Lo spettacolo di Stefano Artissunch al Teatro Agorà
Cari
lettori,
per
la nostra rubrica “Consigli teatrali”, sono felice di parlarvi,
come già successo in novembre e qualche settimana fa, di uno
spettacolo che ho visto nel mio paese, Cernusco sul Naviglio, presso
il Cinema Teatro Agorà.
La
sera di venerdì 8 febbraio, infatti, è andato in scena “Mi amavi
ancora”, uno spettacolo per la regia di Stefano Artissunch, basato
su un testo di Florian Zeller.
I protagonisti di questa intensa e
drammatica storia sono stati interpretati da Ettore Bassi e Simona
Cavallari.
Dopo
due spettacoli dal tono comico, molto divertenti, con Mi amavi
ancora l’atmosfera in teatro cambia radicalmente.
Vediamo
insieme perché!
Una
storia d’amore, lutto e gelosia
Protagonisti
di questa storia sono Anne (Simona Cavallari), un medico, e Pierre
(Ettore Bassi), un drammaturgo e scrittore. Essi sono sposati da più
di dieci anni e vivono a Parigi, conducendo un’esistenza piuttosto
agiata, tra soddisfazioni lavorative e cene con amici benestanti.
La
serenità della coppia viene sconvolta da una tragedia: Pierre,
mentre sta raggiungendo Nizza per una serie di conferenze, ha un
incidente automobilistico e muore.
Dopo
le prime difficili settimane di vedovanza, Anne decide di reagire ed
inizia a sistemare lo studio di Pierre, in modo da poterlo vendere al
più presto. Tra le sue carte, però, ella trova la prima stesura di
una nuova commedia, che sembra essere dedicata ad un’attrice di
nome Laura, della quale trova anche una lettera.
La scoperta rende la
donna improvvisamente gelosa e sospettosa: ella, infatti, inizia a
ripensare all’ultimo periodo della sua vita con Pierre ed a quanto
egli, nelle ultime settimane prima dell’incidente, le sembrasse
lontano, distratto, talvolta persino bugiardo.
Anne
cerca di scoprire la verità da Daniel, il migliore amico di Pierre,
il quale però non si esprime chiaramente: da un lato la rassicura,
ripetendole che il marito amava solo lei, dall’altro fa intendere
che qualche “avventura” c’è stata.
La
donna, allora, decide di andare direttamente a casa di Laura e di
affrontarla, ma non immagina che anche il confronto con lei, invece
di essere chiarificatore, darà vita ad ulteriori dubbi…
I
due piani temporali
La
storia che viene messa in scena si svolge in due diversi momenti,
prima e dopo la morte di Pierre.
I due piani temporali si alternano:
all’inizio lo spettatore vede Anne che è appena rimasta vedova,
poi assiste al ricordo di una serata dei due coniugi ancora felici
sul divano del salotto di casa, poi di nuovo vede Anne che sta
cercando di sgombrare lo studio di Pierre, e così via.
Il
continuo scambiarsi di questi due momenti della vita della donna, che
prima era sposata e poi si è ritrovata vedova, consente allo
spettatore di comprendere meglio i suoi dubbi e le sue
preoccupazioni.
A detta di Daniel e di tutti gli amici,
infatti, Anne e Pierre sono stati una coppia molto unita ed il loro
matrimonio non aveva alcuna ombra; la donna, tuttavia, non può fare
a meno di pensare ad alcune frasi sibilline che il marito le ha detto
durante le loro ultime serate insieme, le quali, con il senno di poi,
le sembrano quasi la confessione di un tradimento.
Lo
spettatore riesce ad orientarsi tra i due piani temporali
semplicemente osservando l’attrice protagonista, la quale tiene i
capelli sciolti quando è ancora una donna sposata e se li raccoglie
quando è invece rimasta vedova.
La
scenografia, i costumi, le musiche
Questo
spettacolo è ambientato nella Parigi odierna, perciò gli abiti
indossati dagli attori sono piuttosto ordinari: camicia, pantaloni
eleganti e gilet per Pierre; un completo elegante, ma un po’ più
colorato, per Daniel; un abito rosso scuro e scarpe con il tacco per
Anne; un abitino verde e degli stivaletti neri per Laura.
La
scenografia è composta da tre interni, disposti in scena in modo
piuttosto originale. C’è infatti un grande spazio ad altezza
palcoscenico posto sulla metà del palco più vicina al pubblico, esattamente
davanti a due interni più piccoli, che sono invece sopraelevati.
L’interno
al piano “inferiore”, più grande, è il salotto di casa della
coppia, prima custode della loro intimità e poi luogo del confronto
tra Anne e Daniel.
Lo
spazio sopraelevato a destra è lo studio di Pierre, ingombro di
libri e di carte.
A sinistra c’è invece la casa di Laura, dotata
anche di un pianoforte, che quest’ultima suona brevemente verso la
fine dello spettacolo.
Le
musiche rivestono una grande importanza all’interno di questo
spettacolo: se un sottofondo dal tono più pacato indica i momenti di
maggiore armonia tra i protagonisti, infatti, i crescendo improvvisi
rispecchiano invece la gelosia di Anne, che vede, a poco a poco, il
suo dubbio quasi innocente tramutarsi nella paura che il marito non
l’amasse più e la volesse lasciare dopo le conferenze di Nizza.
Il
sottile confine tra vita vissuta e rappresentazione
Assistendo
allo spettacolo, a mio parere, si ha quasi l’impressione che tutti
i personaggi intorno ad Anne, a partire da Laura, passando per
Daniel, fino ad arrivare allo stesso Pierre, stiano quasi recitando
una parte, a discapito della sfortunata donna.
Laura,
infatti, una volta messa alle strette, confessa con reticenza di aver
conosciuto Pierre, ma cambia versione continuamente: prima ammette di
averlo incontrato a teatro, poi di avergli scritto sì una lettera,
ma solo per motivi di lavoro, infine fa intuire di aver avuto una
relazione con lui, ma davanti a Daniel nega di averlo mai detto.
Lo
spettatore ha come la sensazione che la ragazza reciti nella vita
tanto quanto fa sul palcoscenico, e che quello che stia raccontando
ad Anne non sia la verità, ma solo la trama della commedia che
Pierre ha scritto prima di morire.
Daniel
è molto reticente con Anne, e si comprende che non vuole tradire i
segreti dell’amico che ha appena perduto. Personalmente, in alcuni
momenti mi è sembrato che il regista volesse sottintendere un
sentimento mai dichiarato da parte dell’uomo nei confronti della
vedova.
Pierre,
infine, resta una figura con luci ed ombre: non si riesce a capire se
ha effettivamente mentito alla moglie durante gli ultimi mesi della
sua vita, o se è solo la fantasia di Anne che tramuta dei piccoli
dettagli in prove di adulterio.
La
donna, tuttavia, resta il personaggio più autentico
dell’interpretazione, l’unica che non ha paura delle sue emozioni
e che cerca in tutti i modi di arrivare alla verità, anche se
chiunque intorno a lei cerca di gettarle del fumo negli occhi.
Purtroppo
lo spettacolo è rimasto al Teatro Agorà solo una sera, ma gli
attori hanno detto di aver iniziato da poco una tournée, quindi, se
siete interessati, è possibile che questa rappresentazione si svolga
anche nella vostra città!
Spero
di avervi incuriosito!
Conoscevate
questo testo? Per me è stata una scoperta!
Avevate
già visto Ettore Bassi in teatro o, come me, solo in tv fino ad ora?
Fatemi
sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, leggendo ho capito che deve essere bello questo pezzo di teatro,
RispondiEliminauna spettacolo che meriterebbe essere visto, ahimè sono troppo l'ontano.
Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Non so se questo spettacolo farà tappa anche dove abiti tu, speriamo! Buona giornata anche a te :-)
EliminaNe dubito, cara Silvia, i abito in Svizzera tedesca nel cantone di Zurigo.
EliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Un po' lontano da qui, in effetti! Allora vedrai di sicuro altri spettacoli 🤗
EliminaDavvero intrigante e interessante. Grazie per offrirci questi “spettacoli”, attraverso le tue parole lo vediamo un po’ anche noi. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Sono davvero contenta di potervi raccontare di questi spettacoli, anche perché quest'anno gli amici mi hanno regalato un piccolo abbonamento ed ho occasione di andare spesso a teatro!
EliminaCiao e benvenuta! Passo subito da te :-)
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