giovedì 6 marzo 2025

DUE FILM PER L'8 MARZO

 Pellicole consigliate per la Giornata Internazionale della Donna




Cari lettori,

buon 8 marzo in anticipo!


Come vi anticipavo già nel post di lunedì, questa settimana è un po’ “a tema”, perché ci sono sia una festa sia una ricorrenza importante nella medesima settimana. Lunedì ci siamo occupati del Carnevale, con un post giocoso.


Oggi invece torniamo seri e ci dedichiamo alla Giornata Nazionale della Donna, che si celebrerà questo sabato. In occasione di questa ricorrenza ho scelto il più delle volte di proporvi qualcosa a temi libri, magari un excursus tra i classici o un booktag al femminile.


Quest’anno, però, non vi avevo ancora raccontato due film secondo me molto interessanti, che ho visto addirittura prima che arrivasse il Natale… così ho deciso di riservarli apposta per questa occasione. Si tratta di due pellicole francesi, con due protagoniste che vivono tempi diversi e sono molto distanti tra di loro per vari motivi, ma sono ugualmente forti e coraggiose.


Proviamo ad “andare al cinema insieme”!



Rosalie


Francia, fine ‘800. Al centro di una zona rurale piuttosto povera sorge un villaggio industriale, costituito dalla fabbrica che dà lavoro a molti, dai campi dove faticano tutti gli altri, da poche case e ancor meno esercizi commerciali. Il padrone del luogo, di fatto, è Monsieur Barcelin, il proprietario della fabbrica, che in teoria non riveste altre cariche, ma in pratica ha il potere di licenziare – e quindi di mettere in pericolo di vita – chiunque non faccia quel che dica lui.


Proprio qui, un giorno, arriva Rosalie, una ragazza timida e composta, sensibile ed intelligente. Ella ha vissuto per anni con il padre vedovo, che l’ha istruita il più possibile, sia dal punto di vista degli studi che da quello pratico di gestione della casa, in modo da trasformarla in una buona moglie. È quello che egli ripete ad Abel, il gestore del bar del villaggio, un uomo semplice che è tornato dalla guerra con una schiena semi paralizzata ed un corsetto da ferro da portare per stare in piedi. Abel, più che di una moglie, ha bisogno di qualcuno che renda meno pesante la solitudine e possa tenere aperto il bar quando i dolori sono troppo forti, così accetta di sposare Rosalie.


La ragazza, però, nasconde un segreto: soffre di ipertricosi, ogni giorno deve farsi di nascosto la barba, ed anche il suo corpo è ricoperto da peluria rossiccia. La prima notte di nozze Abel scopre il suo segreto e la allontana, convinto di essere stato ingannato. Essendo però una persona burbera ma non crudele, non se la sente di rimandare Rosalie dal padre, così decide di tenerla con sé.


Nel frattempo la ragazza, come le era stato richiesto, cerca di aiutare Abel nella gestione del bar, ma ben presto si rende conto che gli affari vanno malissimo. Monsieur Barcelin ha decretato che tutti i problemi del mondo derivano dall’alcool, e così ci sono ben pochi avventori, tutti svelti nel servirsi perché hanno paura di essere scoperti dal padrone. Quest’ultimo, in realtà, è tutt’altro che un puritano contrario all’alcool: vuole semplicemente che Abel rinunci all’edificio che comprende sia la sua casa che il bar e lo venda a lui, così egli potrà espandere un’altra sua proprietà.


Rosalie prova inizialmente ad essere gentile con gli ospiti ed a creare un’atmosfera conviviale, ma non basta. È solo dopo aver dato un’occhiata ai giornali che sfogliano i pochi avventori che le viene un’idea: se dentro il locale ci fosse una persona “fenomenale”, tutti pagherebbero più di una birra per poter entrare e poterla ammirare.


Così ella, con grande sconforto del marito, si fa crescere la barba per giorni, e poi si ripresenta in pubblico. La prima tentazione degli abitanti del paesino è quella di gridare allo scandalo; poi, però, la curiosità prevale. Giorno dopo giorno, il bar torna ad essere il centro del villaggio, e persino Abel, che non è più arrabbiato per l’inganno, inizia a rivalutare la moglie che gli è stata donata in sorte.


Un’attività fiorente ed un matrimonio che sta iniziando ad ingranare: Rosalie non potrebbe chiedere di meglio. Ma Monsieur Barcelin non si arrende…



Rosalie è un film storico in bilico tra commedia e dramma, una storia d’amore davvero inusuale, un inno all’autenticità.


L’attrice protagonista secondo me è bravissima: interpreta il ruolo di Rosalie con una fisicità molto espressiva, quasi si identifica nel suo personaggio. Giorno dopo giorno, Rosalie impara a non vergognarsi di quella che oggi sarebbe semplicemente considerata una patologia ormonale da risolvere con una cura apposita (e con depilazione definitiva laser) e che ai suoi tempi era considerata una vergogna, quasi una colpa.


Il film è tratto da una storia vera, anzi, direi da molte. Non ho potuto non pensare al musical The greatest showman (ve ne avevo parlato anni fa a questo link), alla donna barbuta dalla voce soave che intona la maggior parte delle canzoni, all’attrazione che le persone subiscono nei confronti di chi è “particolare”. Il destino di chi è nato diverso è quello di essere vittime di questo interesse altalenante, che a volte si trasforma in repulsione. Rosalie ha molto coraggio e, nonostante gli ostacoli che il destino le metterà sulla strada, fa il possibile sia per mettere a frutto quello che ha studiato e tenersi il lavoro, sia per conquistare la stima e l’affetto del marito.


Una storia dolce e commovente che vi consiglio per questo weekend!



...E la festa continua!


Francia del Sud, giorni nostri. Rosa è una donna francese di origini armene, di età matura, quasi sull’orlo della pensione. Per tutta la vita ella ha portato avanti due lavori: quello di infermiera, che a breve lascerà, e quello politico. Da sempre militante nei partiti più progressisti della sua città, ella ha ricoperto anche cariche istituzionali a livello locale, e proprio nel momento in cui inizia la nostra storia c’è una nuova campagna elettorale di cui occuparsi.


Dal punto di vista privato, Rosa non ha un uomo accanto a sé da tempo, ma ha comunque una famiglia numerosa che non la fa annoiare mai: innanzitutto il fratello, che si definisce “l’ultimo comunista”, un personaggio stravagante che da mesi ha iniziato una convivenza (non sentimentale) con una giovane collega di Rosa; e poi i due figli, uno con famiglia e l’altro libero, che la vedono ancora come una guida da tanti punti di vista.


È proprio il figlio finora rimasto single che un giorno chiede a Rosa di organizzare un pranzo tradizionale (con la pasta “noci e acciughe”, ingredienti tipici della storia armena) per presentare a tutti la nuova fidanzata.


Inaspettatamente, nella sua nuova nuora Rosa rivede qualcosa di se stessa da giovane: il lavoro nel sociale, l’idealismo, un po’ di rigidità che nasconde la paura di “lasciarsi travolgere” dai sentimenti. E l’amore, a sorpresa, sta per sconvolgere anche Rosa.


L’incontro con il padre della ragazza, infatti, si trasforma ben presto in un’amicizia, e poi in qualcosa di più. Rosa per la prima volta pensa davvero a se stessa ed alla sua felicità, e questo la spinge a cambiare in modi che non si sarebbe aspettata.


È giunto il momento di dare una scossa alla sua lista civica, che da tempo si parla addosso mentre l’opposizione macina una vittoria dietro l’altra; di passare il testimone al lavoro, perché da tempo ella è stanca e fa finta che la routine ospedaliera non le pesi più di tanto; di trasmettere un po’ di coraggio ai suoi figli, che fanno fatica a staccarsi dalla sua ombra.



...E la festa continua! è una commedia che riflette sulla Francia di oggi, una nazione che da un lato vuole essere aperta e progressista (e diciamocelo, secondo me il più delle volte ci riesce meglio di quanto noi facciamo qui in Italia), dall’altro vive dei momenti in cui ha quasi paura di questo slancio verso l’ignoto.


La lista civica di Rosa è una metafora di questa contraddizione: ogni persona che la compone è seria, onesta e di mentalità aperta, ma… la frangia più ecologista vede male quella più moderata; le femministe più giovani e radicali litigano regolarmente con la vecchia guardia; in questo modo la nostra protagonista, che ricopre un ruolo di leadership, si ritrova sempre e solo a fare da mediatrice di litigi tutto sommato evitabili, mentre fuori dal bar che è loro ritrovo i partiti conservatori impongono la loro volontà con la prepotenza e con la forza. E questo non accade assolutamente anche in Italia, no no…


Anche in Rosa convivono sia il desiderio di crescere e di migliorarsi che mille dubbi ed insicurezze, provocate anche dal fatto che tutte le persone intorno a lei, magari inconsciamente, non facciano che rubarle tempo ed energie: il fratello che vive nel passato, la collega che non se la sente di prendere il suo posto dopo la pensione, i figli in perenne crisi lavorativa e/o sentimentale. Non è facile essere, contemporaneamente, una lavoratrice ancora a tempo pieno, la leader di una lista civica, una madre di famiglia, una donna che desidera di nuovo aprire le porte all’amore.


Certo, non è la prima volta, specie in questi ultimi anni, che un film pone l’accento sull’impossibilità, per la donna contemporanea, di riuscire a gestire tutte le sfaccettature della sua vita. Però il taglio di questa storia è originale ed intelligente. Una commedia tutt’altro che scontata che, sono sicura, non vi deluderà!




Questi sono i due film che consiglio, se in questo weekend vi va di guardare qualcosa a tema “8 marzo”!

Fatemi sapere se avete visto queste pellicole e che cosa ne pensate, oppure quali sarebbero state le vostre scelte cinematografiche. Sono curiosa di conoscere altre storie al femminile!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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