lunedì 25 ottobre 2021

CONSIGLI DI LETTURA PER HALLOWEEN

 Due romanzi gialli/noir... da brivido



Cari lettori,

ottobre è già quasi volato e domenica sarà Halloween, la festa più spaventosa dell’anno! Se mi seguite da un po’, sapete che sono in “cordiali rapporti” con la giornata del 31 ottobre: non mi posso considerare una sua fan, ma nemmeno una detrattrice come quelli che ogni anno protestano per le sue origini pagane. Io la trovo un’occasione divertente, soprattutto per i bambini e per chi ama libri e film da brivido. 

Anche se non rientro in nessuna di queste due categorie (su quella dei bambini si potrebbe obiettare, lo so), mi fa piacere dedicare un post a questa festa “da incubo”. L’anno scorso ci eravamo divertiti insieme con un TAG che potete trovare a questo link. Quest’anno ho pensato di proporvi (oggi, perché giovedì ci saranno i soliti preferiti del mese) un paio di romanzi che, tra tutti quelli che ho letto nell’ultimo periodo, potrebbero essere considerabili come “da brivido”.


Non sono degli horror – penso che ormai tutti sappiate che non sono una cultrice del genere – bensì dei gialli/thriller con elementi piuttosto inquietanti.


Nonostante il mio buon proposito di darvi dei validi consigli per la festa di Halloween, preferisco dirvi fin da subito che non si tratta di recensioni positive al 100%. Sono libri che, nel complesso, vi segnalo volentieri per questa settimana horror, ma nei quali non ho potuto fare a meno di rilevare qualche pecca: piccola e del tutto soggettiva nel secondo romanzo, purtroppo piuttosto grande nel primo.

Senza perdermi ulteriormente in preamboli, passo a parlarvene più nel dettaglio!



La confraternita delle ossa, di Paolo Roversi


La prima indagine di Enrico Radeschi, qui ancora giornalista giovane ed alle primissime armi, inizia durante le vacanze di Natale tra 2001 e 2002, quando sta per iniziare una notte di Capodanno molto speciale: quella in cui, per la prima volta, i bancomat distribuiranno euro e non lire.


Nella centralissima Piazza dei Mercanti un avvocato molto in vista, caracollando dopo aver ricevuto una pugnalata, traccia con il dito ed il suo stesso sangue un simbolo misterioso tra le colonne, poi si accascia e muore. La notizia trapela subito e giunge alle orecchie dell’uomo che sta sottoponendo ad Enrico un colloquio di lavoro. Il giornalista non trova di meglio da fare che portarsi sulla scena del crimine l’aspirante collaboratore, ma finisce per avere un malore e per lasciarlo solo.


In Piazza dei Mercanti, nel frattempo, è arrivato anche il vicequestore Loris Sebastiani, furioso per le vacanze che hanno preso il volo.


Il primo incontro tra lo scorbutico poliziotto e il quasi giornalista è tutto tranne che cordiale, soprattutto perché quest’ultimo è consapevole di aver perso in un colpo sia probabile datore di lavoro che il posto stesso.


Le vite dei due riprendono separatamente, l’uno tra la questura e la sua ricca casa da divorziato della Milano bene, l’altro in un appartamento scalcagnato con uno studente nerd come coinquilino.


La città, però, sembra non avere pace. Durante la notte, o nei momenti in cui pare che la tranquillità la avvolga, dei personaggi incappucciati con nomi in codice si trovano in una cripta a compiere riti a dir poco inquietanti. Tra le mura della Chiesa ci sono persino degli assassinii, che la polizia registra come sparizioni di cittadini illustri.


Inoltre, una spaventosa catena di delitti crea il panico: alcuni ragazzi sono stati trovati cadavere, incatenati nei loro letti o in vari punti della città. Tutti quanti erano stati visti allontanarsi da qualche locale con una bruna misteriosa ed il sospetto che ci sia una serial killer inizia a diventare tangibile.


Due piste, quella della confraternita di ricchi e quella della Mantide degli studenti, che sono come due rette parallele destinate a non incrociarsi. Eppure proprio su di esse si incontrano ripetutamente la polizia da una parte e Radeschi dall’altra. Quest’ultimo, nel frattempo, ha deciso di giocarsi un’altra carta oltre a quella del giornalismo: grazie alle abilità del suo coinquilino, ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo dell’informatica. Sia il fiuto che la tecnologia gli saranno di grande aiuto nell’affiancare la polizia nella risoluzione di entrambi i casi.



La confraternita delle ossa nasce come “prequel” della fortunata serie noir-thriller dell’hacker Radeschi, della quale vi avevo già parlato in questo post. L’idea di tornare alle origini e farci vedere in che cosa si è evoluto un giovanotto di belle speranze è molto buona; il giallo è più che coinvolgente e ci sono atmosfere da brivido che in questo periodo dell’anno sono proprio perfette; lo stile, come avevo già notato, è molto scorrevole. Perché, allora, non posso promuovere del tutto questo libro?


Perché, mi spiace dirlo, ma ci risiamo. Già in questo post ed in questo, nel mese di settembre, mi ero rammaricata di aver trovato questioni di parità di genere trattate in modo sbagliato in alcuni romance. Qui purtroppo siamo passati dalla padella alla brace: Enrico Radeschi e Loris Sebastiani sono due maschilisti fatti e finiti, e, in generale, l’autore non rende giustizia ai personaggi femminili. Paradossalmente, quella che ne esce meglio è la famosa serial killer, che rischiava di essere la più stereotipata, e invece alla fine è il meno peggio, perché le altre donne di questo romanzo sono poco più che comparse, ridotte bidimensionali dalla “voglia di fare conquiste” (siamo diplomatici, va’…) dei protagonisti maschili. Non ci sono donne in questo romanzo, ma semplici obiettivi del male gaze. Avevo già notato qualcosa di simile negli altri due capitoli della serie che avevo letto, ma qui il problema è come minimo raddoppiato ed a questo punto tre indizi fanno una prova, ed anche basta.


Qualche esempio per farvi capire meglio.

Enrico Radeschi, che per altri versi è davvero un buon personaggio, da questo punto di vista è così mentecatto che si trova davanti una ragazza che ha subìto da pochi giorni una tragedia familiare e, mentre lei gli parla, lui pensa solo a… sì, avete capito benissimo. E ovviamente chi potrebbe resistergli? “Finalmente è successo!” (Cit.)

Loris Sebastiani invece esce solo con ragazze con la metà dei suoi anni che tratta malissimo e considera dotate del cervello “di una libellula” “di una mosca” “di una zanzara” (inserire insetto a piacere). Perché invece lui che a cinquant’anni fa il finto giovane, è rimasto palesemente scottato dalla ex moglie ma recita la parte del duro senza sentimenti (a mo’ di adolescente riottoso) e, alle soglie del XXI secolo e pur vivendo a Milano, considera i settori della moda e del design dei mestieri da stupidi… lui è un luminare, vero? Quanto mi sarebbe piaciuto che una qualunque delle sue amanti, ad un certo punto, si scocciasse, gli dicesse “Ti dedico una canzone!” e poi gli schiaffasse sotto il naso Dimmi cosa pensi di me di Olmo e Vanette (chi dimentica è complice, e chi era troppo giovane la trova qui).


Scherzi a parte, non posso bocciare in toto il romanzo, perché non sarei onesta. Senza questi siparietti, vi avrei consigliato senza indugi un bel giallo/noir che funziona davvero (e sapete che l’ho fatto con tanti altri romanzi del genere). Ma il problema c’è, e non vi nego che al momento la mia voglia di leggere altri libri della serie ha un po’ preso il volo. Quindi, nel dubbio, ho avvisato anche voi!



I delitti della Salina, di Francesco Abate


Cagliari, inizio ‘900. Clara Simon è una ragazza ricca e di buona famiglia, che vive con il nonno, un imprenditore che ha occhi solo per lei. Sono tutto quel che resta della loro famiglia, dopo che il padre di Clara, il capitano Francesco Paolo Simon, è risultato disperso in mare dopo un’impresa eroica, e la madre, una ragazza cinese del porto di umili origini, è morta di parto. Clara è considerata una “mezzosangue” e guardata con diffidenza dall’alta società cagliaritana, mentre i popolani, soprattutto quelli del quartiere asiatico, la considerano con simpatia.


Come se questo non bastasse già a renderla diversa, Clara è anche una donna lavoratrice, almeno part-time. Da qualche tempo ella scrive per “L’Unione”, ma anche lì ha vita difficile: non può firmare i suoi pezzi perché è donna, ed il suo carattere determinato l’ha già portata a scontri con i superiori e sospensioni dal servizio.


Clara è tenace, ha in sé sia la nobile fierezza paterna che lo spirito concreto della madre e, soprattutto da quando sono spuntate delle ipotesi a proposito della scomparsa di suo padre, è in costante ricerca della verità.


Così, quando una sigaraia del porto, la rappresentante sindacale di una categoria già povera e vessata, le confida di essere venuta a conoscenza di strani avvenimenti, non può fare a meno di cercare di saperne di più. Nella Salina di proprietà di un uomo ricco a cui Clara ha già rotto le uova nel paniere più di una volta, e dove lavorano i condannati ai lavori forzati, è stato ritrovato il cadavere di un picocius de crobi, uno dei tanti orfanelli che riempiono gli angoli della città e che vivono di espedienti.


Il ragazzo ritrovato è solo l’ultimo di una lunga serie di macabre scoperte dei carabinieri: da settimane, i piciocius de crobi spariscono, o vengono trovati non solo morti, ma in condizioni miserevoli.


La Salina incriminata è vicino alla casa al mare del Poetto che Clara ha eletto a suo piccolo rifugio spirituale, il luogo dove si nasconde a correggere bozze dopo aver scritto un pezzo troppo sovversivo ed essere stata demansionata. Con l’aiuto della sigaraia che l’ha informata, da tutti chiamata “Sarrana”, del giovane collega Ugo Fassberger, che l’ha sempre sostenuta, e del tenente dei carabinieri Rodolfo Saporito, che è troppo sveglio per seguire sempre le indicazioni dei superiori, ella decide di cercare di far luce sul mistero.


Tra rivolte sindacali represse nel sangue e bambini aggrediti, potenti che si spalleggiano e povera gente che nasconde i suoi segreti, Clara dovrà affrontare molte sue paure e troverà sulla sua strada delle situazioni a dir poco traumatiche, ma, per quanto amara, la verità verrà a galla.



I delitti della Salina, finalista al premio Scerbanenco del 2020, è un giallo storico, genere che non smette di conquistarmi. L’ambientazione in stile belle Époque è curata e ben descritta, ed è stato un vero sollievo, dopo aver terminato l’altro romanzo di cui vi ho parlato in questo post, leggere un libro con una signora protagonista femminile, coraggiosa e determinata, dalla mentalità più che aperta per i tempi e conscia sia dei suoi privilegi che delle diversità che la rendono oggetto di discriminazione.


Gli elementi “Halloween” potrebbero non emergere granché da questa recensione, ma, tra mutilazioni e fatti di sangue di ogni genere, vi assicuro che non mancano. Io poi, dopo le mie recenti esperienze lavorative con i più piccoli, mi sono resa conto di essere diventata ancora più sensibile quando si tratta di soprusi contro i minori.


C’è anche qualche sfumatura romance, perché i rapporti tra Clara, Ugo e il tenente Saporito si tramutano ben presto in un triangolo amoroso, anche se un po’ sui generis: i due uomini spasimano palesemente per Clara, mentre lei non va oltre una sincera amicizia per il primo ed una certa curiosità per il secondo, forse un pochino sospetta ma non ancora manifesta. Magari ci sarà un sequel e sapremo qualcosa di più, o magari sarà l’inizio di una serie…!


In tal caso, spero in uno stile più scorrevole. Tra tanti lati positivi, devo riscontrare questa mia difficoltà: per me è stata una lettura molto lenta, graduale, densa di informazioni da apprendere e riflessioni da assimilare. La storia, come avete visto, ha tanti punti di forza, ma lo stile è davvero complesso e mi sono distratta un po’ troppo spesso. Ovviamente è un mio punto di vista, anzi, spero di trovare tra i commenti qualcuno di voi che mi dirà: “Ma no dai, io l’ho divorato!”. Mi sembra giusto però dirvi che secondo me questa è più una lettura da meditazione che un gira-pagina da pochi pomeriggi… o da leggere in un contesto di vacanza tra tante distrazioni, come ho fatto io. Ma le sere autunnali, da questo punto di vista, potrebbero essere perfette!




Ok, mi sono un po’ sfogata, soprattutto nella prima recensione, ahah :-)

Fatemi sapere che cosa ne pensate: conoscete gli autori?

Avete letto qualche loro romanzo? Vi sono piaciuti?

Aspetto giovedì per augurarvi un buon ponte di Halloween.

Nel frattempo grazie per la lettura e al prossimo post :-)

4 commenti :

  1. Neanch'io protesto, ma ne farei volentieri a meno.
    Però a scuola (prima elementare) mio figlio studia ritornelli e disegna zucche, quindi quest'anno gli preparerò dei biscotti a tema, per soddisfare il suo spirito "Halloweenistico". ;)

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    1. Ciao Claudia! Sì, ai bambini piace molto :-) Sono sicura che i biscotti saranno molto buoni!

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  2. De "i delitti della salina" ne ho sentito parlare abbastanza bene! Dalla tua recensione devo dire mi incuriosisce decisamente :)

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    1. Ciao Nicole! Allora spero che "I delitti della Salina" ti piacerà :-)

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