giovedì 8 ottobre 2020

DESIDERIO DI MONTAGNA

 I mondi di Antonia Pozzi #2




Cari lettori,

bentrovati al nostro secondo appuntamento con il nuovo progetto de “L’angolo della poesia” e i mondi di Antonia Pozzi!

In settembre abbiamo parlato del mare, un ambiente che la poetessa conosce meno di altri, ma che è per lei un luogo a volte di fantasia ed altre di sollievo.


Oggi, invece, proveremo a fare un viaggio immaginario in un luogo che era davvero la dimensione di Antonia Pozzi: la montagna. Dalle cime delle Dolomiti ai colli della casa di Pasturo (che per lei è un vero e proprio luogo dell’anima), dai boschi ai rifugi in mezzo alla neve, la poetessa si rivela una vera esperta di montagna. Leggendo questi componimenti, scoprirete che ella amava sia le scalate da vera alpinista che le più idilliache passeggiate trascorse a raccogliere fiori di campo. Oltre ai suoi genitori, che come lei amavano sia Pasturo che la montagna, due sono le persone con cui ha condiviso questa passione: il primo è Antonio Maria Cervi, il suo professore di latino e greco al Liceo Ginnasio Manzoni, al quale ella ha dedicato alcuni di questi componimenti con le iniziali A.M.C., anche se una vera e propria relazione non è mai stata confermata; il secondo è Emilio Comici, famoso alpinista di cui è stata prima allieva e poi amica.


Vi lascio alle poesie, sperando che vi piacciano tanto quanto quelle dedicate al mare!



Fuga


(Dipinto: Paesaggio, di Peter Mork Monsted)


ad A.M.C.


Anima, andiamo. Non ti sgomentare

di tanto freddo, e non guardare il lago,

s’esso ti fa pensare ad una piaga

livida e brulicante. Sì, le nubi

gravano sopra i pini ad incupirli.

Ma noi ci porteremo ove l’intrico

dei rami è tanto folto, che la pioggia

non giunge a inumidire il suolo: lieve,

tamburellando sulla volta scura,

essa accompagnerà il nostro cammino.

E noi calpesteremo il molle strato

d’aghi caduti e le ricciute macchie

di licheni e mirtilli; inciamperemo

nelle radici, disperate membra

brancicanti la terra; strettamente

ci addosseremo ai tronchi, per sostegno;

e fuggiremo. Con la piena forza

della carne e del cuore, fuggiremo:

lungi da questo velenoso mondo

che mi attira e respinge. E tu sarai,

nella pineta, a sera, l’ombra china

che custodisce: ed io per te soltanto,

sopra la dolce strada senza meta,

un’anima aggrappata al proprio amore.


Madonna di Campiglio, 11 agosto 1929



Dolomiti


(Dipinto: Open Valley Dolomites di John Singer Sargent)


Non monti, anime di monti sono

queste pallide guglie, irrigidite

in volontà d’ascesa. E noi strisciamo

sull’ignota fermezza: a palmo a palmo,

con l’arcuata tensione delle dita,

con la piatta aderenza delle membra,

guadagniamo la roccia; con la fame

dei predatori, issiamo sulla pietra

il nostro corpo molle; ebbri d’immenso,

inalberiamo sopra l’irta vetta

la nostra fragilezza ardente. In basso,

la roccia dura piange. Dalle nere,

profonde crepe, cola un freddo pianto

di gocce chiare: e subito sparisce

sotto i massi franati. Ma, lì intorno,

un azzurro fiorire di miosotidi

tradisce l’umidore ed un remoto

lamento s’ode, ch’è come il singhiozzo

rattenuto, incessante, della terra.


Madonna di Campiglio, 13 agosto 1929



La discesa


(Dipinto: L'amore alla fonte della vita, di Giovanni Segantini)


(ad A.M.C.)


Già, sulle crode, sono rifioriti

i perenni rosai crepuscolari.

Lontana, ormai, la malga abbandonata

fra i rododendri. Il vento delle gole

non geme più, mordendoci la nuca.

Sale l’umida calma del pineto.

I larici e gli abeti, con la vetta,

ruban la prima oscurità, su in cielo;

con le ricurve frangie, l’accompagnano

fin presso a terra: lì, piano, la versano

a fare viola il muschio ed i mirtilli,

a fare azzurri i sassi del sentiero.


Nel mio ricordo stanco, disperato,

tu ti frantumi d’ombra e di silenzio.


Madonna di Campiglio, 14 agosto 1929



Vertigine


(Antonia Pozzi in tenuta da alpinismo)


Afferrami alla vita,

uomo. La cengia è stretta.

E l’abisso è un risucchio spaventoso

che ci vuole assorbire.

Vedi: la falda erbosa, da cui balza

questo zampillo estatico di rupi,

somiglia a un camposanto sconfinato,

con le sue pietre bianche.

Io mi vorrei tuffare a capofitto

nella fluidità vertiginosa;

vorrei piombare sopra un duro masso

e sradicarlo e stritolarlo, io,

con le mie mani scarne;

strappare gli vorrei, siccome a croce

di cimitero, una parola sola

che mi desse la luce. E poi berrei

a golate gioiose il sangue mio.


Afferrami alla vita,

uomo. Passa la nebbia

e lambe e sperde l’incubo mio folle.

Tra poco la vedremo dipanarsi

sopra le valli: e noi saremo in vetta.

Afferrami alla vita. Oh, come dolci

i tuoi occhi esitanti,

i tuoi occhi di puro vetro azzurro!


Pasturo, 22 agosto 1929



Sogno nel bosco


(Dipinto: Autunno, di Gustave Courbet)


Sotto un abete

per tutto un giorno

dormire

e l’ultimo cielo veduto

sia in fondo all’intrico dei rami

lontano.


A sera

un capriolo

sbucando dal folto

disegni

di piccole orme

la neve

e all’alba

gli uccelli

impazziti

infiorino di canti il vento.


Io

sotto l’abete

in pace

come una cosa della terra,

come un ciuffo di eriche

arso dal gelo.


16 gennaio 1933



Acqua alpina


(Dipinto: Boccioli di primavera lungo un fiume serpeggiante, di Louis Aston Knight)


Gioia di cantare come te, torrente;

gioia di ridere

sentendo nella bocca i denti

bianchi come il tuo greto;

gioia d’essere nata

soltanto in un mattino di sole

tra le viole

di un pascolo;

d’aver scordato la notte

ed il morso dei ghiacci.


(Breil) – Pasturo, 12 agosto 1933



Attacco


(Dipinto: Montagna ghiacciata, di Leonid Afremov)


Come

chi avanti l’alba

da un rifugio montano esca

nell’ombra fredda – e si metta per l’erta

cullando col passo il penoso

sonno – fin che in cima alle ghiaie

la guida sciolga

dalla spalla la corda ed additi

sulla roccia – l’attacco -


gioia e sgomento

allora – ed il sole che sorge

lo colgono insieme -


così

quando sul tuo

cammino s’apra

una siepe – ed al cuore s’affacci

la strada nuova.


26 settembre 1933



Bontà inesausta


(Dipinto: Montagna viola, di Paul Cézanne)


Chi ti dice

bontà

della mia montagna? -

così bianca

sui boschi già biondi

d’autunno -


e qui nebbie leggere alitano

in cui sospesa

è la luce dei ragnateli -

della rugiada

sulle foglie morte -


mentre il terriccio accoglie

petali stanchi di ciclamini

e crochi, velati

di uno stesso pallore

roseo -


tu sana, venata di sole,

porti sul grembo

il cielo tutto azzurro -

chiami voli d’uccelli

alle tue mani

colme di vento -


Bontà

a cui beve il suo canto

il cuore

e di cantare non può più finire -

perché sei la sorgente che rifà

il sorso bevuto

ed il suo fondo

non si tocca mai.


Pasturo, 1 ottobre 1933



Ritorno serale


(Dipinto: Wheatfield con montagne sullo sfondo, di Vincent Van Gogh)


Giungere qui – tu lo vedi -

dopo un qualunque dolore

è veramente

tornare al nido, trovare

le ginocchia materne,

appoggiarvi la fronte -


mentre le rocce, in alto,

sui grandi libri rosei del tramonto

leggono ai boschi e alle case

le parole della pace -


mentre le stanche campane discordi

interrogano il silenzio – sui misteri

della sera, dei cimiteri

dischiusi, dell’inverno

che si avvicina -


ed il silenzio allarga,

impallidendo, le braccia -

trae nel suo manto le cose

e persuade

la quiete -


18 settembre 1933



Nevai


(Dipinto: Paesaggio d’inverno, di Paul Gauguin)


Io fui nel giorno alto che vive

oltre gli abeti,

io camminai sui campi e monti

di luce -

Traversai laghi morti – ed un segreto

canto mi sussurravano le onde

prigioniere -

passai su bianche rive, chiamando

a nome le genziane

sopite -

Io sognai nella neve di un’immensa

città di fiori

sepolta -


io fui sui monti

come un irto fiore -

e guardavo le rocce,

gli alti scogli

per i mari del vento -

e cantavo fra me di una remota

estate, che coi suoi amari

rododendri

m’avvampava nel sangue -


1 febbraio 1934



Sentiero


(Dipinto: Pomeriggio sulle Alpi, di Giovanni Segantini)


È bello camminare lungo il torrente:

non si sentono i passi, non sembra

di andare via.

Dall’alto del sentiero si vede la valle

e cime lontane ai margini

della pianura, come pallidi scogli

in riva a una rada – Si pensa

com’è bella, com’è dolce la terra

quando s’attarda a sognare

il suo tramonto

con lunghe ombre azzurre di monti

a lato – Si cammina lungo il torrente:

c’è un gran canto che assorda

la malinconia -


Breil, 9 agosto 1934



Tempo


(Dipinto: Paesaggio di montagna, di Lionel Constable)


I


Mentre tu dormi

le stagioni passano

sulla montagna.


La neve in alto

struggendosi dà vita

al vento:

dietro la casa il prato parla,

la luce

beve orme di pioggia sui sentieri.


Mentre tu dormi

anni di sole passano

fra le cime dei làrici

e le nubi.


28 maggio 1935


II


Io posso cogliere i mughetti

mentre tu dormi

perché so dove crescono.

E la mia vera casa

con le sue porte e le sue pietre

sia lontana,

né io più la ritrovi,

ma vada errando

pei boschi

eternamente -

mentre tu dormi

ed i mughetti crescono

senza tregua.


28 maggio 1935



Per Emilio Comici


(Ritratto di Emilio Comici)


Si spalancano laghi di stupore

a sera nei tuoi occhi

fra lumi e suoni:


s’aprono lenti fiori di follia

sull’acqua dell’anima, a specchio

della gran cima coronata di nuvole…


Il tuo sangue che sogna le pietre

è nella stanza

un favoloso silenzio.


Misurina, sera d’agosto 1938




Spero che abbiate apprezzato sia le poesie che i dipinti e le fotografie d’epoca che ho scelto di abbinare! Fatemi sapere quale componimento avete preferito: se vi sono piaciute di più le scalate o le passeggiate nel bosco, oppure se preferite la tranquillità di Pasturo…

Sono contenta che il post sul mare vi sia piaciuto, attendo i vostri pareri su questo!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

4 commenti :

  1. La scelta delle immagini è perfetta.
    Io ho preferito "Sentiero", che mi ha ricordato la mia amatissima "Il sabato del villaggio" di Leopardi.

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    1. Ciao Claudia!In effetti questa poesia e quella di Leopardi hanno in comune una passeggiata e una sensazione di attesa... Sono contenta che le immagini ti piacciano!

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  2. Ciao Silvia! Che belle immagini! :)
    Mi è piaciuta molto "Sogno nel bosco" come poesia! :)

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    1. Ciao Sara! "Sogno nel bosco" è un po' come una favola... sono contenta che il post ti sia piaciuto!

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