Un'esposizione sul XX secolo nella periferia milanese
Cari
lettori,
oggi,
per la nostra rubrica “Consigli artistici”, vi segnalo
un’esposizione che negli ultimi mesi ha fatto il giro della
provincia milanese, da Abbiategrasso a Sesto San Giovanni fino ad
arrivare, nel corso del mese di marzo, al mio paese, Cernusco sul
Naviglio.
La mostra si intitola Flussi d’arte e come
sottotitolo riporta Da Gola a Funi a Casorati. Opere della prima
metà del Novecento nelle collezioni del Museo della Permanente.
Ho deciso di parlarvene perché credo che un’esposizione di questo
genere, con grandi nomi del XX italiano e la collaborazione di un
importante museo, sia qualcosa di davvero raro da trovare in piena
provincia!
La mostra
Flussi
d’arte è un progetto che è
stato voluto dalla Società per le Belle Arti, insieme alla
Permanente di Milano, dove, se ricordate, sono stata mesi fa per
visitare una mostra dedicata a Tex Willer.
Si
tratta di una mostra itinerante: 33 opere che illustrano alcuni
importanti movimenti artistici nati nella prima metà del Novecento
italiano.
La curatrice della mostra, Elena Pontiggia, una storica
dell’arte che lavora a Brera, ha spiegato, durante la visita
guidata alla quale ho partecipato, che la mostra pone al centro
dell’attenzione degli artisti molto noti… in periodi un po’
meno conosciuti rispetto a quelli che hanno dato loro la fama. Sono
opere forse dimenticate da critici e manuali, ma non per questo meno
importanti.
Personalmente
ho visitato l’esposizione a Cernusco sul Naviglio, il mio paese, la
terza e (per il momento) ultima tappa di questa mostra itinerante.
Essa ha avuto luogo al piano terra di un grande edificio vicino al
centro sportivo.
Lungo
i quattro lati ed uno dei due divisori centrali sono state appese le
opere, mentre un altro divisorio è stato dedicato ad un progetto
parallelo, chiamato La linea dell’acqua. Lo
sponsor dell’iniziativa, infatti, è stato il gruppo CAP, un
gestore di servizi idrici, che, in occasione dei suoi 90 anni, ha
esposto alcune fotografie che illustrano la sua attività, scattate
dal fotografo Lorenzo Maccotta.
Mito,
quotidianità e temi sociali
Anche
se la mostra è di piccole dimensioni, sono moltissimi i temi
proposti.
Per
pubblicizzare l’esposizione, innanzitutto, è stata scelta la tela
di Funi Elena di Troia, nella quale l’eroina ricorda più
che altro una signora abbigliata secondo la moda del Novecento; la
sua origine greca si può dedurre solo da pochi particolari, come
l’acconciatura ed i gioielli.
Tutt’altro
che mitica è la statuetta di Eugenio Pellini, Bambina col
cerchio, che ritrae con grazia la piccola protagonista che si
diverte con il suo passatempo.
La scelta di questo soggetto rimanda
all’importanza della semplicità, spesso lodata dagli artisti
appartenenti alla Scapigliatura.
Accanto
alla bambina ed idealmente contrapposta ad essa c’è una tela di
Alciati, I minatori, che dipinge la morte sul lavoro di un
operaio ricalcando l’iconografia delle Deposizioni.
Tra
mito, quotidianità e società, non poteva mancare l’attrazione per
l’esotico, ben rappresentata da Bottega araba di Bucci, che
ritrae l’ingresso di un negozio del Medio Oriente, e la natura
morta Cineserie e frutta di Galileo Chini.
Il
Novecento Italiano
Il
Novecento Italiano è una corrente artistica che si forma a Milano
nel 1920, grazie alla scrittrice e critica d’arte Margherita
Sarfatti. Dopo il 1926, questa corrente raduna nelle sue mostre quasi
tutti gli artisti più importanti del periodo.
Personalmente
sono rimasta colpita dalla presenza di una tela del ‘45 di Carlo Carrà, Paesaggio toscano, che, com’è facile immaginare,
non appartiene più al periodo surrealista e metafisico che lo ha
reso famoso, ma rientra in pieno tra le opere figurative degli ultimi
decenni della sua vita.
I
quadri di questa mini-sezione sono principalmente dei paesaggi, anche
se non manca la figura umana, grazie a tele come Due donne di
Casorati, che ritrae le due protagoniste in un momento di grande
dolore e di reciproco sostegno.
Il
soggetto più ritratto è la Versilia, un tempo terra povera e
bellissima ove molti pittori, compreso lo stesso Carrà, avevano una
seconda casa.
Un luogo magico destinato ad essere cambiato per
sempre, prima dall’occupazione dei nazisti che hanno invaso la
riviera e le case dei pittori, poi dal boom economico, che ha
lentamente trasformato la zona in qualcosa di sempre più esclusivo.
Il
Chiarismo
Un’altra
mini-sezione della mostra è dedicata al Chiarismo, che non è
proprio definibile come una corrente artistica, bensì, più che
altro, come un orientamento espressivo tipico degli anni ‘30.
Le
caratteristiche principali di questa tecnica pittorica sono la scelta
di colori chiari, l’eliminazione del chiaroscuro, un’attenuazione
dei volumi. Tutte queste scelte sono in netto contrasto con il
Novecento Italiano, che predilige forme nette e colori ben definiti.
L’opera
che ho preferito di questa sezione è Inverno di Vernizzi, una
tela che ritrae l’ingresso di una casa con il suo giardino nel
corso della brutta stagione. In questo dipinto l’uso del bianco è
davvero straordinario, soprattutto nella resa di alberi e cespugli
coperti di neve.
Gli
artisti che pranzavano alla trattoria Bagutta
Un’ultima
piccola parte della mostra riguarda tutti gli artisti che, a partire
dal 1925 circa, avevano preso l’abitudine di pranzare e di
incontrarsi all’Osteria di Bagutta, a Milano, una trattoria toscana
che si era trasformata in un vero e proprio luogo di ritrovo per
artisti di ogni genere.
I
frequentatori dell’osteria non erano accomunati da nessuna corrente
artistica: di fatto, ognuno seguiva la propria, e giungeva in quel
luogo per confrontarsi con i colleghi pittori. Molti di loro,
tuttavia, facevano la spola tra Milano e le terre venete, soprattutto
Burano, ed alcune tele, come Cate.Merlettaia, ne sono la
prova.
Ciò
che è accaduto all’Osteria di Bagutta, per certi versi, ricorda
molto le vicende di alcuni storici locali di Montmartre.
Purtroppo
l’esposizione è rimasta poche settimane a Cernusco, soltanto fino
alla fine di marzo. Dal momento che, però, queste opere stanno per
tornare nel loro luogo abituale, ovvero alla Permanente di Milano,
consiglio a tutti voi, se sono riuscita ad interessarvi, di andare
direttamente lì, dove troverete questi ed altri dipinti.
Credo
che la promozione di un’iniziativa del genere in un contesto di
provincia sia davvero qualcosa di importante… un’occasione per
dimostrare a tante persone che talvolta l’arte dei grandi maestri
può arrivare perfino sotto casa loro!
Voi
conoscete questi artisti? Avete sentito parlare di Flussi d’arte?
Vi
è capitato di assistere a qualche esposizione in provincia, e non
solo nelle grandi città? Fatemi sapere!
Grazie
per la lettura, al prossimo post :-)
Cara Silvia, molto ma molto interessante questo post!!!
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso! Contenta di averti interessato! Buon pomeriggio anche a te :-)
EliminaQuesta è l’arte che mi piace, che mi suscita emozioni, curiosità, interesse e meraviglia. Grazie per aver condiviso con noi questa bella mostra.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa! Grazie a te che apprezzi sempre le mie divagazioni culturali. Buon weekend!
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