giovedì 11 aprile 2019

FLUSSI D'ARTE

Un'esposizione sul XX secolo nella periferia milanese





Cari lettori,
oggi, per la nostra rubrica “Consigli artistici”, vi segnalo un’esposizione che negli ultimi mesi ha fatto il giro della provincia milanese, da Abbiategrasso a Sesto San Giovanni fino ad arrivare, nel corso del mese di marzo, al mio paese, Cernusco sul Naviglio. 
La mostra si intitola Flussi d’arte e come sottotitolo riporta Da Gola a Funi a Casorati. Opere della prima metà del Novecento nelle collezioni del Museo della Permanente. 

Ho deciso di parlarvene perché credo che un’esposizione di questo genere, con grandi nomi del XX italiano e la collaborazione di un importante museo, sia qualcosa di davvero raro da trovare in piena provincia!



La mostra



Flussi d’arte è un progetto che è stato voluto dalla Società per le Belle Arti, insieme alla Permanente di Milano, dove, se ricordate, sono stata mesi fa per visitare una mostra dedicata a Tex Willer.

Si tratta di una mostra itinerante: 33 opere che illustrano alcuni importanti movimenti artistici nati nella prima metà del Novecento italiano. 

La curatrice della mostra, Elena Pontiggia, una storica dell’arte che lavora a Brera, ha spiegato, durante la visita guidata alla quale ho partecipato, che la mostra pone al centro dell’attenzione degli artisti molto noti… in periodi un po’ meno conosciuti rispetto a quelli che hanno dato loro la fama. Sono opere forse dimenticate da critici e manuali, ma non per questo meno importanti.


Personalmente ho visitato l’esposizione a Cernusco sul Naviglio, il mio paese, la terza e (per il momento) ultima tappa di questa mostra itinerante. 
Essa ha avuto luogo al piano terra di un grande edificio vicino al centro sportivo. 


Lungo i quattro lati ed uno dei due divisori centrali sono state appese le opere, mentre un altro divisorio è stato dedicato ad un progetto parallelo, chiamato La linea dell’acqua. Lo sponsor dell’iniziativa, infatti, è stato il gruppo CAP, un gestore di servizi idrici, che, in occasione dei suoi 90 anni, ha esposto alcune fotografie che illustrano la sua attività, scattate dal fotografo Lorenzo Maccotta.



Mito, quotidianità e temi sociali



Anche se la mostra è di piccole dimensioni, sono moltissimi i temi proposti.


Per pubblicizzare l’esposizione, innanzitutto, è stata scelta la tela di Funi Elena di Troia, nella quale l’eroina ricorda più che altro una signora abbigliata secondo la moda del Novecento; la sua origine greca si può dedurre solo da pochi particolari, come l’acconciatura ed i gioielli.


Tutt’altro che mitica è la statuetta di Eugenio Pellini, Bambina col cerchio, che ritrae con grazia la piccola protagonista che si diverte con il suo passatempo. 
La scelta di questo soggetto rimanda all’importanza della semplicità, spesso lodata dagli artisti appartenenti alla Scapigliatura.

Accanto alla bambina ed idealmente contrapposta ad essa c’è una tela di Alciati, I minatori, che dipinge la morte sul lavoro di un operaio ricalcando l’iconografia delle Deposizioni.


Tra mito, quotidianità e società, non poteva mancare l’attrazione per l’esotico, ben rappresentata da Bottega araba di Bucci, che ritrae l’ingresso di un negozio del Medio Oriente, e la natura morta Cineserie e frutta di Galileo Chini.



Il Novecento Italiano



Il Novecento Italiano è una corrente artistica che si forma a Milano nel 1920, grazie alla scrittrice e critica d’arte Margherita Sarfatti. Dopo il 1926, questa corrente raduna nelle sue mostre quasi tutti gli artisti più importanti del periodo.

Personalmente sono rimasta colpita dalla presenza di una tela del ‘45 di Carlo Carrà, Paesaggio toscano, che, com’è facile immaginare, non appartiene più al periodo surrealista e metafisico che lo ha reso famoso, ma rientra in pieno tra le opere figurative degli ultimi decenni della sua vita.



I quadri di questa mini-sezione sono principalmente dei paesaggi, anche se non manca la figura umana, grazie a tele come Due donne di Casorati, che ritrae le due protagoniste in un momento di grande dolore e di reciproco sostegno.

Il soggetto più ritratto è la Versilia, un tempo terra povera e bellissima ove molti pittori, compreso lo stesso Carrà, avevano una seconda casa. 
Un luogo magico destinato ad essere cambiato per sempre, prima dall’occupazione dei nazisti che hanno invaso la riviera e le case dei pittori, poi dal boom economico, che ha lentamente trasformato la zona in qualcosa di sempre più esclusivo.



Il Chiarismo


Un’altra mini-sezione della mostra è dedicata al Chiarismo, che non è proprio definibile come una corrente artistica, bensì, più che altro, come un orientamento espressivo tipico degli anni ‘30.

Le caratteristiche principali di questa tecnica pittorica sono la scelta di colori chiari, l’eliminazione del chiaroscuro, un’attenuazione dei volumi. Tutte queste scelte sono in netto contrasto con il Novecento Italiano, che predilige forme nette e colori ben definiti.


L’opera che ho preferito di questa sezione è Inverno di Vernizzi, una tela che ritrae l’ingresso di una casa con il suo giardino nel corso della brutta stagione. In questo dipinto l’uso del bianco è davvero straordinario, soprattutto nella resa di alberi e cespugli coperti di neve.



Gli artisti che pranzavano alla trattoria Bagutta



Un’ultima piccola parte della mostra riguarda tutti gli artisti che, a partire dal 1925 circa, avevano preso l’abitudine di pranzare e di incontrarsi all’Osteria di Bagutta, a Milano, una trattoria toscana che si era trasformata in un vero e proprio luogo di ritrovo per artisti di ogni genere.

I frequentatori dell’osteria non erano accomunati da nessuna corrente artistica: di fatto, ognuno seguiva la propria, e giungeva in quel luogo per confrontarsi con i colleghi pittori. Molti di loro, tuttavia, facevano la spola tra Milano e le terre venete, soprattutto Burano, ed alcune tele, come Cate.Merlettaia, ne sono la prova.

Ciò che è accaduto all’Osteria di Bagutta, per certi versi, ricorda molto le vicende di alcuni storici locali di Montmartre.




Purtroppo l’esposizione è rimasta poche settimane a Cernusco, soltanto fino alla fine di marzo. Dal momento che, però, queste opere stanno per tornare nel loro luogo abituale, ovvero alla Permanente di Milano, consiglio a tutti voi, se sono riuscita ad interessarvi, di andare direttamente lì, dove troverete questi ed altri dipinti.

Credo che la promozione di un’iniziativa del genere in un contesto di provincia sia davvero qualcosa di importante… un’occasione per dimostrare a tante persone che talvolta l’arte dei grandi maestri può arrivare perfino sotto casa loro!

Voi conoscete questi artisti? Avete sentito parlare di Flussi d’arte?
Vi è capitato di assistere a qualche esposizione in provincia, e non solo nelle grandi città? Fatemi sapere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)

4 commenti :

  1. Cara Silvia, molto ma molto interessante questo post!!!
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso! Contenta di averti interessato! Buon pomeriggio anche a te :-)

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  2. Questa è l’arte che mi piace, che mi suscita emozioni, curiosità, interesse e meraviglia. Grazie per aver condiviso con noi questa bella mostra.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa! Grazie a te che apprezzi sempre le mie divagazioni culturali. Buon weekend!

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