lunedì 29 settembre 2025

I PREFERITI DI SETTEMBRE 2025

 Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese



Cari lettori, 

siamo al penultimo giorno di settembre... ed anche questo mese è volato! 

Devo confessarvi che ho avuto dei settembri più lenti, da vari punti di vista. Quest'anno è ripartito tutto con il botto, dal lavoro allo sport a vari impegni extra. 

Quindi un mese pieno, dopo un'estate bella e rilassante, e direi... bene così!

Oggi cerco di raccontarvelo con i nostri "Preferiti del mese"!



Il libro del mese


Genova, luglio 2001. Sonia, una giovane donna che vive a Genova, si sta preparando a manifestare con i suoi compagni in occasione del G8. Lei ed i suoi amici più stretti sono il cuore del gruppo dei manifestanti e, più la data si avvicina, più cresce l’attesa.


Un giorno, però, Sonia legge un necrologio che non avrebbe mai voluto trovare. È morto Giannetto, il marito di Jolanda, una donna che è mancata nel 1984 e che per lei è stata importantissima. 

Quando era bambina, per molti anni, ella ha trascorso le estati a Ca’ Mimosa, una villa sulle basse montagne liguri, in un paesino a picco sul mare e poco fuori Albenga. Era insieme ai suoi nonni ed ai proprietari della villa, Giannetto e Jolanda, che occupavano l’altro appartamento e per loro tre erano come un custode ed una governante. In compagnia di quell’insolita “coppia di nonni”, Sonia, figlia di separati, considerata da pochi suoi coetanei in paese perché era una bambina di città, aveva trovato una vera famiglia.


Sonia si sente richiamata a Ca’ Mimosa da quell’annuncio funebre, come se, venuti a mancare entrambi gli occupanti, quella villa avesse, in qualche modo, bisogno di lei. Con grande rabbia e delusione da parte dei suoi compagni di lotta, ella decide di rinunciare alle manifestazioni pre-G8 (e, se la questione si prolungherà, anche all’evento stesso) per tornare nella casa delle estati della sua infanzia e capire.


Ella non sa ancora che cosa cercare o chiedere. Sa solo che vuole conoscere il destino della villa e sente che è il momento buono per saperne qualcosa di più su Jolanda, che per lei è stata come una seconda madre, ma era anche una donna piena di segreti.


Arrivata in paese, Sonia ritrova Silvia, l’unica amica sua coetanea che aveva, e Paolo, il nipote di Giannetto e Jolanda. Viene a sapere che la villa è andata in rovina e che per ora il suo destino è incerto. Ella riesce però a farsi dare le chiavi ed è così che, per la prima volta, dopo averlo sognato per tutta la vita, può entrare nella “stanza verde” di Jolanda, uno spazio vietato a tutti, persino a Giannetto.


Sonia trova il diario di Jolanda. E viene a scoprire cose che non avrebbe mai voluto sapere. L’infanzia poverissima della donna, che ha avuto una madre del tutto indifferente e un fratello che la abusava. Il viaggio della disperazione di lei e tante altre verso la Libia, dove venivano inviate prostitute italiane per soldati e coloni, per evitare che essi facessero figli con le donne del luogo. Le orribili giornate nella casa chiusa. L’insolita amicizia con il misterioso signor P, un gerarca che voleva soltanto parlare, e la fuga rocambolesca verso l’Italia con la famiglia di lui. L’incontro con Giannetto, il matrimonio, la decisione di entrambi di aiutare i partigiani poco distanti. E ancora, dei segreti che Sonia non avrebbe proprio potuto immaginare.



Come le lucciole di Francesca Pongiluppi è il primo dei sei romanzi che sono stati presentati nel corso della rassegna estiva “Varazze Cult Fest – Parole al femminile”. 

A inizio mese vi ho parlato degli altri due che ho letto, Racconti al faro di Susy Zappa e Degna sepoltura di Cristina Rava (trovate le recensioni a questo link). I tre mancanti sono La prima regina di Alessandra Selmi, La grande sete di Erica Cassano e Tutto il bello che ci aspetta di Lorenza Gentile: il terzo per ora resta in wishlist, sugli altri due mi riservo di informarmi visto che purtroppo non c’ero alle presentazioni.


C’è davvero tanto in questo romanzo dal POV alternato (quello di Sonia e quello di Jolanda). 

Da una parte i primi anni 2000: una grande stagione di manifestazioni che verrà repressa nel sangue con quella che è ricordata come “la più grande violazione dei diritti umani dopo la Seconda Guerra Mondiale”; le radici e le ali di una donna che vive tra due secoli, anzi millenni (come molti di noi); le estati dell’infanzia che sono mitizzate nei ricordi ed invece, rilette con oggettività tramite il diario di Jolanda, assumono il drammatico colore della realtà. 

Dall’altra la Storia del XX secolo che investe una donna che avrebbe voluto una vita semplice ed ordinaria, ed invece si è trovata ad assistere alle pretese di grandezza degli anni ‘30, agli orrori del colonialismo in Libia, alla ferocia della guerra in Italia dopo l’8 settembre 1943, alla lotta tra partigiani e fascisti che non si erano arresi, ed a tanto altro ancora.


Eppure Sonia e Jolanda hanno avuto bisogno l’una dell’altro in vita, ed il legame non si è estinto dopo la morte. Con Sonia, Jolanda ha potuto crescere la figlia che non ha mai avuto e, in quelle estati ormai lontane, ha trovato la pace che aveva sempre sognato. E Jolanda, con il suo diario postumo, insegna a Sonia che persino per una militante come lei non tutto è bianco o nero, e che gli ideali duri e puri servono a poco se non ci si avvicina alle persone che si vorrebbero aiutare e non si ascolta la loro storia.


Questa è sicuramente una delle letture più belle che ho fatto quest’anno. Tra il mio amore per la Liguria, la componente storica, il confronto tra due donne nel passato e nel presente… sono rimasta colpita fin dalla presentazione, e la lettura è stata un’esperienza da ricordare. Sono contenta anche di aver incontrato l’autrice e di aver portato a casa il romanzo con dedica!



Il film del mese


La storia di Theo e Ivy ha inizio a Londra, in un ristorante. Theo, architetto, è insieme ai suoi colleghi per festeggiare l’apertura di una serie di palazzi, ma non è per niente soddisfatto del progetto e non ha nemmeno voglia di stare seduto a pranzo, così si alza, apre la prima porta che trova e in un attimo è in cucina. Di fronte ad Ivy, che è arrabbiata quanto lui perché lo chef non le permette di aggiungere un suo condimento al salmone.


Dieci anni dopo, Theo e Ivy sono sposati, hanno due figli e vivono in California. Lui ha successo nel suo lavoro e sta per inaugurare un museo dalla curiosa forma marittima, mentre lei ha scelto di fare la madre a tempo pieno e cucinare solo per la sua famiglia. Theo, però, sa che Ivy vorrebbe tornare al lavoro e così le compra un piccolo ristorante, dove la donna, insieme ad un’assistente e un cameriere, serve piatti di pesce a pochi avventori solo per due volte a settimana: una piccola attività che aiuta a tenere insieme una famiglia che – fino a quel momento – è stata molto unita.


La sera dell’inaugurazione del museo progettato da Theo, però, tutto cambia. Un terribile uragano si abbatte sulla cittadina.

La buona notizia è che la strada viene deviata, un mare di gente arriva al ristorante di Ivy perché è l’unico aperto e tra di loro c’è una critica gastronomica che rimane entusiasta.

La cattiva notizia è che Theo è stato troppo sicuro di sé progettando una gigantesca vela sopra il museo: il vento eccezionale la fa rovesciare ed il museo crolla in pezzi.


Da un giorno all’altro, i Roses vedono la loro situazione familiare completamente ribaltata: la carriera di Ivy sta prendendo il volo ed il suo ristorante diventa prima un posto super gettonato e poi addirittura il primo della catena; Theo, invece, ha fatto una figuraccia in diretta nazionale, è stato licenziato dalla sua compagnia e non viene più chiamato da nessun cliente, nemmeno come freelance, così decide di occuparsi lui dei bambini.


L’intesa di coppia, finora quasi perfetta, inizia a sgretolarsi. Ivy prova a porre rimedio acquistando un terreno e finanziando il progetto di sempre di Theo: la “casa dei sogni”, che darà loro una nuova dimora e permetterà all’uomo di rimettersi sul mercato lavorativo. 

La crepa nel matrimonio, però, si fa di giorno in giorno più grande…



I Roses sono il remake della tradizionale tragicommedia La guerra dei Roses, un classico del cinema che, ammetto, non ho visto. Questa nuova versione, però, secondo me affronta da vicino proprio i problemi delle coppie del terzo millennio. Theo e Ivy si sono sempre visti come una squadra e, da tanti punti di vista, sono l’uno l’anima gemella dell’altra: sono ambiziosi, creativi, ironici, tengono molto alla famiglia. 

Ma entrambi hanno un ego troppo grande, si auto proclamano “geni” nel loro settore, non sono disposti al compromesso, e inseguendo i loro sogni non si rendono conto di spegnere pian piano quello familiare, che dovrebbe essere non solo il più importante, ma anche e soprattutto condiviso. 

E invece la fine dell’armonia di coppia si vede soprattutto nell’educazione dei figli, che con Ivy erano completamente senza regole e con Theo diventano come dei soldatini, senza un giusto e ragionevole mezzo. La cuoca creativa e hippy da una parte, l’architetto determinato ed inflessibile dall’altra. Per amor di verità, lei all’inizio fa qualche sforzo in più, ma poi pecca di scarsa empatia, annullando i suoi stessi passi in avanti.


Questa è la storia, a grandi linee, ma il grosso del film lo fanno Benedict Cumberbatch e Olivia Colman, produttori della pellicola ed amici da tempo anche nella vita. Una prova d’attore davvero incredibile, che tiene incollati allo schermo e spesso fa ridere, ma amaramente.


È uno di quei film a cui, secondo me, ripenserò anche più in là, perché mi ha smosso qualcosa a cui devo dare ancora un nome. E sono piuttosto sicura che lo farà anche con voi!



La musica del mese


Continuiamo il nostro viaggio in macchina alla scoperta di qualche canzone italiana non proprio nuovissima. Per questo mese la scelta è stata piuttosto semplice, perché settembre mi fa venire in mente da sempre Maggese di Cesare Cremonini, un brano che racconta qualcosa su ogni mese… e parte proprio da questo! Potete ascoltarla a questo link.


Settembre

Tu mi hai lasciato con un messaggio

e io non ho detto niente

le cose giuste non hanno un gran bisogno di parole

Ottobre

oggi è arrivato Ottobre

col suo cappotto nero e piove

sulle finestre dove milioni di persone sole

vanno avanti e indietro, in cerca del presente

cercando una risposta a questo cielo a specchio di Novembre…


Dicembre, erano mesi che non usciva il sole

è sempre così difficile, dicevi, l’amore…

Cambieranno nome ma tu,

mese dopo mese di più, sei presente


Cos’avrò se la notte mi dà nostalgia?

Se non ho fantasia? Non posso scegliere!

Ogni volta, ogni maggese che ritorna

a dar vita a un seme

sarà vita nuova anche per me…



La poesia del mese


Per il mese di settembre ho scelto un componimento di Vincenzo Cardarelli, un poeta che ha cantato anche l’autunno, la stagione che è appena iniziata. La poesia si intitola Abbandono.


Volata sei, fuggita

come una colomba

e ti sei persa, là, verso oriente.

Ma sono rimasti i luoghi che ti videro

e l’ore dei nostri incontri.

Ore deserte,

luoghi per me divenuti un sepolcro

a cui faccio la guardia.



Le foto del mese


I primi giorni del mese sono stati ancora piuttosto estivi e caldi. 

Ho potuto ammirare, passeggiando, molti girasoli! Un tempo non erano così coltivati, ora vanno decisamente più di moda, anche nei giardini...



Dopo un’intera estate in cui prima ho rimandato per il caldo e poi sono stata altrove, finalmente mi sono decisa a riordinare la mia libreria. Soprattutto mi ero stancata della disposizione in verticale, del fatto che i libri cadessero costantemente a mo’ di domino sul legno lucido e della necessità di usarne altri di traverso per fermare lo scivolamento. 

Sono passata direttamente alla disposizione orizzontale, creando delle piccole pile e dividendo nuovamente per generi, visto che si erano mescolati. Per ora questa disposizione mi piace di più, mi ha permesso di dare spazio anche ad alcuni soprammobili che ormai erano praticamente sepolti dai libri. 

E poi ricorrerò il più possibile alla biblioteca, se no tra un po’ esco di casa io…



Prima di riprendere con la scuola di danza a metà mese, ho continuato con la buona abitudine estiva delle passeggiate e sono tornata al parco dopo parecchio. Ci sono ancora moltissime aiuole fiorite che creano un effetto quasi primaverile!



Anche nel giardino del Comune e della biblioteca i fiori di vetro si sono moltiplicati, creando dei cuscini multicolori davvero scenografici. 

Come se si volesse allungare l’estate un altro po’…



Domenica 14 ho partecipato, insieme alla mia famiglia, alla “Zac Run”, una corsa/camminata non competitiva in ricordo del nostro sindaco, che purtroppo ci ha lasciato la scorsa estate. È da tantissimo che non corro (e comunque, come tante ballerine, l’ho sempre fatto piuttosto male…), così mi sono limitata ad una camminata sostenuta, ma mi sono proprio divertita!



Proprio ieri, il 28 settembre, ho spento... 36 candeline! 

Sabato abbiamo festeggiato in famiglia, sia il mio compleanno che quello di mio fratello, che l'ha fatto in agosto ma non era insieme a noi. Abbiamo fatto un aperitivo con salatini e una sorta di spumante rosso, poi abbiamo mangiato i primi piatti autunnali di stagione... ed abbiamo concluso con i pasticcini!


Ieri sera, invece, insieme a mia zia (che mi ha regalato i biglietti), alla mia insegnante di danza e ad alcune mie compagne, sono andata a vedere questo splendido balletto, di cui cercherò di parlarvi presto!




...e questo è stato il mio settembre! 

Agosto sembrava terminato ieri, ed invece è già passato un altro mese. Ci stiamo addentrando in una nuova stagione e spero che avrò ancora qualcosa di bello da raccontarvi. Nel frattempo fatemi sapere com'è stato il vostro settembre! 

Grazie per la lettura, ci rileggiamo in ottobre :-)


venerdì 26 settembre 2025

IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

 Spazio Scrittura Creativa: settembre 2025




Cari lettori,

benvenuti all’appuntamento di settembre con la rubrica Spazio Scrittura Creativa!


La storia di oggi è un imprevisto anche per me. 

Lo scorso novembre vi ho proposto Come in with the rain, la storia di un’amicizia ambientata prima in un liceo nei primi anni duemila e poi ai giorni nostri, sotto forma di nostalgia. Protagoniste del racconto sono Matilde, una giovane insegnante che leggendo il tema di una sua alunna si sente tornare indietro nel tempo, ed Olivia, la sua amica del liceo. La potete leggere a questo link.


Non avevo pensato ad un vero e proprio sequel, ma una lettura fatta all’inizio di settembre (della quale penso che vi parlerò più avanti, perché ho davvero un buon numero di recensioni arretrate…) mi ha spinto, con una naturalezza sorprendente, a volervi raccontare il punto di vista di Olivia.


Il sottofondo musicale è sempre Fearless, l’album di Taylor Swift del 2008 (anno della mia Maturità, tra l’altro): lo scorso novembre avevo optato per Come in with the rain (che trovate qui), ora ho scelto la mia preferita del disco, Fifteen (potete ascoltarla a questo link).


Proprio come la storia di Matilde, anche quella di Olivia è un tuffo tra i ricordi di noi nati tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90.


Diciamo che, tra queste due storie e quella di giugno (Venti estati fa, che trovate a questo link) ultimamente mi sono ritrovata a condividere racconti intrisi di nostalgia… quella buona e felice, spero.


Così come spero che vi farà piacere questa lettura!



Il primo giorno di scuola


Fai un bel respiro ed attraversi le porte

è la mattina del tuo primissimo giorno

dici ciao ai tuoi amici, che non hai visto per un po'.

Cerchi di stare lontano dalla strada di ognuno.



12 settembre 2012


Per Olivia era stata una giornata di settembre come tante altre.


Studio, preparazione di un esame importante, relax casalingo a fine giornata. Da quattro anni a quella parte, non era un mese particolarmente frenetico, fatta ovviamente eccezione per le caotiche sedute d'esame della Facoltà di Lingue e qualche impegno extra che cominciava a fare capolino dopo i giorni eterni dell’estate. 

Settembre era per Olivia una sorta di appendice dell'estate, un momento in cui rientrare gradualmente nella solita routine, in attesa che, ad ottobre, iniziasse l'anno per davvero. 

Ma non era sempre stato così…


Proprio quel giorno era l’anniversario di quando, nove anni prima, aveva varcato le soglie di quel piccolo liceo di periferia. Sembravano molti meno, eppure, qualche mese prima, Olivia aveva spento ventitré candeline. Ventitré piccole luci che sembravano guardarla beffarde, ricordandole che alcuni capitoli della sua vita erano porte chiuse che non si sarebbero mai più riaperte.


Un’ondata di malinconia che Olivia non si spiegava, perché da oltre quattro anni ella era immersa nella vita universitaria e la adorava: un mondo fatto di semplici conoscenze e sincere amicizie, di legami iniziati alla Triennale e proseguiti alla Magistrale, di professori inflessibili ma da stimare, e di libertà... molta di più di quella che si aspettava quando aveva iniziato.


Quando pensava ai suoi anni al liceo, sempre più spesso li associava a due sensazioni contrastanti: l'eccitazione per quanto c'era stato di divertente ed emozionante, che le scendeva nelle gambe rendendogliele quasi tremanti, ed il groppo alla gola che le impediva di deglutire, nel momento in cui ricordava tutto ciò che l'aveva delusa. A volte le bastava distrarsi un attimo, e correre troppo in là con la fantasia, per ritrovarsi nel bel mezzo di qualcosa che credeva di aver dimenticato.


* * *


È il tuo primo anno e resterai qui

per i prossimi quattro anni, in questa città.

Speri che qualcuno di quei ragazzi più grandi

ti faccia l'occhiolino e dica:

Sai, non ti ho mai vista prima qui intorno...”


12 settembre 2003


Quattordici anni appena compiuti e una nuova vita da affrontare.


In quella bella mattina di settembre Olivia decise di lasciarsi alle spalle tre anni di scuola media. Non era preoccupata né nostalgica, anzi: era convinta che la nuova avventura sarebbe stata splendida. Sapeva che avrebbe dovuto trascorrere cinque anni della sua vita in quella scuola, e tanto valeva iniziare con il sorriso e con ottimismo.


Appena salita in classe, si sedette subito al banco con Claudia, l'unica amica delle medie che si era iscritta con lei in quel liceo, ed iniziò a guardarsi intorno, con diffidenza mista a curiosità.


Gli ultimi sei mesi della terza media erano stati un periodo assolutamente divertente, fatto di passeggiate in centro, videocassette con infinite repliche di Dawson’s Creek da gustare insieme ad un gelato e infinite confidenze, sempre in compagnia di Claudia, ma c’era stato anche lo spauracchio degli esami... un capitolo chiuso e persino più facile del previsto.


Ora era alle superiori! Da quel momento in avanti, avrebbe potuto conoscere nuove amiche e persino… qualche ragazzo più grande!


* * *


E quando hai 15 anni

ti senti come se non ci fosse niente da capire

bene, conta fino a dieci e poi buttati

questa è la vita prima che tu sappia cosa sarai,

a 15 anni.


I primi mesi di inserimento al liceo erano stati così per Olivia: intervalli passati a chiacchierare, sere trascorse a decidere l'abbigliamento per la mattina dopo, e pomeriggi già di studio intenso, visto che i professori non avevano perso tempo a riempirli di lavoro. 

Si sentiva sospesa in una strana dimensione, come se tutto quello che le andava veramente di fare fosse bighellonare il sabato pomeriggio e guardarsi intorno nei corridoi, alla ricerca di nuove amicizie e forse anche del primo amore. 

Ma che altro fare? Aveva a malapena 14 anni ed il liceo era appena iniziato. 

Chi sapeva che cosa le avrebbe riservato il destino?


Ti siedi in classe vicino ad una rossa di nome Abigail

e prestissimo siete amiche del cuore.

Ridendo delle altre ragazze che pensano di essere così fighe

noi saremo fuori di qui prima che possiamo”

e poi hai il tuo primissimo appuntamento

e lui ha una macchina, e ti senti come se volassi

e tua mamma ti sta aspettando,

e tu pensi che lui sia l'unico,

e balli intorno alla stanza quando la serata è finita. [...]

Nella tua vita farai cose più grandi

che uscire con il ragazzo della squadra di calcio

ma io non lo sapevo a 15 anni


In quei primi anni di liceo, oltre a Claudia, aveva legato fortemente con Matilde, una ragazza con la quale il rapporto era più profondo giorno dopo giorno.


Matilde rappresentava la sua controparte più saggia e più adulta. Era seria, riservata, un po’ introversa… ma era anche capace di lasciarsi andare quando era il momento. I suoi discorsi erano così sicuri! Il suo futuro lavorativo, quello familiare, le sue convinzioni politiche e ideologiche…


Olivia, invece, aveva dubbi sull'amore, sulla famiglia, sulla sua vita sociale ed anche su temi politici e di attualità. In confronto a Matilde sembrava sempre una ragazzina confusionaria e fin troppo allegra che esibiva magliette corte sopra i jeans, bracciali con le borchie e ombretti di un azzurro violento che trovava in regalo con le riviste.


Eppure l’alleanza tra loro due si faceva di mese in mese più forte. Era convinta che, ormai, entrambe si potessero fidare ciecamente l'una dell'altra.


Le numerose feste di compleanno: non ne aveva saltata una, ed era tornata sempre allegra.

La caotica e festaiola gita a Firenze, le risate tutte insieme sedute a gambe incrociate sul letto e le sue proteste per non guardare Il Signore degli Anelli (“Siamo tutti insieme in albergo per guardare un film di tre ore?”).

I simpatici equivoci con i ragazzi delle classe più alte.

Le dediche sul diario, i disegni, le foto.

Tanti bellissimi ricordi che la portavano ad un’unica domanda.

Che cosa era andato storto ad un certo punto?


* * *


Quando tutto quel che volevi era essere voluta

vorrei che tu tornassi indietro

e ti dicessi quello che sai adesso.


12 settembre 2012


Anche visti in retrospettiva, gli ultimi due anni non erano stati divertenti come i primi tre. L'adolescenza era diventata sempre più tarda e difficile. Molte amicizie avevano iniziato a perdersi per strada; andare in giro a far nulla il sabato pomeriggio non sembrava più così una buona idea e tutti avevano iniziato ad essere ossessionati dalla Maturità.


Olivia si sentiva a sua volta cambiata: aveva iniziato a giocare pallavolo ed a fare volontariato in un canile, frequentando regolarmente persone più grandi e patentate che le avevano fatto fare le ore piccole in più occasioni, e la scuola le stava stretta, giorno dopo giorno.


C’erano ancora alcuni giorni in cui sentiva che tutto quello che voleva era essere ancora accettata e benvoluta dalle sue compagne com'era stato negli anni passati, ma era anche consapevole di essere ormai a mille miglia di distanza.


Quando ripensava a quei momenti, avrebbe voluto fare come in una poesia di Pirandello che aveva appena studiato: presentarsi dalla se stessa diciassette-diciottenne, abbracciarla e dirle: “Non temere. Compirai imprese molto più grandi di queste. Supererai quello che ti farà soffrire, lo vedrai lontanissimo.”


* * *


E quando hai 15 anni

non dimenticare di guardarti bene intorno prima di cadere!

Ho capito che il tempo può guarire quasi tutto

e tu troverai quello che è giusto che tu sia

...io non sapevo chi sarei diventata, a 15 anni.


12 settembre 2025


Cara Matilde,

come stai?

Ho saputo che sei diventata insegnante. La notizia non mi ha sorpreso: hai sempre amato la scuola, anche più di me, e sapevo che non l’avresti lasciata. Quanto a me, è da un po’ che il 12 settembre è un giorno come gli altri. Spesso sono così assorbita dall’ufficio che quasi mi dimentico di quelle scadenze che ai tempi della scuola erano così importanti, come le pagelle, l’ultimo giorno… o il primo.


Per te è una giornata importante, immagino. Forse riabbraccerai i tuoi studenti dell’anno scorso, forse invece conoscerai una nuova classe di primini impauriti. Ti ricordi di noi due? Quanta sicurezza ed allegria mi portavo dietro il primo giorno! Se solo avessi potuto intuire anche solo un minimo del folle, accidentato e bellissimo viaggio che avremmo condotto… quasi sempre insieme.

Magari questa mia lettera ti sembrerà lo sfogo nostalgico di una donna che ha passato i trenta, è in fase di ribellione con la vita adulta e della scuola vede solo il lato positivo, intrappolato nella gabbia dorata del dolce per sé, come saggiamente scriveva Dacia Maraini.

Tu sarai bombardata da burocrazia, test d’ingresso da correggere e alunni vivaci da condurre nel modo migliore, e non avrai tanta voglia di ripensare a qualche bella avventura del 2005, ripescata da qualche Smemoranda che era diventata il doppio del suo peso originale e ormai cade a pezzi.


Non posso però fare a meno di riferirti un pensiero che mi ha fatto visita regolarmente quest’estate, e che, chissà, magari ti farà piacere leggere in una giornata importante. 

Se un amore sbagliato ci ha diviso, forse gli amori giusti ci riuniranno. 

Il tuo cuore rotto si è aggiustato da tempo, ed anche il mio non sta poi male. E so che, nonostante il tanto brontolare quotidiano dovuto alle nostre venerande età (succede anche a te, vero?), siamo entrambe contente dei tanti piccoli e grandi amori che costellano le nostre vite. 

E poi, non so perché, ma ho la sensazione che anche tu abbia pensato a qualcosa del genere… magari in un giorno di pioggia novembrino. Qualche mese prima di me, perché tu l’hai sempre saputa più lunga.


Nel frattempo, ti auguro un bellissimo primo giorno di scuola. Sono sicura che lo affronterai con determinazione… come hai sempre fatto! Un bel respiro e via.

Con tanto affetto,


Olivia



Il tuo primissimo giorno

Fai un bel respiro, ragazza

Fai un bel respiro mentre attraversi le porte.


FINE





Eccoci arrivati alla fine!

Come al solito, io ho scritto decisamente troppo, quindi sarei curiosa di conoscere i vostri pareri. Fatemi anche sapere che cosa vi piacerebbe trovare prossimamente sulla rubrica.


Vi anticipo solo che non mi sono scordata la mini serie di sette piccole fanfiction su Harry Potter (qui trovate i link alla primaalla seconda e alla terza). 

Semplicemente – correggetemi se sbaglio – mi sembra che il mondo potteriano si adatti meglio al semestre autunno-inverno, al massimo all’inizio della primavera. Nei mesi più caldi mi sembra che le “vibes” non siano le più giuste… anche Hogwarts chiude per l’estate! Per il prossimo mese, però, ho un’idea che dovrebbe riguardare anche Halloween…


Per il resto, fatemi sapere se ultimamente avete preferito le storie d’amore, quelle d’amicizia, gli omaggi letterari, le poesie… ditemi voi!


Grazie per la lettura, al prossimo post :-)