Tutto quello che mi è piaciuto in questo mese
Cari lettori,
siamo al penultimo giorno di settembre... ed anche questo mese è volato!
Devo confessarvi che ho avuto dei settembri più lenti, da vari punti di vista. Quest'anno è ripartito tutto con il botto, dal lavoro allo sport a vari impegni extra.
Quindi un mese pieno, dopo un'estate bella e rilassante, e direi... bene così!
Oggi cerco di raccontarvelo con i nostri "Preferiti del mese"!
Il libro del mese
Genova, luglio 2001. Sonia, una giovane donna che vive a Genova, si sta preparando a manifestare con i suoi compagni in occasione del G8. Lei ed i suoi amici più stretti sono il cuore del gruppo dei manifestanti e, più la data si avvicina, più cresce l’attesa.
Un giorno, però, Sonia legge un necrologio che non avrebbe mai voluto trovare. È morto Giannetto, il marito di Jolanda, una donna che è mancata nel 1984 e che per lei è stata importantissima.
Quando era bambina, per molti anni, ella ha trascorso le estati a Ca’ Mimosa, una villa sulle basse montagne liguri, in un paesino a picco sul mare e poco fuori Albenga. Era insieme ai suoi nonni ed ai proprietari della villa, Giannetto e Jolanda, che occupavano l’altro appartamento e per loro tre erano come un custode ed una governante. In compagnia di quell’insolita “coppia di nonni”, Sonia, figlia di separati, considerata da pochi suoi coetanei in paese perché era una bambina di città, aveva trovato una vera famiglia.
Sonia si sente richiamata a Ca’ Mimosa da quell’annuncio funebre, come se, venuti a mancare entrambi gli occupanti, quella villa avesse, in qualche modo, bisogno di lei. Con grande rabbia e delusione da parte dei suoi compagni di lotta, ella decide di rinunciare alle manifestazioni pre-G8 (e, se la questione si prolungherà, anche all’evento stesso) per tornare nella casa delle estati della sua infanzia e capire.
Ella non sa ancora che cosa cercare o chiedere. Sa solo che vuole conoscere il destino della villa e sente che è il momento buono per saperne qualcosa di più su Jolanda, che per lei è stata come una seconda madre, ma era anche una donna piena di segreti.
Arrivata in paese, Sonia ritrova Silvia, l’unica amica sua coetanea che aveva, e Paolo, il nipote di Giannetto e Jolanda. Viene a sapere che la villa è andata in rovina e che per ora il suo destino è incerto. Ella riesce però a farsi dare le chiavi ed è così che, per la prima volta, dopo averlo sognato per tutta la vita, può entrare nella “stanza verde” di Jolanda, uno spazio vietato a tutti, persino a Giannetto.
Sonia trova il diario di Jolanda. E viene a scoprire cose che non avrebbe mai voluto sapere. L’infanzia poverissima della donna, che ha avuto una madre del tutto indifferente e un fratello che la abusava. Il viaggio della disperazione di lei e tante altre verso la Libia, dove venivano inviate prostitute italiane per soldati e coloni, per evitare che essi facessero figli con le donne del luogo. Le orribili giornate nella casa chiusa. L’insolita amicizia con il misterioso signor P, un gerarca che voleva soltanto parlare, e la fuga rocambolesca verso l’Italia con la famiglia di lui. L’incontro con Giannetto, il matrimonio, la decisione di entrambi di aiutare i partigiani poco distanti. E ancora, dei segreti che Sonia non avrebbe proprio potuto immaginare.
Come le lucciole di Francesca Pongiluppi è il primo dei sei romanzi che sono stati presentati nel corso della rassegna estiva “Varazze Cult Fest – Parole al femminile”.
A inizio mese vi ho parlato degli altri due che ho letto, Racconti al faro di Susy Zappa e Degna sepoltura di Cristina Rava (trovate le recensioni a questo link). I tre mancanti sono La prima regina di Alessandra Selmi, La grande sete di Erica Cassano e Tutto il bello che ci aspetta di Lorenza Gentile: il terzo per ora resta in wishlist, sugli altri due mi riservo di informarmi visto che purtroppo non c’ero alle presentazioni.
C’è davvero tanto in questo romanzo dal POV alternato (quello di Sonia e quello di Jolanda).
Da una parte i primi anni 2000: una grande stagione di manifestazioni che verrà repressa nel sangue con quella che è ricordata come “la più grande violazione dei diritti umani dopo la Seconda Guerra Mondiale”; le radici e le ali di una donna che vive tra due secoli, anzi millenni (come molti di noi); le estati dell’infanzia che sono mitizzate nei ricordi ed invece, rilette con oggettività tramite il diario di Jolanda, assumono il drammatico colore della realtà.
Dall’altra la Storia del XX secolo che investe una donna che avrebbe voluto una vita semplice ed ordinaria, ed invece si è trovata ad assistere alle pretese di grandezza degli anni ‘30, agli orrori del colonialismo in Libia, alla ferocia della guerra in Italia dopo l’8 settembre 1943, alla lotta tra partigiani e fascisti che non si erano arresi, ed a tanto altro ancora.
Eppure Sonia e Jolanda hanno avuto bisogno l’una dell’altro in vita, ed il legame non si è estinto dopo la morte. Con Sonia, Jolanda ha potuto crescere la figlia che non ha mai avuto e, in quelle estati ormai lontane, ha trovato la pace che aveva sempre sognato. E Jolanda, con il suo diario postumo, insegna a Sonia che persino per una militante come lei non tutto è bianco o nero, e che gli ideali duri e puri servono a poco se non ci si avvicina alle persone che si vorrebbero aiutare e non si ascolta la loro storia.
Questa è sicuramente una delle letture più belle che ho fatto quest’anno. Tra il mio amore per la Liguria, la componente storica, il confronto tra due donne nel passato e nel presente… sono rimasta colpita fin dalla presentazione, e la lettura è stata un’esperienza da ricordare. Sono contenta anche di aver incontrato l’autrice e di aver portato a casa il romanzo con dedica!
Il film del mese
La storia di Theo e Ivy ha inizio a Londra, in un ristorante. Theo, architetto, è insieme ai suoi colleghi per festeggiare l’apertura di una serie di palazzi, ma non è per niente soddisfatto del progetto e non ha nemmeno voglia di stare seduto a pranzo, così si alza, apre la prima porta che trova e in un attimo è in cucina. Di fronte ad Ivy, che è arrabbiata quanto lui perché lo chef non le permette di aggiungere un suo condimento al salmone.
Dieci anni dopo, Theo e Ivy sono sposati, hanno due figli e vivono in California. Lui ha successo nel suo lavoro e sta per inaugurare un museo dalla curiosa forma marittima, mentre lei ha scelto di fare la madre a tempo pieno e cucinare solo per la sua famiglia. Theo, però, sa che Ivy vorrebbe tornare al lavoro e così le compra un piccolo ristorante, dove la donna, insieme ad un’assistente e un cameriere, serve piatti di pesce a pochi avventori solo per due volte a settimana: una piccola attività che aiuta a tenere insieme una famiglia che – fino a quel momento – è stata molto unita.
La sera dell’inaugurazione del museo progettato da Theo, però, tutto cambia. Un terribile uragano si abbatte sulla cittadina.
La buona notizia è che la strada viene deviata, un mare di gente arriva al ristorante di Ivy perché è l’unico aperto e tra di loro c’è una critica gastronomica che rimane entusiasta.
La cattiva notizia è che Theo è stato troppo sicuro di sé progettando una gigantesca vela sopra il museo: il vento eccezionale la fa rovesciare ed il museo crolla in pezzi.
Da un giorno all’altro, i Roses vedono la loro situazione familiare completamente ribaltata: la carriera di Ivy sta prendendo il volo ed il suo ristorante diventa prima un posto super gettonato e poi addirittura il primo della catena; Theo, invece, ha fatto una figuraccia in diretta nazionale, è stato licenziato dalla sua compagnia e non viene più chiamato da nessun cliente, nemmeno come freelance, così decide di occuparsi lui dei bambini.
L’intesa di coppia, finora quasi perfetta, inizia a sgretolarsi. Ivy prova a porre rimedio acquistando un terreno e finanziando il progetto di sempre di Theo: la “casa dei sogni”, che darà loro una nuova dimora e permetterà all’uomo di rimettersi sul mercato lavorativo.
La crepa nel matrimonio, però, si fa di giorno in giorno più grande…
I Roses sono il remake della tradizionale tragicommedia La guerra dei Roses, un classico del cinema che, ammetto, non ho visto. Questa nuova versione, però, secondo me affronta da vicino proprio i problemi delle coppie del terzo millennio. Theo e Ivy si sono sempre visti come una squadra e, da tanti punti di vista, sono l’uno l’anima gemella dell’altra: sono ambiziosi, creativi, ironici, tengono molto alla famiglia.
Ma entrambi hanno un ego troppo grande, si auto proclamano “geni” nel loro settore, non sono disposti al compromesso, e inseguendo i loro sogni non si rendono conto di spegnere pian piano quello familiare, che dovrebbe essere non solo il più importante, ma anche e soprattutto condiviso.
E invece la fine dell’armonia di coppia si vede soprattutto nell’educazione dei figli, che con Ivy erano completamente senza regole e con Theo diventano come dei soldatini, senza un giusto e ragionevole mezzo. La cuoca creativa e hippy da una parte, l’architetto determinato ed inflessibile dall’altra. Per amor di verità, lei all’inizio fa qualche sforzo in più, ma poi pecca di scarsa empatia, annullando i suoi stessi passi in avanti.
Questa è la storia, a grandi linee, ma il grosso del film lo fanno Benedict Cumberbatch e Olivia Colman, produttori della pellicola ed amici da tempo anche nella vita. Una prova d’attore davvero incredibile, che tiene incollati allo schermo e spesso fa ridere, ma amaramente.
È uno di quei film a cui, secondo me, ripenserò anche più in là, perché mi ha smosso qualcosa a cui devo dare ancora un nome. E sono piuttosto sicura che lo farà anche con voi!
La musica del mese
Continuiamo il nostro viaggio in macchina alla scoperta di qualche canzone italiana non proprio nuovissima. Per questo mese la scelta è stata piuttosto semplice, perché settembre mi fa venire in mente da sempre Maggese di Cesare Cremonini, un brano che racconta qualcosa su ogni mese… e parte proprio da questo! Potete ascoltarla a questo link.
Settembre
Tu mi hai lasciato con un messaggio
e io non ho detto niente
le cose giuste non hanno un gran bisogno di parole
Ottobre
oggi è arrivato Ottobre
col suo cappotto nero e piove
sulle finestre dove milioni di persone sole
vanno avanti e indietro, in cerca del presente
cercando una risposta a questo cielo a specchio di Novembre…
Dicembre, erano mesi che non usciva il sole
è sempre così difficile, dicevi, l’amore…
Cambieranno nome ma tu,
mese dopo mese di più, sei presente
Cos’avrò se la notte mi dà nostalgia?
Se non ho fantasia? Non posso scegliere!
Ogni volta, ogni maggese che ritorna
a dar vita a un seme
sarà vita nuova anche per me…
La poesia del mese
Per il mese di settembre ho scelto un componimento di Vincenzo Cardarelli, un poeta che ha cantato anche l’autunno, la stagione che è appena iniziata. La poesia si intitola Abbandono.
Volata sei, fuggita
come una colomba
e ti sei persa, là, verso oriente.
Ma sono rimasti i luoghi che ti videro
e l’ore dei nostri incontri.
Ore deserte,
luoghi per me divenuti un sepolcro
a cui faccio la guardia.
Le foto del mese
I primi giorni del mese sono stati ancora piuttosto estivi e caldi.
Ho potuto ammirare, passeggiando, molti girasoli! Un tempo non erano così coltivati, ora vanno decisamente più di moda, anche nei giardini...
Dopo un’intera estate in cui prima ho rimandato per il caldo e poi sono stata altrove, finalmente mi sono decisa a riordinare la mia libreria. Soprattutto mi ero stancata della disposizione in verticale, del fatto che i libri cadessero costantemente a mo’ di domino sul legno lucido e della necessità di usarne altri di traverso per fermare lo scivolamento.
Sono passata direttamente alla disposizione orizzontale, creando delle piccole pile e dividendo nuovamente per generi, visto che si erano mescolati. Per ora questa disposizione mi piace di più, mi ha permesso di dare spazio anche ad alcuni soprammobili che ormai erano praticamente sepolti dai libri.
E poi ricorrerò il più possibile alla biblioteca, se no tra un po’ esco di casa io…
Prima di riprendere con la scuola di danza a metà mese, ho continuato con la buona abitudine estiva delle passeggiate e sono tornata al parco dopo parecchio. Ci sono ancora moltissime aiuole fiorite che creano un effetto quasi primaverile!
Anche nel giardino del Comune e della biblioteca i fiori di vetro si sono moltiplicati, creando dei cuscini multicolori davvero scenografici.
Come se si volesse allungare l’estate un altro po’…
Domenica 14 ho partecipato, insieme alla mia famiglia, alla “Zac Run”, una corsa/camminata non competitiva in ricordo del nostro sindaco, che purtroppo ci ha lasciato la scorsa estate. È da tantissimo che non corro (e comunque, come tante ballerine, l’ho sempre fatto piuttosto male…), così mi sono limitata ad una camminata sostenuta, ma mi sono proprio divertita!
Proprio ieri, il 28 settembre, ho spento... 36 candeline!
Sabato abbiamo festeggiato in famiglia, sia il mio compleanno che quello di mio fratello, che l'ha fatto in agosto ma non era insieme a noi. Abbiamo fatto un aperitivo con salatini e una sorta di spumante rosso, poi abbiamo mangiato i primi piatti autunnali di stagione... ed abbiamo concluso con i pasticcini!
Ieri sera, invece, insieme a mia zia (che mi ha regalato i biglietti), alla mia insegnante di danza e ad alcune mie compagne, sono andata a vedere questo splendido balletto, di cui cercherò di parlarvi presto!
...e questo è stato il mio settembre!
Agosto sembrava terminato ieri, ed invece è già passato un altro mese. Ci stiamo addentrando in una nuova stagione e spero che avrò ancora qualcosa di bello da raccontarvi. Nel frattempo fatemi sapere com'è stato il vostro settembre!
Grazie per la lettura, ci rileggiamo in ottobre :-)
Maledetti remake, tuttavia potrei anche vederlo. Comunque nuovamente Auguri ;)
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