lunedì 2 marzo 2020

PESCE D'APRILE

Uno spettacolo sulla disabilità in scena al Teatro Agorà di Cernusco sul Naviglio




Cari lettori,
inauguriamo il mese di marzo con la rubrica “Consigli teatrali”! Oggi vi presento uno spettacolo che mi sta particolarmente a cuore per due motivi. 

Il primo è che esso è stato rappresentato durante la sera di venerdì 21 febbraio nel mio paese, Cernusco sul Naviglio. Il secondo è che si tratta di una rappresentazione in collaborazione con l’ “Anffas Onlus”, l’Associazione nazionale di famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, di cui esiste anche una sezione nella mia zona (la Martesana). 

Credo che questo spettacolo sia non solo piacevole da guardare, ma anche importante ed istruttivo, per le scuole, per le famiglie, per chiunque desideri ricevere una bellissima lezione di civiltà.
Vediamolo insieme nei dettagli!



Un brutto pesce d’aprile


I due attori in scena sono il popolarissimo Cesare Bocci, noto principalmente per il ruolo di Mimì Augello, il vice e migliore amico del Commissario Montalbano, e Tiziana Foschi, che ha fatto parte del gruppo “La premiata ditta”.

In scena ci sono solo dei pannelli luminosi che, di volta in volta, rendono il palcoscenico chiaro, oscuro o colorato. Oltre ad essi, ci sono pochissimi altri elementi, come uno sgabello o una panchina.


Cesare Bocci interpreta se stesso, mentre Tiziana Foschi fa la parte della sua compagna, Daniela Spada, che non è attrice.
Quella che viene raccontata in scena, infatti, è la storia vera della famiglia Bocci.

Cesare e Daniela si conoscono da giovane in un locale. Lui ancora giovane attore di teatro, lei graphic designer, si sono innamorati e sono andati a convivere. Lo spettacolo ripercorre, con semplicità e simpatia, le tappe più importanti della loro vita a due: l’incontro, il loro primo viaggio esotico, la decisione di convivere, il desiderio di essere genitori.


Dopo qualche anno nasce la loro unica figlia, ma, a meno di una settimana dal parto, la sera del primo aprile, mentre sta cullando la bambina, Daniela, improvvisamente, si blocca. Il suo discorso si interrompe, la sua voce diventa un filo e crolla.

Al pronto soccorso più di una persona sottovaluta il problema: c’è chi parla di una crisi di nervi, chi di uno svenimento dovuto alla depressione post partum. Una volta verificate le effettive gravi condizioni della donna, ella viene ricoverata in rianimazione, dove le viene diagnosticato un ictus al cervelletto.



La lunga risalita


Pesce d’aprile è la storia di una famiglia italiana come tante, improvvisamente travolta da una disgrazia proprio nel momento in cui tutti loro avrebbero dovuto essere più felici. 

Come giustamente sottolinea Cesare Bocci all’inizio dello spettacolo, è inutile chiedersi ripetutamente: “Ma come è potuto succedere?”. È inutile ripensare al fatto che il proprio marito/padre/figlio, un secondo prima, sembrava nel fiore della salute; non ha alcun senso chiedersi perché fino a qualche ora prima la preoccupazione principale era organizzare la giornata ed ora non si sa nemmeno se domani il nostro caro sarà ancora con noi.

Purtroppo è successo, e Daniela non fa eccezione. La rappresentazione racconta, giorno dopo giorno e mese dopo mese, la lunga risalita della donna, che durante le prime settimane è in coma, e che, quando si sveglia, combatte una difficile battaglia contro se stessa, sia dal punto di vista fisico che quello psicologico.

In ospedale recupera le funzioni fisiologiche e vitali, ricomincia a nutrirsi normalmente, riprende coscienza di chi è e quali sono le persone intorno a lei. Poi è il momento di trasferirsi in una clinica di riabilitazione, per la fisioterapia ed il lento recupero fisico.


Due sono gli elementi che consentono alla coppia di riuscire ad andare avanti. 
Il primo è l’affetto di Cesare, che si organizza per non far mancare nulla alla figlia neonata (prima grazie ad amici e parenti, poi con una tata), resta vicino alla compagna, la incoraggia a camminare ed a compiere ogni minimo progresso.
Il secondo è la testardaggine di Daniela, che desidera tornare presto ad una vita il più possibile piena e soddisfacente, e lo fa passo dopo passo.



Essere disabili in Italia: le tante difficoltà


Daniela non deve lottare soltanto contro il suo cervello che sembra aver dimenticato come si fa a parlare, sorridere, muoversi. Ella, con suo grande stupore e rammarico, scopre di avere dei nemici: persone e situazioni che si pongono come ostacolo al suo grande desiderio di guarire.


Prima in clinica: la mancanza di personale che la costringe ad aspettare ed a non poter iniziare subito la sua fisioterapia; alcuni dottori che, consci delle sue scarse probabilità di re-imparare a camminare, suggeriscono a lei ed a Cesare di “lasciar perdere”; il protocollo che, per motivi di budget o anche solo di consuetudine, obbliga i pazienti a fare determinate attività, quando magari altre sarebbero più adeguate o preferibili.

Poi, una volta usciti dalla clinica, nel mondo, tra barriere architettoniche, dottori poco attenti, burocrati puntigliosi, cassiere del supermercato poco disponibili, maleducati che occupano i posti riservati ai disabili pur essendo in perfetta salute.


La garbata ironia con il quale lo spettacolo mette in luce tutte le problematiche che una famiglia con un disabile deve affrontare rende la storia incredibilmente toccante. Si tratta di questioni alle quali una persona che non ha alcuna disabilità non pensa più di tanto, ma che possono davvero rendere la vita impossibile a chi ha delle difficoltà.



Un messaggio di solidarietà


Di certo Pesce d’aprile non è una rappresentazione da prendere a cuor leggero, ma il modo propositivo in cui la storia viene raccontata trasmette, a mio parere, un forte messaggio di speranza.

Come Cesare Bocci sottolinea giustamente alla fine dello spettacolo, qualunque sia il momento di difficoltà che una persona sta vivendo, non bisogna mai provare vergogna nel chiedere aiuto.




Sono quasi due anni che questo spettacolo sta facendo il “giro d’Italia”, sostenuto dall’Anffas. Qualcuno di voi l’ha già visto altrove? Ne avete sentito parlare?
Se non lo conoscevate, lo consiglio di cuore a tutti voi!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

8 commenti :

  1. Adoro queste cose belle che però hanno uno scopo ben profondo e sei bravissima a citarli ogni volta nel tuo blog

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    1. Ciao Susy! Hai ragione, lo scopo è profondo… e la storia è raccontata in prima persona da chi ne ha passate davvero tante. Grazie a te per la lettura!

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  2. Cara Silvia, trovo interessante quello che fai è un modi di far conoscere tutto.
    Ciao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Io sono davvero contenta che per te quello che pubblico sia interessante! Buona settimana anche a te :-)

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  3. Conosco la storia di Cesare e Daniela e sono certa che questo spettacolo sarebbe per me molto emozionante.
    Sei fortunata ad averlo potuto ammirare.

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    1. Ciao Claudia! … è davvero emozionante, sono contenta che l'Amministrazione della mia città abbia scelto il loro spettacolo!

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  4. Uno spettacolo che tratta un tema importantissimo, sono certa che sia molto bello, cesare bocci poi mi piace molto :)

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    1. Ciao Angela! Spero tanto che riuscirai a vedere lo spettacolo anche tu :-) Gli interpreti non ti deluderanno!

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