giovedì 7 settembre 2023

DUE CASI PER IL PROCURATORE TOCCALOSSI

 Due romanzi di Roberto Centazzo




Cari lettori,

dopo aver condiviso con voi i miei preferiti di agosto ed aver fatto il punto sulle letture estive, ho pensato di tornare alle nostre “Letture… per autori” e di raccontarvi nel dettaglio che cosa ho letto in riva al mare!


Sapete che un autore ligure che apprezzo da anni è Roberto Centazzo. Quest’anno, alla biblioteca di Varazze, ho trovato due romanzi appartenenti ad una serie precedente a Squadra speciale Minestrina in brodo, che forse è il suo più grande successo. Protagonista di queste storie è Lorenzo Toccalossi, un procuratore che vive e lavora a Savona dopo essere stato lasciato dalla moglie Arlette ed aver a sua volta abbandonato il sogno di fare ulteriormente carriera.


Vediamoli meglio insieme!



Toccalossi e il fascicolo del ‘44


Il procuratore Toccalossi ha trascorso un Natale piuttosto solitario: l’ex moglie Arlette se n’è andata da tempo, i figli sono indipendenti e non proprio in rapporti idilliaci con il padre. L’unica persona che mostra interesse per lui è l’assistente Erminia, che, del tutto dimentica di essere sposata, non può fare a meno di ripensare ai baci che si è scambiata con lui sotto l’effetto dell’alcool e continua a sostenere di amarlo.


Per il nostro protagonista, però, non c’è nemmeno il tempo di chiarire. Sia lui che la squadra del Capitano Maugeri si svegliano il 27 con una brutta notizia: una barca è stata incendiata nel porto. Il mezzo è proprietà di Federico Barberis, un uomo che dichiara allo Stato da anni di essere poco più che nullatenente e che tutti conoscono come usuraio. Intorno a questo losco personaggio si muovono delle figure poco chiare, come Milena, la sua amante in cerca di soldi e di un posto sicuro, o come l’ex fidanzato di quest’ultima, che tenta senza successo di derubarlo.


L’inchiesta su Barberis non decolla, soprattutto perché Toccalossi è piuttosto distratto e perso nelle sue riflessioni sul passato. Un passato che non riguarda solo lui: per vie traverse, infatti, un fascicolo della Seconda Guerra Mondiale è arrivato sulla sua scrivania, ed egli è divorato dalla curiosità di sapere che cosa sia realmente accaduto tanti anni prima, e perché questa storia sia saltata fuori di nuovo dopo tanto tempo.


Si tratta dell’uccisione di un soldato della Divisione San Marco, fucilato per cosiddetta “insubordinazione” da un suo superiore perché stava correndo ad abbracciare la moglie. Curiosamente, anche il migliore amico della vittima, l’unico che avrebbe potuto testimoniare in suo favore, risulta morto pochi giorni dopo il fatto, in seguito ad un’esplosione.


Mentre il procuratore cerca di occuparsi senza successo sia delle indagini relative al passato che di quelle presenti, la fatidica data di Capodanno si avvicina sempre più, ed egli ha già stilato una lista di “no” tassativi: no ai cenoni da mille portate, no al trenino con il samba brasiliano, no alla chitarra con le canzoni di Battisti… un po’ difficile così, no? Tuttavia, passare persino Capodanno lavorando è troppo…



Toccalossi e il fascicolo del ‘44 è stata la lettura con cui ho conosciuto il procuratore, e devo dire che ho trovato lo stile dell’autore… una conferma ed una sorpresa al tempo stesso.


Ciò che sorprende è il fatto che la narrazione non sia propriamente lineare: le parti relative all’inchiesta Barberis si mescolano alla ricostruzione degli eventi del ‘44, ai racconti di un misterioso uomo anziano che sicuramente ha un ruolo nella vecchia vicenda. Anche le pagine che riguardano Toccalossi da vicino alternano la sua routine in Procura, che non varia mai nemmeno tra Natale e Capodanno, ed i suoi ricordi. Egli è tormentato dal ricordo di un amore giovanile, dalle memorie di un’estate da diciottenne, trascorsa insieme ad una ragazza di nome Esmeralda, la quale, nella sua testa, è diventata improvvisamente un grande amore perduto da ritrovare assolutamente. Il lettore non ci mette molto a comprendere che Toccalossi è ancora in fase di negazione per Arlette, ma il nostro protagonista deve metterci ancora un po’ per capirlo.


Quello che invece suona come una conferma è ritrovare, anche in questa serie di inizio carriera, quelle riflessioni sulla vita che sono al tempo stesso così semplici e così efficaci, e che sono un po’ il marchio di fabbrica dell’autore. Esattamente come i tre poliziotti neopensionati della Squadra Speciale Minestrina in brodo, o i personaggi della stazione di Cala Marina, nemmeno Toccalossi vive una vita idilliaca, eppure, nonostante i tanti problemi, cerca di cogliere quegli attimi di felicità che la vita gli regala, anche solo pochi minuti nel mezzo di una giornata delirante.


Anche l’inchiesta del presente è in linea con quello che Centazzo ha sempre voluto raccontare, ovvero la “vita vera” degli inquirenti: niente serial killer, niente detective eroici, rari casi insolvibili, una marea di truffe e furtarelli e personaggi che vivacchiano e si approfittano delle altrui debolezze.


Quella del passato è invece pervasa da una sorta di liricismo, da un tono che riesce allo stesso tempo sia a criticare che a comprendere le ragioni di alcuni ragazzi giovani che, nel tentativo di inseguire un ideale, hanno preso la strada sbagliata del totalitarismo ed hanno finito per farsi la guerra tra loro.



Toccalossi e il boss Cardellino


Avevamo lasciato Toccalossi a festeggiare Capodanno per mettere a tacere le insistenze del Capitano Maugeri e della sua signora, e lo ritroviamo in una stagione completamente diversa, ma non per questo meno corrucciato.


È il giorno di Ferragosto, è ormai da due settimane che il procuratore rimanda le tanto detestate ferie, e sempre da due settimane non fa che ricevere telefonate da parenti che lo invitano al mare, telefonate alle quali egli risponde sempre con un generico “Sto per arrivare”, consapevole che, senza Arlette, quello che faceva le scorse estati non ha più alcun senso.


La sua missione per quel giorno speciale è una sola: cercare di archiviare nel modo più ordinato possibile il materiale di una requisitoria su un traffico di immigrati clandestini. Egli spera, un po’ scioccamente, di perdersi tra le carte e di dimenticare, tra un faldone e l’altro, che l’umanità al di fuori delle mura dell’ufficio sta facendo il bagno in spiagge affollatissime, mangiando fritto misto ed aspettando lo spettacolo dei fuochi artificiali… tutte attività che lui detesta ancor più del famoso Capodanno.


Il maresciallo Centofanti, che all’inizio spera di cavarsela in mattinata e di andare a fare un pranzetto di Ferragosto, perde presto le speranze di potersene andare e resta sommerso dalle fotocopie. Mentre cerca altra carta, però, finisce per rinvenire una foto del ‘77 con un uomo che potrebbe essere un giovane Toccalossi, pinzata insieme ad una lettera che è sicuramente stata scritta da una donna molto arrabbiata e desiderosa di troncare una relazione.


Alla vista della foto, però, Toccalossi spiega a Centofanti che l’uomo in foto non è lui, bensì il boss Vito Cardellino, e che l’autrice della lettera è Riccarda, fidanzata del fratello di Cardellino e sua amante segreta.


Mentre il Ferragosto scivola piano nella seconda metà del mese e l’indagine per fermare il traffico umano di clandestini sfruttati prosegue, Toccalossi racconta pian piano a Centofanti tutta la storia del boss Cardellino, personaggio che era stato il suo incubo a ventiquattro anni, quando egli era al suo primo incarico ed aveva ancora tanta esperienza da fare e tanta spocchia da lasciare per strada.


Viene fuori la storia di un villain senza dubbio ordinario, il fratello cadetto di un boss della droga già affermato. Un uomo che vivacchiava sulle spalle di prostitute e del mercato a luci rosse, ma avrebbe voluto espandere i traffici di suo fratello fino a Marsiglia. Eppure la sua acuta intelligenza, la sua ambizione, la sua capacità di riflettere su tutto (dalle azioni illegali alla storia della musica rock) lo hanno reso davvero un rivale temibile, il primo grande anniversario di Toccalossi.



Rispetto al volume precedente, ho avuto l’impressione che Toccalossi e il boss Cardellino fosse più incentrato sull’ambientazione ligure, ed in generale sulla Riviera, che Vito Cardellino percorre in lungo ed in largo nel tentativo di stringere un accordo fruttuoso con i marsigliesi.


Come Bruno Morchio osserva nella prefazione, sia l’autore che Toccalossi sembrano avere un rapporto di odio ed amore con Savona, una città che sa essere al tempo stesso un posto di svago e di lavoro, un luogo storico ed una piccola metropoli caratterizzata da uffici e palazzoni. In ogni caso, la città è conosciuta e descritta benissimo: come forse ricordate dai miei preferiti del mese, ho fatto una gita lì il 3 agosto, e sono riuscita a riconoscere un po’ di zone e monumenti, anche se tante pagine di questo romanzo sono ambientate nel 1977.


La cosa più carina per me dal punto di vista dell’ambientazione, però, è il fatto che Riccarda, la ragazza contesa tra i due fratelli, viva a Varazze, la mia “seconda casa” e luogo di elezione per le mie estati. Ero proprio lì quando ho letto il libro, ritrovare gli stessi luoghi tra le pagine mi ha fatto uno strano effetto!


In questo volume ho trovato un Toccalossi forse un po’ più maturo ed in pace con il passato. Dal punto di vista lavorativo, egli non si fa problemi ad ammettere con Centofanti che da giovane aveva tanti difetti da smussare. Da quello privato, è arrivata la consapevolezza che la ex moglie non aveva poi solo difetti, e l’amore platonico “a ritroso” per Esmeralda vacilla sempre più.


In questo libro troviamo anche un lato dell’autore che non tutti conoscono: la sua passione per la musica rock e la sua conoscenza della storia di questo genere. Devo dire che, pur amando la musica, preferisco altro e non sono proprio esperta di rock d’annata, ed ho imparato molto da questo romanzo.


Tra ambientazioni, musica ed intreccio (ancora una volta si mescolano passato e presente) il romanzo mi è piaciuto molto. Credo proprio che leggerò altro di Toccalossi.





Ecco il mio punto di vista su questi romanzi!

Sapete che per me leggere storie ambientate in Liguria vuol dire tornare con il cuore alla mia seconda casa ed al mio mare, e leggerli proprio in loco è stato speciale.

Fatemi sapere se avete letto questi romanzi e che cosa ne pensate!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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