mercoledì 20 febbraio 2019

MI AMAVI ANCORA

Lo spettacolo di Stefano Artissunch al Teatro Agorà




Cari lettori,
per la nostra rubrica “Consigli teatrali”, sono felice di parlarvi, come già successo in novembre e qualche settimana fa, di uno spettacolo che ho visto nel mio paese, Cernusco sul Naviglio, presso il Cinema Teatro Agorà.


La sera di venerdì 8 febbraio, infatti, è andato in scena “Mi amavi ancora”, uno spettacolo per la regia di Stefano Artissunch, basato su un testo di Florian Zeller. 
I protagonisti di questa intensa e drammatica storia sono stati interpretati da Ettore Bassi e Simona Cavallari.

Dopo due spettacoli dal tono comico, molto divertenti, con Mi amavi ancora l’atmosfera in teatro cambia radicalmente. 
Vediamo insieme perché!



Una storia d’amore, lutto e gelosia



Protagonisti di questa storia sono Anne (Simona Cavallari), un medico, e Pierre (Ettore Bassi), un drammaturgo e scrittore. Essi sono sposati da più di dieci anni e vivono a Parigi, conducendo un’esistenza piuttosto agiata, tra soddisfazioni lavorative e cene con amici benestanti.


La serenità della coppia viene sconvolta da una tragedia: Pierre, mentre sta raggiungendo Nizza per una serie di conferenze, ha un incidente automobilistico e muore.

Dopo le prime difficili settimane di vedovanza, Anne decide di reagire ed inizia a sistemare lo studio di Pierre, in modo da poterlo vendere al più presto. Tra le sue carte, però, ella trova la prima stesura di una nuova commedia, che sembra essere dedicata ad un’attrice di nome Laura, della quale trova anche una lettera. 
La scoperta rende la donna improvvisamente gelosa e sospettosa: ella, infatti, inizia a ripensare all’ultimo periodo della sua vita con Pierre ed a quanto egli, nelle ultime settimane prima dell’incidente, le sembrasse lontano, distratto, talvolta persino bugiardo.


Anne cerca di scoprire la verità da Daniel, il migliore amico di Pierre, il quale però non si esprime chiaramente: da un lato la rassicura, ripetendole che il marito amava solo lei, dall’altro fa intendere che qualche “avventura” c’è stata.


La donna, allora, decide di andare direttamente a casa di Laura e di affrontarla, ma non immagina che anche il confronto con lei, invece di essere chiarificatore, darà vita ad ulteriori dubbi…



I due piani temporali



La storia che viene messa in scena si svolge in due diversi momenti, prima e dopo la morte di Pierre. 

I due piani temporali si alternano: all’inizio lo spettatore vede Anne che è appena rimasta vedova, poi assiste al ricordo di una serata dei due coniugi ancora felici sul divano del salotto di casa, poi di nuovo vede Anne che sta cercando di sgombrare lo studio di Pierre, e così via.


Il continuo scambiarsi di questi due momenti della vita della donna, che prima era sposata e poi si è ritrovata vedova, consente allo spettatore di comprendere meglio i suoi dubbi e le sue preoccupazioni. 
A detta di Daniel e di tutti gli amici, infatti, Anne e Pierre sono stati una coppia molto unita ed il loro matrimonio non aveva alcuna ombra; la donna, tuttavia, non può fare a meno di pensare ad alcune frasi sibilline che il marito le ha detto durante le loro ultime serate insieme, le quali, con il senno di poi, le sembrano quasi la confessione di un tradimento.


Lo spettatore riesce ad orientarsi tra i due piani temporali semplicemente osservando l’attrice protagonista, la quale tiene i capelli sciolti quando è ancora una donna sposata e se li raccoglie quando è invece rimasta vedova.



La scenografia, i costumi, le musiche



Questo spettacolo è ambientato nella Parigi odierna, perciò gli abiti indossati dagli attori sono piuttosto ordinari: camicia, pantaloni eleganti e gilet per Pierre; un completo elegante, ma un po’ più colorato, per Daniel; un abito rosso scuro e scarpe con il tacco per Anne; un abitino verde e degli stivaletti neri per Laura.


La scenografia è composta da tre interni, disposti in scena in modo piuttosto originale. C’è infatti un grande spazio ad altezza palcoscenico posto sulla metà del palco più vicina al pubblico, esattamente davanti a due interni più piccoli, che sono invece sopraelevati.
L’interno al piano “inferiore”, più grande, è il salotto di casa della coppia, prima custode della loro intimità e poi luogo del confronto tra Anne e Daniel.
Lo spazio sopraelevato a destra è lo studio di Pierre, ingombro di libri e di carte. 
A sinistra c’è invece la casa di Laura, dotata anche di un pianoforte, che quest’ultima suona brevemente verso la fine dello spettacolo.


Le musiche rivestono una grande importanza all’interno di questo spettacolo: se un sottofondo dal tono più pacato indica i momenti di maggiore armonia tra i protagonisti, infatti, i crescendo improvvisi rispecchiano invece la gelosia di Anne, che vede, a poco a poco, il suo dubbio quasi innocente tramutarsi nella paura che il marito non l’amasse più e la volesse lasciare dopo le conferenze di Nizza.



Il sottile confine tra vita vissuta e rappresentazione



Assistendo allo spettacolo, a mio parere, si ha quasi l’impressione che tutti i personaggi intorno ad Anne, a partire da Laura, passando per Daniel, fino ad arrivare allo stesso Pierre, stiano quasi recitando una parte, a discapito della sfortunata donna.


Laura, infatti, una volta messa alle strette, confessa con reticenza di aver conosciuto Pierre, ma cambia versione continuamente: prima ammette di averlo incontrato a teatro, poi di avergli scritto sì una lettera, ma solo per motivi di lavoro, infine fa intuire di aver avuto una relazione con lui, ma davanti a Daniel nega di averlo mai detto. 
Lo spettatore ha come la sensazione che la ragazza reciti nella vita tanto quanto fa sul palcoscenico, e che quello che stia raccontando ad Anne non sia la verità, ma solo la trama della commedia che Pierre ha scritto prima di morire.


Daniel è molto reticente con Anne, e si comprende che non vuole tradire i segreti dell’amico che ha appena perduto. Personalmente, in alcuni momenti mi è sembrato che il regista volesse sottintendere un sentimento mai dichiarato da parte dell’uomo nei confronti della vedova.


Pierre, infine, resta una figura con luci ed ombre: non si riesce a capire se ha effettivamente mentito alla moglie durante gli ultimi mesi della sua vita, o se è solo la fantasia di Anne che tramuta dei piccoli dettagli in prove di adulterio.


La donna, tuttavia, resta il personaggio più autentico dell’interpretazione, l’unica che non ha paura delle sue emozioni e che cerca in tutti i modi di arrivare alla verità, anche se chiunque intorno a lei cerca di gettarle del fumo negli occhi.




Purtroppo lo spettacolo è rimasto al Teatro Agorà solo una sera, ma gli attori hanno detto di aver iniziato da poco una tournée, quindi, se siete interessati, è possibile che questa rappresentazione si svolga anche nella vostra città!
Spero di avervi incuriosito!
Conoscevate questo testo? Per me è stata una scoperta!
Avevate già visto Ettore Bassi in teatro o, come me, solo in tv fino ad ora?
Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

7 commenti :

  1. Cara Silvia, leggendo ho capito che deve essere bello questo pezzo di teatro,
    una spettacolo che meriterebbe essere visto, ahimè sono troppo l'ontano.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Non so se questo spettacolo farà tappa anche dove abiti tu, speriamo! Buona giornata anche a te :-)

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    2. Ne dubito, cara Silvia, i abito in Svizzera tedesca nel cantone di Zurigo.
      Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
      Tomaso

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    3. Un po' lontano da qui, in effetti! Allora vedrai di sicuro altri spettacoli 🤗

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  2. Davvero intrigante e interessante. Grazie per offrirci questi “spettacoli”, attraverso le tue parole lo vediamo un po’ anche noi. Buona serata.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa! Sono davvero contenta di potervi raccontare di questi spettacoli, anche perché quest'anno gli amici mi hanno regalato un piccolo abbonamento ed ho occasione di andare spesso a teatro!

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