Le donne di Euripide #7
Cari
lettori,
per
la nostra rubrica “Donne straordinarie”, siamo giunti all’ultimo
appuntamento con Le donne di Euripide.
In questo post, dopo
aver affrontato tante figure femminili singole, vorrei parlarvi
brevemente di quattro tragedie nelle quali le donne agiscono in
gruppo.
La prima di esse è molto conosciuta, le altre tre forse un po’ meno, ma tutte sono, a mio parere, piuttosto interessanti.
La prima di esse è molto conosciuta, le altre tre forse un po’ meno, ma tutte sono, a mio parere, piuttosto interessanti.
Questa
famosissima tragedia pone al centro della scena le origini del dio
Dioniso, nato da Zeus e da una donna mortale.
A Tebe, città
d’origine di Semele, la madre del dio, si crede però che Dioniso
non sia una reale divinità: le sorelle della donna hanno infatti
messo in giro alcune maldicenze, alimentate dal nipote del dio,
Penteo, attuale sovrano di Tebe.
Sotto
mentite spoglie, Dioniso arriva in città e rende folli tutte le
donne della famiglia reale, che fuggono insieme sui monti e nelle
campagne per celebrare riti bacchici.
La pazzia delle Baccanti
diventa ben presto violenza e scatena il terrore, ma Penteo si
rifiuta di credere che tutto questo sia opera di Dioniso e raggiunge
le donne, convinto di poterle riportare alla ragione.
La
vendetta del dio è terribile: Penteo viene ucciso e fatto a pezzi
dalle donne della sua famiglia ed è la sua stessa madre che, in
preda alla follia, riporta il suo capo a palazzo, convinta di avere
in mano una testa di leone.
Le
Baccanti sono solo
apparentemente una tragedia religiosa: in teoria, infatti, la storia
inviterebbe il lettore/spettatore a non irridere gli dei e ad essere
rispettoso.
In realtà, la vendetta di Dioniso risulta assolutamente
sproporzionata rispetto a delle semplici maldicenze, ed il fatto che
non sia compiuta direttamente, ma manipolando le Baccanti, rende la
figura divina ancor più meschina.
Gli
Eraclidi è un dramma di guerra
ambientato a Maratona. Lì, presso l’altare consacrato a Zeus, si
sono rifugiati i figli di Eracle, perseguitati dal re di Argo
Euristeo e protetti dal re di Atene Demofonte.
La
questione è così delicata da diventare un vero e proprio casus
belli: le due città arrivano a
farsi guerra tra loro. Sarà Atene a prevalere e la vita degli
Eraclidi verrà risparmiata.
In
questo dramma corale sono due le figure femminili rilevanti: Macaria
e Alcmena, rappresentanti rispettivamente la vocazione al sacrificio
ed il desiderio di vendetta.
La
prima è una delle figlie di
Eracle: quando viene a sapere che l’oracolo ha predetto che Atene
vincerà soltanto se verrà sacrificata una ragazza, si offre
volontaria per salvare la vita ai fratelli ed alle sorelle. Ella, in
definitiva, riveste il ruolo di una piccola Alcesti.
Ben
diversa è Alcmena, che, una volta catturato Euristeo, non si fida
delle sue promesse ed ordina che egli venga ucciso, dal momento che
il suo desiderio di attaccare dei supplici è indizio di una
pericolosa empietà.
A differenza di ciò che viene raccontato nelle
Baccanti, il destino
di Euristeo è un vero richiamo per i lettori/spettatori ad essere pii.
Le
supplici dell’omonima tragedia
sono madri di guerrieri di Argo, che hanno visto tutti i loro figli
morire nel corso della battaglia contro Tebe.
Quando vengono a sapere
che non potranno nemmeno seppellire degnamente i corpi, esse,
disperate, chiedono aiuto alla regina madre di Atene. Quest’ultima
si commuove e fa intervenire il figlio, il re Teseo.
Si
giunge inevitabilmente allo scontro, ma, come ne Gli
Eraclidi, è il rispetto per gli
dei ad avere la meglio, ed i corpi dei sette valorosi capitani argivi
vengono restituiti alle famiglie.
Questa
tragedia euripidea è davvero drammatica e mette in luce in modo
molto severo fino a che punto può arrivare la miseria umana. A
queste donne, senza l’intervento risolutivo del re di Atene, non
sarebbe stato concesso nemmeno un dignitoso funerale per i propri
figli.
Al
di là del gruppo delle Supplici, due figure femminili notevoli sono
Etra, l’anziana e pietosa madre di Teseo, ed Evadne, la giovane
vedova di uno dei sette comandanti, che, resa folle dal dolore, si
getta sulla pira funebre.
Le
fenicie trae il suo titolo dal
coro di donne che, nel corso di questa tragedia, racconta la storia
di una famiglia tebana maledetta: quella che ha generato Edipo.
I
due figli maschi, Eteocle e Polinice, ingaggiano una guerra civile
proprio di fronte alle porte della città, perché entrambi vogliono
assumere il comando. La lotta fratricida ha un terribile epilogo: i
due muoiono ed il controllo viene assunto da un parente, Creonte.
Oltre
al coro di donne fenicie, le uniche figure femminili della tragedia
sono destinate ad essere vittime della guerra: Giocasta, la madre di
Eteocle e Polinice, si suicida per la disperazione, mentre la sorella
Antigone è costretta ad andare in esilio insieme al padre Edipo.
In
questa tragedia Euripide fa qualche passo indietro rispetto alla
visione del mondo più moderna e dissacrante che presenta in altre
tragedie, e torna a parlare, come il suo predecessore Eschilo, di
“famiglie maledette” e di un destino al quale non è possibile
sottrarsi.
Cari
lettori,
siamo
giunti alla fine di questo lungo e spero appassionante percorso.
La
tesi che volevo dimostrare è il fatto che Euripide non solo abbia
prestato particolare attenzione alle figure femminili, ma che abbia
dotato ognuna di loro di caratteristiche uniche e speciali, sia in
positivo che in negativo.
Ognuna di esse incarna un atteggiamento,
una qualità, una caratteristica positiva o, al contrario, molto
negativa. Siete d’accordo con le mie affermazioni?
Vi
lascio il link ai miei post precedenti:
- Elena
- Alcesti
- Medea
Vi
ricordo che, nel corso del filone “Le donne della letteratura e la
figura paterna”, ho parlato anche di:
- Ifigenia
- Elettra (anche se nella versione di Sofocle)
Ho
evitato di scrivere post su:
-
Ecuba, Ifigenia in Tauride, Elettra, Oreste perché hanno per
protagoniste eroine di cui ho già parlato;
-
Il ciclope, che è una tragedia (satirica) interamente al
maschile.
Ormai
mi conoscete un po’ e sapete della mia grande passione per la
tragedia greca.
Per me era molto importante scrivere una serie di
post dedicati e spero di essere riuscita nel mio intento. Spero anche
di aver avvicinato almeno un po’ i “non classicisti” a questo
mondo così particolare.
Fatemi
sapere che cosa vi è piaciuto (e che cosa invece no, ovviamente) e
quale personaggio avete apprezzato di più.
Se
avete qualche idea per la prossima serie di post dedicata alle “Donne
straordinarie”, scrivetela qui sotto, please :-)
Vi confesso che in questo periodo ho in cantiere una nuova serie per "Il momento dei classici", ma non ho ancora pensato bene al futuro di questa rubrica, quindi qualunque idea è ben accetta!
Vi confesso che in questo periodo ho in cantiere una nuova serie per "Il momento dei classici", ma non ho ancora pensato bene al futuro di questa rubrica, quindi qualunque idea è ben accetta!
Grazie
infinite per la lettura, al prossimo post!
Ciao Silvia,
RispondiEliminagrazie per questo post che mi ha rispolverato un sacco di cose utili sulla tragedia greca.
Ti abbraccio!
Ciao! Davvero contenta di esserti stata utile, ricambio l'abbraccio :-)
EliminaUn progetto davvero degno di nota, Silvia :)
RispondiEliminaDa un certo punto di vista è incredibile come la civiltà greca, di per sé piuttosto misogina, sia riuscita a trasmetterci figure femminili di questo spessore (anche se, nelle Baccanti, un certo sessismo di vede ancora).
Ciao! è vero, purtroppo sono stati molti gli aspetti misogini della civiltà greca… Euripide anticipa già una fase successiva rispetto a quella di maggior splendore delle polis, un momento in cui politica ed economia entrano in crisi ma inizia ad esserci una maggiore libertà di costumi!
EliminaLo ripeto, Silvia, quello che scrivi è interessantissimo e in questo tuo fluire di parole si evidenzia non solo la tua competenza ma, cosa più importante per una insegnante, la tua passione che contagia tutti noi lettori.
RispondiEliminaGrazie di cuore per questa tua esposizione, che rileggerò volentieri, e complimenti sinceri.
sinforosa
Grazie Sinforosa!! Le tue parole sono sempre un incoraggiamento per me! Mi piace tanto parlare di questi argomenti, prima o poi avrò occasione di rifarlo :-)
Eliminacome sai, di tragedie greche ho letto dolo MEDEA e devo dire che mi è piaciuta più di quanto aspettassi; questi tuoi post sono molto utili per me, mi aiutano a farmi un quadro esaustivo dell'argomento, e non ti nascondo che lo trovo sempre più affascinante!
RispondiEliminabuon sabato!!!
Ciao Angela! Mi avevi parlato della tua lettura di Medea :-) Sono contenta di averti fatto conoscere meglio questo mondo!
Eliminaarrivo a te girovagando tra i blog, complimenti un post davvero molto interessante! Un abbraccio lory
RispondiEliminaCiao e benvenuta, grazie per essere passata! Ricambio l'abbraccio :-)
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