Una serie di Roberto Saviano
Cari
lettori,
per
le nostre rubriche “Letture...per autori” e “Consigli teatrali”,
oggi vi parlo di due romanzi davvero particolari, scritti da Roberto
Saviano, che trattano un argomento di grande attualità: il fenomeno
delle baby gang, ormai in espansione, specie in alcune periferie italiane.
In
questi romanzi Saviano racconta le condizioni particolari in cui dei
ragazzi che frequentano le scuole superiori o addirittura le medie si
trovano a vivere: una realtà fatta di violenza, prevaricazione,
droghe, lotta per la sopravvivenza. In questo sfondo si muovono i
protagonisti della storia, dei veri e propri antieroi le cui gesta
lasciano il lettore attonito e sconcertato.
Inoltre,
lo spettacolo teatrale tratto da questi romanzi, per la regia di
Mario Gelardi e con gli attori della Compagnia Nuovo Teatro Sanità,
proprio in questi giorni è a Milano.
Vediamo
più nel dettaglio libri e rappresentazione!
LA
PARANZA DEI BAMBINI
A
Napoli, in una zona di periferia, ci sono dieci adolescenti molto
amici tra loro, che passano le giornate facendo tutto tranne che
studiare: sfrecciano sui motorini, osservano la realtà che li
circonda, sognano di essere già adulti e ricchi.
Il
più autoritario di loro, Nicolas, detto “O’ Maraja” perché
staziona sempre in un locale famoso in zona, un giorno decide di
riunire tutto il gruppo e di dare vita ad una vera e propria banda
criminale, subito chiamata “la Paranza dei bambini”.
I
ragazzi si inseriscono subito nel giro dello spaccio, imparando a
sparare prima dai tetti delle loro case e poi spaventando i loro
vicini in sella ai loro scooter.
Pagina
dopo pagina, “la Paranza dei bambini” ottiene il controllo di
case, vie, quartieri; conosce dei vecchi boss in declino e ne diventa
il braccio operativo; entra in conflitto con bande avversarie, senza
uscirne mai sconfitta.
Per
niente impauriti dalla prospettiva del carcere o di una morte
violenta, Nicolas ed i suoi inseguono in maniera quasi disperata una
ricchezza che, dopo tanti efferati delitti, sembra effettivamente
arrivare.
Il
prezzo da pagare, però, è tremendo: il dubbio, la menzogna, la
rabbia iniziano ad insinuarsi nel gruppo, che non è più unito come
all’inizio del romanzo. Più le “gesta” della Paranza ottengono
il consenso della Camorra, più Nicolas e gli altri dimenticano
quello che erano e smarriscono la loro anima nei vicoli ai quali sono
tanto legati.
La Paranza dei bambini è un romanzo che utilizza un’efficacissima
metafora: proprio come, nella pesca notturna, i pesci sono attirati
dalla luce e nuotano in quella direzione, così i protagonisti
credono nel sogno di una vita ricca ed agiata. Così come i pesci,
però, essi sono destinati a soccombere.
Lo
stile di Saviano è quasi verista: egli racconta la storia dal punto
di vista dei ragazzi della paranza, con spietata oggettività.
BACIO
FEROCE
Nicolas
O’ Maraja non è più solo un ragazzo della Paranza: è diventato
un boss a tutti gli effetti, pur avendo a malapena diciotto anni.
Accantonata
la scuola, che nel suo mondo sembra non servire a nulla, si dedica
giorno e notte a stringere nuove alleanze ed a preservare quello che
ha costruito finora.
Insieme
ad un’altra banda, capeggiata da un giovane malvivente
soprannominato O’ White, cerca di ottenere il consenso di un
vecchio boss che vive da recluso perché latitante. Il suo obiettivo
è quello di diventarne l’uomo di fiducia, in modo da scalzare un
loro potente e pericolosissimo nemico comune.
L’impresa
non è facile, soprattutto perché la Paranza non è più, come agli
inizi, un gruppo di amici. C’è chi si è allontanato da tempo ed
in malo modo, meditando vendetta; c’è chi prova a scappare a
Milano, ma poi subisce di nuovo il richiamo della sua vecchia vita;
c’è chi si porta sulle spalle segreti da custodire e cognomi
fastidiosi; anche chi è più fedele a Nicolas, in segreto, sogna di
essere il capo della Paranza al posto suo…
La
copertina rossa è perfetta per questo romanzo. Pagina dopo pagina,
Saviano ci guida in una vera e propria discesa all’inferno: quella
di Nicolas, della sua famiglia, di quelli che un tempo erano suoi
amici. Più è alta la posta in gioco, più i ragazzi della Paranza
sembrano in preda ad una febbre, una sorta di malattia che li spinge
a desiderare di avere sempre più potere sugli altri e di mettere
ancor più a repentaglio la propria vita e quella altrui.
Il
lettore non può fare a meno di restare avvinto da questa lettura,
anche se l’amarezza è davvero tanta ed il pugno allo stomaco
finale è molto più forte di quello ricevuto dopo il primo capitolo.
LO SPETTACOLO DEL NUOVO TEATRO SANITA'
Lo
spettacolo scritto da Roberto Saviano e Mario Gelardi non è certo al
suo debutto: è nato a Napoli ed è stato rappresentato anche a
Bologna, a Genova ed in altre città d’Italia.
In
questi giorni è a Milano presso l’ex Teatro Leonardo, ora Mtm
Teatro, in zona Piola.
Si
tratta di una rappresentazione in gran parte fedele al romanzo:
trasformare un libro in una sceneggiatura non è certamente facile,
ma in questo caso l’impresa è decisamente riuscita.
Rispetto
alla storia narrata nel libro, il mondo adulto è lasciato
parzialmente in disparte, anche e soprattutto per quanto riguarda il
cast: un unico attore interpreta il padrone del Maraja, il latitante
dal quale i paranzini riescono ad avere le armi ed il padre di
Nicolas. Tutta la storia è concentrata sui ragazzi, interpretati da
giovani e bravissimi attori.
La
scelta della scenografia è molto originale: ci sono impalcature e
strutture semoventi che gli stessi ragazzi spostano nel corso della
rappresentazione, in modo che di volta in volta lo spettatore abbia
l’impressione di trovarsi di fronte ad una cucina, una camera,
l’ingresso di un locale, una piazza.
I
dialoghi sono serrati, energici, sorprendentemente ironici. Credo che
lo spettacolo riesca a mettere in luce, in modo più immediato
rispetto ai romanzi, il fatto che i ragazzi della paranza siano, a
tutti gli effetti, poco più che bambini, che si ritrovano coinvolti
in qualcosa più grande di loro. I protagonisti si esercitano a
sparare così come sono abituati a giocare alla playstation,
stringono alleanze con i boss parlando proprio come farebbero con il
fratello in cameretta, e, senza volerlo, finiscono per prendere
importanti decisioni che influenzano sia il loro destino che quello
degli altri paranzini.
Persino la scelta dei costumi, che diventano
sempre più scuri e meno informali man mano che la rappresentazione
procede, sembra simboleggiare il graduale cambiamento dei
protagonisti.
Si
tratta, in definitiva, di una trasposizione che rende giustizia alla
storia di Saviano e che emoziona e coinvolge lo spettatore grazie
all’energia ed alla spontaneità del giovanissimo cast.
Voi
che ne pensate?
Avete
letto i romanzi? Vi è capitato di vedere lo spettacolo nella vostra
città?
Sono
davvero curiosa! Fatemi sapere :-)
Grazie
per la lettura, al prossimo post!
Cara Silvia, questo è veramente un post molto, interessante!!!
RispondiEliminaCiao e buona settimana con un abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso, spero che il post possa esserti utile! Buona settimana :-)
EliminaHo letto la paranza, crudo e realistico, scrittura appassionante, e a breve leggerò bacio feroce.
RispondiEliminaSarebbe stupendo vedere anche lo spettacolo!!
Ciao Angela! So che lo spettacolo sta facendo, più o meno, il giro dell'Italia...spero che possa arrivare anche da te!
Eliminaè interessante
RispondiEliminaCiao Luisa, grazie mille :-)
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