Un emozionante balletto per concludere la stagione al Carcano
Cari
lettori,
ultimo
appuntamento con i “Consigli teatrali” prima della chiusura
estiva dei teatri milanesi.
Come ormai quasi tutti voi sapete, la
danza è una mia grande passione, ed è per questo motivo che sono
davvero felice di potervi parlare di un balletto.
Era
da un po’ di mesi che non avevo occasione di assistere ad una
rappresentazione danzata (l’ultima è stata Giulietta e Romeo,
l’anno scorso) e mi ha fatto davvero piacere poter vedere Rossini
ouvertures.
Oggi
vi racconto nel dettaglio tutto quello che mi è piaciuto di questo
spettacolo, interpretato dalla compagnia Spellbound Contemporary
Ballet, per la regia di Mauro Astolfi.
Il
compositore e le sue opere
Il
protagonista del balletto è Rossini in persona, che rivive, una
coreografia dopo l’altra, tutti gli incipit della sue opere
più importanti, da Figaro a La scala di seta fino a
L’occasione fa il ladro.
Le trame delle storie che Rossini
ha musicato diventano nella sua mente una serie di fantasie convulse,
delle quali egli è a volte spettatore ed altre volte protagonista.
L’ouverture
più facilmente riconoscibile è quella di Figaro: sul
palco, infatti, grazie a dei pannelli mobili e ad alcuni teli rossi,
viene ricreato il negozio del celeberrimo barbiere.
La
scala di seta dell’omonima opera diventa un lenzuolo che viene
fatto calare dall’alto e che avvolge il compositore sempre più
malato.
La
simbolica valigia de L’occasione fa il ladro diventa il
pretesto per la costruzione di una coreografia nella quale ogni
personaggio insegue un altro.
Nei
rari momenti in cui il compositore torna alla realtà, si rende conto
di essere sempre più stanco, malato e debole. Nonostante egli cerchi
di godersi la vita fino all’ultimo attimo, sedendosi a tavola ed
improvvisando dei passi a due, non potrà evitare che il suo destino
si compia.
L’unicità
della danza contemporanea
I
ballerini hanno una evidente impostazione classica, ma danzano senza
scarpette con la punta, e ogni parte del loro corpo rivela
un’espressività tipica del ballo contemporaneo.
Alcune coreografie sono veramente ricercate, soprattutto
perché questo tipo di ballo, che nasce da una “costola” della
danza classica, richiede la leggerezza di movimenti e la potenza di
gambe di quest’ultima, ma prevede un impegno nella parte superiore
del corpo che va decisamente al di là dei classici port de bras.
In
questo senso, sono davvero notevoli alcuni passi a due, sia per la
forza dei ballerini che sostengono le loro partner, sia per
l’elasticità di queste ultime, al limite del contorsionismo.
La
musica di Rossini accompagna perfettamente queste coreografie, che io
ho trovato non solo espressive, ma anche emozionanti.
Gli
omaggi al mondo della danza classica
Anche
se Rossini ouvertures è senza ombra di dubbio un balletto
contemporaneo, mi permetto di segnalare un paio di momenti
particolari dello spettacolo che, secondo me, potrebbero costituire
una sorta di “omaggio” ad alcuni celeberrimi balletti.
Nella
prima di queste due coreografie, Rossini, improvvisamente colpito da
uno dei suoi malori, resta fermo in una posizione innaturale, quasi
fosse un burattino, e le altre figure in scena cercano inutilmente di
muovergli gli arti e di rianimarlo.
Questa scena mi ha riportato in
mente Coppelia ed il momento in cui, nel laboratorio
dell’antagonista, i suoi aiutanti cercano in ogni modo di far
prendere vita alla bambola che dovrà prendere il posto dell’eroina
e che, all’inizio, sembra non rispondere agli stimoli.
Nella
seconda, due ballerini si esibiscono un passo a due di notevole
difficoltà, che prevede una parte a terra nella quale i due devono
quasi intrecciare le loro figure.
Come già detto, io ho visto un
paio di versioni danzate di Romeo e Giulietta, e questo
momento di Rossini ouvertures mi ha fatto tornare in mente la
parte in cui i protagonisti del dramma shakespeariano danzano nella
cappella dei Capuleti che purtroppo diventerà la loro tomba.
Non
so se si tratta di omaggi voluti o di semplici somiglianze, ma mi
piace pensare che, in questo caso, il regista abbia voluto ricordare
al pubblico che la danza contemporanea ha origini classiche, così
come il modern jazz ed altri stili.
La
scenografia ed i costumi
Rossini
ouvertures punta
all’essenzialità. La scenografia è composta da un grande pannello
color legno, composto da finestre di varia lunghezza e larghezza che
vengono aperte e chiuse all’occorrenza.
Lo stesso pannello, poi, è
una somma di più parti, che vengono smontate e ricomposte.
Solo
in alcune coreografie si fa uso di un tavolo, di alcune sedie e
di un letto, sul quale il compositore giace malato.
Anche
i costumi sono molto semplici: tra camicie e fuseaux, bianco e grigio
sono protagonisti. Fa eccezione, ovviamente, la nera e mascherata
figura che impersona la Morte e che tormenterà sempre più Rossini,
fino a portarlo via con sé.
Purtroppo Rossini ouvertures è rimasto a Milano per soli tre giorni, ma è molto probabile che la compagnia raggiunga altre città d’Italia!
Con
questo splendido balletto si chiude la stagione teatrale 2017-2018 al
Teatro Carcano, che a settembre avevo presentato in questo post.
Vi
piacciono i balletti?
C’è
qualche opera teatrale che ho recensito nel corso di questa stagione
che vi ha colpito?
Aspetto
un vostro parere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
I balletti mi piacciono tantissimo e sovente mi accontento di vederli in rete. Grazie mille per la condivisione. Serena continuazione di giornata.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Anche io li guardo sempre quando li trovo su Rai 5 ed ho amato gli speciali di Roberto Bolle su Rai 1! Buona giornata anche a te :-)
EliminaCiao, che bel post! I balletti mi piacciono molto, anche se non ne ho visti moltissimi perché abito in un paesino di campagna in cui non ci sono teatri e ogni volta mi devo spostare, ma per ora il mio preferito è Lo Schiaccianoci.
RispondiEliminaVolevo anche dirti che ti ho nominata in questo tag, mi piacerebbe molto vedere le tue risposte! https://lacollezionistadiparole.blogspot.it/2018/05/my-world-award-2018.html#more
Ciao! Io abito in provincia di Milano, ma per fortuna i dintorni della città sono serviti piuttosto bene con la metro...in questa stagione, poi, ci si muove più volentieri! Vado a vedere il tag :-)
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