Due romanzi di Filippo Venturi e Cristina Cassar Scalia
Cari lettori,
oggi, per le nostre “Letture...a tema”, dopo i consigli romance in vista dell’estate (a questo link), torno a parlarvi di uno dei miei generi preferiti, molto popolare nei mesi più caldi: il giallo.
In giugno vi avevo parlato di due tascabili Sellerio, una raccolta di racconti ed un giallo “true crime” (a questo link). Oggi, invece, vediamo insieme due storie che sono parte di una serie: una è per me una novità ed è ambientata a Bologna, mentre dell’altra, che si svolge in Sicilia, avete già sentito parlare più volte.
Vi lascio alle recensioni!
Il delitto della finestrella, di Filippo Venturi
Emilio Zucchini è un giovane oste che gestisce la trattoria Vecchia Bologna, nel cuore della città. Il menù è costituito da tante specialità emiliane, che vanno per la maggiore soprattutto nei freddi mesi invernali, quando tanti turisti e studenti si rifugiano da lui per un piatto di lasagne o tortellini.
Emilio, anche se è una persona piuttosto sarcastica e fa la parte del cinico, è di animo buono e non manca di aiutare con la sua attività anche i meno fortunati. Tra i suoi “protetti” c’è Maicol Fabbri, un uomo di cui tutti hanno dimenticato il cognome, un senzatetto che dorme nei rifugi e che va in giro con vestiti – per quanto vecchi e sbrindellati – sempre eleganti. L’uomo spesso arriva da lui ad orario di chiusura per una birra ed una rosetta alla mortadella. Una sera, Emilio sta per chiudere, quando un temporale ed il conseguente blackout lo costringono a restare nel locale. Quando la luce torna, egli vede Maicol venirgli incontro, ma c’è qualcosa che non va: è in stato confusionale e coperto di sangue, anche se per fortuna non è ferito.
Emilio cerca di farsi raccontare che cosa è successo, ma l’altro gli dice poche parole confuse e poi se ne va. Poche ore dopo, quando il nostro protagonista è finalmente riuscito a tornare a casa, la polizia viene allertata in seguito al ritrovamento di un cadavere: un uomo ha fatto una caduta mortale nel canale di fronte alla famosissima Finestrella. La vittima è identificata come un giovane balordo, un writer che viveva dove capitava e forse era anche dipendente da droghe.
Nessuno ha effettivamente visto cadere l’uomo nel canale, ma la posizione della caduta è compatibile con una spinta, quindi si sospetta un omicidio. I pochi testimoni (gli anziani abitanti del palazzo di fronte) hanno però visto passare più volte uno strano uomo, che assomiglia curiosamente a Charlie Chaplin. Gli inquirenti ci mettono poco a risalire a Maicol Fabbri e, di conseguenza, anche a Emilio.
Emilio, che ha già il suo bel daffare a prendere sonno, tra quello che gli è appena capitato e delle preoccupazioni sentimentali, viene tirato giù dal letto e torchiato da un ufficiale di polizia che l’ha già incontrato in altre occasioni (che credo siano state le vicende di altri libri della serie, ma non so dirvi quali) e non lo sopporta.
Il nostro oste riesce a dire la sua e ad evitare un fermo cautelare per favoreggiamento, ma comprende ben presto che, per tirare fuori dai guai lui e Maicol, deve cercare di fare luce il prima possibile sul mistero. L’unico particolare stonato di quella sera che egli ricordi è il passaggio, del tutto incongruente, tra i veicoli che rallentavano per il temporale, di un’auto verde a velocità folle e con musica a tutto volume. Non è molto, ma neanche poco.
Mentre Emilio cerca di vederci chiaro sul recente passato, Maicol non riesce ad affrontare il presente e torna sul luogo che per lui è stato di cambiamento totale: la sua vecchia scuola, l’Istituto Salvemini di Casalecchio sul Reno, poco fuori Bologna. Egli non ha potuto arrivare alla Maturità: il suo percorso scolastico si è concluso con il trauma irreversibile del 6 dicembre 1990, quando un aereo dell’Aeronautica Militare è precipitato ed ha impattato proprio contro la sua classe, uccidendo 12 suoi compagni e ferendone altri. Maicol non è più lo stesso di allora…
Non avevo mai letto nessun giallo della serie di Emilio Zucchini finora – curiosità: Filippo Venturi, l’autore, è a sua volta un oste “giallista” - e ammetto che sono rimasta sorpresa, perché la quarta di copertina e l’inserimento nella collana dei gialli regionali Mondadori facevano pensare ad un’indagine più tradizionale, ed invece questa parte che ho appena citato, di storia recente e di denuncia, è inaspettata.
Coerente con l’intreccio, però: perché Maicol Fabbri, quel giorno, si è sentito “morire” insieme ai suoi compagni ed allora ha rifiutato la vita, vivendo ai margini della società, con i pensieri che lo tormentano. Talvolta è questo il destino dei sopravvissuti alle grandi tragedie dell’umanità, per i quali il sollievo di non essere morti è insopportabile, e così subentra il senso di colpa. E la situazione sicuramente peggiora nei casi, come questo, in cui il fatto traumatico viene archiviato in fretta e furia, dando l’impressione ai familiari delle vittime di essere stati proprio dimenticati. Non so voi, ma io purtroppo non sapevo niente di questa storia.
L’indagine che porta avanti “per vie traverse” l’oste Zucchini è invece una storia di discriminazione nei confronti di chi vive in un modo che la maggior parte della società ritiene “non accettabile”, tra senzatetto, writer ed altre categorie marginalizzate.
Mi è piaciuto anche lo stile di questo romanzo, e non escludo di leggere altri libri dell’autore. In caso vi farò sapere!
Il castagno dei cento cavalli, di Cristina Cassar Scalia
Per qualcosa che torna a posto nella vita del vicequestore Vanina Guarrasi (la storia con il magistrato Paolo Malfitano che è ricominciata dopo tante sofferenze, il rapporto con madre e patrigno che è molto migliorato, la paura per le minacce svanita), qualcos’altro non funziona.
Da ormai qualche settimana è arrivata da Palermo Costanza, la sua sorella minore, nata dal secondo matrimonio della madre. Vanina è consapevole di averla trascurata da ragazza, sia per via della differenza d’età che per gli anni traumatici che sono seguiti alla morte del padre. Così, quando ella si è presentata dopo aver guidato per il tratto Palermo-Catania in pieno orario notturno, Vanina si è proposta di ospitarla.
Ci sono volute settimane, ma finalmente, un giorno, Costanza ha confessato perché ha lasciato Tommaso, pupillo del padre Federico (il patrigno di Vanina) e suo promesso sposo. A quanto pare, il ragazzo è coinvolto in una serie di losche manovre insieme a dei rivali accademici di Federico, i cui obiettivi sono avallare delle manovre di mala sanità e mettere Tommaso come loro “fantoccio” al posto dell’attuale primario, che è proprio il quasi suocero.
Vanina non può fare a meno di essere ammirata da Costanza, una ragazza che aveva sempre visto come il suo opposto (timida, tradizionalista, per niente ribelle) e che invece ha compiuto un atto di grande coraggio.
Così, quando Spanò e gli altri della squadra avvisano Vanina del ritrovamento di un cadavere, ella è già in macchina con Costanza, ed acconsente a portarla con sé sul luogo del delitto.
Questa volta il vicequestore è costretto ad allontanarsi dal suo amato mare e ad andare nell’entroterra campagnolo, in corrispondenza di un’area turistica piuttosto nota, dominata da un enorme albero secolare, denominato “il castagno dei cento cavalli”.
Arrivata in prossimità del castagno, Vanina si trova di fronte ad un terribile spettacolo: una donna a cui sono stati tolti e ricomposti gli arti in modo orrendo. La vittima era chiamata da tutti “La boscaiola” e viveva in una piccola fattoria sui rilievi appena dietro Catania, vendendo uova, verdure e funghi. Una persona molto solitaria, che aveva come unica relazione stabile quella con il suo compagno, un montanaro arrivato dal Nord dopo un brutto incidente, e spesso in viaggio.
Chi, pensa Vanina, potrebbe uccidere una persona che sembra così innocente? Infatti ben presto ella e la sua squadra scoprono che il nome con cui “La boscaiola” era nota a Catania era frutto di un cambio all’anagrafe.
La vittima aveva avuto una prima vita, come infermiera e moglie di un medico. Insieme, essi avevano gestito una clinica intorno alla quale hanno gravitato per decenni strane storie…
Ancora una volta, per scavare nel passato, Vanina ha bisogno dell’insostituibile commissario in pensione Biagio Patané, stavolta un po’ preso tra incombenze da nonno e la cara moglie Angelina che non è più in forma come un tempo.
Il castagno dei cento cavalli è l’ultima – almeno per ora – indagine del vicequestore Vanina Guarrasi. Ho visto che di recente è uscito un altro romanzo dell’autrice, che però racconta una storia diversa: si vede che il grande successo del personaggio seriale ha spinto Cristina Cassar Scalia a creare nuovi protagonisti.
Devo dire che ero piuttosto curiosa di iniziare questa storia, perché il volume precedente della serie si era concluso con l’arrivo di Costanza a casa di Vanina, proprio nel pieno dei festeggiamenti per la risoluzione di un caso: vista con gli occhi della protagonista, la sorella minore sembrava piuttosto “perfettina”, ma, nel corso di una visita a Palermo, il commissario Patané ne aveva intuito la segreta inquietudine. Quindi la rottura del fidanzamento con l’altrettanto perfetto Tommaso non era stata proprio un fulmine a ciel sereno, ma pensavo che le ragioni avessero più a che fare con l’evoluzione del personaggio di Costanza che con reati di mala sanità, e invece…
Il caso di cui Vanina si deve occupare stavolta è davvero da brividi: è la classica storia in cui non viene uccisa una persona per quello che è, ma per quel che era. E quel che c’è dietro non è davvero per stomaci delicati, anche se l’autrice non trasforma il romanzo in un thriller e mantiene lo stile del giallo classico, con tanti momenti più leggeri o sentimentali.
Vanina stessa, però, si sta evolvendo: non è più la donna in fuga dalla famiglia e dall’amore che era nel primo volume. Pian piano sta ritrovando il suo equilibrio, pur restando molto dedicata al suo lavoro ed alla sua squadra.
L’appuntamento con le nuove uscite di Cristina Cassar Scalia è per me sempre gradito, così spero che per la fine del 2025, o per il 2026, potremo sapere come proseguirà la storia di Vanina!
Che cosa preferite? Le nebbie di Bologna in inverno o gli angoli turistici di Catania?
Fatemi sapere se conoscete questi romanzi e se vi sono piaciuti!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)
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