venerdì 23 giugno 2023

GIALLO...TRA SICILIA E VENETO

 Due romanzi di Gian Mauro Costa e Massimo Carlotto




Cari lettori,

oggi post per la nostra rubrica “Letture...a tema”!

Come già fatto altre volte, anche oggi attraversiamo l’Italia con il genere giallo.


Tra una commedia siciliana tinta di mistery ed un thriller del Nord Est il viaggio da compiere è lungo, ma secondo me ne è valsa la pena.


Ecco le mie recensioni di due recenti letture!



Festa di piazza, di Gian Mauro Costa


Protagonista di questo romanzo, che fa parte di una serie che io purtroppo non ho ancora ben conosciuto, è un uomo ormai oltre la mezza età, Enzo Baiamonte, un curioso per passione che vorrebbe diventarlo anche di professione.


Palermitano, ma non proprio “cittadino” quanto più che altro legato al suo quartiere di provenienza, egli si è ormai rassegnato a chiudere la saracinesca del suo laboratorio di elettronica. La pensione, però, è ben lontana dai suoi pensieri. Qualche sua vecchia conoscenza, infatti, lo sta convincendo a prendere il patentino di investigatore privato. Enzo è molto riluttante, non sa se questa possa essere la strada giusta per lui, ma persino la sua compagna, la sarta Rosa, una donna che ha conosciuto da poco ma con la quale c’è grande affinità, lo convince che potrebbe essere la soluzione migliore per lui: l’alternativa sarebbe starsene chiuso in casa a ricordare i bei tempi andati, o girovagare per il quartiere mettendosi nei guai, e, considerato il carattere di Enzo, nessuna delle due opzioni è un bene per lui.


Mentre cerca di intraprendere una nuova, tardiva carriera, egli decide – non proprio di sua volontà – di portare a termine un ultimo incarico come elettricista, occupandosi dell’impianto elettrico per la Festa della Madonna Addolorata nel suo quartiere.


Proprio nei giorni in cui egli girovaga per la vecchia Palermo cercando di comprendere come organizzare il suo lavoro, egli inizia a notare un curioso fenomeno. Una persona che tutti conoscono in zona, un ragazzo rimasto “offeso” nel corpo e nella mente dopo un grave incidente, che vive di lavoretti saltuari ed è accudito da un’amica della madre scomparsa, sembra avere la curiosa abitudine di spostare fiori, oggetti, ricordi che sono sulle tombe altrui, o per farli sparire, o per porli sulla tomba della sua fidanzata, scomparsa nel terribile incidente che lo ha segnato per sempre. Enzo, che ha un carattere sensibile ed un contatto umano naturale, cerca di conoscere meglio l’uomo, sia perché sente che egli soffre di solitudine, sia perché ha come la sensazione che non si tratti dei gesti casuali di un ragazzo impazzito dal dolore, bensì di un messaggio ben preciso.


Rispolverando vecchi ricordi, egli scopre che il ragazzo sul quale sta compiendo una sorta di indagine è stato molto amico di un cantante neomelodico che è stato per anni all’estero e che è tornato proprio adesso in occasione della festa patronale. Inoltre, entrambi sembrano essere coinvolti in una rapina ad un portavalori che risale a qualche giorno prima dell’incidente.


Potrebbero essere solo fantasiose divagazioni sul passato, ma Enzo, che è un buon ascoltatore e capta anche quello che viene solo accennato, comprende che qualche malintenzionato sta per compiere qualche atto pericoloso proprio in occasione della festa, e che protagonista – o potenziale vittima – potrebbe essere proprio il cantante neomelodico tornato dall’America e dal passato.


Ma come può farci qualcosa lui, che è un elettricista aspirante investigatore che non ha ancora nemmeno il brevetto?



Ho conosciuto Gian Mauro Costa e le sue storie palermitane grazie alla poliziotta Angela Mazzola, una protagonista allegra, estroversa ed innamorata della vita, le cui indagini alternavano sempre dei momenti commedia ed altri un po’ romance.


Enzo Baiamonte ha un’altra età e un altro piglio, però secondo me ha in comune con la sua “sorella di penna” una grande curiosità ed una buona dose di determinazione. È un pensionato che non si rassegna ad essere tale, che ha chiuso la saracinesca del suo esercizio commerciale ma non vuole restare escluso dalla vita del suo quartiere, che afferma di voler entrare nel mondo dell’investigazione su consiglio di “altri” ma poi finisce per curiosare da solo. Per tanti versi è una persona semplice: pochi amici fidati con cui organizzare serate di partite a carte e sfizi gastronomici (anche se ogni tanto qualcuno diserta per fare il nonno), una relazione tranquilla con la sarta Rosa, un microcosmo che egli sembra conoscere alla perfezione ma che evidentemente riserva sempre qualche sorpresa.


Il romanzo segue l’impianto della “commedia gialla” che ha ispirato tanti romanzi e fiction, ma secondo me ci sono almeno due sottolineature amare, di denuncia.

La prima riguarda le persone da tanti considerate “ultime”, in difficoltà nel corpo o nella mente, che per troppi non sono soltanto ignorate e giudicate quasi trasparenti, ma anche reputate inoffensive per forza di cose, perché ben pochi si soffermano a pensare ai loro sentimenti, figurarsi a supporre che possano cercare vendetta o giustizia per quello che è successo loro.

La seconda – almeno io ho avuto questa sensazione – riguarda la musica neomelodica, il cui successo in Sicilia probabilmente non è molto gradito dall’autore. In questo caso, la collusione tra questo tipo di musica ed alcune forme di criminalità è una storia di fantasia, ma alcuni casi di cronaca hanno dimostrato che Gian Mauro Costa non ha poi inventato molto.


Lo stile è forse un po’ onirico ma negli ultimi capitoli del romanzo non mancano colpi di scena e concrete risoluzioni.

Una lettura che ha confermato il mio desiderio di leggere di più dell’autore!



E verrà un altro inverno, di Massimo Carlotto


Nord-Est italiano, giorni nostri. Bruno e Federica sono una coppia ricca a cui non mancherebbe niente, eppure sono in crisi. Lei fa parte del nucleo familiare dei Pesenti, dei capitani d’industria che hanno sempre comandato nella zona; lui, invece, è un imprenditore milanese che si è fatto da solo e che conosceva la città come le proprie tasche, ma per amore si è trasferito nella provincia.


Le cose hanno iniziato ad andare male fin dall’inizio: la gente del posto ha accolto Bruno come un forestiero, Federica ha iniziato a vergognarsi di lui ed ha ripreso la relazione con Stefano, un suo compagno di scuola che aveva lasciato tempo prima, ora funzionario in banca.



Un giorno d’estate, dopo svariate intimidazioni e l’incendio della sua macchina, Bruno viene picchiato da due misteriosi individui. Federica, invece che stargli vicino, decide che ne ha avuto abbastanza di essere umiliata (lei, eh…) ed avvia le pratiche per il divorzio. Quando però scopre che l’aggressione non ha niente a che fare con gli affari di famiglia, ma si tratta di due scagnozzi assoldati da Stefano, la sua sicurezza vacilla.


Nel frattempo Bruno stringe una strana amicizia con un uomo di un’altra classe sociale: Manlio Giavazzi, una guardia giurata, un uomo segnato dal dolore dopo che il figlio bulimico si è tolto la vita e la moglie, incapace a sua volta di sopportare la tragedia, se n’è andata. Egli dice a Bruno che tra “gente del posto” ci si può aiutare, e con lui tesse un piano perché lui si vendichi di quasi ex moglie, rivale e relativi scagnozzi in un colpo solo.


Quello che Bruno non sa è che anche Manlio ha definitivamente perso la testa dopo gli eventi che lo hanno sconvolto, ed ha un piano alla sua insaputa: diventare un eroe per la gente del posto, essere indimenticabile. Come? Uccidendo Bruno, e poi diventando un giustiziere (ed ovviamente incolpando qualcun altro).


Dal momento in cui il cadavere di Bruno viene ritrovato, tutti gli equilibri della cittadina si rompono. E per la famiglia dei Pesenti sta per arrivare una prova molto dura.



Chi ha già letto un po’ di miei post sul blog conosce il rapporto altalenante che mi lega ai romanzi di Massimo Carlotto. Da un lato lui è lucido e spietato nel descrivere certe dinamiche poco pulite della sua terra, è un vero maestro dei thriller e dei toni quasi hard boiled, e scrive romanzi che non ti consentono di dedicarti ad altro per troppo tempo (anche questo è sparito nel giro di due giorni, nel corso di una settimana pienissima). Dall’altro, però, la persistente sensazione di amarezza che coglie il lettore fa davvero fatica ad andare via.


Se dovessimo sintetizzare questo romanzo, diremmo che E verrà un altro inverno è un libro sul potere dei maggiorenti nel Nord Est, potere che non è solo affaristico e finanziario, ma finisce per essere un vero e proprio controllo delle vite altrui, quasi le persone comuni fossero sudditi di questi reucci che fanno il bello ed il cattivo tempo. Il dottor Pesenti, padre di Federica e suocero di Bruno, non è un personaggio di primo piano nell’economia della trama, eppure finisce per essere un malvagio burattinaio alle spalle di quasi tutti. Quanto a Federica, mi ha ricordato spiacevolmente Daisy de Il grande Gatsby, e chi mi conosce bene sa quanto questo paragone letterario per me costituisca un insulto, ahah :-) Più e più volte lei mi è sembrata l’anello debole della situazione, ma era evidente che non avevo ancora capito bene dove la storia sarebbe andata a parare. Alla fine della fiera, come la sua gemella letteraria, è lei a travolgere tutti con la sua crudele indifferenza.


Davanti al potere dei maggiorenti soccombe chi di sicuro è esperto di affari ma non conosce quel particolare mondo, chi è in cerca di rivalsa e vendetta, chi ha fame di guadagno e di una vita migliore ma non si rende conto di essere solo una pedina.


Possiamo ben dire che non si tratta di una lettura facile, eppure scorre con una velocità incredibile. Come tutti i romanzi di Massimo Carlotto, ve lo consiglio a vostro rischio e pericolo :-)




Ecco le mie opinioni su queste due letture dalle sfumature gialle, una più commedia, l’altra decisamente più thriller!

Che cosa ne pensate? Conoscete gli autori?

Avete letto i libri? Vi sono piaciuti?

Fatemi sapere che ne pensate! 

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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