lunedì 20 febbraio 2023

CINEFORUM INVERNO 2022 - 2023

 La recensione dei film che ho visto




Cari lettori,

primo appuntamento dell’anno con i “Consigli cinematografici”!


Questo post costituisce una versione filmica della rubrica librosa "L'Angolo Vintage". I due film che vi racconto oggi, infatti, risalgono addirittura alla rassegna del cineforum dell’autunno inoltrato (di solito vado al Cinema Teatro Agorà di Cernusco sul Naviglio oppure al Cinema Teatro San Giuseppe di Brugherio). Avrei voluto completare, ampliare questo post… ed alla fine ho deciso di raccontarvi questi due film così come sono.


In autunno mi ero fatta il buon proposito di seguire di più queste rassegne, che trovavo ricche di proposte interessanti, ma devo essere onesta con me stessa ed ammettere che purtroppo non ce la si fa a fare tutto. Il pomeriggio feriale è difficile essere liberi, perché quando non c’è il lavoro ci sono tutti gli altri impegni che hai infilato proprio nei giorni “corti”, e la sera… due volte a settimana sono a scuola di danza, e le altre spesso sono stesa dal freddo e dalla stanchezza. Non vi nascondo che certi giorni mi è stato difficile persino guardare per intero quel che c’era in TV.


Tutta questa predica non per lamentarmi della vita adulta – anzi sì , ahah – ma per dirvi che, arrivata a febbraio, non mi sembrava proprio il caso di non scrivere nemmeno una riga su questi due film, che mi sono proprio piaciuti.


Vediamoli meglio insieme!



Il signore delle formiche


Questo film racconta la storia vera di Aldo Braibanti, un ex partigiano e politico impegnato nel Partito Comunista. Dal 1959 in avanti, dopo un po’ di anni a Roma, egli decide di tornare a casa sua, nei dintorni di Piacenza, sia per stare vicino alla madre sola e malata che per sfruttare una sua proprietà di campagna, una villa isolata.


Lì egli decide di coltivare un suo ambizioso progetto: l’apertura di un circolo culturale in cui lui e tutti coloro che lo desiderano possano occuparsi delle attività più svariate. Alcune aule sono dedicati ai suoi studi di gioventù, la mirmicologia (studio delle formiche): lì tiene gli insetti in alcune teche, li studia, li nutre, ne decifra il comportamento. Le altre sono a disposizione dei suoi “allievi per scelta”, ragazzi e ragazze di età universitaria o poco più che si scambiano romanzi e saggi, provano spettacoli teatrali e fanno molto altro ancora.


Tra i ragazzi che frequentano il luogo c’è anche Riccardo Tagliaferri, un giovane uomo appartenente ad una famiglia in vista della zona. All’inizio egli è affascinato da Braibanti, non solo in senso culturale: poi, però, le diversità di vedute li allontanano. Un giorno, però, quasi per caso, alla villa capita il fratello minore, Ettore, che stringe un immediato legame con Braibanti.


Tra i due nasce una relazione che essi vorrebbero tenere nascosta, ma che presto diventa l’argomento di punta delle maldicenze del paese, che non ha mai visto Braibanti di buon occhio.


Ettore inizia a disertare il corso di laurea in Medicina per dedicarsi al sogno della pittura ed alle attività culturali con il suo maestro; infine, un giorno, i due fuggono a Roma, dove Braibanti fa conoscere al suo pupillo i suoi più cari e vecchi amici e si rifugia con lui in una pensione di periferia.


La famiglia Tagliaferri, però, è sulle loro tracce. E quando i due vengono scoperti, inizia l’Inferno. Il povero Ettore viene internato ed assurdamente “curato” con l’elettroshock. Braibanti, invece, viene accusato di plagio (letteralmente di aver plagiato menti giovanili, in pratica di omosessualità) e va incontro ad un processo che resterà nella storia.



Il signore delle formiche è un film biografico, un ritratto a luci ed ombre (più le seconde) degli anni ‘60 in Italia. Certo questo decennio è rimasto nella storia come quello del boom economico, del progresso, della stabilità dopo la lenta risalita degli anni ‘50, che in alcune regioni d’Italia era stata molto faticosa.


Questo film, però, mette in luce anche il fatto che, nella seconda metà degli anni ‘60, si sia creata sempre più una spaccatura tra istituzioni e generazione più adulta da una parte, e la maggior parte dei giovani e degli intellettuali dall’altra. È come se si fosse pian piano preparato il terreno a quello che poi è stato il ‘68, anno in cui il processo a Braibanti è terminato.


Nella pellicola questa frattura – che poi porterà ad un grande cambiamento negli anni ‘70 – è incarnata da diversi personaggi. La paura del diverso è rappresentata innanzitutto dalla famiglia Tagliaferri, tra il padre indifferente ed attento solo al buon nome della famiglia, la madre bigotta e spaventata dalla sua ombra, il fratello Riccardo che sotto sotto, forse, avrebbe voluto essere al posto di Ettore, ma sentendosi rifiutato ha trasformato la sua rabbia in odio. Le responsabilità più grandi, però, sono delle istituzioni, dagli ospedali che praticavano torture sui disabili e sugli omosessuali (considerati peggio dei malati psichiatrici) al sistema giuridico del tempo, che ha portato avanti un processo che ora risulta una farsa amara.


A difendere Aldo Braibanti sono i giovani, non solo gli stessi che avevano fatto parte dei suoi circoli, ma anche tutti coloro che avvertono l’ingiustizia insita nel processo. In particolare ci sono un giornalista ostinato ed una sua amica, che altri non è che Emma Bonino.



È un film che suscita tanta indignazione, ma che fa anche sperare in un futuro più sereno ed inclusivo. Se un primo, grande cambiamento è avvenuto negli ormai lontani anni ‘60, perché ciò non potrebbe accadere anche ora? Problemi come ignoranza, omofobia, paura del diverso purtroppo persistono… ma la dignità con cui Aldo Braibanti ha affrontato il suo ingiusto processo e la forza con cui alcune persone lo hanno difeso mi hanno confortato.



Siccità


A Roma si sta verificando una situazione surreale, anche se non così improbabile, purtroppo, considerato il cambiamento climatico: non piove da tre anni.


Il Tevere è diventato un deserto che taglia in due l’Urbe, il sole brucia, tante attività hanno chiuso per mancanza di acqua, metà Roma è diventata una città fantasma, la crisi economica si è decuplicata, scarafaggi e malattie atterriscono tutti i cittadini (e devo dire che già solo scrivere tutto questo fa una gran paura).


In questo sfondo desolante si muove una serie di personaggi che, con estrema difficoltà, cerca di portare avanti la propria vita.


Antonio è un detenuto modello del carcere di Rebibbia, che rifiuta permessi ed uscite perché al di fuori delle mura non ha nessuno. Quando, però, per un dispetto degli inservienti si ritrova a zonzo per le strade di Roma, egli è costretto a riprendere confidenza con una città (ed una vita) che non conosce più.


Sara è un medico stimato, che si sente il peso di moltissime responsabilità sulle spalle, per via delle nuove epidemie che scoppiano ogni settimana. Ella convive con la figlia ed il nuovo compagno, ma non si accorge dei problemi di nessuno dei due, troppo presa dal suo lavoro.


L’ex marito di Sara, Loris, un tempo autista di un importante politico, ha perso il lavoro dopo il suicidio di quest’ultimo e si è reinventato come tassista, ma gli affari vanno molto male, ed anche il matrimonio è andato in pezzi.


Alfredo è un attore che ormai da tempo non ha più successo e vive di ricordi sui social insieme ai suoi fan nostalgici. La “bolla” delle dirette Facebook lo fa sentire il dio del suo piccolo mondo, ma a pochi metri da lui la moglie fa doppi turni come cassiera al supermercato e messaggia con un ex compagno di scuola, mentre il figlio rischia di mettersi nei guai.



E poi ci sono gli esperti improvvisati che spuntano ogni qualvolta in Italia c’è un’emergenza, i senzatetto che hanno perso tutto, i ragazzi che sperano in un mondo migliore.


L’infelicità e la rabbia di tutti trova il suo sfogo contro un’azienda che si occupa di acque minerali, nel cui perimetro ci sono fontanelle attive e limpidissime piscine. A dispetto delle apparenze, però, anche lì dentro ci sono dei problemi gravi.



Siccità è un cosiddetto film corale, una di quelle pellicole in cui si intrecciano storie differenti, che sembrano indipendenti tra loro e poi, ad un certo punto, mostrano degli inaspettati agganci tra di loro. Devo dire che rispetto ad altri film di Virzì, solitamente maestro della commedia amara, l’ho trovato veramente drammatico.


L’acqua è la vita, si sa. E se mancano i presupposti per la vita, in che modo riesce a sopravvivere l’essere umano? Questa è la domanda che si fa il film.


La risposta è desolante: pensando ancor più a se stessi, molto più di quanto già l’essere umano tende a fare quando le cose vanno bene. Mi piacerebbe poter dire che ho trovato Virzì un po’ troppo pessimista, ma ricordo bene, esattamente tre anni fa, quel che è successo quando è iniziata la pandemia e… insomma, mi sa che se le ricorda pure il regista. Io personalmente sono rimasta molto delusa da gente che fino a un minuto prima urlava “restiamo umani” e “viva la tolleranza” (facile quando non riguarda te, vero?), e poi, quando è toccato a noi avere paura, ha vomitato sui social un livore mai visto (roba che in confronto i siparietti del personaggio di Tommaso Ragno sono gradevoli), ha scatenato una caccia all’untore che neanche Don Rodrigo nel 1600 e si è persino vantata di aver fatto dispetti a chi usciva per fare la spesa.


Adesso per fortuna le cose vanno molto meglio – anche grazie al nostro straordinario personale sanitario, incarnato qui dal personaggio di Claudia Pandolfi -, però io non riesco ad avere la memoria corta come a volte vorrei e di sicuro non vedrò più alcune persone allo stesso modo.


Certo nel film ci sono persone che gestiscono la situazione in modo propositivo – e sono le più inaspettate - , ma il tono della narrazione senz’altro non è allegro.


In breve, a differenza del film di cui vi ho parlato prima, Siccità vuole lasciare allo spettatore un senso di desolazione. Anche se e quando la salvezza arriva, non sempre l’essere umano è pronto ad accoglierla.





Questi sono i due film che ho visto al cineforum tempo fa!

Come avete visto, avevano suscitato in me troppe riflessioni perché io non ne parlassi. Meritavano un post tutto loro!

Fatemi sapere se li avete visti, se vi sono piaciuti, se concordate con quello che ho scritto… o se vi incuriosiscono!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


2 commenti :