giovedì 25 maggio 2023

LE DISAVVENTURE DEL MONTEROSSI

 Due romanzi di Alessandro Robecchi




Cari lettori,

oggi ritorna la nostra rubrica “Letture… per autore”, e con essa Alessandro Robecchi, uno degli autori più conosciuti della casa editrice Sellerio!


Vi ho parlato già altre volte di questo scrittore, ma forse non tutti sanno che il personaggio principale nato dalla sua penna è Carlo Monterossi, un milanese di mezza età che è diventato autore televisivo di successo dopo aver creato Crazy love, un programma di attualità sugli amori disperati e sulle storie più lacrimevoli che possano raccontare gli italiani. Il problema è che ben presto Carlo ha iniziato a detestare la sua creatura ed il suo lavoro in generale, rifugiandosi sempre più nel suo attico extralusso, dove però hanno presto iniziato ad accadere tante cose strane.


Oggi vi racconto uno dei primi romanzi che lo vedono protagonista, Dove sei stanotte, ed uno degli ultimi, I cerchi nell’acqua!



Dove sei stanotte


Il 2015 è arrivato da qualche mese e Milano è in preda ad una grande frenesia per l’Expo, quell’evento che molti frequentano non sapendo esattamente perché e quale sia il loro ruolo, ma l’importante è esserci, camminare tra le installazioni insieme alla gente che conta, avere un drink gratis, assaporare appieno l’atmosfera tra moda e design.


Quanto a Carlo Monterossi, egli ha appena scoperto che esiste una cosa più insopportabile dei tassisti che, in buona fede, continuano a chiedergli: “Lei è qui per l’Expo, dottore?”. Quella cosa è dare una festa a casa sua. Da ore egli sta vagando sconsolato tra salotto ed attico mentre amici degli amici (perlopiù gente mai vista) devastano la cucina che la sua governante Katrina pulisce ogni giorno con amore e consumano le sue lussuose bottiglie di vino, il suo compare investigatore Oscar Falcone fa un po’ troppo il brillante con una signora sposata ed una sua vecchia fiamma lo tampina chiedendogli ripetutamente un favore ma senza spiegargli di che cosa si tratti esattamente.


La mattina dopo, l’uragano dei visitatori è passato, ma c’è comunque qualcosa che non va: un giovanotto di origini orientali che, ben vestito e con una botta in testa, se ne sta seduto sul suo divano in stato confusionale. Il ragazzo non ricorda bene che cosa gli sia successo, ma ha come il vago ricordo di aver appena fatto qualcosa di non proprio legale: Carlo, non sapendo bene che fare, convoca Oscar, che a sua volta fa arrivare un medico che terrà la bocca chiusa. Poi esce con l’amico, lasciando il suo ospite alle cure di Katrina.


Poche ore dopo, però, la situazione precipita. Carlo torna a casa e trova Katrina legata e terrorizzata in portineria, casa sua completamente sottosopra e – cosa che lo lascia agghiacciato – il cadavere del suo ormai ex ospite nel bagagliaio della sua auto.



Carlo è paralizzato dalla paura e non sa cosa sia peggio tra l’eventuale ritorno a casa sua degli assassini del ragazzo e la possibilità di non passare più nemmeno un minuto a casa sua, perché la polizia lo incriminerà per omicidio.


È Oscar a prendere in mano la situazione, proponendogli di scappare. In pochi minuti, grazie ai molteplici contatti dell’amico, Carlo si trova all’improvviso con dei capelli che non sono i suoi, degli occhiali che non ha mai portato e dei vestiti un po’ troppo sportivi per i suoi gusti, in un appartamento del quartiere Corvetto.


Lì egli inizia a condividere la sua quotidianità con una coppia sudamericana piuttosto in là con gli anni. Lui è silenziosa, ama gli scacchi, le letture, la musica. Lei è piuttosto burbera e cucina pietanze non proprio leggere. Entrambi, però, coltivano una loro personale idea di Resistencia, ricevendo in casa loro tanti dei loro connazionali, ma anche semplicemente persone in difficoltà, e cercando di aiutarli come possono. Tra i tanti disperati in cerca di aiuto c’è anche Maria, una ragazza giovane e molto bella per la quale Carlo inizia subito a provare un sentimento.



Dove sei stanotte è la storia di due diverse facce di Milano.


Da una parte ci sono gli eventi di design, i “sistemi di seduta” (che nel resto del mondo sono semplicemente sedie), le feste a cui non si può proprio mancare, il denaro che fa girare altro denaro. È un mondo che tanti immaginano come “tipico milanese”; un mondo in cui è normale che degli studenti un po’ troppo idealisti si mettano nei guai pur di andare contro a qualche archistar ed un killer fuoriuscito da una non meglio precisata "azienda" (forse i Servizi) si metta a disposizione di un privato per qualche squallido affare.


Dall’altra ci sono i disperati arrivati nella grande città (o anche soltanto in Italia) per un lavoro qualunque, che vivono in condomini che sembrano formicai e sono così abituati alla sopraffazione del prossimo che si sono rassegnati e pensano soltanto a sopravvivere. Anche se tanti milanesi si ostinano a non vederlo, anche questo mondo è tipico della loro (per me anche un po’ nostra) città, ed in questo persino un diritto, come ottenere un passaporto, può essere causa di un sopruso da parte di qualche disonesto.


Tra questi due mondi milanesi si muovono due “coppie”. La prima è quella dei protagonisti, Carlo ed Oscar, il ricco autore televisivo e l’investigatore pieno di risorse. La seconda è quella dei due poliziotti che portano avanti le indagini: il vice sovrintendente Ghezzi, prossimo alla pensione, ed il più giovane Carella, ancora affamato di rabbia e di giustizia.


Ricordo anche che Dove sei stanotte è stato oggetto di una discussione durante una live di Alessandro Robecchi, una delle tante che erano state fatte durante il lockdown di tre anni fa. Tanti suoi lettori gli avevano chiesto di saperne di più di Maria, la donna che ha rappresentato per il Monterossi un amore purtroppo non eterno ma intenso. Ricordo che Robecchi aveva parlato del sentimento per Maria come qualcosa che ha un po’ “rimbambito” il protagonista, un amore che gli ha dato coraggio ma che è anche rimasto confinato nella parentesi di vita che gli è toccata in sorte. Più avanti, con Bianca, egli imparerà a costruire una relazione solida, anche se continuerà a non prendersi troppo sul serio.



I cerchi nell’acqua


Il titolo del nostro post di oggi mette al centro dell’attenzione il Monterossi, ma in questo libro il nostro autore televisivo di successo è solo parte della cornice.


All’inizio del romanzo Carlo Monterossi e la sua compagna e collega Bianca Ballesi invitano a cena il sovrintendente Tarcisio Ghezzi e la moglie Rosa. Dopo una serata a base di prelibatezze cucinate da Katrina, le due donne iniziano a legare, mentre Ghezzi e il Monterossi si spostano in un salottino, perché il poliziotto ha qualcosa da raccontare al nostro protagonista.


Ha inizio così una storia raccontata da due diversi punti di vista: quello di Ghezzi, appunto, e quello del suo inseparabile collega Carella, che stavolta, però, ha qualcosa da nascondere.


L’inossidabile Ghezzi, qualche mese prima, è stato contattato da una signora che proviene dal suo passato. Si tratta della Franca, una donna che, pur continuando a fare la prostituta anche in tarda età, è anche sempre stata la compagna del Salina, un poco di buono che vive di truffe e furtarelli e che il Ghezzi aveva arrestato quando entrambi erano giovani.

Franca è molto preoccupata, perché il Salina, dopo averle inviato un SMS ambiguo e sgrammaticato in cui le diceva di “aver visto qualcosa che non doveva, forse” è sparito dalla circolazione, e non risponde più nemmeno al telefono. Ghezzi è restio nel farsi trascinare in una storia che non lo riguarda, ma sente di doverlo al vecchio se stesso, quello per cui incastrare il Salina ed avere comunque il suo rispetto era stato un grande traguardo di una carriera incipiente.


Carella è in ferie per ben due settimane, ma tutti lo conoscono e nessuno crede che sia alle Maldive. Infatti egli è sulle tracce di Alessio Vinciguerra, un uomo appena uscito dal carcere, sfruttatore di prostitute e responsabile del pestaggio di una delle ragazze che dipendevano da lui. Carella vuole vendicare L, una sua giovane amica che ha assistito al pestaggio perché vicina di casa della vittima, ha voluto testimoniare per senso di giustizia ma poi è finita in ospedale a sua volta. Egli si sente in colpa per non essere riuscito a proteggere la sua preziosa testimone, alla quale è legato da un sentimento che non confessa nemmeno a se stesso, e non trova niente di meglio che rifugiarsi nella vendetta ed inseguire Vinciguerra sperando di incastrarlo.


Ghezzi indossa i panni del poliziotto giovane ed inesperto che non c’è più, Carella quello del delinquente che cerca il Vinciguerra come se fosse un suo amico.


Nel frattempo, la Questura si rompe la testa su un’altra indagine: l’assassinio del Crodi, un antiquario che aveva la sua bottega in zona Navigli, che a tutti risultava incensurato ed anzi stimato dai ricchi milanesi, e che è stato picchiato fino alla morte. I colleghi di Ghezzi e Carella non riescono a trovare il bandolo della matassa, e non immaginano che questa storia abbia a che fare con le vicende di cui si stanno occupando quei due di nascosto.



I cerchi nell’acqua è un romanzo anomalo di Robecchi: il Monterossi resta sullo sfondo, ma ciò non vuol dire che non sia importante, anzi, è considerato l’interlocutore ideale per la storia di Ghezzi e di Carella. Persino una persona come Carlo, che è capitato dentro a vicende assurde ed ha visto dei veri orrori, poi comunque, una volta finito, torna al suo attico superlusso, al suo lavoro in cui gli basta schioccare le dita per avere la completa attenzione della presentatrice del momento, alle sue sveglie comode con colazione preparata da Katrina. Quello che Ghezzi vuole dirgli è che lui non immagina come si possano sentire i tutori dell’ordine che ogni giorno devono immergersi in contesti di criminalità e disperazione ed imparare a ragionare come individui per cui ogni giorno la vita è sopraffazione, o sofferenza, o entrambe.


Ghezzi e Carella si sentono investiti dai “cerchi nell’acqua” del titolo. Quando un sasso cade in acqua, una piccolissima parte di fiume o mare viene schiacciata, ma tutt’intorno si creano dei cerchi che investono la porzione d’acqua che sta intorno. Fuor di metafora, quando avviene un delitto, c’è una vittima che perde la vita o quasi, ma ci sono tante altre persone che vengono investite: i cari della vittima, i testimoni capitati lì per caso, chi era con l’assassino in quel momento ma non aveva la sua medesima intenzione, ed infine gli inquirenti.


Questa volta lo stile di Robecchi non è caratterizzato dall’elegante ironia che è una cifra distintiva del Monterossi, ma ha un tono quasi noir. Per certi versi, questo romanzo mi ha ricordato quelli di Manzini che hanno Rocco Schiavone come protagonista: la figura del tutore dell’ordine, spesso un po’ troppo romanzata nei libri e soprattutto nelle fiction, viene spogliata di ogni idealizzazione. La realtà dura e cruda in cui vive la stragrande maggioranza dei poliziotti a volte presenta storie e scene così difficili da sopportare che ci sono seri rischi anche per la propria salute mentale. Di questo aveva parlato anche Roberto Centazzo in una delle sue storie della serie Squadra speciale Minestrina in brodo.




Ecco i miei pareri su questi due romanzi ambientati nel “mondo” di Alessandro Robecchi! Voi che ne dite? Li conoscete? Vi sono piaciuti?

Avete letto qualche altro episodio del Monterossi? Fatemi sapere che cosa ne pensate!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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