La recensione dei film che ho visto
Cari
lettori,
oggi
sono davvero contenta di poter dedicare nuovamente un po’ di spazio
ai “Consigli cinematografici”.
Anche questo post, come quello autunnale, è dedicato ad alcuni film che sono riuscita a vedere
recentemente tra il cineforum di Cernusco sul Naviglio, il mio paese,
e quello di Brugherio.
Avrete
notato che quest’inverno ho avuto quasi più occasioni di andare a
teatro piuttosto che di andare al cinema, ma sono riuscita comunque a
vedere qualche film, e, per ragioni diverse, devo dire che ve li
consiglio tutti!
LA
CASA DEI LIBRI, di Isabel Coixet
Questa
delicata pellicola racconta la storia di Florence Green, una donna
inglese che ha perso l’amato marito nel corso della Seconda Guerra
Mondiale ed è rimasta senza una famiglia, con l’unica compagnia
della sua passione per la lettura.
Per
questo motivo, negli anni ‘50, dopo i primi anni di vedovanza,
decide di lasciare la sua città e di trasferirsi nella cittadina di
Hardborough, un caratteristico borgo vicino al lago.
Ella,
nonostante la diffidenza del direttore della banca, riesce ad
acquistare un immobile storico ed a trasformarlo in una libreria che
ben presto riscuote sempre più successo all’interno della
comunità.
Due
persone, in particolare, diventano molto amiche di Florence.
La prima
è una vivace bambina con i capelli rossi che, sebbene vada ancora
alla scuola elementare, ha molta voglia di rendersi utile, e le si
propone come aiutante.
Il
secondo è un anziano e distinto signore, molto solitario, intorno al
quale girano delle voci di paese troppo incredibili per essere vere.
Egli non ha molta simpatia per i suoi concittadini, ma adora leggere
e diventa subito il cliente più assiduo della libreria.
I
due amici saranno un vero sostegno per Florence, che purtroppo deve
guardarsi da dei pericolosi nemici: una coppia, composta da un
generale in pensione e da un’anziana filantropa, che vorrebbe
impadronirsi dell’immobile con la scusa di creare un “circolo
culturale” (leggasi: un club riservato all’alta società del
paese). I due godono
del sostegno della banca e di tutte le autorità locali, e dalle
velate minacce passano ad una vera e propria guerra per cacciare
Florence dalla sua “casa dei libri”…
Questo
film è a metà tra un dramma borghese ed una commedia dalle
sfumature intellettuali. L’amore per i libri e
le insidie sociali della periferia anglosassone sono infatti i due
temi chiave di questa storia.
Nel
cast segnalo Bill Nighy, un caratterista inglese, noto anche per aver
interpretato il Ministro Scrimgeour in Harry Potter, che interpreta
con maestria il personaggio del vecchio (forse non tanto) misantropo.
Una
bella storia, interessante per noi bookblogger!
Valutazione:
quattro stelle
UNA
STORIA SENZA NOME, di Roberto Andò
Questo
film a metà strada tra la commedia ed il thriller è ambientato
all’interno di uno studio di produzione cinematografica.
Valeria
(Micaela Ramazzotti), la protagonista, è una quarantenne che lavora
lì come segretaria e vive con la madre, una donna molto bella ed
intelligente dalla quale si sente costantemente sminuita.
Da
anni ha stretto un accordo con Alessandro Bes (Alessandro Gassmann),
uno sceneggiatore che da anni non ha più alcuna idea né alcuna
voglia di scrivere. Ella, infatti, in cambio di un arrotondamento del
suo stipendio da segretaria, scrive per lui le sceneggiature.
Una
sera, però, ella viene avvicinata al mercato da un uomo misterioso,
forse appartenente alla Polizia o ai Servizi. Egli è a conoscenza
del suo “secondo lavoro” e le propone quella che egli stesso
definisce una storia senza nome.
Essa
non è altro che la vera storia della Natività di Caravaggio,
quadro rubato decenni fa dalla mafia a Palermo e misteriosamente
scomparso. Molti pentiti hanno dichiarato che il quadro è stato
mangiato dai maiali, ma il misterioso interlocutore di Valeria
sostiene di conoscere la sua attuale ubicazione: in una piscina di
una villa poco lontana da lì, presso la quale è stato convocato un
critico d’arte inglese, poi convenientemente eliminato.
Valeria
resta intrigata dalla storia e ne scrive la prima parte, ma prega
Alessandro di provare almeno a leggerla. Ovviamente l’uomo non fa
nemmeno questo sforzo, ed il soggetto passa subito nelle mani del
capo, che ne rimane conquistato.
All’interno della società
cinematografica, però, si nascondono alcuni prestanome della mafia,
che iniziano a chiedersi perché uno sceneggiatore normalmente
piuttosto disimpegnato conosca così tanti pericolosi segreti…
Se
La casa dei libri è un omaggio alla lettura, Una storia
senza nome lo è senz’altro nei confronti del cinema e
dell’arte.
Al centro della scena c’è anche una riflessione quasi
filosofica sullo storytelling, su che cosa ci può essere di vero,
verisimile ed inventato in ogni storia.
L’intreccio
alterna momenti più ironici ad altri più drammatici e risulta
davvero coinvolgente per lo spettatore.
Valutazione:
quattro stelle e mezza
UN
SACCHETTO DI BIGLIE, di Christian Duguay
Questo
film è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Joseph Joffo.
Esso racconta la storia della famiglia dell’autore, il cui padre
era barbiere a Parigi, insieme ai due fratelli maggiori. Il film ha
inizio nel momento in cui i nazisti occupano la città e per le
famiglie ebree ha inizio la persecuzione.
Anche
se a malincuore, i genitori di Joseph decidono di dividere la
famiglia e di escogitare un piano per raggiungere insieme Nizza,
anche se per diverse strade.
I
fratelli Joseph e Maurice, i piccoli della famiglia, partono insieme
e intraprendono un difficoltoso viaggio, tra insperati passaggi e
guide in grado di condurli attraverso i boschi.
Fortunatamente
il piano riesce e tutti i componenti della famiglia finiscono per
ritrovarsi insieme nel Sud della Francia, una zona teoricamente
presidiata dai soldati fascisti ma di fatto libera.
L’armistizio
del ‘43, tuttavia, ribalta le sorti di tutti gli ebrei rifugiatisi
in quelle regioni: gli italiani sono costretti a ritirarsi ed i
nazisti sono di nuovo una minaccia. Joseph e Maurice si ritrovano,
loro malgrado, a nascondersi in una sorta di istituto insieme ad
altri loro coetanei, e comprendono che la strada per riunirsi al
resto della loro famiglia è ancora molto lunga…
Un
sacchetto di biglie è un
classico della Giornata della Memoria, e ricordo che ai tempi della
scuola elementare erano moltissimi i miei compagni che avevano letto
il romanzo. Confesso che a me purtroppo manca, ma mi ha fatto molto
piacere poter vedere questa pellicola, che è davvero adatta ad ogni
fascia d’età e rappresenta un’incredibile testimonianza.
I due
protagonisti, i “piccoli” Joseph e Maurice, sono ormai anziani e
vivono ancora a Parigi; la terribile storia di quello che sono stati
costretti a vedere e ad affrontare, a mio parere, sarà ancora letta
e raccontata per moltissimi anni.
Valutazione:
cinque stelle
BLACKkKLANSMAN,
di Spike Lee
America,
anni ‘70. Ron Stallworth è
un ragazzo di Colorado Springs che si ritrova ad essere il primo
poliziotto di colore della sua cittadina. Egli viene inizialmente
assegnato all’archivio, ma il lavoro di scrivania gli sta stretto e
chiede di essere assegnato al
reparto di indagini sotto copertura.
Un
giorno, quasi per scherzo, prova a telefonare alla sezione della sua
città del Ku Klux Klan, spacciandosi per un uomo bianco e razzista
desideroso di far parte del gruppo. Il presidente del gruppo
sorprendentemente gli crede e gli dà un appuntamento per il venerdì
successivo.
È
allora che a Ron viene l’idea di chiedere la collaborazione di un
collega, un uomo bianco di religione ebraica, che si fingerà lui e
che sarà la “faccia” dell’operazione.
Giorno
dopo giorno, Ron ed i suoi colleghi conoscono sempre di più la
terribile realtà del Ku Klux Klan, che in moltissimi Stati d’America
opera alla luce del sole e si definisce perfino “organizzazione non
violenta”.
Qualcosa, però, sta per cambiare: in occasione
dell’arrivo in paese del leader dei suprematisti bianchi Duke,
alcuni esponenti del Klan hanno intenzione di piazzare alcune bombe,
ed una, in particolare, presso la casa di una ragazza di colore a
capo di un movimento studentesco che è a favore dell’uguaglianza.
L’indagine sotto copertura si tramuta ben presto in una operazione
di salvataggio…
Spike
Lee ha definito questo film “una pellicola politica e di sinistra”.
Pur non essendoci dubbi su questa informazione, a mio parere c’è
di più.
Questa storia, infatti, mostra con assoluta chiarezza quanto
si possa diventare gretti, meschini, ignoranti perseguendo un
“ideale” che non è altro che razzismo. I personaggi con i quali
i protagonisti si devono confrontare sono così tragicamente ridicoli
che lo spettatore non può fare a meno di riderne amaramente, e la
capacità di fare della satira è sicuramente uno dei punti forti
della pellicola.
Inoltre,
ciò che è accaduto negli anni ‘70 per mano del Ku Klux Klan è di
un’attualità davvero scottante, e non solo per gli Stati Uniti.
Valutazione:
quattro stelle
UN
AFFARE DI FAMIGLIA di Kore’eda Hirokazu
Questo
film è ambientato in Giappone e narra la storia di una sorta di
“famiglia per caso”, composta da padre, madre, nonna, una figlia
adolescente ed un figlio di circa dieci anni.
Queste persone, a
dispetto delle apparenze, non sono unite da un legame di sangue, ma si sono scelte: la coppia, infatti, nel corso degli anni ha
“adottato” prima la nonna, che era stata lasciata dal marito ed
aveva paura di invecchiare da sola, poi la ragazza, più legata a
quella nonna che al resto della famiglia, infine il bambino, trovato
in una situazione di abbandono.
I
cinque vivono in un tugurio in periferia ed integrano la pensione
della “nonna” con stipendi da precari, lavori in nero, piccoli
furti.
Una sera, il padre ed il bambino trovano una piccola di cinque
anni, che è in casa da sola senza i genitori, e decidono di portarla
a casa per cena. In serata, però, mentre la stanno riportando a casa
sua, odono rumori sospetti, vedono delle cicatrici sul braccio della
bambina e si rendono conto che in quella casa si pratica della
violenza: decidono così di non restituirla ai suoi genitori.
I
mesi passano, la famiglia d’origine non ha mai denunciato la
scomparsa della piccola, ed è così che quest’ultima diventa a
tutti gli effetti un membro della famiglia: acquisisce un nuovo nome,
viene portata al mare, crea un solido legame con i suoi “nuovi
genitori”.
Come però ripete saggiamente la nonna, questa
situazione non è destinata a durare.
Questa
pellicola ha un tono molto quieto, spesso anche troppo lento, ma
questa scelta registica ha una motivazione ben precisa: quella di
mettere in luce l’effettivo affetto che intercorre tra i componenti
di questa famiglia, che non condividono lo stesso sangue, ma si sono
comunque trovati.
Il “padre” e la “madre” di questo nucleo
sono persone tutt’altro che esemplari, compiono spesso azioni
illegali e di certo non educano sempre correttamente i loro figli
adottivi.
Ciò nonostante, agli occhi dello spettatore, essi
finiscono comunque per fare una figura molto migliore degli
assistenti sociali, dei poliziotti, dei giornalisti con i quali essi
si scontrano. Queste persone, infatti, prese dal desiderio di punire
i colpevoli e di ristabilire l’ordine delle cose, finiscono per
essere miopi e per commettere dei gravi errori.
Un film non sempre
facile ma interessante da vedere per valutare un’idea un po’
diversa del concetto di “famiglia”.
Valutazione:
tre stelle e mezza
Ora
tocca a voi! Avete visto questi film?
Ne
avete sentito parlare? Che cosa ne pensate?
Quale
vi è piaciuto di più?
Aspetto
i vostri pareri!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, leggendo le recensioni mi sono reso conto, ogni film a una bella storia.
RispondiEliminaCiao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Hai proprio ragione... ci sono ancora tante belle storie da conoscere! Buona settimana anche a te 😁
EliminaNon li ho visti, ma i primi due son quelli che mi incuriosiscono maggiormente!
RispondiEliminaCiao Angela! Spero che se li vedrai ti piaceranno! 😀
EliminaCiao Silvia! Io non mi intendo per niente di cinema quindi prendo appunti dal tuo post. Sicuramente La casa dei libri è quello che mi sembra più nelle mie corde.
RispondiEliminaCiao! La casa dei libri è una di quelle commedie di costume un po' di nicchia che senza il cineforum non sarebbero molto conosciute.. Ma vale la pena di recuperarla! 😀
EliminaNon ho visto nessuno di questi film, ma alcuni li conosco. M'incuriosisce "La casa dei libri", ho segnato il titolo!😊
RispondiEliminaCiao Vanessa! Spero che riuscirai a vederne almeno qualcuno 😁
Eliminanon riesco ad andare al cinema come vorrei ma alcuni di questi mi piacerebbe proprio vederli. Bel post
RispondiEliminaCiao Chiara! Spero che riuscirai ad andare al cinema un po' più spesso! 😀
EliminaCiao Silvia! Vorrei vedere La casa dei libri, mi sembra molto piacevole da vedere =)
RispondiEliminaCiao Jess! Anche a me è piaciuto tanto!
EliminaCinque stelle ad Un sacchetto di biglie? sinceramente non me l'aspettavo, soprattutto pensando al fatto che al film di Lee (che devo ancora vedere, come anche tutti gli altri) ne hai date quattro, vabbè ;)
RispondiEliminaCiao Pietro! La variante, devo ammetterlo, è il gusto personale… conoscendoti, sicuramente il film di Lee a te piacerà di più! Ricordo che nella tua recensione di "Un sacchetto di biglie" non eri proprio entusiasta :-(
EliminaSilvia, su Sky sto vedendo i film di Anna Magnani, un'interprete straordinaria, forse la migliore attrice italiana di tutti i tempi.
RispondiEliminaIl migliore è La rosa tatuata, ma anche Mamma Roma di Pasolini offre spunti di riflessione sulla prostituzione tragica delle donne.
Ciao.
Ciao Gus! Grazie mille per i consigli cinematografici :-) Purtroppo devo ammettere che ho delle lacune sia su Anna Magnani che su Pasolini. Recupererò!
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