lunedì 10 maggio 2021

DESIDERIO DI AMICIZIA, FAMIGLIA, QUIETE

 I mondi di Antonia Pozzi #8




Cari lettori,

oggi sono un po' dispiaciuta nel dovervi comunicare che... siamo arrivati alla fine del nostro percorso con Antonia Pozzi! 

Sembra ieri quando, in un torrido giorno di giugno, a metà strada tra la fine di una lunga quarantena ed i primi sospirati giorni di mare, ho scaricato l'ebook di "Desiderio di cose leggere" approfittando dell'edizione del 2020 di "Milano da leggere", l'ho aperto più per curiosità che per altro... e mi si è aperto un mondo. 

Per me è stato un vero piacere condurvi alla scoperta, tema dopo tema, "desiderio" dopo "desiderio", di una poetessa che mi è vicina dal punto di vista geografico perché lombarda come me, che ha avuto importanti contatti con il panorama letterario novecentesco, che è stata una voce significativa del XX secolo e che ha avuto una vita troppo breve e - temo - spesso infelice. 

Oggi concludiamo il nostro percorso tornando a "casa" con Antonia Pozzi, cercando la quiete del corpo e dell'anima grazie al conforto della famiglia, dei veri amici, degli animali domestici. Ancora una volta, ringraziandovi in anticipo per la lettura, vi lascio alle poesie :-)



Distacco


(Dipinto: “Ragazze al pianoforte”, di Pierre – Auguste Renoir)


(a T.F.)


Tu, partita.

Senza desiderare la parola

che avevo in cuore e che non seppi dire.

Nel vano della porta, il nostro bacio

(lieve, ché ti eri appena incipriata)

quasi spaccato in due da un gran barbaglio

di luce, che veniva dalle scale.

Io rimasta

lungamente al mio tavolo, dinnanzi

a un vecchio ritrattino della mamma,

specchiando fissamente dentro il vetro

i miei occhi febbrili, inariditi.


Milano, 9 maggio 1929



Sorelle, a voi non dispiace…


(Dipinto: “Ragazze sul molo”, di Edvard Munch)


Sorelle, a voi non dispiace

ch’io segua anche stasera

la vostra via?

Così dolce è passare

senza parole

per le buie strade del mondo -

per le bianche strade dei vostri pensieri -

così dolce è sentirsi

una piccola ombra

in riva alla luce -

così dolce serrarsi

contro il cuore il silenzio

come la vita più fonda

solo ascoltando le vostre anime andare -

solo rubando

con gli occhi fissi

l’anima delle cose -

Sorelle, se a voi non dispiace -

io seguirò ogni sera

la vostra via

pensando ad un cielo notturno

per cui due bianche stelle conducano

una stellina cieca

verso il grembo del mare.


Milano, 6 dicembre 1930



Grido


(Dipinto: “Ritratto di Jeanne Hébuterne”, di Amedeo Modigliani)


Non avere un Dio

non avere una tomba

non avere nulla di fermo

ma solo cose vive che sfuggono -

essere senza ieri

essere senza domani

ed acciecarsi nel nulla -

- aiuto -

per la miseria

che non ha fine -


10 febbraio 1932



Per un cane


(Dipinto: “Salvata”, di Sir Edwin Lanseer)


Sei stato con noi per undici anni.

Una sera siamo tornati:

eri disteso davanti al cancello,

il muso nella polvere della strada,

le zampe già fredde, il dorso

tepido ancora.

Ora sei tutto

nella buca che ti abbiamo scavata.

Ma gli undici anni

della tua umile vita,

il gemere

per ognuno che partiva,

il soffrire di gioia

per ognuno che ritornava,

- e verso sera

se qualcuno

per una sua tristezza

piangeva

tu gli leccavi le mani:

lo guardavi

e gli leccavi le mani -

oh, gli undici anni

del tuo muto amore

tutti qui

sotto questa terra

sotto questa pioggia

crudele?

Esitavi

sulla ghiaia umida:

sollevavi

una zampa – tremando.

Ora nessuno ti difende

dal freddo.

Non ti si può più chiamare.

Non ti si può più dare

niente.

Solo le foglie fradice morte

cadono su questo pezzo

di prato.

E pensare che altro rimanga

di te

è vietato:

di questo il nostro assurdo

pianto si accresce.


14 settembre 1933



La gioia


(Dipinto: “Bambina con innaffiatoio”, di Pierre-Auguste Renoir)


Domandavo a occhi chiusi

- che cosa

sarà domani la Pupa? -


Così ti facevo ridire

in un sorriso le dolci parole

- la sposa,

la mamma -


Fiaba

del tempo d’amore -

profondo sorso – vita

compiuta -

gioia ferma nel cuore

come un coltello nel pane.


26 settembre 1933



Preghiera alla poesia


(Ritratto di Saffo)


Oh, tu bene mi pesi

l’anima, poesia:

tu sai se io manco e mi perdo,

tu che allora mi neghi

e taci.


Poesia, mi confesso con te

che sei la mia voce profonda:

tu lo sai,

tu lo sai che ho tradito,

ho camminato sul prato d’oro

che fu il mio cuore,

ho rotto l’erba,

rovinata la terra -

poesia – quella terra

dove tu mi dicesti il più dolce

di tutti i tuoi canti,

dove un mattino per la prima volta

vidi volar nel sereno l’allodola

e con gli occhi cercai di salire -

Poesia, poesia che rimani

il mio profondo rimorso,

oh aiutami tu a ritrovare

il mio alto paese abbandonato -

Poesia che ti doni soltanto

a chi con occhi di pianto

si cerca -

oh rifammi tu degna di te,

poesia che mi guardi.


Pasturo, 23 agosto 1934



Funerale senza tristezza


(Dipinto: Paradiso terrestre, di Jan Brueghel Il Vecchio)


Questo non è esser morti,

questo è tornare

al paese, alla culla:

chiaro è il giorno

come il sorriso di una madre

che aspettava.

Campi brinati, alberi d’argento, crisantemi

biondi: le bimbe

vestite di bianco,

col velo color della brina,

la voce colore dell’acqua

ancora viva

fra terrose prode.

Le fiammelle dei ceri, naufragate

nello splendore del mattino,

dicono quel che sia

questo vanire

delle terrene cose

- dolce -,

questo tornare degli umani,

per aerei ponti

del cielo,

per candide creste dei monti

sognati,

all’altra riva, ai prati

del sole.


3 dicembre 1934



Un destino


(Dipinto: Erminia e i pastori, di Eugène Delacroix)


Lumi e capanne

ai bivi

chiamarono i compagni.


A te resta

questa che il vento ti disvela

pallida strada nella notte:

alla tua sete

la precipite acqua dei torrenti,

alla persona stanca

l’erba dei pascoli che si rinnova

nello spazio di un sonno.


In un suo fuoco assorto

ciascuno degli umani

ad un’unica vita si abbandona.


Ma sul lento

tuo andar di fiume che non trova foce,

l’argenteo lume di infinite

vite – delle libere stelle

ora trema:


e se nessuna porta

s’apre alla tua fatica,

se ridato

t’è ad ogni passo il peso del tuo volto,

se è tua

questa che è più di un dolore

gioia di continuare sola

nel limpido deserto dei tuoi monti


ora accetti

d’esser poeta.


13 febbraio 1935



Smarrimento


(Dipinto: Uccelli e insetti, di Joan Mirò)


Novembre

non è tornato:

ma i passeri

a mezzo giorno gridano

sugli alberi bagnati

come fosse per venir sera.


Qualcuno si è scordato

di rialzare i pesi

dell’orologio:

l’uccellino dice cucù

due volte soltanto,

poi resta sulla porticina

a guardare

il pendolo che a piccole scosse

si ferma.


Adesso

non so più

le ore.


21 febbraio 1935



La vita


(Dipinto: Tramonto sul mare, di Giovanni Fattori)


Alle soglie d’autunno

in un tramonto

muto


scopri l’onda del tempo

e la tua resa

segreta


come di ramo in ramo

leggero

un cadere d’uccelli

cui le ali non reggono più.


18 agosto 1935



L’ava


(Dipinto: Nonna che gioca coi nipoti, di Hermann Kern)


T’abbraccio per sentire la tua carne

pregna di pace e vicina a morire -

fresca e tetra così

presso il mio fiato.

Di là dalle parole: ed ascoltiamo

al polso uguali battiti – ed un solo

ultimo abbeverarsi della vita.

A riva di neri laghi

torna a prender luce

quest’occhio da te sola fatto azzurro;

così premendomi al tuo grembo

e chiusa nel tuo alvo

profondo, una divengo

al tuo peso mortale che vanisce:

tanto che non ci stacchi più la terra -

ma ad entrambe si faccia buia e lieve.


1 maggio 1937



Nebbia


(Dipinto: Nebbia, di Alfred Sisley)


Se c’incontrassimo questa sera

pel viale oppresso di nebbia

si asciugherebbero le pozzanghere

intorno al nostro scoglio caldo di terra:

e la mia guancia sopra le tue vesti

sarebbe dolce salvezza della vita.

Ma fronti lisce di fanciulle

a me rimproverano gli anni: un albero

solo ho compagno nella tenebra piovosa

e lumi lenti di carri mi fanno temere,

temere e chiamare la morte.


27 novembre 1937



... e siamo alla fine!  Giunti alla conclusione di questo progetto, vi rinnovo i miei ringraziamenti per avermi seguito in tutti questi mesi (mi sono resa conto adesso che il primo post dedicato ad Antonia Pozzi risale addirittura a settembre!). 

Vorrei tanto sentire un vostro feedback: quali tematiche vi sono piaciute di più? avete apprezzato la scelta di una poetessa del Novecento? Vi piace questa modalità di post o preferireste qualcosa di diverso? Avete apprezzato i dipinti che hanno accompagnato le poesie o avreste preferito un'altra scelta di immagini? 

Che cosa mi consigliereste di migliorare, in vista di un possibile nuovo progetto letterario sul blog? I vostri commenti mi saranno utilissimi! 

Non so ancora se, come l'anno scorso, mi prenderò il "tempo lento" dell'estate per elaborare un nuovo progetto letterario da far partire a settembre (più probabile) o se l'ispirazione mi colpirà prima (cosa da non escludere). Credo, però, che esso riguarderà ancora "L'angolo della poesia", o magari "Donne straordinarie", perché vorrei lasciare "Il momento dei classici" come rubrica un po' più discontinua, in modo da poter recuperare un classico ogni tanto in totale libertà. In tal senso, che cosa vi piacerebbe vedere sul blog? Autori, opere, generi... ditelo senza paura! Prometto che mediterò su tutte le proposte. 


Vi lascio i link alle "puntate precedenti", nel caso ne aveste persa qualcuna:


Desiderio di mare















Grazie mille ancora per la lettura, al prossimo post :-)

2 commenti :