Parole, musica ed opera lirica per la serata di apertura del Carcano
Cari
lettori,
per
la nostra rubrica “Consigli teatrali”, oggi sono molto felice di
farvi la recensione del primo spettacolo della stagione al Teatro
Carcano.
Si
tratta de La cambiale di matrimonio, una farsa lirica in un
solo atto di Gioachino Rossini. Quest’opera così particolare, meno
conosciuta di altre dell’autore, è stata introdotta da due
“melologhi”, ovvero due monologhi accompagnati dalla musica.
Sono
stata molto soddisfatta di questa apertura di stagione così
particolare ed ora vi spiego il perché!
L’anno
di Rossini
Non
è certo un caso che nel 2018 il nome di Rossini sia spesso comparso
sui cartelloni teatrali. Egli è infatti morto in Francia nel
novembre del 1868, e quest’anno cade il 150esimo anniversario della
sua scomparsa.
Se
ricordate, in primavera avevo recensito un balletto contemporaneo dal
titolo Rossini ouvertures, sempre al Carcano.
Nel
corso delle mie vacanze estive, poi, mi è capitato di assistere ad
una serata dedicata al Barbiere di Siviglia, la sua opera più
celebre.
Gioachino
Rossini è passato alla storia come un compositore di epoca
romantica, in grado di far sognare il suo pubblico, ma anche di farlo
divertire con equivoci amorosi e personaggi scaltri, proprio come
accade ne La cambiale di matrimonio.
I
due “melologhi”
Lo
spettacolo al Teatro Carcano ha inizio con la presentazione
dell’Orchestra, composta da studenti del Conservatorio di Milano.
Nel
corso della prima parte della rappresentazione, i musicisti
accompagnano un attore nell’interpretazione di due “melologhi”,
ovvero due monologhi in musica.
Il
primo si intitola Metodo per addormentarsi, è di Elia
Praderio ed altro non è che una raccolta di lettere che Gioachino
Rossini scriveva ai suoi genitori.
Dall’ascolto
di questi spezzoni della sua corrispondenza emerge il ritratto di un
artista creativo, entusiasta, sempre in viaggio e desideroso di
apprezzare i piaceri della vita, ma anche di un uomo talvolta
fragile, capriccioso ed in ansia per la salute dei genitori sempre
lontani da lui.
Il
secondo, di Federico Perotti, Petit dîner
de plaisir, è una vera e propria serie di ricette consigliate
dallo stesso Rossini, che sicuramente amava molto i piaceri della
tavola. In particolare, allo spettatore rimane impressa la ricetta
dei maccheroni al forno, lunga, complessa e tutt’altro che leggera.
Le
musiche che accompagnano entrambi i “melologhi” sono state ideate
dagli alunni delle classi di Composizione del Conservatorio di
Milano.
La
cambiale di matrimonio
Il
“secondo tempo” dello spettacolo è l’opera vera e propria, che
è ambientata in Inghilterra, a casa del ricco mercante inglese Tobia
Mill.
Egli è da tempo in affari con Slook, un americano dai modi ben
poco raffinati, che misura tutto, perfino le questioni più private,
in base al denaro.
Un
giorno, Tobia Mill riceve una cambiale da Slook, che gli chiede di
poter ritirare una “merce” per lui molto preziosa: una donna da
sposare, non importa se ricca o nobile, purché sia onesta.
Mill
decide di far diventare il cliente americano suo genero e gli
promette Fanni, sua figlia, non sapendo che quest’ultima si è
fidanzata con Edoardo, un giovane povero.
Slook
arriva dall’America con armi, bagagli e pellicce e prova a
conoscere meglio Fanni, ma si rende conto ben presto che il cuore
della ragazza è occupato, e, sebbene deluso, dà la sua benedizione
alla giovane coppia.
L’ultimo
ostacolo da superare è Mill, che equivoca la situazione, crede che
Slook non voglia onorare il suo patto e lo sfida a duello.
Per
fortuna, l’intercessione di Fanni eviterà che la farsa diventi
tragedia e condurrà tutti verso il lieto fine.
Colori,
luci e voci da ricordare
Ciò
che mi ha colpito, innanzitutto, di questa breve opera è la
scenografia, decisamente moderna: i cantanti ed i ballerini indossano
abiti pressoché contemporanei e l’ufficio di Mill è costituito da
tante porte illuminate da luci colorate, che simboleggiano i tanti
luoghi del mondo nei quali egli ha degli affari.
Davvero
apprezzabile il corpo di ballo, contraddistinto dallo stile moderno
che, a differenza di quello che si potrebbe pensare, non contrasta
affatto con la musica lirica.
Indimenticabili,
in conclusione, le voci dei cantanti in scena, soprattutto
dell’interprete del personaggio di Fanni, alla quale sono assegnati
brani particolarmente complessi.
Purtroppo
lo spettacolo è rimasto al Teatro Carcano solo per un weekend!
Vi
sento comunque di consigliarvelo, dal momento che, come già detto,
potreste imbattervi in qualche spettacolo dedicato a Rossini in
questi ultimi mesi del 2018.
Conoscete
questa rappresentazione? Ne avete sentito parlare?
Vi
ho incuriosito? Fatemi sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Il titolo di quest'opera mi ha fatto pensare a tutt'altro, e mi ha regalato una grossa risata.
RispondiEliminaPerché sì, il matrimonio p davvero una cambiale.. In senso metaforico, o forse non solo... :P
Ciao Claudia! Vero, il titolo può essere molto attuale!!
EliminaNon conoscevo questa opera, apprezzo moltissimo la musica rossiniana, così frizzante. Il Barbiere di Siviglia è straordinario. Certo che mi hai incuriosito e andrò ad approfondire. Grazie Silvia. Buona continuazione di giornata.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Beh il barbiere di Siviglia conquista tutti 😀 buona serata!
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