Tre romanzi di Andrea Vitali
Cari
lettori,
oggi,
per la nostra rubrica “Letture...per autori", torno
a parlarvi di uno scrittore che mi piace tanto e che, come ormai avrete
capito, non mi stanco proprio mai di re-incontrare: Andrea Vitali. Ogni
volta che torno a Bellano e ritrovo personaggi più o meno noti,
protagonisti di un’Italia che (forse) non c’è più, sullo sfondo
ormai rassicurante del paesaggio lacustre, ne resto catturata.
Oggi
vi propongo tre romanzi che raccontano Bellano in tre contesti
diversi: gli anni ‘30, grande cavallo di battaglia dell’autore,
con i casi del Maresciallo Maccadò; il secondo Dopoguerra e gli anni
‘50, con gli strascichi del conflitto e più di un mistero su cui
fare luce; gli anni ‘60 e ‘70, con tante illusorie promesse di
benessere.
Eccoli più nel dettaglio!
Certe
fortune
La
“fortuna” a cui allude il titolo sembra essere arrivata a Bellano
in un caldo giorno d’estate del ‘28… almeno per il fattore
Mario Piattola e per sua moglie Marinata. Il sensale del bestiame,
Gustavo Morcamazza, si è presentato puntuale con il suo carico: un
toro, anzi, un fuoriclasse, che ha chiamato Benito. La bestia, anche
se massiccia e curiosamente senza corna, sembra proprio quello che
cercava la Marinata: un riproduttore per impregnare non solo le sue
vacche, ma anche e soprattutto quelle dei vicini, che ovviamente la
pagheranno.
Il
soggiorno di Benito a Bellano, tuttavia, non sembra destinato ad
essere sereno: a causa dell’eccessiva curiosità di una maliziosa
donna del paese, il suo recinto viene aperto e lui, infuriato e
spaventato, decide che preferisce la libertà.
La
fuga del toro diventa subito un argomento caldo: alla Caserma dei
Carabinieri iniziano a pervenire denunce di cittadini che hanno visto
la bestia, che si sono scontrati con lui, che addirittura sono stati
feriti. Il Maresciallo Maccadò, da poco arrivato a Bellano, è già
preoccupato per conto suo, perché la moglie Maristella è debole e
soggetta a svenimenti. Inoltre, i suoi sottoposti Misfatti,
siciliano, e Mannu, sardo, si detestano cordialmente, e non fanno che
farsi dispetti reciproci approfittando di qualsiasi bega lavorativa
(in questo momento, l’apertura di un nuovo tiro a segno). Infine,
poiché l’estate è arrivata ed il turismo con lei, non mancano i
grattacapi dovuti alla presenza del solito tedesco in visita, amante
del lago e dei guai, che si è reso protagonista di un buffo
incidente diplomatico.
Distratto
da tutte queste problematiche, il maresciallo inizia ad indagare
sulla fuga del pericoloso toro, ma non si rende conto che la bestia è
nel mirino di un importante personaggio del paese: il segretario
della sezione locale del Partito, detto da tutti Tartina, un uomo
che, per ovvi motivi, è in cerca di rivalsa… e che cosa, più
dell’uccisione del mostro che terrorizza la cittadinanza, potrebbe
provare ai bellanesi la sua indiscussa virilità?
Con
Certe fortune Andrea Vitali ci riporta nel mondo del
Maresciallo Maccadò, carabiniere meridionale che, un romanzo dopo
l’altro, comprende sempre più le dinamiche bellanesi ed impara a
sentirsi a casa in riva al lago. Questa volta l’autore, in modo,
come suo solito, ironico e disinvolto, mette simbolicamente in
ridicolo il fascismo e tutto ciò che esso rappresenta: un “Benito”
letteralmente scornato, una sezione locale del Partito che è
praticamente una banda di bulletti, un Segretario che si fa
intimidire dalla sua stessa moglie…
Al
centro della scena, come sempre, ci sono i piccoli e grandi equivoci
della vita di tutti i giorni, messi in giro da chi vuole difendere una sua questione personale o ha interesse a modificare la realtà con un
po’ troppa fantasia.
Le risate non mancheranno, ve lo assicuro!
Le risate non mancheranno, ve lo assicuro!
La
modista
La
Seconda Guerra Mondiale è finita ormai da qualche anno ed il nuovo
tutore delle forze dell’Ordine, a Bellano, è il Maresciallo
Accadi, uno scapolo sicuramente dedito al lavoro ma ancor più alle
belle donne.
Per
questo motivo, quando, una notte, si verifica un tentativo di furto
in Comune, egli, più che dar retta a Firmato Bicicli, guardia
notturna e protetto del Sindaco, decide di ascoltare le suppliche di
Anna Montani, la proprietaria di un negozio di modista.
Anna vorrebbe un aiuto da parte delle autorità per capire che fine abbia
fatto suo marito, scomparso durante la campagna in Russia e mai più
ritornato. Ella vorrebbe almeno avere un certificato di morte che la
renda vedova a tutti gli effetti, perché ha fretta di rifarsi una
vita… anche se non è ben chiaro con chi.
In
paese si vocifera molto su una sua relazione con Romeo Gargassa, un
uomo che da anni porta avanti loschi traffici e si inventa qualsiasi
cosa pur di sbarcare il lunario. Egli non è, però, l’unico uomo
della sua vita: in gran segreto, ella frequenta da tempo il ricco e
sfaccendato corrispondente del giornale “La Provincia” Eugenio
Pochezza, un uomo che potrebbe darle la stabilità che tanto
desidera.
Anche il Maresciallo, convinto di essere un gran seduttore,
cede velocemente alle lusinghe della donna, ma ignora che sulle loro
tracce ci sono ben due persone. La prima è l’appuntato Marinara,
che cerca disperatamente e comicamente di rimediare alle leggerezze
del suo superiore e di occuparsi dei reali problemi di Bellano. La
seconda è la guardia notturna Firmato Bicicli, che non riesce a
credere di essere stato fregato dai ladri del tentato furto in Comune
ed è disposto a perlustrare tutte le notti ogni angolo del paese pur
di trovare i malviventi e consegnarli alla giustizia.
La
protagonista de La Modista è Anna Montani, una donna che ha
dovuto reinventarsi moltissime volte per evitare di morire di fame e
che, grazie alla sua perseveranza ed alle sue doti seduttive, è
riuscita ad aprire un negozio di moda tutto suo, dopo una lunga
gavetta in cotonificio ed in luoghi ancora più umili. Lei è, in un
certo senso, il simbolo di un’Italia del passato (ma forse anche
del presente), che non si arrende e trova sempre nuove soluzioni per
non venire sconfitta dalla vita. Intorno a lei ci sono tantissimi
“galli nel pollaio” uno più buffo dell’altro, che non si
rendono conto di star facendo il suo stesso gioco.
Questo
romanzo è forse un po’ meno “giallo” ed un po’ più “rosa”
rispetto ad altri di Andrea Vitali, ma è ugualmente molto piacevole
e divertente.
Una
finestra vistalago
Nel
maggio del 1967 un operaio del cotonificio bellanese, Eraldo Bonomi,
si ritrova in gita ad Occhiobello, in pieno Polesine. Lì, la padrona
della trattoria gli fa una curiosa domanda: non è che per caso lui,
che è di Bellano, conosce un certo Arrigoni Giuseppe?
La
risposta è meno semplice di quel che potrebbe sembrare: ci sono
parecchi Arrigoni Giuseppe a Bellano. L’ostessa Leacle, tuttavia,
si riferisce ad uno solo di essi: il figlio illegittimo di Arrigoni
Quintiliano, uno dei fondatori del cotonificio, un personaggio
storicamente rilevante a Bellano. Egli è, a quanto pare, il padre
della sua figlia secondogenita. Eraldo non resta tanto colpito da
quest’ultima, quanto dalla sua sorellastra maggiore, Elena, con la
quale ha un vero colpo di fulmine.
Per
amore della sua bella e della famiglia di lei, decide di cercare
maggiori informazioni su questo Arrigoni Giuseppe, che anni prima si
è sposato con Maria Grazia, la figlia di un ingegnere, ed è tornato
da poco a Bellano, anche se è invecchiato e malato. Un informatore
prezioso, anche se suo malgrado, è il dottor Tornabuoni, vecchio
amore di Maria Grazia e responsabile della sezione del Partito
Comunista di Bellano. Eraldo Bonomi da tempo milita nel PSIUP, ma
deve fare di necessità virtù e, almeno per breve tempo, farsi amici
i rivali politici.
Dopo
tante piccole disavventure, Eraldo riesce a sposare Elena ed a
portarla con sé a Bellano, in quella casa che le ha tanto decantato,
con “finestra vistamontagna” e “finestra vistalago”, che
danno invece su ben più miseri paesaggi. Elena non ci mette tanto a
comprendere che il matrimonio non è stato propriamente un affare, ma
non si perde d’animo…
Riassumere
in breve trama e personaggi di Una finestra vistalago è
piuttosto complesso, perché il romanzo è costituito da tante
differenti vicende, alcune minori, che si intrecciano tra di loro, ed
i personaggi sono davvero moltissimi: è quasi l’intera Bellano a
venire rappresentata in questo ironico ritratto corale.
Vizi
e virtù del paesino sono narrate con grande arguzia dall’autore,
e, considerato che questo è stato uno dei suoi primi romanzi,
l’abilità nel condurre tanti fili narrativi differenti è davvero
notevole. Il desiderio di quasi tutti i personaggi, tuttavia, è
comune: osservando il mondo esterno dalla famosa “finestra
vistalago”, essi desiderano, in un modo o nell’altro, fuggire dai
loro problemi ed iniziare una vita migliore… che, proprio come il
paesaggio di fronte alla finestra, sembra restare sempre distante,
nonostante tutti i loro sforzi.
Che
cosa ne dite? Vi sto convincendo a leggere almeno un romanzo di
Andrea Vitali? Dai, fatemi contenti :-)
Conoscete
questi romanzi? Vi sono piaciuti? Che ne pensate?
Faccio
presente che personalmente ho trovato il PDF di Una finestra
vistalago sul sito de “Il Libraio” e che era del tutto
gratuito per via dell’iniziativa “Io leggo a casa”. Non so se
la promozione sia ancora attiva, ma potete provare a dare
un’occhiata, se vi va!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, interessanti questi libri, da questo ho letto.
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Io li trovo interessanti e anche divertenti! Buona giornata anche a te :-)
EliminaUna finestra vista lago ce l'ho, approfittai dell'offerta de Il libraio durante la quarantena! Devo riprovare con Vitali :)
RispondiEliminaCiao Angela! Dai, potrebbe essere il momento buono :-)
Elimina