Cari lettori,
buona settimana e buon 17 del mese con “L’angolo vintage”!
Oggi, come già fatto in aprile, ho pensato di raccontarvi due romanzi di autori a me in qualche modo già noti. Il primo, di Valerio Varesi, è una delle tante indagini del commissario Soneri, che qualcuno di voi mi ha detto di aver conosciuto grazie a me. Il secondo è un libro di Leonardo Gori, autore della serie che ha per protagonista il colonnello Arcieri, ma è scritto a quattro mani con Franco Cardini e costituisce una sorta di spin-off, con delle divagazioni di carattere storico e letterario che spero vi piaceranno.
Nell’ultimo
periodo mi sono resa conto che tra la fine dell’inverno e l’inizio
della primavera ho letto parecchi gialli, non solo quelli
tradizionali, ma anche thriller e spy story, generi che solo cinque
anni fa non so se sarei riuscita ad affrontare. Maturità da lettrice
adulta? Vecchiaia che incombe?
Nel dubbio, vi lascio alle recensioni!
Gli invisibili, di Valerio Varesi
Nuova indagine per il commissario Soneri, capo della Mobile di Parma; stavolta, però, più che di un vero e proprio caso di omicidio, si tratta di una sorta di “cold case”. Egli deve occuparsi di chiudere, anche solo dal punto di vista burocratico, il caso di un uomo che è stato ritrovato cadavere tre anni prima nel fiume. Non solo non si sa come e perché quell’uomo sia stato ucciso; il suo volto è sfigurato, non aveva documenti con sé, e nessuno è riuscito a risalire alla sua vera identità. Secondo il commissario Soneri, però, in questi tre anni non c’è stato abbastanza impegno da parte degli inquirenti: egli riscontra sempre un certo lassismo quando si tratta di persone come la vittima, degli invisibili che non vengono né pianti né reclamati da nessuno.
Egli ha pochi giorni a disposizione per fare un ultimo tentativo di indagine, e, con una sua segreta gioia, si trova costretto a tornare nella zona della Bassa del Po, che ormai è la sua seconda casa. Tra le nebbie umide che circondano il fiume ci sono degli strani movimenti: pescatori di frodo del pesce siluro, che non solo abbattono gli animali, ma li immettono sul mercato in modi truffaldini; traffici di armi di fuoco ai quali le forze dell’Ordine locali cercano da anni e senza successo di porre un freno; famiglie di ricchi proprietari terrieri che tentano ancora di spadroneggiare in nome di un antico privilegio.
Il commissario Soneri si muove con cautela, ma, per quanto sia esperto di crimini, la sua razionalità viene messa a dura prova dall’atmosfera che la circonda, fatta di leggende a cui tutti credono per (pare) comprovati motivi, tracce di quello che sembra un animale mostruoso che esce solo di notte, chiacchiere da bar che diventano verità indiscusse, fantasmi del passato che ritornano in maniera inattesa.
Per stare più vicino ai luoghi della sua indagine e non concedersi distrazioni, egli affitta una “casetta galleggiante” sul fiume, coinvolgendo anche la riluttante compagna Angela, e si immerge completamente nel suo cold case, provocando non poco sconcerto nei suoi superiori e nei Pm, che si chiedono perché egli si ostini a lavorare tanto per una questione che sarebbe stata solo burocratica e trascuri questioni ben più urgenti.
Con pazienza e tenacia, Soneri riesce a scoprire che il morto era figlio di una donna che per lunghi anni aveva lavorato come domestica per la famiglia più in vista della zona; un uomo che frequentava regolarmente una clinica psichiatrica a poca distanza, più per solitudine che per reale necessità. Gli ostacoli da superare sono tanti, ma l’indagine sulla morte di un uomo considerato da tutti “di nessuna importanza” promette di scoperchiare molto più del previsto…
Gli invisibili non è solo una delle tante indagini del commissario Soneri che ormai qualcuno di noi ha imparato a conoscere, tra testimonianze di personaggi folkloristici e ricordi della Seconda Guerra Mondiale, tra passeggiate solitarie nella nebbia e serate in trattoria con affettati e vino rosso. È soprattutto una profonda e variegata riflessione sul concetto di solitudine e sull’impronta che ognuno di noi lascia in questo mondo con la sua esistenza.
Persone come la misteriosa vittima di questo giallo sembrano non aver lasciato nessuna traccia di sé: soli, abbandonati da tutti, in difficile condizione psichica, senza nemmeno una misera proprietà da lasciare agli eredi. Il commissario Soneri è rimasto vedovo giovanissimo, perdendo, oltre alla moglie, il figlio che ella aveva in grembo; fatica a farsi degli amici veri e preferisce fare da figura paterna al giovane e sensibile sottoposto Juvara, oppure farsi delle belle chiacchierate con gli originali personaggi della Bassa; a volte ha persino dei dubbi su Angela, con la quale ha un rapporto tanto profondo quanto basato sul rispetto delle reciproche libertà individuali: identificandosi in parte nella vittima, sentendosi a sua volta spesso solo ed “invisibile”, cerca di curare il suo malessere interiore con il lavoro, ridando giustizia ad un uomo che è stato ucciso nell’apparente indifferenza di tutti. Eppure sarà proprio l’indagine che condurrà a dimostrargli che davvero chiunque di noi, che sia in un modo o in un altro, lascia qualcosa di sé al mondo, anche dopo la sua morte.
Una lettura spesso lenta e riflessiva, sul genere di quelle a cui ci ha abituato Valerio Varesi, ma profondamente istruttiva, in tanti sensi.
Il fiore d’oro, di Leonardo Gori e Franco Cardini
Questo coinvolgente romanzo d’azione ha inizio a Venezia nel 1944, pochi mesi dopo l’Armistizio che ha gettato l’Italia nel caos di una guerra civile ancor più sanguinosa di quella contro le altre nazioni. Il nord-est italiano è ancora militarizzato e c’è una sorta di piccola Cinecittà, che produce film storici ispirati alla Venezia che fu: un piccolo spiraglio di arte in mezzo al caos ed alla devastazione. Proprio lì si incontrano Dietrich Von Altenburg, un alto ufficiale tedesco che però in Germania non è più così benvoluto, ed Elena Contini, grande amore del colonnello Arcieri, una ragazza ebrea in fuga che si nasconde tra le attrici.
Dietrich, che ha conosciuto Bruno Arcieri in una precedente occasione e che credeva Elena fuggita al di là dell’Italia, si chiede per quale motivo la ragazza sia lì, sotto copertura, in una regione italiana pericolosissima per lei. Elena le rivela di aver ricevuto ordini dall’alto, confermando così di essere entrata a sua volta in un’organizzazione segreta, così come il colonnello Arcieri fa parte del SIM.
La permanenza dei due a Venezia, tuttavia, è destinata a durare poco: essi, infatti, vengono ben presto reclutati, uno per conto di un giornale di propaganda politica, l’altra come “cosiddetta attrice”, per andare a Gardone, al Vittoriale degli Italiani di Gabriele d’Annunzio, ultima casa del poeta vate e ormai sua tomba dopo la morte, avvenuta nel ‘36.
Proprio al Vittoriale una compagnia cinematografica italiana si sarebbe lanciata in un ambizioso progetto: provare ad ultimare, e finalmente a portare nelle sale, un film che era stato ideato da D’Annunzio e non era mai stato terminato, dal titolo Il Fiore d’oro. Appena arrivato nella celeberrima villa, Dietrich capta subito un’atmosfera di sotterranea tensione, dovuto ai tanti interessi differenti di militari, artisti, giornalisti e domestici legati al ricordo di D’Annunzio, tutti quanti costretti a restare sotto lo stesso tetto. In effetti la serenità, se mai c’è stata, lascia il Vittoriale dopo poche ore: qualcuno, da lontano, spara, uccidendo prima l’anziano custode, poi un professore che era il “contatto” di Dietrich. Ben presto i morti si moltiplicano, la villa diventa una prigione dalla quale in apparenza nessuno può entrare né uscire, i fascisti che si occupano della sicurezza sospettano che si tratti di azioni dei partigiani.
Dietrich, però, nel tentativo di salvare sia la sua vita che quella di Elena, cerca di seguire un’altra pista: proprio quella del fiore d’oro, che, a giudicare da quanto gli ha detto (o meglio: ha cercato di fargli capire) il professore prima di essere ucciso, non è solo un film, ma anche un oggetto prezioso e potenzialmente pericoloso, al quale più di un occupante del Vittoriale è interessato, anche se nessuno ne parla. Gli verrà in aiuto Giulia, un’attrice da lui inizialmente ritenuta troppo chiacchierona ed un po’ volgare (forse per contrasto con i modi eterei di Elena), ma che, pagina dopo pagina, rivela la sua arguzia e sensibilità.
Sarò sincera: Il fiore d’oro è stata per me una delle letture più lunghe e complesse dell’ultimo periodo. È un giallo complicato, una spy story intricata, un thriller d’azione ma anche di pensiero: per una che apprezza volentieri più le “commedie in giallo” dei crime tosti, una bella sfida. In più, i riferimenti storici al XX secolo, quelli cinematografici alle pellicole mute, quelli letterari al mondo di D’Annunzio richiedono un’attenta e puntuale lettura, ricca di nuove informazioni anche per chi come me ha seguito un corso di laurea umanistico, proprio su queste materie.
Nonostante
queste difficoltà, sono tanti gli aspetti che ho apprezzato di
questo romanzo: l’ambientazione al Vittoriale, che, considerati i
miei studi e il mio gusto kitch nell’arredamento,
per me è proprio un luogo del cuore; il rinnovato e gradito incontro
con alcuni personaggi del mondo del colonnello Arcieri (anche se
ammetto che la new
entry Giulia mi è
stata più simpatica dell’ “impeccabile”, diciamo così,
Elena); la storia raccontata, ricca di false piste, colpi da scena e
fili narrativi che, in conclusione, gli autori riescono a tirare con
maestria.
Insomma, dopo aver chiuso questo libro vi ci vorranno un paio di letture estremamente frivole per compensare, ma ne sarà valsa la pena!
Ecco il mio “Angolo vintage” di maggio!
Che ne pensate? Conoscete gli autori?
Avete letto questi romanzi? Che ne pensate?
Spero di avervi incuriosito!
Come sempre, vi invito a leggere i post delle altre partecipanti alla rubrica “L’angolo vintage” di questo mese. Trovate i nomi nel banner di inizio post!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
Due libri che si presentano interessanti, sebbene diversi fra loro. Grazie Silvia, buona settimana.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Felice di averti incuriosito! Buona settimana anche a te!
EliminaEntrambi molto interessanti anche se il primo mi ispira di più
RispondiEliminaCiao! Spero proprio che avrai occasione di leggerne almeno uno, allora :-)
EliminaNon li conoscevo e devo dire che il secondo m'intriga parecchio!
RispondiEliminaCiao Erica! Allora spero che avrai occasione di leggerlo!
EliminaNon conosco nessuno dei due titoli che hai presentato
RispondiEliminaCiao Manuela! Spero che almeno uno dei due ti abbia interessato, allora :-)
Elimina