giovedì 3 dicembre 2020

CERNUSCO SUL NAVIGLIO... DA LEGGERE

 Letture consigliate per conoscere meglio il mio paese




Cari lettori,

oggi, per le nostre rubriche “Letture...a tema” e "Per conoscermi meglio", vi propongo un post particolare, che forse sarà di maggior interesse per quanti mi leggono dai link di Facebook e sono prevalentemente miei concittadini. Spero, tuttavia, che i consigli di lettura odierni possano interessare anche voi lettori fissi, se magari siete curiosi di saperne di più su una realtà locale.


Oggi, infatti, vi vorrei parlare di tre volumetti che omaggiano il mio paese, Cernusco sul Naviglio, e la sua storia. Per i miei concittadini, essi sono reperibili alla Libreria del Naviglio, in centro. Per gli altri, c’è la possibilità dell’acquisto on-line. Al di là della scelta di chi vorrà leggere tutti i volumi, però, colgo l’occasione di questo post per raccontarvi in prima persona qualcosa di più sul mio paese, una cittadina in provincia di Milano come tantissime altre, ma ricca di tradizioni, storia, cultura. È un luogo dove non solo chi vi è nato fatica a staccarsene per via della sua vivibilità, ma anche chi proviene da altri paesi sceglie volentieri di venirvi ad abitare (mio papà in primis).


Questi tre libri, a mio parere, raccontano bene alcune storie e realtà di cui noi cernuschesi andiamo ancora molto orgogliosi. 

Vi lascio alle recensioni!



Rivivere, di Gianni Cervellera e Mauro Raimondi



Rivivere” è la storia di un’importante istituzione di Cernusco sul Naviglio: il Fatebenefratelli, luogo di ricovero e di cura per le persone affette da malattie psichiatriche. La prima parte del libro racconta la vicenda storica, con tanto di articoli e fotografie d’epoca: l’arrivo dei primi malati, accolti dai frati in Villa Carini-Gervasoni (oggi residenza delle Suore Marcelline) nel 1937 e la “prima vita” del Centro; i lunghi anni del Fatebenefratelli in Villa Alari, la residenza nobiliare settecentesca sul Naviglio di cui noi cernuschesi andiamo piuttosto fieri (nella foto sotto il titolo); la “rivoluzione” operata negli anni ‘60 da Fra Luigi Marchesi, che si è dimostrato un uomo di Chiesa molto illuminato; le conseguenze della Legge Basaglia del 1978, che ha consentito la “liberazione” del malato ma ha portato con sé altri problemi; la contemporaneità, a partire dalla prima pietra del nuovo centro, posta nel 1999.


Una seconda parte del libro racconta le metodologie utilizzate nella casa di cura, sia in passato che nel presente. Ciò che più mi ha colpito è stato il fatto che, anche in tempi in cui i “manicomi” erano considerati luoghi da evitare, il centro sia sempre stato diretto da persone che hanno messo al centro della scena l’attenzione per il malato: iniziative culturali nel Centro, piccole esperienze lavorative, possibilità di muoversi per il paese, persino spettacoli. Un’ “assistenza integrale”, come gli autori amano definirla.


Le due parti finali del romanzo sono dedicate a brevi ritratti di alcuni malati che erano particolarmente integrati in paese e che la cittadinanza ricorda con affetto ed a testimonianze di cernuschesi che hanno lavorato lì come contabili, che hanno contribuito a formare il personale, che hanno fatto i volontari.


Da cernuschese credo che, nonostante le difficoltà effettivamente riscontrate (diffidenza di una parte di alcuni cittadini, problemi a reperire personale appena dopo la guerra, necessità di cambiare sede più volte…), il Fatebenefratelli possa essere considerato un modello di cooperazione: tra religiosi e laici, tra Chiesa e comune, tra personale e cittadinanza, tra i malati e chi si è occupato di loro in vari modi.

Sono certa che la ricostruzione operata in questo breve saggio colpirà tutti voi.



Cernusco sul Naviglio e la sua storia, di Mauro Raimondi



Un excursus storico di Cernusco sul Naviglio dalle origini alla contemporaneità. I primi capitoli discutono una questione che a lungo è rimasta un po’ nebulosa: la nascita del paese è dovuta ai Celti oppure ai Romani? Nonostante alcune più recenti interpretazioni, sembra che i Celti abbiano soltanto contribuito. In epoca romana il paese si chiamava Cernusco Asinaria e la gens Asinia, appartenente alla classe sociale più elevata, era assai autorevole.

Si prosegue parlando della Cernusco medioevale: il contributo alla guerra dei Comuni contro Barbarossa, la lotta per il potere tra le famiglie Visconti e Torriani, la costruzione di un castello che sarebbe stato abitato dai signori milanesi.

Cernusco diventa “sul Naviglio” a partire dal 1463 e ciò accrescerà di molto il prestigio del paese. Il governo Trivulzio nel XVI secolo apporta varie migliorie, mentre nel ‘700 nascono diversi giardini e ville “di delizie”, tra le quali la nostra amata Villa Alari.

Nel periodo del Risorgimento, invece, i personaggi più importanti sono Monsignor Biraghi, ora beato, fondatore dell’Ordine delle Suore Marcelline, e Ambrogio Uboldo, il nobile che ha finanziato e dato il nome al nostro ospedale. Alcuni capitoli sono dedicati anche all’attività in Filanda, sulla quale ci soffermeremo più avanti.

Nel ‘900 il paese si divide tra cattolici e socialisti. Alcuni nostri concittadini sono ricordati come eroi della Prima Guerra Mondiale e/o partigiani. Nella prima metà del secolo, inoltre, il centro storico si trasforma: tante corti che nascono in quel periodo sono presenti ancora adesso. Vengono costruite anche nuove chiese e scuole ancora oggi utilizzate, e a poco a poco si va verso l’innovazione e la contemporaneità.


La narrazione è corredata da tanti dettagli interessanti ed è completata da foto d’epoca. L’autore, Mauro Raimondi, che è professore e storico, ha organizzato più volte delle “passeggiate guidate”, in cui invita i suoi concittadini a guardare il centro storico ed il Naviglio con altri occhi. Ci sono ancora le strutture esterne delle corti, i resti del castello medioevale vicino al Naviglio, il monumento per i Martiri della Libertà, le targhe a memoria dei partigiani, le vecchie cascine ormai convertite in condomini ed altro ancora. 

Si può proprio dire che non si finisce mai di conoscere la propria città!



E lee la va in Filanda, di Serena Perego



Questo saggio racconta la difficile vita di donne e bambine cernuschesi che lavoravano nei setifici cernuschesi, e in particolare nella Vecchia Filanda, fra ‘800 e ‘900.


La prima parte dell’opera racconta la nascita e la storia della coltura del baco da seta in Lombardia e in particolare nella zona della Martesana, con tanto di documenti, contratti ed articoli di giornale.


La seconda parte, invece, entra maggiormente nel dettaglio e racconta le terribili condizioni delle donne giovanissime, talvolta addirittura bambine, che lavoravano per ore come operaie in situazioni molto difficili: si rovinavano le mani, venivano ammonite e private della scarsa paga per ogni piccolo errore, in inverno non vedevano nemmeno la luce. Si pone l’accento, però, anche sulle lotte per i diritti e sui lenti ma costanti miglioramenti man mano che arrivava il progresso.


Nelle ultime pagine, con tanto di fotografie in bianco e nero della filanda com’era all’epoca, ci sono le testimonianze di tre signore che hanno accettato di raccontare la loro gioventù come operaie. I loro racconti pieni di emozione rimangono fortemente impressi nel cuore del lettore!


Oggi la Filanda è stata ristrutturata e svolge più funzioni. Una parte adiacente al giardinetto è stata data in gestione per un bar ristorante, mentre il resto dell’edificio viene utilizzato come circolo dei pensionati. Inoltre le sue sale vengono affittate per riunioni e corsi.


Cernusco ha anche il primato del primo sciopero femminile della Lombardia, avvenuto proprio da parte delle filandere nel 1901. Questo episodio ha ispirato il mio racconto Una lettrice ante litteram, con cui ho vinto un concorso letterario nel novembre 2018 (ne parlo meglio in questo post).




Eccoci giunti al termine di questo viaggio storico a Cernusco sul Naviglio!

Spero di essere riuscita a farvi conoscere meglio la mia città e di avervi raccontato qualcosa di interessante. Io sono contenta di vivere in un luogo così pieno di storia e tradizioni e mi ha fatto piacere condividerle con voi!

Fatemi sapere le vostre impressioni!

Grazie per la lettura, al prossimo post :-)


4 commenti :

  1. Non conosco Cernusco sul Naviglio. Interessante post. Mi incuriosisce molto quello delle donne in filanda. Buon fine settimana

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    1. Ciao Roby! In effetti ho fatto questo post anche per far conoscere meglio la mia città a chi abita da tutt'altra parte :-) La Filanda è una tradizione della nostra zona (La Martesana) e le tracce di questa vecchia attività ci sono ancora adesso!

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  2. è stato interessante, una rubrica bella e utile

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    1. Ciao Chiara! Sono contenta che il post ti sia piaciuto :-)

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