mercoledì 17 maggio 2023

L'ANGOLO VINTAGE 2.0 - MAGGIO 2023

 


Cari lettori,

benvenuti all’appuntamento del 17 del mese con “L’angolo vintage”!


Oggi, come già fatto più volte all’interno di questa rubrica, parliamo di gialli, ma in formato… ridotto. Questo aprile un po’ pieno di spostamenti (ve ne ho parlato meglio qui) ha fatto sì che le mie letture fossero in numero minore, o un po’ più brevi. Poco male, anzi, non so dirvi quanto nelle primavere del 2020 e del 2021 io abbia sognato di “leggere meno” piuttosto, ma di fare qualcosa di diverso dallo stare chiusa in casa…


Così ho pensato di proporvi una delle “Novelle Nere” della Rizzoli, una sorta di racconto lungo, ed una raccolta di estratti della collana Il Capitello.


Vi lascio alle recensioni, sperando che questo “format giallo” vi piaccia!



Dolce vita, dolce morte di Giancarlo De Cataldo


Siamo nel 1963 e Roma, la città più mondana del momento, con Cinecittà nel suo momento di massimo splendore, brilla di luci e di colori. Sono le tre del pomeriggio quando Marcello Montecchi, giornalista di costume, ancora a dormire con la fidanzata modella del periodo, viene svegliato da una telefonata. Il suo direttore gli chiede di precipitarsi in un palazzo non certo elegante come quelli dove passa le sue serate, perché lì è stata uccisa una ragazza che stava iniziando a fatica una carriera da attrice.


Quando Marcello arriva sul luogo, riconosce subito la ragazza uccisa: si tratta di Greta, una ragazza tedesca di soli ventitré anni. Con lei egli ha avuto una relazione breve e non molto impegnata, ma caratterizzata da confidenze sincere e momenti quasi di amicizia; la sua morte prematura ed in un bagno di sangue lo lascia sinceramente addolorato. Egli ripercorre più volte nella sua mente l’ultima volta che Greta è stata con lui in un bar: la ripensa così com’era, affamata, indigente, senza più quella luce di gioia e speranza che le animava gli occhi. Giorno dopo giorno, Marcello si rende conto di non riuscire a proseguire serenamente con la sua vita senza almeno tentare di capire chi ha spento il sorriso di Greta.


Tra un passato poco chiaro, uomini misteriosi che sono entrati ed usciti dal palazzo il giorno del delitto, i segreti della coinquilina di Greta e le frequentazioni della ragazza – dal dubbio passato politico, visto che la Seconda Guerra Mondiale non è finita da poi molti anni – le piste da seguire sono infinite, soprattutto per un non professionista.


Gli anni Sessanta scivolano nei Settanta, e poi arrivano gli Ottanta. Marcello cambierà giornale e poi professione, intreccerà relazioni destinate a durare poco e niente ed infine deciderà di sposarsi. Tuttavia il rovello per la morte di Greta, dopo che le indagini degli inquirenti si sono inabissate nel nulla, non lo abbandonerà più...



Giancarlo De Cataldo è un autore che è stato spesso protagonista di questo blog. In alcuni casi ve ne ho parlato in modo entusiastico, per esempio con la serie di Manrico Spinori, il PM appassionato di opera lirica, oppure con il romanzo La Svedese.

In altri casi – ben più rari, devo dire – vi ho confessato che da lui mi sarei aspettata anche di più. Ecco, devo ammettere che purtroppo stavolta rientriamo in questa casistica.


La quarta di copertina parla di un cold case reale degli anni ‘60 in Italia, di Dolce Vita (con un protagonista che non a caso si chiama Marcello), di Neorealismo. A me in realtà questa storia ha fatto venire in mente un po’ Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, un po’ La grande bellezza… e, con tutto il rispetto – lo so, stiamo pur sempre parlando di un classico del Novecento e di un film pluripremiato – nessuna delle due cose è tra i miei preferiti.


Come Toni Servillo ne La grande bellezza, Marcello sembra aver chiaro ciò che non vuole: restare nel paese da cui proviene, farsi sistemare dal padre in qualche ufficio tranquillo, far fruttare la sua laurea umanistica insegnando. È altrettanto evidente, però, che non ha neanche le idee chiare su quello che vuole. 

Quello che maggiormente mi ha fatto arrabbiare del suo personaggio è proprio questo atteggiamento. Mi spiego meglio: in questi tempi di precarietà, tante persone – me compresa – si accontentano un po’, molto giustamente, delle proposte che ricevono, e spesso alla fine ne sono anche felici, perché le cose vanno bene, o comunque potrebbero andare molto peggio. 

Marcello invece vive in anni di boom economico, anni in cui ti davano un indeterminato con la terza media e potevi finire a dirigere una banca con Ragioneria, finisce per trovare una professione che gli fa fare veramente la bella vita, e che fa? Sciupa tutto! Il giornale forse sì, forse no, però voglio di più, però non voglio fare niente per tutto il giorno, però forse ho anche rotto le scatole; nelle relazioni amorose si fa letteralmente condurre dal vento, dal caso, basta non star solo con il proprio vuoto pneumatico interiore; frequenta gente che non gli piace, girovaga a caso tra posti notturni, si sente Baudelaire nei Piccoli poemi in prosa, e poi si lamenta pure se gli viene lo spleen. Certo, nell’ultimo capitolo l’autore fa capire che un personaggio così è stato costruito apposta, con un certo intento; però, credetemi, tante volte è davvero insopportabile.


In comune con il Pasticciaccio brutto, invece, ci sono sia la donna riversa nel sangue in una casa romana che, soprattutto, il caso che diventa labirintico, che presenta mille piste diverse, che sembra ampliarsi invece che risolversi. Un po’ meditazione alla Carlo Emilio Gadda, un po’ la ricerca affannosa operata, per esempio, dai personaggi di Ariosto. In entrambi i casi, i presupposti per il fallimento ci sono tutti.


Insomma, De Cataldo prende sempre e in generale consiglio anche questa storia, però stavolta atmosfere e personaggi non sono rientrati nelle mie corde.



Donne detective, AA. VV.


Forse qualcuno di voi ricorderà che l’anno scorso ho recensito per voi un’altra raccolta di estratti de Il Capitello, Stavolta si ride!, in un post di Carnevale. Si trattava di un volume pensato e preparato per le scuole, con un’introduzione al genere commedia piuttosto discorsiva e non troppo complessa, una serie di estratti da classici di ogni tempo ed opere di narrativa contemporanea, ed infine alcune proposte di attività didattiche.


Dopo mesi in cui l’altro volume di questa collezione se ne stava sul mio comodino, mi sono chiesta: ma a che serve, se no, la rubrica L’Angolo Vintage?

Eccomi qui, quindi, a raccontarvi com’è fatto Donne detective!



La prima parte del volume, esattamente come l’altro, è dedicata ad una lunga spiegazione, questa volta sul genere giallo. Vengono affrontati, in ordine, l’origine del vocabolo giallo utilizzato in riferimento ai polizieschi, le caratteristiche del genere, le differenze tra le varie figure di investigatori ed i metodi di indagine, la struttura e lo stile, il fumetto giallo, la storia e l’evoluzione del genere con tanti esempi famosi, ed infine la presentazione di alcune scrittrici di gialli. Devo dire che si tratta di un buon ripasso anche per gli adulti appassionati, ma è soprattutto una lettura preziosa per i ragazzi che si accostano al genere per le prime volte.



Quanto agli estratti, devo dire che sono rimasta molto, molto sorpresa, perché mi aspettavo scelte più tradizionali e non conoscevo affatto il frammento di letteratura dell’Ottocento che è stato selezionato per questa raccolta.



L’autrice ungherese Emmuska Orczy ci porta in Inghilterra con Lady Molly, una donna detective che dirige il Dipartimento femminile di Scotland Yard. La protagonista viene convocata in una delle tante ville nobiliari dell’epoca per risolvere il mistero della morte di una governante di origine indiana. Una serie di complicati legami familiari ed un’eredità contesa sembrano essere le chiavi del delitto.



Mary E. Wilkins Freeman, nata e vissuta in America tra il XIX e il XX secolo, racconta in prima persona la storia di Sarah Fairbanks, una ragazza del Midwest americano che lavora come insegnante, è soggetta ai voleri del padre dispotico e rinuncia persino al fidanzato per lui. Quando però il genitore viene trovato ucciso nella sua stanza ed ella si ritrova improvvisamente il grembiule in cucina sporco di sangue ed un’accusa sulla testa, dovrà fare di tutto per scagionarsi.



L’eroina dell’autrice irlandese Lillie Thomasina Meade è Florence Cusack, una “libera professionista” che collabora con Scotland Yard in modo indipendente. Suo aiutante, proprio come succede a Sherlock Holmes, è un dottore, il Dr Lonsdale, che è anche il narratore della storia. In questo caso, Florence gli porta una paziente molto speciale da visitare: una sua amica che sta per morire di crepacuore, a causa del marito che ha problemi con il gioco d’azzardo e probabilmente anche con la criminalità organizzata. Mentre il dottore si occupa della salute della moglie, Florence si occupa dei guai del marito…



L’ultima protagonista, nata dalla penna di Catherine Louisa Pirkis, è Loveday Brooke, la dipendente di un’agenzia investigativa privata. Una sua collaborazione con il poliziotto Griffith di Scotland Yard le darà la possibilità di entrare a contatto con una ricca famiglia nella cui casa accadono fatti molto strani.



L’ultima parte della raccolta, dopo qualche pagina di proposte didattiche, comprende una serie di brevi estratti gialli di vario genere. Prima i classici con Miss Marple, Sherlock Holmes, il commissario Maigret. Poi le narratrici contemporanee come Patricia Cornwell, Ellis Peters e Laura Mancinelli.



Nel complesso un ottimo excursus, interessante, ricco di “perle” poco conosciute e utile dal punto di vista didattico!




Ecco il mio “Angolo vintage” di maggio!

Come al solito, andate a dare un’occhiata anche agli altri partecipanti alla rubrica di questo mese, se vi va! Nel frattempo, fatemi sapere se conoscete questi libri e se vi sono piaciuti.

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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