lunedì 15 ottobre 2018

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO

Parole, musica ed opera lirica per la serata di apertura del Carcano




Cari lettori,
per la nostra rubrica “Consigli teatrali”, oggi sono molto felice di farvi la recensione del primo spettacolo della stagione al Teatro Carcano.

Si tratta de La cambiale di matrimonio, una farsa lirica in un solo atto di Gioachino Rossini. Quest’opera così particolare, meno conosciuta di altre dell’autore, è stata introdotta da due “melologhi”, ovvero due monologhi accompagnati dalla musica.

Sono stata molto soddisfatta di questa apertura di stagione così particolare ed ora vi spiego il perché!


L’anno di Rossini


Non è certo un caso che nel 2018 il nome di Rossini sia spesso comparso sui cartelloni teatrali. Egli è infatti morto in Francia nel novembre del 1868, e quest’anno cade il 150esimo anniversario della sua scomparsa. 

Se ricordate, in primavera avevo recensito un balletto contemporaneo dal titolo Rossini ouvertures, sempre al Carcano.

Nel corso delle mie vacanze estive, poi, mi è capitato di assistere ad una serata dedicata al Barbiere di Siviglia, la sua opera più celebre.

Gioachino Rossini è passato alla storia come un compositore di epoca romantica, in grado di far sognare il suo pubblico, ma anche di farlo divertire con equivoci amorosi e personaggi scaltri, proprio come accade ne La cambiale di matrimonio.


I due “melologhi”


Lo spettacolo al Teatro Carcano ha inizio con la presentazione dell’Orchestra, composta da studenti del Conservatorio di Milano.

Nel corso della prima parte della rappresentazione, i musicisti accompagnano un attore nell’interpretazione di due “melologhi”, ovvero due monologhi in musica.


Il primo si intitola Metodo per addormentarsi, è di Elia Praderio ed altro non è che una raccolta di lettere che Gioachino Rossini scriveva ai suoi genitori.

Dall’ascolto di questi spezzoni della sua corrispondenza emerge il ritratto di un artista creativo, entusiasta, sempre in viaggio e desideroso di apprezzare i piaceri della vita, ma anche di un uomo talvolta fragile, capriccioso ed in ansia per la salute dei genitori sempre lontani da lui.


Il secondo, di Federico Perotti, Petit dîner de plaisir, è una vera e propria serie di ricette consigliate dallo stesso Rossini, che sicuramente amava molto i piaceri della tavola. In particolare, allo spettatore rimane impressa la ricetta dei maccheroni al forno, lunga, complessa e tutt’altro che leggera.


Le musiche che accompagnano entrambi i “melologhi” sono state ideate dagli alunni delle classi di Composizione del Conservatorio di Milano.


La cambiale di matrimonio


Il “secondo tempo” dello spettacolo è l’opera vera e propria, che è ambientata in Inghilterra, a casa del ricco mercante inglese Tobia Mill. 
Egli è da tempo in affari con Slook, un americano dai modi ben poco raffinati, che misura tutto, perfino le questioni più private, in base al denaro.

Un giorno, Tobia Mill riceve una cambiale da Slook, che gli chiede di poter ritirare una “merce” per lui molto preziosa: una donna da sposare, non importa se ricca o nobile, purché sia onesta.

Mill decide di far diventare il cliente americano suo genero e gli promette Fanni, sua figlia, non sapendo che quest’ultima si è fidanzata con Edoardo, un giovane povero.

Slook arriva dall’America con armi, bagagli e pellicce e prova a conoscere meglio Fanni, ma si rende conto ben presto che il cuore della ragazza è occupato, e, sebbene deluso, dà la sua benedizione alla giovane coppia.

L’ultimo ostacolo da superare è Mill, che equivoca la situazione, crede che Slook non voglia onorare il suo patto e lo sfida a duello. 

Per fortuna, l’intercessione di Fanni eviterà che la farsa diventi tragedia e condurrà tutti verso il lieto fine.


Colori, luci e voci da ricordare


Ciò che mi ha colpito, innanzitutto, di questa breve opera è la scenografia, decisamente moderna: i cantanti ed i ballerini indossano abiti pressoché contemporanei e l’ufficio di Mill è costituito da tante porte illuminate da luci colorate, che simboleggiano i tanti luoghi del mondo nei quali egli ha degli affari.

Davvero apprezzabile il corpo di ballo, contraddistinto dallo stile moderno che, a differenza di quello che si potrebbe pensare, non contrasta affatto con la musica lirica.

Indimenticabili, in conclusione, le voci dei cantanti in scena, soprattutto dell’interprete del personaggio di Fanni, alla quale sono assegnati brani particolarmente complessi.




Purtroppo lo spettacolo è rimasto al Teatro Carcano solo per un weekend!

Vi sento comunque di consigliarvelo, dal momento che, come già detto, potreste imbattervi in qualche spettacolo dedicato a Rossini in questi ultimi mesi del 2018.

Conoscete questa rappresentazione? Ne avete sentito parlare?
Vi ho incuriosito? Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


4 commenti :

  1. Il titolo di quest'opera mi ha fatto pensare a tutt'altro, e mi ha regalato una grossa risata.
    Perché sì, il matrimonio p davvero una cambiale.. In senso metaforico, o forse non solo... :P

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    1. Ciao Claudia! Vero, il titolo può essere molto attuale!!

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  2. Non conoscevo questa opera, apprezzo moltissimo la musica rossiniana, così frizzante. Il Barbiere di Siviglia è straordinario. Certo che mi hai incuriosito e andrò ad approfondire. Grazie Silvia. Buona continuazione di giornata.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa! Beh il barbiere di Siviglia conquista tutti 😀 buona serata!

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