Le più simpatiche ed autentiche protagoniste dei romanzi rosa
Cari
lettori,
oggi
vorrei condividere con voi una riflessione che mi è capitato di fare
leggendo alcuni dei miei amati romanzi rosa.
Sono
rimasta un po' perplessa di fronte a «New
York sexy», di Candace
Bushnell, autrice del leggendario «Sex
and the city».
Non
fraintendetemi: adoro la scrittrice e credo che nessuno sappia
descrivere come lei la giungla di Manhattan – forse solo la
Weisberger può farle concorrenza – ma la protagonista di questa
storia mi ha lasciato molto dubbiosa.
Janey
è una ragazza che ha solo qualche anno in più di me, modella di
Victoria's Secret per professione e scalatrice sociale per passione.
Nel corso delle oltre trecento pagine di romanzo, la nostra eroina si
divide tra pranzi – a cui partecipa in sandali e pelliccia – e
cene – durante le quali si accontenta di miseri orecchini di
brillanti -, fa il possibile per trovare un buon partito e
l'impossibile per sposarlo ed affronta strazianti tragedie, tipo una
terrificante vacanza ai Caraibi o un inevitabile scandalo da
copertina.
… perché
questa è la vita vera, eh? Sì, come no!
Certo
la lettura è scorrevole, anzi, piacevole, ma alla fine del romanzo
mi è sorta spontanea una riflessione.
Il
problema è che, per una Janey, ci sono mille Silvie, o Elise, o
Marte, o… scegliete voi un nome. Queste ultime lavorano in modo più
o meno precario per poter avere uno stipendio dignitoso; durante le
sere feriali vanno in palestra/piscina se sono fortunate, ed in
alternativa sbadigliano di fronte a qualche serie tv; hanno amici più
incasinati di loro che non riescono mai a vedere quanto vorrebbero;
infine, il complimento più recente che hanno ricevuto era contenuto
in una lettera da parte di un'azienda del gas, perché hanno pagato tutte
le bollette.
Come
possono queste ragazze (ed io per prima) rivedersi in Janey e fare il
tifo per lei?
Ecco
perché ho pensato di scrivere, in questo post, a proposito di alcune
protagoniste davvero indimenticabili. Ragazze e donne un po' meno
modaiole ed un po' più creative, meno calcolatrici e più spontanee.
Personaggi femminili che non hanno paura di farsi prendere a sberle
dalla vita e, ciò nonostante, non la affrontano in modo
superficiale, nemmeno nell'ambito di un romanzo rosa.
Non
me ne vogliano i ragazzi/uomini che stanno leggendo per la natura “al
femminile” di questo post: vi garantisco che anche voi troverete
queste protagoniste molto simpatiche!
Questo
è il romanzo che ha ispirato la scrittura di questo post e che mi ha
colpito fin da subito per l'originalità della figura femminile.
Nel
corso di questa delicata e surreale storia d'amore, infatti, il
lettore fa la conoscenza di Faye Archer, quasi trentenne in grado di
ribaltare tutti gli stereotipi sul vivere in una grande città.
Come
molte altre, ella ha lasciato il troppo provinciale Minnesota, ma,
invece che infilarsi ai party più esclusivi dell'Upper East Side, ha
preferito comprare un appartamento a Brooklyn, e le piace immaginare,
in un certo senso, di essere ancora in campagna.
Faye
lavora in una libreria, gira in bicicletta, non ama né gli aerei né
la calca della metropolitana, ha un unico telefono fisso vagamente
vintage, vivrebbe di té e torta ad ogni ora del giorno e si veste
sempre con vestiti a poco prezzo ed All Star, sempre multicolor e mai
abbinati.
L'unica
Manhattan che Faye ama davvero è quella del passato: ogni tanto,
infatti, le piace salire sul palcoscenico vestita come Holly
Golightly – la protagonista di Colazione
da Tiffany – e
suonare e cantare canzoni composte da lei stessa, che richiamano ad
un'altra epoca. Non è commerciale e, di conseguenza, non ha
successo, ma ciò non la dissuade dal continuare a dedicarsi alla
musica, che, per lei, è più di un semplice sogno di gloria.
Personalmente
sono rimasta conquistata da questa protagonista… spero piacerà
anche a voi!
Dimenticate
le grandi città degli Stati Uniti e le favolose carriere: questo
romanzo è ambientato in Italia e le tre protagoniste, Ginevra,
Arianna e Penelope, si guadagnano da vivere con il ricavato della
loro originalissima agenzia di aiuto casalingo.
Ginevra,
che si occupa di piante e fiori, preferisce di gran lunga piantare
dei bulbi sul balcone piuttosto che ricevere rose rosse da un
ammiratore.
È
bella, bionda ed affascinante, ma ciò non le impedisce di sbattere
la porta in faccia (e non metaforicamente) ad un violinista dalla
fama di playboy che ha un debole per lei.
Arianna,
cuoca provetta, dovrebbe incarnare il ruolo della moglie e madre
impeccabile, ma non si sente a suo agio in questo ruolo e non fa
nulla per nasconderlo. Il suo desiderio – non troppo celato – di
tradire il marito si fa più insistente nel momento in cui lei e le
sue amiche vengono ingaggiate da uno
scrittore per prendersi cura della sua enorme villa. Si sa, non c'è
niente che affascini di più di un uomo sfuggente ed inafferrabile…
Penelope,
infine, maestra delle pulizie, è simpaticamente ignorante,
pasticciona e sulle nuvole, e si piace molto così com'è. Le prime
volte che si ritrova a pulire la casa del famosissimo scrittore che
l'ha assunta non sono facili per lei, dal momento che la villa ospita
oggetti fragili, cimeli stravaganti ed animali esotici.
Fortunatamente le verrà in aiuto un assistente, tanto razionale e
silenzioso da completare perfettamente il suo carattere.
Stefania
Bertola, in definitiva, delinea tre ritratti di donna molto
convincenti, proprio per il loro essere “nella media” e, allo
stesso tempo, per niente scontati.
La
ragazza fantasma, di Sophie Kinsella.
L'autrice,
famosissima, è nota soprattutto per aver creato il personaggio di
Becky Bloomwood (I love
shopping), giornalista
finanziaria che odia la finanza, sempre in cerca di abiti griffati ed
in lotta con la sua stessa banca.
Senza nulla togliere a questo
esilarante personaggio, io credo che una delle sue figure femminili
più riuscite sia Lara, la protagonista de La
ragazza fantasma.
All'inizio
del romanzo, ella redige un elenco di piccole “bugie a fin di bene”
che deve ripetere ai suoi genitori, che stanno per venirla a trovare.
È così che anche il lettore viene a sapere che Lara non è solo in
crisi con il lavoro e con la vita sentimentale, ma è anche
imbranata, del tutto disorganizzata (“No, non vivo di pizza, vodka
e yogurt all'amarena!” recita una delle bugie bianche) e
incredibilmente autoironica.
La
storia è incentrata sul magico e struggente incontro tra la
protagonista ed il fantasma di una sua prozia mai conosciuta, Sadie.
Ciò che resta più impresso al lettore, però, è il contrasto tra
le due donne.
Sadie
è una donna degli anni '20, che ha fatto una vita mondana e
raffinata, e tenta – invano – di insegnar questo stile di vita a
Lara.
Quest'ultima prova a mangiare delle ostriche ma le detesta, balla in
modo imbarazzante, va ad una funzione e sbaglia funerale, si fa
consigliare dalla prozia il look per un appuntamento e finisce per
uscire vestita come una ballerina di charleston e, quando incontra il
ragazzo di cui poi s'innamorerà, colleziona una serie di figuracce.
Nonostante
tutto questo – o forse proprio per
questo – Lara è una
delle protagoniste che mi sono rimaste più impresse.
L'altra
storia di noi, di Jennifer Weiner.
Jennifer
Weiner è un'autrice famosa per le sue storie romantiche, ma lontane
dai cliché, e, anche questa volta, non delude i lettori.
Addie,
la protagonista, non ha avuto affatto una vita da favola. Ha
trascorso moltissimi anni “nei dintorni dei cento chili” e,
vergognandosi di se stessa, ha deciso di nascondersi dal mondo.
Per
convincersi, si è ripetuta che “in casa stava bene”, ed ha
proseguito il suo lavoro di illustratrice inviando i lavori alle
aziende via posta e ricevendo la spesa a casa.
Quando
ha deciso di averne abbastanza, ha iniziato a praticare nuoto, a fare
una dieta e ad uscire di casa. La conseguenza di questa decisione,
però, è stata l'unica storia della sua vita: un incontro senza
futuro con un uomo sposato e molto più vecchio di lei.
Stanca
e delusa da quest'ulteriore ferita, Addie ha ricominciato a condurre
vita ritirata e non è per niente soddisfatta di se stessa.
Per
questo motivo si rifiuta di partecipare ad una classica rimpatriata
tra compagni di liceo, soprattutto per non incontrare la sua ex-amica
Val, compagna di giochi dell'adolescenza ed ora donna di successo in
ogni campo, che l'ha da tempo dimenticata.
La
notte successiva alla cena, però, è proprio Val a presentarsi a
casa di Addie, chiedendole disperatamente aiuto in nome del loro
vecchio legame.
Il
romanzo esplora molti temi importanti, ma il messaggio principale, a
mio avviso, è il fatto che non occorra essere belle, magre, in
carriera, amate in società per essere protagoniste di una
storia, così come delle proprie vite.
Mi
auguro che questi “consigli per gli acquisti” vi possano essere
utili!
Nel
caso anche voi, nel corso di qualche lettura, vi foste imbattuti in
qualche altra protagonista di questo tipo, sentitevi liberi di
commentare.
Grazie
mille per le visualizzazioni, i vari like sui social e le vostre
opinioni, sempre preziose.
A
presto ed al prossimo post :-)
Ciao Silvia, sono d'accordo con te: anch'io preferisco leggere romanzi con protagoniste molto più vicine al nostro modo di vivere e di pensare! Molto interessanti i romanzi che hai citato: tra questi ho letto solo "La ragazza fantasma", perciò mi sono segnata qualche titolo!
RispondiEliminaCiao Fra! Speravo che questo articolo ti avrebbe interessato, conoscendo i tuoi gusti! "La ragazza fantasma" è davvero super... comunque secondo me apprezzerai anche gli altri!
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