Un tesoro artistico da scoprire a Milano
Cari
lettori,
per
la nostra rubrica “Eventi culturali”, oggi sono davvero felice di
parlarvi di una piccola “meraviglia nascosta” proprio nel cuore
di Milano, che ho scoperto grazie ad un passaparola e che
probabilmente, da sola, non avrei mai individuato.
Si
tratta della casa – museo appartenente alla Fondazione Boschi –
Di Stefano.
Sono
rimasta molto colpita da questo appartamento così particolare, ed
ora vi spiego il perché!
La
fondazione
La
casa si trova appena più in là di una delle grandi arterie dello
shopping milanese. Se conoscete Milano, avrete infatti senz’altro
presente Corso Buenos Aires, raggiungibile con le fermate del metro
Loreto, Lima e Porta Venezia. Lasciandovi Piazza Argentina alle
spalle e poco dopo Piazza Lima, dovete semplicemente girare a
sinistra, in via Francesco Redi, e poi di nuovo a sinistra, in via
Giorgio Jan.
Vi
renderete subito conto che in un attimo vi siete allontanati dalla
“pazza folla” del corso, e vi sembrerà quasi di essere in una
cittadina.
Proprio
qui, al n°15, al secondo piano, c’è l’appartamento che ha
ospitato per tanti anni i coniugi Antonio Boschi (1896 – 1988) e
Marieda di Stefano (1901-1968). Marito e moglie si sono occupati di
arte e di architettura per tutta la vita e, per motivi sia di lavoro
che di interesse personale, hanno conosciuto moltissimi dei
personaggi più di spicco del Novecento artistico italiano.
Non
avendo eredi, hanno deciso che la loro casa, dopo la morte di
entrambi, si sarebbe trasformata in un piccolo ma significativo museo
aperto al pubblico.
Gli
artisti ospitati
L’appartamento
è composto da una decina di sale letteralmente ricoperte di quadri
dipinti dai più famosi artisti del XX secolo. Le prime sale sono
ricche di opere di Funi, Marussig, Tozzi, Carrà e Casorati.
Una
sala con un lungo tavolo ed un buffet di legno è interamente
dedicata a Sironi.
Un’ampia parete è riservata a Morandi, ed un
salotto di vaste dimensioni è tappezzato di opere di Fontana.
In
un piccolo corridoio sono radunati i pittori della corrente dei
Chiaristi, mentre in una grande sala, che ospita anche un pianoforte,
ci sono dei De Chirico di dimensione notevole. Non mancano gli
artisti più concettuali, come Piero Manzoni, del quale si possono
notare due grandi tele in una delle ultime stanze.
Per
quanto tutto ciò possa sembrare incredibile, è tutto in un unico
appartamento, tutto riunito sotto lo stesso tetto per la volontà di
questa coppia innamorata dell’arte.
Le
sculture e le opere di Marieda
Non
solo i quadri sono protagonisti della casa museo: vi sono anche altre
forme d’arte.
Vi sono innanzitutto molte sculture, principalmente
di Arturo Martini.
Nel
salotto dedicato a Fontana c’è una piccola sezione del Museo del
Profumo, con campioncini di essenze e cosmetici che ormai hanno un
valore quasi storico.
In
una vetrina sono conservati dei reperti, come vasi e suppellettili,
risalenti all’epoca antica.
La
sorpresa più grande per il visitatore, però, sono le opere della
stessa Marieda Di Stefano, che lavorava la ceramica in molti modi.
Davvero
colorati e gradevoli i grandi piatti appesi all’ingresso; originali
i candidi vasi a forma di corpo femminile; proprio simpatici, infine,
i vassoi a forma di pesce.
L’arte
nelle parole di Antonio Boschi
Il
padrone di casa spiega così la sua intenzione di voler trasformare
la sua casa in un museo:
«La
collezione è stata opera comune di mia moglie Marieda Di Stefano e
mia.
Opera comune nel senso totale: in quello materiale con le sue
implicazioni e decisioni, di applicazione, di sacrifici finanziari e
conseguenti rinunce in altri campi; e in quello artistico come
concordanza di gusti, di indirizzi, di scelte...la prontezza quasi
quotidiana nel rispondere alle vicende dei singoli artisti è stata
in verità la molla che ci ha spinto a fare.
E
mi pare meriti una spiegazione. Io penso che gli artisti siano una
specie di radar che con le loro antenne, magari inconsciamente,
captano con qualche anticipo sui comuni mortali i valori etici del
loro tempo e tentano di renderli nelle loro opere.
Esempio classico
Picasso che dalla affettuosa umanità dei Saltimbanchi della
sua giovinezza è arrivato alla tragica ferocia della Guernica.
Anch’io ho sempre sentito tali valori e perciò mi sono trovato in
sintonia con gli artisti giovani, con quelli cioè che si trovano nel
periodo della creazione libera e non sono ancora prigionieri di se
stessi, come purtroppo capita con l’andar del tempo a molti. Ché
ben pochi sono quelli che mantengono le loro antenne libere e
ricettive per lungo tempo…
La
mia adesione quotidiana ai giovani pittori è stata, direi, prima di
tutto una adesione spirituale perché sentivo nelle loro opere
l’espressione di quei valori ai quali anch’io aspiravo.»
La
Fondazione è sempre aperta, dal martedì alla domenica, dalle 10
alle 18. Essa viene gestita principalmente da volontari che fanno i
custodi. L’ingresso è gratuito e ci vuole meno di un’ora per
visitarla...ma ne vale davvero la pena!
Spero
tanto di avervi incuriosito. Qualcuno di voi conosceva già questa
casa museo… o ha altri consigli da darmi? Fatemi sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, trovo questo post, molto interessante non conoscevo l'esistenza di questo interessante museo, grazie di averci informati!!!
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Spero che anche tu riuscirai a fare una visita! Buon pomeriggio anche a te :-)
EliminaCiao Silvia, conosco la casa museo, ma non ho ancora avuto la possibilità di visitarla, anche se mi sembra davvero un posto interessante! A Milano sono bellissimi il museo Poldi Pezzoli e il museo Bagatti Valsecchi, che avevo recensito sul mio blog circa un anno e mezzo fa :-)
RispondiEliminaCiao!! Ricordo che mi hai detto di questi due musei...mi mancano! Ti saprò dire quando riuscirò a vederli!
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