lunedì 7 novembre 2022

I CASI DEL VICEQUESTORE VANINA GUARRASI

 Due romanzi di Cristina Cassar Scalia




Cari lettori,

iniziamo la settimana con le nostre “Letture… per autori” ed un nuovo personaggio che ho scoperto sul finire delle vacanze estive ed ho continuato a conoscere in autunno: il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, nata dalla penna di Cristina Cassar Scalia, autrice di cui vi avevo già parlato in questo post.


Ho trovato Sabbia Nera insieme al Corriere della Sera in agosto e successivamente, una volta tornata a casa, La logica della lampara in biblioteca.


Sto procedendo abbastanza spedita perché la serie mi sta piacendo molto, sia come personaggi che come intrecci. Anche l’ambientazione è curata ed affascinante.


Vi lascio alle recensioni!



Sabbia nera


In una notte di settembre ancora pienamente estiva, il giovane e non molto rampante Alfio Burrano, un “Simon Baker siciliano” a Catania per affari, viene sorpreso da una pioggia di cenere nera proveniente dall’Etna. Egli decide così di ritirarsi nella villa signorile appartenente a sua zia, su una piccola altura. Lì trova solo il maggiordomo, il quale però gli viene incontro preoccupato e gli comunica un problema alla rete idrica. La breve esplorazione della villa che ne consegue porta i due ad una scoperta agghiacciante: nel montacarichi dell’ala abbandonata della casa c’è il cadavere mummificato di una donna.


Sulla scena del delitto – anzi, del cold case – arriva quasi subito il vicequestore Vanina Guarrasi, una donna di trentanove anni da poco trasferitasi da Palermo, dove si occupava di criminalità organizzata, mentre a Catania coordina la sezione Omicidi. Il medico legale Adriano Calì, suo amico fidato, le conferma che il cadavere è di sesso femminile e che la foggia degli abiti è molto antiquata. In effetti quella parte della villa è disabitata dal 1959, da quando lo zio di Alfio Burrano era stato ucciso per mano di quello che avrebbe dovuto essere il suo uomo di fiducia.


Sul momento l’indagine sembra complessa, e gli elementi in mano agli inquirenti quasi nulli, così Vanina se ne torna a casa piuttosto demoralizzata, come sempre è nel mese di settembre a causa del triste anniversario della morte del padre.


Un aiuto insperato, tuttavia, sta per arrivare: il commissario in pensione Biagio Patané, ottantatré anni ed un cervello ancora finissimo, ricorda fin troppo bene la storia di quella villa: al tempo era molto giovane. Deciso a dare il suo contributo ai suoi ex colleghi, egli torna nel suo vecchio commissariato, trovando così Vanina a quella che un tempo era la sua scrivania. All’inizio la ragazza è un po’ diffidente e si chiede in che modo un ultraottantenne possa essere utile alle indagini, ma ben presto si rende conto che non solo il commissario è lucido, ma anche che non ha mai perduto il suo fiuto da poliziotto.


Vanina ed il commissario, grazie alle conoscenze di quest’ultimo, riescono a ricostruire l’identità della donna uccisa decenni prima: si tratta di Luna, la maitresse di una casa chiusa che faceva parte degli affari dello zio di Burrano. La sensazione della Guarrasi è che i due, legati in vita sia da una relazione che dai soldi, possano essere stati uccisi dalla medesima persona, e così, con grande riluttanza della Magistratura e dei piani alti, l’indagine si riapre.


Vanina non è aiutata soltanto da Patané, ma anche dalla sua ottima squadra: l’ispettrice Marta Bonazzoli, venuta dal Nord, il trio siculo Spanò-Fragapane-Nunnari, il giovane Lo Faro (che deve ancora conquistarsi la fiducia della nostra protagonista) ed il grande capo Tito Macchia, che periodicamente cerca di convincere Vanina a tornare ad occuparsi di criminalità organizzata, anche se lei non ne ha la minima intenzione.



Con Sabbia nera conosciamo il vicequestore Guarrasi e tutto il suo piccolo mondo di Catania e dintorni. Palermitana fuggita dalla sua città d’origine, ella si è rifugiata a Santo Stefano, un paesino poco distante dalle pendici dell’Etna, e lì, in una dépendance arredata, vive in tutta tranquillità, accudita dalla padrona di casa Bettina. Il suo carattere potrebbe sembrare scontroso, ma ci sono due importanti ferite nel suo passato. La prima è la morte violenta e prematura del padre, poliziotto palermitano, ucciso sotto i suoi occhi. La seconda è la conclusione della sua storia con il magistrato Paolo Malfitano, che Vanina ha lasciato a Palermo nel momento in cui si è resa conto di non poter stare serena vicino ad un uomo che rischia la vita ogni giorno.


La nostra protagonista ama la sua libertà, apprezza la buona tavola ma preferisce che cucini qualcun altro, ha pochi amici fidati ed una vita sentimentale un po’ complicata, si sta affezionando a Catania anche se il suo cuore resta a Palermo. L’ambientazione mi piace molto, è estremamente caratteristica, anche se devo dire che non penso che vivrei mai così attaccata ad un vulcano…


Il romanzo è prevalentemente un giallo e del giallo ha lo stile, ma ci sono anche incursioni nel romance (sia per quanto riguarda la protagonista che altri personaggi) che nella narrazione quotidiana della vita di una donna che ha molto da dire al suo lettore ed ancor più da nascondere.


Se nella maggior parte dei gialli italiani il protagonista è un po’ più in là con gli anni ed ha dei sottoposti/apprendisti più giovani, qui il mentore è decisamente “senior”: credo che sia la prima volta che leggo di un inquirente ottantatreenne (con buona pace della moglie Angelina che, come scoprirete, non vede proprio bene il “ritorno in servizio” di suo marito).


Per me un inizio di serie così convincente che dopo non molto tempo ho letto anche il secondo volume!



La logica della lampara


Il caldo autunno siciliano non ferma gli appassionati di pesca. Una notte, il pediatra Manfredi Monterreale ed il suo amico Sante Tammaro, giornalista di nera, stanno uscendo con la lampara a poca distanza dalla casa del dottore, quando si rendono conto di un fatto molto strano.


Una macchina si è appena fermata vicino alla spiaggia e ne è sceso un uomo che, con grande fatica, trasporta una valigia marrone di cuoio. L’enorme oggetto viene lasciato vicino ad un mucchietto di scogli, in una posizione isolata, e poi abbandonato in tutta fretta.


Il giornalista di nera, abituato a ragionare come i soggetti di cui scrive, si insospettisce e chiede all’amico di interrompere la pesca e chiamare la polizia.


Quando Vanina Guarrasi ed i suoi arrivano sulla scena, però, il dottore ed il giornalista hanno commesso l’errore di distrarsi solo un attimo salendo in casa, e qualcuno ha aperto l’enorme valigia, che è vuota...e macchiata di sangue.


Pochissimo tempo dopo, la polizia riceve una telefonata anonima: una voce di donna (che vuole restare anonima) afferma di aver assistito all’uccisione di una ragazza in un villino. Vanina, dopo qualche indagine, riesce a capire a che villetta si riferisce la persona che ha fatto la segnalazione: è un posto lussuoso vicino al mare.


Non ci sono cadaveri lì, bensì una scomparsa: quella di Lorenza Iannino, una giovanissima avvocatessa che lavora in uno degli studi più importanti di Catania, il cui titolare è un suo ex professore dell’Università.


Sospettando che nella valigia in riva al mare ci fosse il cadavere della povera ragazza, forse portato alla deriva dalle onde (o buttata da qualcuno nei pochi minuti in cui i due testimoni non hanno controllato), Vanina inizia ad informarsi maggiormente su Lorenza, la cui vita quotidiana mostra non poche zone grigie. Innanzitutto, il suo posto di lavoro è gestito da un personaggio che né a Vanina né ai suoi collaboratori ispira fiducia: il classico faccendiere, pronto a fare favori ai personaggi più equivoci, che maltratta i dipendenti e crea un clima di servilismo. Inoltre, Lorenza aveva delle entrate notevoli e faceva spese lussuosissime: un po’ troppo, per una ragazza neolaureata ed in affitto che stava appena iniziando a fare carriera e fino a non molto tempo prima si faceva mandare degli aiuti da un fratello preside. Infine, la vita sentimentale della ragazza è piombata nel caos (e c’è la voce insistente di una relazione con il suo capo) dopo che ella ha troncato la sua lunghissima storia con il suo fidanzato dell’Università.


Anche per questo caso, in cui nulla è come sembra, Vanina si avvale dell’aiuto del commissario in pensione Biagio Patané, che ormai si è affezionato a lei e la vede come una figlia (se non una nipote…) ed una pupilla da istruire in ambito lavorativo.



Pur premettendo che la lettura della serie è tutt’altro che completa, La logica della lampara è sicuramente il romanzo dei colpi di scena e delle sorprese: l’indagine di cui si occupa Vanina è intricata, al di fuori delle regole standard (visto che non ci sono neppure un corpo e la certezza della morte) e portatrice di rivelazioni fino all’ultima pagina.


L’universo del vicequestore Guarrasi, già ben presentato in Sabbia nera, si espande molto in questo romanzo. Vanina, che non riesce a dimenticare Paolo, si trova ancora più confusa dopo aver incontrato il dottor Manfredi Monterreale: oltre che un gentile testimone, egli si rivela un uomo affascinante, un ottimo cuoco e, come lei, un palermitano in trasferta ed un po’ nostalgico.


E la nostra protagonista non è l’unica ad avere dei guai di tipo sentimentale. L’ispettrice Bonazzoli si rifiuta di rendere pubblica la sua storia con il grande capo Tito Macchia; il fido Spanò non si rassegna al divorzio; l’amica di Vanina Maria Giulia è da sempre interessata ad un giornalista di nome Luca, che però è… il compagno del medico legale, Adriano Calì. Persino il commissario Patané ha i suoi guai: la moglie Angelina non comprende il rapporto che egli ha con Vanina e ne è un po’ incongruamente gelosa.


Non sono solo i tocchi romance a vivacizzare il giallo. In questo romanzo si scoprono angoli nuovi di Catania e provincia, piatti tipici che già a Palermo non si trovano più, tradizioni che Vanina chiama “catanesate”. L’ambientazione è quasi un personaggio a sé stante, affascinante quanto gli altri.


La logica della lampara è, in definitiva, una conferma delle ottime impressioni che avevo avuto leggendo Sabbia nera.




Ecco la mia recensione ai primi due romanzi della serie di Vanina Guarrasi!

Vi anticipo che ho già letto il terzo, La salita dei saponari, e che anche quello mi è piaciuto, ma ho evitato di parlarvene qui per non rendere il post davvero infinito.

Presto ne troverete online la recensione, magari accompagnata da quella del quarto volume! Anche se senza fretta, ho tutte le intenzioni di proseguire la serie, che mi ha super appassionato in questi mesi :-)

Voi la conoscete? Che ne pensate? Fatemi sapere!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


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