sabato 17 giugno 2023

SUMMER COUNTDOWN 2023 #3 - L'ANGOLO VINTAGE 2.0 - GIUGNO 2023

 


...mancano quattro giorni al Solstizio d'Estate!


Cari lettori,

17 del mese ed appuntamento con “L’angolo vintage”!


Questo mese la rubrica si inserisce all’interno del nostro “Summer Countdown” del 2023, così ho pensato di proporvi qualcosa di diverso dal solito.


Lasciamo le terre del giallo/thriller, del romance e dello storico, che come sapete sono tanto care a questo blog… ed affrontiamo la non-fiction, in particolare i manuali di auto aiuto e di riflessione.


A partire dall’estate scorsa ho fatto qualche lettura di questo tipo, e mi sono sempre chiesta in che modo inserirli in questo blog, dal momento che non sono libri che richiedono una vera e propria recensione: sono letture che vanno un po’ scoperte da soli, e noi blogger possiamo al massimo fare qualche osservazione, lasciare qualche nostro pensiero.


Ho pensato, però, che per affrontare al meglio la bella stagione che ci aspetta magari sarebbe stata una buona idea consigliarvi qualche lettura che non solo non è troppo impegnativa, ma potrebbe darvi qualche spunto per rilassarvi e divertirvi con più consapevolezza durante le vostre ferie.


I tre libri di cui vi parlerò oggi rientrano tutti nel campo dei “consigli”, ma sono completamente diversi tra loro!


Il primo è una sorta di diario di un giornalista italiano. Il secondo è uno dei manuali più famosi di un autore molto noto nel campo delle riflessioni e dell’auto aiuto. Il terzo, infine, è un librettino che mi è stato regalato in un contesto di lavoro, ma di cui ci tenevo a parlarvi.


Vediamoli meglio insieme!



Siate ribelli, praticate la gentilezza, di Saverio Tommasi


Saverio Tommasi, classe ‘79, è un giornalista e blogger italiano che si è occupato anche di teatro e che produce principalmente video di inchiesta a tema attualità e diritti civili. Una personalità sicuramente eclettica, che in questo romanzo – diario si racconta a modo suo, con una serie di lettere rivolte alle sue due figlie: Caterina e Margherita. I due nomi delle bambine sono stati dati loro in onore di due donne partigiane al cui ricordo Tommasi è particolarmente legato.


Questo libro potrebbe ascriversi al genere “consigli per le generazioni più giovani” del quale fanno parte tantissimi altri titoli, compreso uno del nostro celeberrimo Andrea Camilleri per la sua bisnipotina Matilda.


Saverio Tommasi, però, in molti brevi capitoli affronta davvero una variegatissima serie di temi, seguendo come unico filo conduttore l’associazione di idee.


Alcuni capitoli molto interessanti sono dedicati, appunto, alla storia delle donne partigiane che hanno ispirato Tommasi e la moglie nella scelta del nome per le figlie. Altri contengono consigli di vita vissuta, lezioni tratte dall’esperienza che l’autore vuole trasmettere alle sue bambine ma anche ai suoi lettori. Altri ancora affrontano più da vicino il lavoro di giornalista di Tommasi ed analizzano alcune questioni di diritti civili, oppure ripercorrono alcuni importanti eventi di storia del Novecento.


Una parte del romanzo che mi ha colpito, e che credo spieghi alla perfezione la scelta del titolo del libro, è quella riguardante l’odio online e le minacce. A causa del suo lavoro – e della dedizione che sicuramente egli ci mette – Tommasi ha ricevuto non solo i classici commenti sgradevoli da parte degli haters, ma anche molte intimidazioni, ed ha addirittura subito l’organizzazione su Facebook di un atto di vandalismo nei suoi confronti che sarebbe dovuto avvenire a casa sua e che fortunatamente è stato bloccato in tempo dalle Forze dell’Ordine.

L’autore non nasconde la paura che ha avuto in quei frangenti, sia per sé che per la propria famiglia (e sicuramente con due bambine piccole in casa è stato molto spaventato), ma ribadisce l’importanza di non farsi trascinare dall’odio, di non diventare misero e meschino come chi ci detesta, di essere superiori non tanto per mostrarsi tali al prossimo, quanto per volersi bene e rispettarsi.


Il motto “Siate ribelli, praticate la gentilezza” non è dunque solo il titolo, ma è anche il vero e proprio cuore del libro, un invito a non lasciarsi sopraffare in questo mondo dove sembra vincere ogni volta chi odia e urla di più.


Questo non è propriamente il mio genere di libro, ma devo dire che, man mano che la parte introduttiva lasciava il posto a riflessioni più profonde, sono riuscita davvero ad apprezzarlo.



Parole di conforto, di Matt Haig


Matt Haig è un nome noto per chiunque abbia sentito parlare di self care e mindfulness, concetti che ultimamente vanno molto di moda anche sui social, ma che secondo me sono importanti ed andrebbero nuovamente “riempiti” di significato.


Già, perché secondo me prendersi cura di se stessi, rimettersi al centro, sono concetti fondamentali per tutti, e vanno molto al di là dei contenuti stereotipati che vedo sui social (e che comunque ogni tanto guardo volentieri, lo ammetto): puoi girare tutti i reels che vuoi con frullati di frutta a colazione – sempre sormontati da inspiegabili cubetti di ghiaccio che a me farebbero passare la mattinata alla toilette, scusate il francesismo - , allenamenti ad ore antelucane, camere da letto ordinate e molto aesthetic, ma finché non ti fermi a riflettere su cosa provi e che cosa pensi, e non agisci di conseguenza, stai solo incarnando un ennesimo modello da seguire, non ti stai prendendo cura di te stesso così come sei.


Ecco, Matt Haig in questo romanzo, secondo me, riprende questi concetti, ed anche quello di healing (inteso come cura, miglioramento della propria salute mentale dopo un periodo difficile), e restituisce loro un significato più profondo.


Così come il libro di Tommasi, anche Parole di conforto è composto da tanti piccoli capitoli, a volte piccolissimi. Ci sono principalmente riflessioni, ma anche filastrocche e frasi da ripetere in momenti no, playlist da ascoltare quando si vive un determinato stato d’animo, analisi di momenti particolari di classici della letteratura e del cinema, proverbi semplici ma illuminanti e tanto altro ancora.


Sarò sincera: come Tommasi, anche Haig è un giornalista, che però ha conosciuto il mostro della depressione e, una volta affrontato un suo percorso per uscirne, ha deciso di scriverne e di condividere la sua esperienza e le sue lezioni apprese con gli altri. Non è uno psicologo, psichiatra o in ogni caso uno scienziato della mente, quindi il suo non è un parere tecnico: in breve, se pensate di approfondire le vostre conoscenze nel campo della salute mentale, non è questo il libro giusto, per quanto si tratti di un autore super chiacchierato e consigliato. Haig piace perché, secondo me, è alla portata di tutti: sono i consigli di un “amico che ci è passato” e che riesce a scrivere con grande lucidità le sue emozioni e quello che, secondo la sua esperienza, potrebbe essere più giusto fare nei periodi no.


Non mi sento di dare proprio torto ai detrattori che lo tacciano di banalità, però devo ammettere che, per quanto alcuni capitoli di questo libro fossero semplici, io l’ho trovata davvero una lettura confortante, proprio coerente con il titolo.


Questo libro mi è stato regalato dalla mia amica Mara in un momento in cui, tra un lockdown ed una zona rossa, mi sembrava solo di dover lavorare “a testa bassa” senza alcuno svago e di essere diventata un po’ una macchina. Credo che sia un momento no che abbiamo vissuto tutti tra il 2020 e il 2021, quindi niente di speciale né di preoccupante, però Matt Haig è arrivato al momento giusto.



Il resto è tuo, di Ale T.


Concludo questa carrellata con un regalo che mi è stato fatto sul lavoro, che ho letto in maggio e per il quale vorrei spendere due parole.


Come forse molti di voi sapranno, in questi anni ho fatto un buon numero di supplenze e/o incarichi annuali come insegnante, ed in questo mese di giugno sto concludendo un’esperienza annuale in un comprensivo di Carugate, accanto al mio paese, Cernusco sul Naviglio (sperando ovviamente di poter tornare in autunno…).


Uno dei tanti progetti che abbiamo portato avanti con i bambini in primavera è stata una collaborazione con la Cooperativa “Il sorriso”. Al termine dell’uscita e dell’attività comune, a noi insegnanti è stato regalato questo piccolo volume.


Ale T. è un ragazzo della Cooperativa, che, tra le tante difficoltà, ha sempre avuto quella di non potersi esprimere a parole, il che, durante l’infanzia, gli ha causato grandi frustrazioni. Poi, con il tempo, egli ha scoperto la magia della scrittura, anche grazie al computer ed all’aiuto dei dipendenti della Cooperativa.


In questo libro, egli parla della scrittura come del suo modo di ottenere la libertà, e si sofferma su una serie di concetti per lui importanti.

Pagina dopo pagina, Ale racconta cosa sono per lui l’amore, l’amicizia, la gioia, il dolore, l’inclusione, l’aiuto. Il tutto è corredato dai disegni di una bravissima illustratrice e completato, nella parte finale, da alcune poesie e pensieri, scritti sempre da Ale.



Non so neanche se questo volume sia in vendita oppure no, però se abitate in provincia di Milano e conoscete in qualche modo la cooperativa, vi consiglio comunque di darci un’occhiata. È una lettura ricca di riflessioni bellissime!





Questo è il mio “Angolo vintage” di giugno!

Spero di avervi dato qualche idea, qualche spunto di riflessione per l’estate che sta per cominciare. Se sentite la necessità di leggere qualcosa che vi conforti e che vi spinga a pensare, questi libri potrebbero essere la scelta giusta. Fatemi sapere che ne pensate!

Nel frattempo, vi invito come al solito a leggere i post degli altri partecipanti alla rubrica di questo mese.

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


3 commenti :

  1. Grazie Silvia, mi interessano il secondo e il terzo, perché trattano di tematiche davvero interessanti. Buona serata
    sinforosa

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  2. non ne ho letti nessuno, ma tengo conto, grazie

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