lunedì 25 novembre 2019

DA VAN GOGH A PICASSO

La collezione Thannhauser del Guggenheim a Palazzo Reale




Cari lettori,
per la nostra rubrica “Consigli artistici”, dopo avervi presentato la mostra di De Chirico, torno insieme a voi a Palazzo Reale per raccontarvi un’altra esposizione: quella dedicata ai tesori del Guggenheim di New York e, in particolare, ad un’importante collezione privata: quella della ricca famiglia dei Thannauser, ebrei tedeschi vissuti tra la fine del XIX e la prima parte del XX secolo.

Ecco perché questi quadri sono stati un dono importante per il museo e come sono arrivati fino a noi!



La famiglia Thannhauser



La collezione artistica inizia all’inizio del ‘900 sotto la supervisione di Heinrich Thannhauser e diventa notevole, sia dal punto di vista culturale che da quello economico, grazie all’impegno ed alla disponibilità del figlio Justin.

Egli proviene da una ricca famiglia di ebrei tedeschi, ma, allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale, insieme alla sua prima moglie ed i suoi due figli, fugge in Svizzera per sfuggire alle persecuzioni razziali. Durante la guerra, il primo dei due giovani fratelli Thannhauser, erede del patrimonio, trova la morte in uno scontro aereo. 

La fine della guerra, invece di portare un po’ di serenità alla famiglia, è l’origine di altre tragedie per Justin: il suo secondo figlio si suicida, forse perché vittima del “senso di colpa dei sopravvissuti” nei confronti del fratello, ed anche sua moglie, disperata per essere rimasta senza figli, ben presto si lascia morire.

Nel ‘62, Justin Thannhauser si risposa, ma, consapevole della sua età ormai avanzata e del fatto che non ha altri eredi, si rende conto che la sua nobile ed antica famiglia, che ha vissuto in Germania per oltre cinquecento anni, è ormai estinta. 

Per questo motivo egli sceglie, nel ‘63, di donare la sua preziosa collezione alla Solomon R. Guggenheim Foundation, che da allora la espone in una sezione permanente del museo di New York.




Una sala della mostra conserva, in una bacheca, molte foto d’epoca, che ritraggono la dimora dei Thannhauser negli anni ‘50, con tanto di Renoir sopra il comodino o Picasso in mezzo tra due poltrone. Ci sono anche foto autografate degli artisti con dedica a Justin ed inviti esclusivi della famiglia per quei pochi e selezionati ospiti che avevano il privilegio di frequentare la casa.

Forse, osservando quelle fotografie, si può comprendere il reale motivo per cui Justin Thannhauser ha scelto di donare la sua collezione: l’arte è sempre stata intimamente collegata ad ogni aspetto della sua vita familiare, una parte d’esistenza che lui ha ormai tragicamente perduto, e che, con ogni probabilità, è stato ben felice di affidare a Guggenheim, che per lui era un grande amico.



Impressionisti e dintorni: un vero tesoro per il museo


Negli anni ‘60, il Guggenheim possiede moltissime opere del XX secolo, appartenenti alle più disparate correnti artistiche contemporanee, ma non ha alcun dipinto della seconda metà del XIX secolo.

In questo senso, la collezione Thannhauser è un dono preziosissimo per il museo. Nelle prime sale della mostra, infatti, il visitatore può ammirare alcune opere dei più famosi impressionisti e di artisti immediatamente successivi.

Uno dei protagonisti è Manet, già al centro di una vecchia mostra di Palazzo Reale (della quale vi ho parlato qui). Due suoi splendidi ritratti al femminile, uno più composto, un altro più licenzioso, sono accostati ad una Donna con pappagallino di Renoir e ad alcuni ritratti di contadini di Seurat.



Altri tesori della prima sezione della mostra sono una bellissima veduta di Venezia in colori pastello di Claude Monet, un paesaggio caraibico di Gauguin, alcune tele di Cézanne, delle nature morte di Braque.

Non può mancare Van Gogh, che resta uno dei miei pittori preferiti in assoluto: il piccolo ma curato Strada con sottopasso, l’incantevole Paesaggio con la neve e Montagne a Saint – Rémy, dipinto in un momento di crisi.

La serie di dipinti è completata da alcune piccole statue di Degas, le quali ritraggono le sue amate ballerine (un soggetto nelle mie corde, come potrete immaginare).



Il XX secolo ed il surrealismo: alla ricerca di una varietà di soggetti


La seconda sezione della mostra, rispetto a quella impressionista, che è molto più figurativa, tende maggiormente all’astrazione.

Una piccola stanza della mostra conserva due tele di Henri Rousseau, una che ritrae dei giocatori di football e l’altra dei soldati schierati per la guerra, che hanno un aspetto piuttosto fumettistico.

In una sala successiva, invece, ci sono alcune opere prettamente surrealiste: un Kandinskij, una piccola tela di Paul Klee, il coloratissimo La mucca gialla di Franz Marc, l’originale natura morta Ciliegie di Juan Gris ed altro ancora.



Anche nelle ultime sale dell’esposizione, non si può fare a meno di notare l’attenzione e la cura che ha messo Justin K. Thannhauser nel creare la sua collezione. Egli, infatti, non puntava soltanto alla varietà dal punto di vista degli artisti coinvolti, ma anche e soprattutto da quello dei temi.

Sia nella sezione ottocentesca che in quella novecentesca della mostra, infatti, sono presenti ritratti, paesaggi sia di mare che di montagna, animali e tavole imbandite, vedute cittadine ed opere astratte. Questa sua ricerca di soggetti e temi differenti dona un valore aggiunto alla collezione.



Pablo Picasso: il protagonista della collezione


Nonostante il desiderio di rendere la collezione il più possibile diversificata, al visitatore appare chiaro che il protagonista della mostra è Pablo Picasso.

L’artista spagnolo era un amico personale di Justin K. Thannhauser (come testimoniano alcune fotografie e dediche) ed una delle sue opere, Il gatto e l’aragosta, una sorta di omaggio posteriore al suo “periodo blu”, è stata un suo regalo di nozze per il secondo matrimonio del collezionista.

Attraversando le sale dell’esposizione, il visitatore ripercorre diverse tappe della carriera artistica di Picasso. Il suo periodo figurativo, a Parigi, nel 1901, con Il quattordici luglio, fotografia della festa nazionale, e Al caffè, istantanea notturna di un locale che ricorda lontanamente Renoir; le sue nature morte, alcune più realistiche, altre più fantasiose; ritratti da toni scuri ispirati alla corrente artistica dei “fauves”; la splendida Donna dai capelli gialli, sullo stile delle celeberrime Demoiselles d’Avignon.



Personalmente, il quadro che ho preferito tra quelli dell’artista è una piccola tela che ritrae dei casolari immersi nella natura a Vallauris, località della Costa Azzurra che ho visitato nel 2013. Come vi ho raccontato presentandovi la mostra di Picasso dell’anno scorso (a questo link la recensione), il pittore spagnolo era molto legato a quelle zone, dove si è fermato a lungo per approfondire l’arte della lavorazione della ceramica.




La mostra resterà a Palazzo Reale fino al 1 marzo!
Qualcuno di voi l’ha già visitata? Avete in programma di andarci?
Vi piacciono gli artisti che ho nominato? Quali preferite?
Aspetto un vostro commento!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

12 commenti :

  1. Cara Silvia, veramente una mostra molto interessante...
    Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Anche secondo me è davvero interessante...ed è un'occasione unica per poter vedere in Italia una serie di quadri che solitamente sta a New York! Buona settimana anche a te :-)

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  2. Ciao Silvia, ho addocchiato anch'io questa mostra, e penso proprio che andrò a visitarla! Interessante la tua analisi :-)

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    1. Ciao! Vedrai, questa mostra ti piacerà… soprattutto, conoscendoti, la parte impressionista!

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  3. È da una vita che non assisto ad una mostra di un pittore famoso.
    Picasso lo ammirai a Barcellona, più di dieci anni fa.
    Mi fai quasi venire voglia di cercare una mostra dalle mie parti.
    Complimenti per il modo in cui l'hai presentata.

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    1. Ciao Claudia! Io invece ho visitato Barcellona come città, ma purtroppo nessun museo con dei Picasso! Grazie per i complimenti, fammi sapere poi se hai visto qualche mostra dalle tue parti :-)

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  4. Poveri Thannhauser, non si può dire che questa famiglia sia stata fortunatissima :/

    Mostra sicuramente interessantissima!! Picasso.. il Top

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    1. Ciao Angela! Anche io sono rimasta colpita dal destino di questa famiglia.. Purtroppo il destino di un pilota di un aereo di guerra può essere segnato...ma poi, quei due terribili suicidi!
      Credo che Justin non abbia sopportato di conservare in casa opere che gli ricordavano la famiglia perduta! Per fortuna ha scelto bene a chi affidarle!

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  5. Grazie per aver presentato questa mostra, sembra molto interessante! 😊 Anche a me piacciono molto i dipinti di Van Gogh. E Venezia realizzata a pastello da Claude Monet è molto bella!

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    1. Ciao Vanessa! So che a te piace molto Venezia :-) Van Gogh resta uno dei miei artisti preferiti!

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  6. Che storia la storia della famiglia Thannhauser! I quadri sono davvero bellissimi e un’occasione per ammirarli da vicino, grazie Silvia. Buona serata.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa!... Purtroppo è una storia un po' triste :-(
      I quadri appartengono ad artisti molto importanti ed è davvero una bella occasione per ammirarli qui invece che oltreoceano. Buona giornata :-)

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