Le donne di Euripide #6
Cari
lettori,
nuovo
post per la rubrica “Donne straordinarie”!
Siamo quasi alla
conclusione del nostro viaggio alla scoperta delle figure femminili
raccontate dal drammaturgo Euripide.
Nei
post precedenti abbiamo parlato di alcune eroine tragiche greche che
sono protagoniste di qualche dramma a loro dedicato.
Euripide, com’è
ormai noto, è un drammaturgo che canta storie di donne, e l’ha
dimostrato ponendo al centro della scena Andromaca, Ecuba, Elena , Alcesti e Medea.
Personalmente
vorrei dedicare due ultimi post ai personaggi femminili che nelle
tragedie di Euripide rivestono un ruolo secondario. Credo che
comunque il drammaturgo sia molto bravo nel tratteggiarle con una
certa intensità e che le loro storie siano degne di essere
raccontate.
In
questo post parlo di quattro donne singole, mentre nel prossimo (ed
ultimo) racconterò le vicende di altrettanti gruppi al femminile.
Spero
che questi ulteriori approfondimenti vi piacciano!
Fedra:
la fragilità di un amore senza controllo
Il
personaggio femminile più rilevante della tragedia Ippolito è
Fedra, la matrigna del protagonista.
Quest’ultimo è figlio del re
Teseo e della regina delle Amazzoni ed ha la colpa di onorare solo
gli dei più in sintonia con le sue attitudini. Egli, infatti, è
molto devoto alla dea Artemide, pensa solo a cacciare e pratica il
celibato con un certo orgoglio, non esitando a parlare male di
Afrodite e di chi la venera.
La dea dell’amore, piena di rabbia e
di desiderio di vendetta, fa sì che Fedra si innamori di Ippolito.
La
giovane donna è protagonista di alcune scene davvero struggenti, nel
corso delle quali ella confessa ad una sua nutrice l’impossibilità
di liberarsi dal sentimento che prova. Quest’ultima, in buona fede,
cerca un confronto con Ippolito, ma egli deride la matrigna e la
caccia via a male parole.
È
allora che Fedra diventa davvero un simbolo della potenza di Afrodite
quando diventa crudele e di un amore che non perdona. Ella, infatti,
si uccide, lasciando scritto un biglietto in cui accusa Ippolito di
averla violentata.
Quando Teseo scopre il cadavere della moglie ed il
suo ultimo messaggio, il destino del protagonista è segnato.
Con
questa tragedia, come con Alcesti, Euripide non vuole parlare di
attualità o di politica, bensì di famiglia, invitando i suoi
concittadini alla prudenza ed al rispetto di tutti gli dei, anche di
quelli con i quali ci si sente meno in sintonia.
Megara:
la vittima delle trame degli dei e degli eroi
Se
Alcesti metteva un po’
in ridicolo l’eroe più famoso della Grecia, Eracle
mostra il momento più
drammatico della sua vita.
Eracle,
dopo aver compiuto le sue leggendarie fatiche, riesce finalmente a
tornare a casa sua, dalla moglie Megara e dai suoi figli, e proprio
nel momento più pericoloso per la sua famiglia. Essi, infatti,
insieme a suo padre Anfitrione, sono minacciati di morte da Lico, un
tiranno che ha preso possesso della città che un tempo fu del padre
di Megara.
Quest’ultima
viene ritratta come una donna esemplare, considerata come una figlia
dal suocero, madre affettuosa e intelligente che cerca (anche se
senza successo) di trovare un compromesso con il nemico.
Quando
Eracle torna a casa, sconfigge senza problemi Lico ed i suoi. Una
terribile maledizione, però, incombe su di lui.
Egli, infatti, è
nel centro del mirino della dea Era, che sa bene che il suo padre
biologico è Zeus e vede nella sua esistenza la prova dei ripetuti
tradimenti del marito. È la dea a far calare sui suoi occhi un
terribile raptus di follia: egli, infatti, scambia moglie e figli per
dei soldati di Lico e li uccide proprio accanto all’altare del
palazzo.
Ancora
una volta gli dei capricciosi e le loro vendette sono al centro della
scena.
In questo caso, inoltre, le vittime designate sono delle
persone assolutamente innocenti, che si trovano a pagare con la vita
solo perché sono parte della famiglia di Eracle.
Atena:
un valido aiuto in battaglia
Reso
è una tragedia piuttosto tarda,
considerata di scarso valore e dall’attribuzione piuttosto incerta.
Probabilmente, infatti, essa è
stata scritta da un imitatore di Euripide, di epoca più tarda.
Siamo
in piena guerra di Troia, e l’ambientazione della tragedia è
l’accampamento degli alleati dei Troiani, di notte. Ettore ha da
poco ricevuto Reso, un re tanto giovane e bello quanto presuntuoso e
desideroso di gloria.
Diomede
ed Ulisse, intanto, si stanno muovendo per il campo, tentando un
agguato notturno. È la dea Atena a correre in loro aiuto, agendo
sotto mentite spoglie e facilitando loro la strada. I due non
riescono a compiere l’attacco
che avevano immaginato, ma se ne vanno dal campo dopo aver ucciso nel
sonno l’ignaro Reso, la cui breve avventura al campo troiano si
conclude drammaticamente.
L’elemento
che, a mio parere, rende molto originale questa tragedia è il fatto
che Atena si comporti con i suoi protetti non tanto come una dea,
bensì come un comandante o addirittura un compagno d’armi.
Euripide
è il primo drammaturgo che, in alcune sue opere, inizia a
“dissacrare” gli dei: se Reso è
davvero una tragedia successiva, possiamo tranquillamente affermare
che il suo modo di scrivere ha fatto scuola.
Creusa:
la madre in lotta con sé stessa e con gli dei
Ione
è una tragedia, come gli
Eraclidi e le
Supplici, che pone al
centro della scena i fondatori della civiltà greca, venuti dopo il
tempo degli eroi micenei.
Ione,
in particolare, è il capostipite della dinastia ionica, anche se
all’inizio della tragedia non è che un giovane cresciuto
all’interno del tempio di Delfi, che ignora il suo destino.
Il
ragazzo è un eroe, figlio del dio Apollo e di una donna mortale,
Creusa, la quale, alla sua nascita, l’ha messo in una cesta e l’ha
abbandonato, augurandosi che sarebbe stato il padre a proteggerlo.
Tempo dopo, la donna ha sposato il re di Atene, Xuto, ma la loro
unione non è stata benedetta dall’arrivo di un figlio.
È
quando la coppia si reca a Delfi per domandare l’intercessione
divina che incontra Ione, ormai diventato uomo. Creusa non riconosce
in lui il neonato esposto tanti anni prima; ella
è piena di rabbia e di rimpianto per l’antica violenza che il dio
Apollo ha compiuto nei suoi confronti, è convinta che il suo bambino
sia ormai morto anni fa e ritiene Ione una sorta di impostore. Il suo
sospetto diventa certezza quando la Sibilla di Delfi riconosce il
giovane come legittimo erede di Xuto.
Creusa
segue il consiglio di un vecchio della sua servitù e tenta di
uccidere il ragazzo, ma l’intervento della Pizia e di Atena
consentono il riconoscimento tra madre e figlio. Ione viene così
adottato da Xuto e diventa principe di Atene.
Creusa
è una figura femminile in cerca di riscatto: non ha potuto opporsi
al volere del dio Apollo e non è riuscita ad avere una famiglia con
il marito. Per questo motivo ella cerca almeno di impedire che il
regno cada in mano ad un malfattore, ma rischia di commettere un
terribile crimine.
Secondo me è interessante notare come,
raccontando la storia di questa donna, Euripide non
solo prosegua nella sua opera di “ridimensionamento degli dei”,
ma mostri con chiarezza come tanti terribili fraintendimenti siano da
imputare solamente al caso.
Queste
sono le quattro opere che ho voluto presentarvi oggi, molto diverse
tra loro ma, secondo me, meritevoli di un approfondimento.
Le
conoscete? Le avete viste rappresentate?
Vi
incuriosiscono queste storie? Fatemi sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Te l'ho detto e te lo ripeto sei bravissima, hai la capacità di suscitare desiderio di conoscere, sapere, rinfrescare la memoria. Grazie per questo post, e per gli altri, che ci hai regalato. Buon pomeriggio.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! A me fa sempre piacere sapere che c'è qualcuno che apprezza questo genere di post! I classici greci e latini non sono sempre facili da comprendere, ma secondo me meritano ancora di essere letti!
EliminaCara Silvia, si capisce subito che tu sei una che ne conosce la storia.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Caro Tomaso, faccio del mio meglio, anche se quando leggo un nuovo classico vorrei imparare ancora di più! Comunque grazie, buona serata :-)
EliminaEroi, miti, leggende quanto adoro questa rubrica Silvia!
RispondiEliminaE' stata una bella rinfrescata di memoria e ci voleva, adoro immergermi in questo mondo di tanto in tanto.
Ciao Susy! Sono veramente contenta che ti piaccia questa rubrica :-) Ogni tanto, anche io devo tornare a immergermi nel mondo degli dei e degli eroi!
EliminaEuripide era un grande drammaturgo, al pari di altri suoi conterranei.
RispondiEliminaLa mie figure tragiche femminili preferite sono Elettra, Ifigenia, Clitennestra e Medea.
A presto!
Ciao Morgana! Se scorri questa rubrica troverai articoli su 3 di queste 4 donne (in effetti Clitennestra mi manca). A presto! :-)
EliminaCiao Silvia! Piacere di conoscerti :)
RispondiEliminaSono capitata qui sul tuo blog per caso e, da archeologa e amante dell'antichità non ho potuto non soffermarmi su questo tuo meraviglioso articolo! Complimenti! :) Ho studiato la letteratura greca all'università e ne sono rimasta affascinata, ho letto molto e vedere queste opere sul tuo blog mi ha fatto provare un bel po' di nostalgia! Che bellezza! Ti occupi di letteratura antica? :)
Comunque nel mentre ti seguo molto volentieri! Spero che passerai da me, sul mio blog parlo di storia, archeologia, libri e lingue antiche e moderne! È vero, è aperto da poco, ma pian piano..! ^_^
Un abbraccio e a presto spero!
Diana.
Ciao Diana! Sono veramente contenta di conoscerti e vado subitissimo a dare un'occhiata al tuo blog!
EliminaIo ho studiato prima Lettere moderne e poi Filologia moderna, quindi non mi occupo proprio di antichità… ma le mie due tesi di laurea sono state incentrate sul contatto tra teatro greco e contemporaneo: la prima su Elettra di Sofocle per la regia di Strehler, la seconda su Odyssey di Bob Wilson. Ho il pallino del teatro antico e con questa rubrica mi sono un po' "sfogata" :-)
A presto!
Ti ringrazio per essere passata da me! ^_^
EliminaAhh ecco, una filologa! Che piacere! In realtà anche io ho studiato diverso tempo su antiche iscrizioni, quindi sono più filologa che archeologa di campo :P Le tue tesi devono essere davvero molto interessante, poi insomma, il teatro! Hai preso uno degli elementi fondanti della cultura greca! Che bellezza! :) Che dire, sfoghi di questo tipo sono sempre bene accetti :P
A prestissimo! ^_^