (l’unico ruolo che gli interessi davvero), resiste alle ostilità e continua ad avere fiducia in una natura che per lui è stata fin troppe volte matrigna.


Babette, invece, è come un’istituzione a Fontana Fredda: nel corso dei primi capitoli, quelli riguardanti i mesi più freddi, il suo rifugio è un luogo accogliente e sicuro per tutti i locali che sono obbligati dalle circostanze a lavorare alla stazione sciistica e desiderano un po’ di pace e di calore umano. Eppure anche lei, ad un certo punto, avrà bisogno di una fuga, di vedere la pianura ed addirittura il mare.



Quanto ai protagonisti, sicuramente Fausto e Silvia sono due persone irrisolte da molti punti di vista, ma non sono descritti con quei fastidiosi cliché in stile “Peter Pan” che finiscono per rendere insopportabile il personaggio alla maggior parte dei lettori. Al contrario, i loro punti di debolezza e di forza sono descritti con precisione e cura nello scegliere le parole.


Fausto ha uno spirito d’artista che inizialmente crede di poter convogliare nel raccontare storie d’amore, ma ben presto si rende conto che il nutrimento per la sua creatività (una relazione che si trascina ed una vita cittadina che non vuole) è insufficiente. Tornare nel suo luogo di adozione, spendere tante ore del giorno in attività pratiche ed avere tempo per riflettere sono tutte scelte che progressivamente riaccendono il suo desiderio di scrivere.


Silvia, invece, non è rimasta soddisfatta della sua esperienza universitaria, ha cambiato lavoro tante volte ed ha perso la madre troppo presto. Il suo desiderio di salire più in alto possibile potrebbe essere visto quasi in modo mistico, come un volersi avvicinare al Cielo, ma anche come una volontà di allontanarsi e di capire davvero qual è la sua strada.



Il legame con le stagioni della montagna


Tutti i personaggi della storia danno il meglio di sé quando riescono ad entrare in sintonia con la natura, con i boschi, la montagna ed il ritmo lento delle stagioni.


La felicità del lupo inizia e finisce in autunno, la stagione del cambiamento e del rinnovo per eccellenza, minacciata però dall’inizio della caccia e dai tanti pericoli nell’attraversare il bosco. Fausto parte per le montagne in settembre, deciso a restare in solitudine, e non sa ancora che un anno a Fontana Fredda lo cambierà completamente.


L’inverno è dominato dalla neve e dalla stagione sciistica, ed è il momento in cui i pochi umani che risiedono lì stabilmente coltivano legami, fanno amicizia, si innamorano.


La brevissima primavera porta con sé un altro cambiamento e per Fausto e Silvia l’estate sarà la stagione della separazione, anche se solo fisica: l’uno fedele ai suoi boschi, l’altra in un rifugio a 3500 metri, non smetteranno mai di pensare l’uno all’altra.


Sono rimasta conquistata dalle accurate descrizioni che Paolo Cognetti fa dell’ambiente montano, che deve conoscere davvero come le proprie tasche!

Ho letto questo romanzo in spiaggia e sto scrivendo questa recensione sul balcone con tanto di profumo di mare, eppure vi garantisco che non appena aprivo le pagine mi trovavo nel bel mezzo del bosco, oppure su un ghiacciaio. Da brava adepta del “team mare” faccio fatica a capire la mia omonima, perché continuo a pensare che trascorrere la nostra bella estate italiana a lavorare in un rifugio piazzato esattamente sopra un ghiacciaio sia una follia bella e buona. Però qualcuno giustamente potrebbe obiettare che con questo caldo fuori norma è un’idea comprensibile.


Scherzi a parte, credo di aver centrato appieno il tema di questa tappa della challenge, e per la quarta volta mi considero soddisfatta.




Eccoci giunti alla fine!

Per la tappa di settembre/ottobre e per quella di novembre/dicembre ho già intravisto che ci sarà da puntare maggiormente sulla magia e sul fantasy, ma c’è tempo… come fanno Fausto e Silvia, ci penserò quando sarà arrivata una nuova stagione!

Nel frattempo aspetto i vostri pareri: conoscete Paolo Cognetti?

Avete letto questo romanzo? Che ne pensate?

Fatemi anche sapere se avete già partecipato alla challenge con qualche altro libro.

Grazie della lettura, al prossimo post :-)


giovedì 21 luglio 2022

INCONTRAMI A SIVIGLIA

Storytelling Chronicles: luglio 2022




Cari lettori,

benvenuti all’appuntamento di luglio con la rubrica di scrittura creativa “Storytelling Chronicles”!


Per questo mese, così come a giugno, avevamo un compito delle vacanze: pensare, in data 14 luglio, al posto che preferiamo in assoluto, e trasformarlo nella nostra ambientazione spaziale.


Ecco, io ho preso una piccolissima licenza, perché il primo luogo che mi è venuto in mente è Varazze, in particolare alcuni angoli, ma chi segue questa rubrica sa che ho parlato già in varie salse del mare: quello della mia amata Riviera Ligure (in questo racconto), ma anche quello dei ricordi d’infanzia, quello di una delle più belle vacanze della mia adolescenza, quello ideale del retelling, quello che fa da culla al nascere di un amore un po’ enemies to lovers.


Per quanto il mese di luglio “chiami” il mare, sentivo la necessità di raccontare qualcosa di diverso. Così mi è venuto in mente un viaggio in Spagna che ho fatto nell’estate del 2011 ed in particolare una città che mi è rimasta nel cuore: Siviglia, centro della caratteristica e meravigliosa regione dell’Andalusia.


Vi lascio, quindi, alla lettura di “Incontrami a Siviglia”!



Incontrami a Siviglia


Siviglia, 10 luglio 2022


Ed alla vostra destra potete ammirare il giardino principale dell’Alcazar, luogo di delizie e di ristoro per chi vi abitava...”

Luna non riesce a trattenere uno sbuffo di impazienza sentendo le parole della guida. Non che ci sia niente di male in lui: come buona parte degli spagnoli, ha preferito parlare un italiano discreto invece di un inglese scolastico, ed in effetti ha ragione, un giardino così delizierebbe e ristorerebbe chiunque. Solo che Luna fatica ad immaginarsi i nobili che hanno vissuto in Spagna qualche secolo fa mentre si dicono “Che stress, ho proprio bisogno di un pomeriggio in giardino!”


In linea di discendenza, l’ultima che si è probabilmente dannata l’anima, ed in tenera età, per potersi conquistare il suo diritto a vivere da nababba nella splendida Andalusia, è stata Caterina D’Aragona. Che comunque, come Philippa Gregory insegna, è riuscita a passare solo qualche anno della sua vita tra aranci e sole, e poi ha dovuto trascorrere il resto della sua vita nella gelida Inghilterra accanto a due re, il primo morto malamente di “influenza inglese”, il secondo dotato di una mentalità un po’ troppo avanti per i tempi in materia di divorzio. Tutti coloro che sono venuti dopo di lei hanno avuto vita decisamente più facile. O almeno, così le pare. Lei insegna matematica e fisica, con la storia arriva fino ad un certo punto.


Le sue conoscenze limitate in materia, però, non le impediscono di apprezzare il luogo incantevole. È una mattinata torrida e la luce già troppo forte attraversa le sottili finestre che, ad intervalli regolari, abbelliscono la cinta muraria che corre intorno al complesso. I decori di tipo moresco vengono messi in risalto dalla luce, in un tripudio di blu e rosso mattone. All’interno del giardino, le piante crescono l’una sull’altra, creando dei percorsi obbligati per gli unici residenti, dei pavoni che zampettano pigramente da un muretto ad un altro.


Ottima scelta, amica” commenta Emma, la compagna di viaggio di Luna.

E tu che non volevi venire!” ribatte Luna ridendo.

Ora sei ingiusta, sai. Nessuno voleva andare in vacanza più di me. Ho passato le due ore dell’ultimo collegio docenti a friggere sulla sedia. Almeno tu hai fatto il tuo nel seminterrato, con il fresco. Noi siamo rimasti in aula docenti. Si boccheggiava.”

Ma se quando stavamo prenotando tu non hai fatto altro che ripetermi: ‘Sei sicura?’.”

Certo che te l’ho ripetuto. Ma non per la location. Sai benissimo il perché.”

Perché sei una vera amica e ti preoccupi per me, certo.”

Uh, grazie per la sviolinata. Sì, sono un pochino preoccupata. Tu sei ancora certa della tua follia?”

Follia, che esagerazione. Dopo una settimana di tour dell’Andalusia sempre insieme, che cosa vuoi che siano quattro giorni in più da sola in una città meravigliosa?”

Da sola, sì, come no.”

Ho una probabilità del 50%.”

Che pazienza, con voi matematici! Credimi, la probabilità è molto al di sotto del 50%. È proprio questo che mi preoccupa.”



* * *


Provincia di Milano, lunedì 4 ottobre 2021


Quest’anno non so se ce la farò.

Devo farcela, posso farcela, voglio farcela!

Ma perché convocano sempre di venerdì? Perché all’ora di pranzo? Mi sono rimaste le polpette sullo stomaco fino a domenica sera…

E invece va bene, è giusto così. Presa di servizio lunedì mattina, e mi attende subito una settimana piena!

Vorrei fare rewind delle vacanze estive…

E invece ti tocca. E ammettilo, ti è pure mancato.”


Finita la sua sessione di training autogeno da inizio supplenza, Luna spinge la porta, non senza un certo tremore delle mani, ed entra nell’edificio.

L’atrio è ampio e sembra arioso, ma presto si riempirà di adolescenti tra l’eccitato e lo svogliato. A sinistra, nel chiostro del bar, un uomo di mezza età asciuga dei bicchieri, ma sembra godersi pensoso gli ultimi minuti di libertà prima dell’invasione. Luna capisce benissimo quella sensazione: è giovane, ma l’ha già provata innumerevoli mattine. Più in fondo c’è una piccola porta che dà sulla segreteria. Pochi minuti e molte scartoffie dopo, è già in aula docenti, perché, come nella migliore tradizione del supplente, si inizia a lavorare subito dopo la presa di servizio.


Colleghi, è arrivata finalmente una sostituzione per l’aspettativa di Dondi!”

Dondi? Davvero? Ma allora non ci sarà per tutto l’anno?”

Ed è vero che è fuggito dicendo vado a lavorare nella lavanderia di mia cognata?”

La premessa non è molto allegra, ma il sorriso dei nuovi colleghi sembra caloroso. Forse sono solo felici di non litigare per un po’ con una collega difficile, e di avere avuto in cambio una novellina dall’aria inoffensiva, ma non è detto.


La vicepreside, che ha introdotto Luna in aula docenti, è già passata al tu, onorando così un’altra tradizione scolastica, e passa a presentarle i colleghi.

Lui è Mirko, coordinatore della tua 1 C… Angelica, la direttrice del dipartimento di matematica e fisica… e lì in fondo Lorenzo, il coordinatore della tua 4 B.”

L’ultimo collega che ha nominato è un uomo maturo, già chino su dei compiti da correggere alla scrivania. Filosofia, ad una rapida occhiata. È stato uno dei pochi a non avvicinarsi alla nuova arrivata, ma quando solleva lo sguardo Luna coglie un lampo di curiosità. “Quindi sei tu che sostituisci Dondi, eh?”

Lorenzo, te l’ho già detto” ripete lentamente la vicepreside. Sembra aver già fatto questo discorso almeno una decina di volte. “Non è il caso di lasciare un compito come il coordinamento ad una persona che si deve ancora ambientare. È meglio che ci pensi tu!”

Ceerto, tanto io sono… come si dice? Collega di esperienza! In breve, sono vecchio!” è la risposta di Lorenzo, tra il serio ed il faceto, mentre inforca nuovamente gli occhiali da lettura e riprende a decorare con indecifrabili svolazzi rosso magenta quei poveri fogli protocollo, colmi di tentativi di filosofeggiare. Tentativi falliti, a quanto pare.


Luna lo fissa, un po’ sconcertata. In effetti, un pochino vecchio è. Non tanto, eh. Ha quell’aria vagamente consumata dei quasi cinquantenni che sono stati “tutto sommato dei bei ragazzi” ma hanno sempre investito più sulla materia grigia che sull’aspetto. Capelli più grigi che neri ancora abbastanza folti, occhi scuri dietro agli occhiali da lettura, camicia di flanella a scacchi che fa molto filosofo, appunto.


Il suono della campanella distoglie tutti dalle ultime incombenze e Luna dai suoi sogni ad occhi aperti. Se questo Lorenzo non vuole aiutarla con la 4 B, chiederà a qualcun altro. Fosse la prima volta! Di sicuro c’è qualche generosa collega quasi pensionata che sarà più che felice di darle una mano (“Sembri tanto mia figlia...”)


* * *


Milano, 18 marzo 2022


Ssh ragazzi! Lo spettacolo sta per iniziare!”

See prof, tanto ci siamo già fatti riconoscere...”

Luna sprofonda sulla sedia di velluto rosso, già esausta. Si è già un po’ pentita di esserso offerta, di venerdì pomeriggio, di accompagnare i ragazzi di 4 B in città, a Milano, a vedere Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare.

La sto già sognando io, la mia mezza estate. Cerca di ignorare quel pensiero. Autunno ed inverno sono scivolati via in un attimo, la primavera – con tutte le sue incombenze – sta bussando alla porta e, prima che lei stessa se ne renda conto, arriverà di nuovo il momento del temuto rush finale dell’anno scolastico. Gli anni scorsi, nei momenti di maggiore fatica, le veniva facile far volare l’immaginazione pensando alle vacanze estive, a che cosa avrebbe potuto programmare, a come si sarebbe goduta quel tempo sospeso tra due differenti supplenze… tra due avventure tutte da vivere. Ma quest’anno no, non ci riesce. Non le piacerebbe lasciare questa scuola in cui si sta trovando così bene, questi ragazzi che le stanno dando tante soddisfazioni.

E forse anche qualcun altro.


Vicino a lei, Lorenzo sembra imperturbabile.

Lorenzo, scusa, ma vuoi dire qualcosa anche tu ai ragazzi? Sembrano una mandria di bufali!”

Tranquilla, non appena inizierà la magia di Shakespeare si zittiranno subito.”

Sei fin troppo ottimista. Come facciamo a sapere che Shakespeare li interesserà? Questa uscita era stata preparata dalla Rossetti, è lei che fa inglese con loro. Io non conosco le loro reazioni davanti alla letteratura...”

Nemmeno io, ma vedrai… prova a dar loro un po’ di fiducia. Chissà che non ci stupiscano in positivo.”

Lorenzo è così. Dai loro un po’ di fiducia. Crescerebbe i ragazzi a pane e fiducia. Però l’effetto calmante che ha su tutti non è niente affatto male. In questi mesi egli l’ha ricondotta alla ragione più volte, tutte quelle in cui le sue ansie da supplentina sembravano avere la meglio.


Perché sì, alla fine l’ha aiutata, ed anche molto. Luna non se n’è resa nemmeno conto, ma ha iniziato a confrontarsi con lui sempre più spesso. All’inizio parlavano solo e soltanto di lavoro: della loro amata 4 B, delle differenze di metodologia tra materie umanistiche e scientifiche, della tendenza di Luna ad essere un po’ troppo chioccia con i ragazzi ed a come una serie di preoccupazioni si sarebbero dissolte – o almeno attenuate – con l’esperienza. Poi però è arrivato il semplice piacere di chiacchierare. E quando sono arrivati a qualche confidenza Luna ha iniziato a preoccuparsi.


Perché Lorenzo le piace molto, ecco la verità.

Le piace, e non era nei suoi piani. A trentaquattro anni, dopo una lunga serie di presenze a matrimoni e battesimi, e con la bacheca Instagram intasata di I said Yes, gender reveal e foto di pargoli con Meraviglioso amore mio di Arisa di sottofondo, il più delle volte non si aspettava un granché. Al massimo che qualche coppia di suoi amici le presentasse un “amico simpaticissimo e single” con il quale avrebbe condiviso un aperitivo e poi più nulla, perché sì, sicuramente il tizio in questione era “una bravissima persona”, ma casa sua dovrebbe essere un luogo da condividere con una persona che ama, non un asilo per bravissime persone. Nei suoi momenti di più sfrenato ottimismo le era capitato di immaginare un incontro con un altro giovane come lei, proveniente o dalla scuola o dalle mille altre realtà che trasformano in un neolaureato di belle speranze in un trentenne precario. Insieme a questo fantomatico Mr X avrebbe potuto condividere le frustrazioni di un’esperienza comune, ma anche la gioia di avere, come si suol dire, tutta la vita davanti.


Lorenzo, invece, ha cinquant’anni. Ha un divorzio alle spalle ed una figlia di dodici anni che è affidata a lui. Luna ha pensato molto spesso al suo futuro, a volte ha persino sognato di diventare un’attrice hollywoodiana, ma non si è mai vista come matrigna buona di una ragazzina di dodici anni. Lui vive un altro tempo della vita, un altro modo di vedere il mondo. Ma ha anche il suo stesso modo arguto di vedere il mondo della scuola, la medesima tendenza a scomporre la realtà e ad analizzarla tramite la forma mentis avuta in dono dagli studi e, ultimo ma non meno importante, una passione per il teatro che li accomuna.


Così, quando la Rossetti ha telefonato a scuola stamattina dicendo di avere un febbrone da cavallo, Luna non ci ha pensato due volte ed è andata dritta da Lorenzo dicendogli: “La sostituisco io oggi pomeriggio, ti aiuto io con la 4 B”. Molto meglio stare in un teatro stipato di studenti, ma con Lorenzo e la presenza rassicurante di Shakespeare, piuttosto che rimanere a casa a correggere i compiti e ad immaginare quanto potrebbe essere bella l’ex moglie di Lorenzo.


È la prima volta che vedi Il sogno?” le chiede lui, interrompendo inconsapevolmente un flusso ininterrotto di pensieri.

In realtà no, l’ho visto in un paio di versioni. Al mio paese, tempo fa, e poi tre anni fa, con l’abbonamento che mi ha regalato la mia migliore amica.”

Non mi dire! Matematica e fisica di giorno, teatro la sera?”

E perché no? Ti dirò di più. Vuoi sapere cosa mi piace di più della produzione shakespeariana?”

Mah… ho come la sensazione che non mi dirai Romeo e Giulietta. Trama un po’ troppo irrazionale per te, vero?”

Luna non può trattenere una risata.

Vero, vero. In tutta onestà io… amo le tragedie storiche. So che ai giorni nostri sono meno apprezzate di quanto non lo fossero al tempo, ma… tu che ne pensi?”

Lorenzo sorride ironico. “Stai scherzando? Non hai dimenticato con chi stai parlando, vero? Sei qui con il tuo collega di filosofia e storia, eh… nel caso ti fosse passato di mente!”

E qual è il parere dello storico, quindi?”

Il parere dello storico è che Riccardo III è un capolavoro immortale. Il parere del collega e dell’amico, invece, è che se ti piace il periodo storico della Guerra delle Due Rose e dei Tudors potresti leggere altro oltre alla cara Philippa Gregory, che pure scrive degli ottimi romanzi.”

Guarda che nei libri della Gregory Riccardo III viene quasi riabilitato...”

Coraggioso da parte sua. Che ne dici invece di andare incontro al mostro e di vedere con me il Riccardo shakespeariano?”

Luna si blocca. Lorenzo sta parlando seriamente?

Ho due biglietti per sabato prossimo. Ne parliamo dopo.”

A Luna non resta che pensare che in certi casi le parole sono superflue.


* * *


Siviglia, 11 luglio 2022


Il centro storico di Siviglia è come un labirinto nel quale chi entra è felice di perdersi. Teli bianchi sono tesi da una casa all’altra, tra i due lati opposti della via, in modo da consentire sia a residenti che a turisti di camminare senza soffrire troppo le torride temperature locali, che tra luglio e agosto toccano punte di 47 gradi.

Palazzi bianchi con fregi rosso mattone e gialli, bifore con decorazioni moresche e vetri multicolore, maioliche blu che rivestono le pareti di caratteristici negozietti, piazze che si aprono all’improvviso alla fine di una via tortuosa: tutto è nuovo e sorprendente agli occhi di Lorenzo. È già stato a Siviglia in gita scolastica, da giovane supplente, in un altro periodo dell’anno, ma è passato tanto tempo ed ora la città gli appare sotto una nuova luce.


Gli viene da sorridere passando davanti ad un negozio di caramelle, tutto bianco e rosso, che sua figlia qualche anno fa avrebbe adorato. È ormai da un po’ di tempo che Isabella non si accontenta più dei dolcetti, come una volta.


Poche ore prima, in aeroporto, Lorenzo ha salutato lei e la sua ex moglie, in procinto di partire per la Sardegna per una vacanza a due. Poi è partito anche lui, sentendosi malinconico, come sempre accade quando lascia Isabella alla madre, ma anche pervaso da un’insolita impazienza.


La sua destinazione gli appare improvvisamente, in fondo al vicolo. L’ingresso laterale, discreto, di Plaza De España. Superati venditori di ventagli multicolori e floreali, ed un angolo dove alcuni artisti locali si esibiscono nel flamenco, la piazza gli appare in tutto il suo splendore, tra palazzi istoriati, portici ed il corso d’acqua che sembra abbracciarla. Alla sua sinistra c’è una serie di nicchie con mosaici talmente belli e colorati da commuovere, ma i suoi occhi sono solo per la giovane donna seduta sui gradini poco distanti. È voltata verso il centro della piazza ed avvolge i lunghi capelli neri tra le mani in un gesto che potrebbe indicare sia nervosismo che troppo caldo. Il look sportivo, con maglietta fuxia e shorts di jeans, non è quello con cui lui è abituato a vederla, ma la riconoscerebbe anche se fosse in costume d’epoca.


Non fa un po’ caldo per aspettare in questa piazza?” domanda Lorenzo con tono apparentemente casuale.

Luna si volta lentamente. Ha già riconosciuto la sua voce, ma vederlo fa esplodere un sorriso sulle sue labbra, come un singhiozzo trattenuto troppo a lungo.

Sei arrivato.”

Già. E fino a nuovo ordine… sono libero da qualsiasi impegno.”


Luna ha pensato molto, mentre aspettava Lorenzo sulla gradinata all’ombra, con le chiacchiere dei turisti nell’orecchio sinistro ed il flamenco nel destro. È vero, l’Andalusia era da tempo sulla lista sua e di Emma per una vacanza di fine anno scolastico. Ma forse non è un caso che Lorenzo la abbia raggiunta proprio lì.

A pochi chilometri dalla reggia di Granada, dove i genitori di Caterina D’Aragona hanno consumato l’ultimo atto della reconquista spagnola. In mezzo a palazzi moreschi, ideati dal popolo arabo, creatore dei numeri. Tutto in questi luoghi sembra essere una commistione di storia e matematica, dei loro due mondi che in apparenza sembrano inconciliabili ma che qui vivono insieme in armonia.

Persino i sedici anni di differenza sembrano scomparire di fronte a tutti questi secoli di storia e di scienza. E poi è la stessa distanza che divide Emma e Mr Knightley, nonché Vani Sarca ed il commissario Berganza. Ci sono premesse ben peggiori.


È un bel posto per una nuova vacanza” considera Lorenzo, prendendo per mano Luna ed aiutandola a rialzarsi.

Ma anche per una nuova estate” risponde lei guardandolo negli occhi senza più incertezze.

Eh sì” replica Lorenzo mentre si incammina, senza lasciare la sua mano “è proprio una nuova stagione.”



FINE



Alcuni link e riferimenti utili:


1) Per saperne di più sul mio viaggio in Spagna di qualche anno fa, andate a dare un’occhiata a questo post.


2) Ho già omaggiato Philippa Gregory nel mio racconto L’Incubo, che trovate a questo link. Tornare a raccontare dei suoi splendidi romanzi mi è parso naturale, ripensando ai primi capitoli di Caterina, la prima moglie, ambientati, appunto, tra Madrid e l’Andalusia.


3) Una versione pregevole del Riccardo III è quella di Davide Lorenzo Palla, della quale vi avevo parlato qui. Invece a questo link trovate la recensione di un’interessante messa in scena del Sogno di una notte di mezza estate.


4) La mia recensione di Emma di Jane Austen è qui. Invece del primo incontro tra Vani ed il commissario parlo in questo post.




...e anche questo mese mi sono dilungata! Ormai mi conoscete, quindi non credo che la cosa vi stupirà. Qualche mese fa mi sono dilettata a creare una storia d’amore con age gap in un contesto regency, così mi è rimasta la curiosità di provare lo stesso “ingrediente narrativo” in un contesto contemporaneo. Ho anche voluto raccontare, in maniera un po’ romanzata, i miei sentimenti nel corso di questo mese di luglio: l’estrema gratitudine per l’anno scolastico che si è concluso e mi ha arricchito moltissimo e l’eccitazione per la stagione estiva ormai arrivata. L’intreccio rosa è ovviamente frutto della mia fantasia; le riflessioni su come si sente chi fa supplenze e si considera un po’ insegnante ed un po’ allieva, invece, sono ben più realistiche.


In agosto ci sarà la mia consueta pausa estiva, quindi vi do appuntamento a settembre per il prossimo racconto della rubrica “Storytelling Chronicles”!

Nel frattempo, fatemi sapere che cosa ne pensate di Incontrami a Siviglia!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)