Michelangelo Merisi a Palazzo Reale
Cari
lettori,
oggi
abbiamo un nuovo appuntamento con i nostri “Consigli artistici”.
Dopo la parentesi estiva dedicata agli artisti contemporanei (parlo qui di Giancarlo Vitali), Palazzo Reale torna ad ospitare nelle sue
sale i più grandi nomi dei secoli scorsi.
In
particolare, oggi vi vorrei parlare della mostra “Dentro
Caravaggio”, dedicata alla vita ed alle opere del celeberrimo
artista Michelangelo Merisi.
Palazzo
Reale ci ha abituato alla varietà delle sue esposizioni: ci sono
quelle che mettono in luce artisti minori, quelle che hanno un tema
al centro della scena e quelle che omaggiano senza riserve un grande
maestro del passato. “Dentro Caravaggio” rientra senza dubbio in
quest’ultima categoria, ed è davvero un appuntamento imperdibile,
non solo per gli appassionati di storia dell’arte.
Vediamo
insieme perché.
L’esposizione
La
mostra apre subito con una sezione introduttiva che racconta ai
visitatori la vita breve e travagliata di questo personaggio, morto
per un’improvvisa malattia a quasi 39 anni dopo un’esistenza di
avventure, fughe rocambolesche, risse, litigi ed ubriacature.
L’esposizione
traccia una linea netta tra l’uomo, Michelangelo Merisi, e
l’artista, il Caravaggio, mostrando con chiarezza la fragilità e
la facile collera del primo e l’estro e lo scrupoloso lavoro del
secondo.
Sicuramente
qualche volta vi sarà capitato di rimanere delusi, visitando la
mostra dedicata ad un grande artista e scoprendo poi che
l’esposizione aveva solo dei disegni o delle opere minori. Questo
non è il caso della mostra di cui stiamo parlando: vi sono tanti
dipinti famosi, che il visitatore può facilmente riconoscere.
Nella
prima sala, infatti, troneggia il celeberrimo Giuditta che stacca
la testa a Oloferne, dipinto che con i suoi colori vibranti e la
sua forza comunicativa immerge subito il visitatore nelle atmosfere
care a Caravaggio.
Le
proiezioni dei dipinti al computer
La
mostra ospita una ventina di tele di Caravaggio, tutte grandi o medio
– grandi. Ognuna delle opere è collocata su un pannello al centro
delle sale, e non appesa alle pareti, come si potrebbe facilmente
immaginare.
Questo
perché sul retro di ognuno di questi pannelli è collocato uno
schermo che riproduce il dipinto al computer e lo scompone nelle sue
varie parti, mostrando al visitatore il metodo di lavoro
dell’artista.
Si
scopre così che Caravaggio era un artista scrupoloso, che meditava
sul suo lavoro e cambiava più volte idea in proposito.
Una
delle sue particolarità più evidenti è la preparazione a fondo
scuro o rossiccio, che lo differenzia dalla maggior parte degli
artisti rinascimentali o contemporanei, che prediligono i colori
chiari.
Un’altra
sua abitudine è quella di tracciare molti segni preparatori e
addirittura delle piccole incisioni. Si tratta, però, di idee
sommarie, in quanto spesso, nella stesura finale, oggetti e persone
cambiano inclinazione o addirittura posizione.
Un
elemento che spesso viene rimesso in discussione, infine, è
l’abbigliamento dei personaggi: moltissime volte Caravaggio viene
costretto a dipingere dei panneggi al di sopra di figure umane nude o
seminude, forse a causa di alcune norme presenti durante il periodo
della Controriforma.
La
figura femminile
Pur
avendo spesso come committenti nobili e personaggi del clero che gli
impongono soggetti di tipo religioso, Caravaggio riesce comunque a
rendere ogni figura femminile in modo differente. Bastano uno
sguardo, un atteggiamento, un sorriso, e la protagonista del dipinto
cambia completamente.
Maria
Maddalena, per esempio, è una figura bifronte per Caravaggio.
In
un dipinto che la ritrae insieme alla sorella Marta, ella è ancora
lontana dalla sua conversione, ed ha l’aspetto di una ricca donna
in vesti rinascimentali, dallo sguardo fiero e circondata da oggetti
che indicano la sua vanitas, come uno specchio o un pettine.
Nella
Maddalena penitente, invece, la stessa donna appare seduta
stancamente, come prostrata dalla vita che ha condotto finora. Lo
sguardo è basso, i colori delle vesti tenui, e quegli stessi beni
materiali che nell’altra tela ella amava tanto giacciono come
abbandonati sul pavimento.
L’artista
non manca, come suo solito, di dare scandalo: famoso è il caso della
tela dedicata alla Madonna di Loreto, nella quale egli ritrae
una prostituta sua amante ed il bambino che egli ha avuto da lei.
Le
figure maschili e l’identificazione
Come
già detto, moltissime opere di Caravaggio hanno soggetti religiosi
come protagonisti. Ciò nonostante, colpisce il fatto che i
personaggi ritratti finiscano sempre, in qualche modo, per ricordare
l’artista che li ha dipinti.
Le
varie versioni di Giovanni Battista, per esempio, rivelano un
temperamento insolitamente fiero, a partire dal modo in cui l’uomo
tiene in mano la croce del martirio, passando per il panneggio rosso
vivo, fino ad arrivare allo sguardo insolitamente fermo per un santo.
In
moltissime altre tele, però, Caravaggio sembra avere una
predilezione per i santi più umili, più poveri, spesso anche
fuggiaschi ed abbandonati dalla civiltà.
Esemplari
sono le varie versioni di S.Francesco, un soggetto da lui
particolarmente amato.
Anche
S.Girolamo in versione penitente, tuttavia, è di rara intensità.
La
ricerca del realismo
Consiglio
ai futuri visitatori della mostra di soffermarsi su due tele molto
interessanti, La buona ventura e il Ragazzo
morso da un ramarro.
Nella
prima, una zingara, con un sorriso falso e la scusa di voler predire
il futuro, afferra la mano di un ricco ed ingenuo giovanotto,
portandogli via così un prezioso anello.
Nella
seconda (che potete ammirare nell'immagine a inizio post), invece, un ragazzo si spaventa dopo essere stato morso ad un
dito da una grossa lucertola, e si ritrae dal tavolo, agitando così
un vaso pieno d’acqua.
Ciò
che mi piace di queste tele è il desiderio dell’artista di
cogliere un istante rapido e fuggevole, fermando sulla tela
l’impressione di un momento.
Questa
ricerca di realismo, a mio parere, è uno degli aspetti più moderni
e rivoluzionari di questo artista.
Egli
sicuramente viveva di passioni ed ha messo tutto se stesso nelle sue
opere, in un periodo in cui, per via della Controriforma, non era poi
così semplice esprimersi liberamente.
La
mostra rimarrà a Palazzo Reale fino al 28 gennaio!
Al
di là della vostra passione più o meno grande per la storia
dell’arte, vi consiglio con tutto il cuore di fare un salto, perché
vale davvero la pena di vedere delle opere così famose ed
importanti.
Alcune
di queste tele provengono da Roma… qualcuno di voi le ha già
viste?
Oppure avete visitato qualche mostra dedicata a Caravaggio in qualche altra
regione?
Fatemi
sapere!
Grazie
per la lettura e al prossimo post :-)
Hai scritto un post molto approfondito e mi hai incuriosita molto. Mia madre adora Caravaggio quindi non escludo di riuscire ad andarci con lei, ma ho visto che c'è anche un altra mostra interessante a Bologna perciò magari preferiremo quella :)
RispondiEliminaCiao Emili! Per me Bologna in giornata forse è un po' troppo lontana! Di solito vado alle mostre milanesi, qualche volta ho fatto un'eccezione con Brescia e/o Pavia :-)
EliminaCara Silvia, il tuo post molto curato mi ha incuriosita molto. Passando ogni giorno davanti al Palazzo Reale per andare in università vedo spesso le insegne che invitano a visitare la mostra! Data la tua recensione positiva e le tu descrizioni dettagliate, penso proprio che andrò a vederla. Ti farò sapere come è andata!
RispondiEliminaCiao Erica, sono contenta di averti incuriosita! Non sapevo che anche tu appartenessi alla zona Milano&co.! Fammi sapere se la mostra ti è piaciuta :-)
EliminaAmo Caravaggio... quanto vorrei godermi una mostra delle sue meravigliose opere d'arte*_*
RispondiEliminaCiao Angela! Allora spero che prima o poi riuscirai a fare un salto a Milano :-)
EliminaAmazing Arts - love classic paintings!
RispondiEliminaI`m following your blog with a great pleasure in Google+ and GFC
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