Un confronto tra padre e figlia in scena al Teatro Leonardo
Cari
lettori,
come
già accaduto tra ottobre e novembre, anche questo periodo di fine
inverno si sta rivelando particolarmente ricco di “Consigli
teatrali”.
Per
un motivo o per un altro, infatti, mi è capitato spesso di assistere
a spettacoli tra i più diversi, ed anche oggi vi propongo una
recensione teatrale.
Lo
spettacolo di cui vi parlo è stato in scena il 9 e 10 febbraio al
Teatro Leonardo e si intitola Beata gioventù.
Si tratta di
una delle tante rappresentazioni che, visto il tema trattato, questo
teatro propone anche alle scuole. Non ho potuto fare a meno di notare
l’abbondante presenza di ragazzi in età scolare ed universitaria
in platea, e mi sento di consigliare la visione di questo spettacolo
anche agli insegnanti.
Vediamo insieme perché!
Un
padre solo ed in difficoltà
La
rappresentazione ha due soli attori protagonisti: un padre ed una
figlia.
Il
primo dei due è interpretato da Andrea Robbiano, già protagonista
di un fortunato spettacolo del Teatro Leonardo, Fuori misura,
che racconta con delicatezza ed ironia vita ed opere di Giacomo
Leopardi.
Egli
interpreta qui il ruolo di un padre purtroppo rimasto solo dopo un
divorzio piuttosto infelice: è stata la moglie a decidere di
lasciarlo e di andare a vivere lontano, lasciandogli l’affidamento
della figlia Nicole.
Nel
momento in cui la “sua bambina” cresce e diventa un’adolescente
che rifiuta in ogni modo di omologarsi agli altri, egli si sente
improvvisamente in crisi ed inadatto a svolgere il suo compito di
genitore.
Agli
occhi della figlia, infatti, egli appare inevitabilmente conforme
alla massa, con il suo abito da ufficio, i suoi discorsi sul
lavoro, le sue domande sulla scuola e i suoi libri con dedica che le
regala regolarmente.
Egli
invece continua a donare romanzi alla figlia perché spera che ella,
leggendo la carta stampata, trovi quelle parole che lui non riesce a
dirle. Come l’uomo tramutato in scarafaggio della Metamorfosi di
Kafka, anche lui ricorda di essersi sentito goffo, troppo alto, mal
vestito, addirittura il più brutto della scuola.
Tra
lui e sua figlia, però, c’è una generazione intera di differenza,
ed a volte, nel tentativo di avvicinarsi a lei, egli finisce per
ripetere quelle frasi scontate, come il classico “questa casa non è
un albergo”, che da figlio si era ripromesso di non dire mai e poi
mai in età adulta.
Come
riuscire, allora, a stabilire un contatto con Nicole?
Una
figlia arrabbiata e molto schietta
Ciò
che il personaggio di Andrea Robbiano invidia maggiormente alla
figlia Nicole, interpretata dalla giovane attrice Claudia Veronesi, è
la capacità di essere sempre sincera ed anche piuttosto diretta.
Nicole,
infatti, utilizza, nel corso dello spettacolo, una piccola
videocamera che proietta il suo volto su un grande schermo dietro di
lei, e, invece che utilizzare il classico ma forse superato diario
segreto, registra i suoi pensieri, sfogandosi a ruota libera contro
tutte le persone che, a detta sua, limitano la sua sacra libertà.
Ella,
in particolare, è arrabbiata con tutti coloro che tentano di
spingerla a studiare e di darsi da fare per “trovare una posizione
lavorativa”, “fare carriera” e “diventare qualcuno”. Più
che delle vere e proprie motivazioni, infatti, le sembra soltanto di
sentire delle frasi fatte, che non rispecchiano la realtà.
Con
il padre ha un rapporto a volte più armonioso ed altre più
conflittuale, a seconda degli argomenti di discussione e della sua
capricciosa attitudine da adolescente.
Di certo ella, nel suo cuore,
riconosce di volergli molto bene, perché è il genitore che ha
scelto di restare con lei, a differenza della madre.
Una parte di
lei, però, soffre ancora per il divorzio e per il fatto che la sua
famiglia si sia spaccata, ed il fatto che il padre sembri aver
dimenticato la separazione per proseguire con il suo usuale tran tran
lavorativo finisce per irritarla.
La
scenografia e la casa come luogo di confronto
Nicole
e suo padre vivono insieme, e la camera della ragazza costituisce, di
fatto, la scenografia dell’intero spettacolo. L’unico elemento
particolarmente originale è quello, già citato, dello schermo sul
quale vengono riprodotte le registrazioni che fa Nicole. Per il
resto, ci sono sedie, tavoli, una sorta di grata che funge da
armadio, dei comodini.
Due
sono gli elementi di disordine che subito saltano all’occhio allo
spettatore: i vestiti ovunque e le bottigliette d’acqua mezze
aperte su ogni singolo comodino.
Il disordine della ragazza è, com’è
facile immaginare, un altro elemento di discussione familiare.
Un
solo angolo a destra sembra essere riservato al padre, che tiene per
sé solo una sedia, una singola luce puntata su di lui ed una serie
di riflessioni che rivolge al pubblico quando la figlia è assente o
gli chiude la porta in faccia.
L’importanza
del confronto tra padre e figlia
Se
su scuola e disordine i due protagonisti riescono a trovare un
accordo, c’è un altro argomento, dai risvolti sia personali che
sociali, sul quale i due finiscono per scontrarsi aspramente.
Purtroppo, dopo la litigata, il destino sembra separare padre e
figlia, i quali sono costretti a ripensare separatamente ai
rispettivi sbagli.
Il
tema centrale dello spettacolo resta comunque l’importanza del
confronto tra genitori e figli. I primi imparano a non irrigidirsi
sulle loro posizioni, ad accettare il cambiamento e la novità, a
ritornare adolescenti anche loro ripensando ai loro “anni
difficili”. I secondi comprendono che non vale la pena di essere
sempre arrabbiati e che è giusto apprezzare i genitori per quello
che sono e che possono dare, senza penalizzarli per ogni minima colpa
e per ogni errore, spesso fatto in buona fede.
Uno
spettacolo piuttosto breve ma intenso, davvero istruttivo per i
ragazzi in età scolare, ma anche per i genitori, non solo per quelli
che si sentono in difficoltà.
La
rappresentazione, come già detto, è rimasta al Teatro Leonardo di
Milano solo per un weekend, ma non è escluso che venga nuovamente
messa in scena, sia nello stesso teatro tra qualche mese (come capita
spesso con gli spettacoli pensati per le scuole), sia in altre città.
Conoscete
gli spettacoli didattici del Teatro Leonardo?
Avete
già visto recitare Andrea Robbiano in Fuori misura (che a
Milano è ormai uno spettacolo piuttosto noto) o in altre occasioni?
Spero
di avervi interessato ed incuriosito!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
L'argomento è interessante. Deve essere la figlia a parlare ma se lui fa domande la ragazza si chiude di più. Regalare troppi libri è far scoprire alla figlia la sua paura di farcela.
RispondiEliminaCiao Silvia.
Ciao! è vero, troppe domande rischiano di far chiudere gli adolescenti a riccio :-( Ci vuole pazienza! Buona settimana.
EliminaCara Silvia, leggendo ho capito che è molto interessante, non deve chiudersi!!!
RispondiEliminaCiao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Hai ragione, né genitori né figli dovrebbero chiudersi in se stessi, ma non è sempre facile!! Buon inizio settimana anche a te :-)
EliminaUno spettacolo che vedrei con molto piacere.
RispondiEliminaAmo tutto quello che ruota attorno al rapporto padre-figlia.
Buon inizio di settimana.
Baci
Ciao Claudia! Credo che lo spettacolo ti piacerebbe. Buona settimana!
EliminaSenza dubbio uno spettacolo che regala tanti spunti di riflessione, interessante. Grazie Silvia.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Anche secondo me può essere uno spettacolo per famiglie, utile ed interessante.
EliminaUno spettacolo molto attuale ed istruttivo, grazie per avercelo fatto conoscere!😊
RispondiEliminaCiao Vanessa! Sono contenta di avervi incuriosito :-)
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